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23 ottobre 2024 3 23 /10 /ottobre /2024 15:11
Alba ad Altavilla - 22 ottobre 2023 (foto di Maurizio Crispi)

Mi recavo a cena a casa dei familiari di A
C’erano tante persone

Tra gli invitati anche la zia Mariannù,
sorella di mio padre,
uscita di scena tanti anni fa

C’è da preparare la tavola per il banchetto
Tutti si danno un po’ da fare
chi più chi meno
Io sono molto attivo
e mi sento tutto rincazzullito (sic!)

Whoops! Avrei dovuto scrivere “ringalluzzito”!

Devo andare in bagno 
a svuotare la vescica,
e mi allontano circospetto
salendo al piano di sopra
in ascensore

Esco e mi ritrovo 
in un ambiente inaspettato
É la comunità per psico-pazienti

Sono sorpreso di trovarmi lì 
Eppure inizio il giro delle stanze
per verificare che tutto sia a posto

Non sono tutti presenti
Alcuni sono impegnati in attività esterne
Altri non si sono mossi
e sono ancora a letto
avviluppati nelle coperte come mummie

Dovrei tornare al convito,
ma sono trattenuto e intrattenuto 

Penso che dovrei tornare

il prima possibile

dove mi aspettano,
se mi aspettano,
il prima possibile

 senza ritardi ulteriori

Tutto bene
Tutto a posto

(dissolvenza)


22 ottobre 2023

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23 ottobre 2024 3 23 /10 /ottobre /2024 12:03
Le ultime cose (foto di Maurizio Crispi)

Di quando in quando
ritorno al cimitero
Ho trascurato di andarci in visita 
per i miei morti,
lo ammetto
Ma non ho mancato mai
di passare dalla sepoltura di famiglia
quando sono andato ad onorare
e a compiangere altre morti
Sono momenti questi
In cui ci si ritrova a pensare 
ai propri morti
alla propria solitudine 
al cospetto della morte
ma anche al senso di solidarietà
che ogni morte genera
Nessun uomo è un isola
Quando la campana suona a morto,
non chiedere mai
per chi stia suonando,
perché essa suona anche per te
I commiati 
i transiti 
i passaggi
sono sempre tristi
ma posso anche essere un momento 
che accresce
attraverso la perdita
la nostra forza interiore
al pensiero che coloro che ci lasciano
stiano entrando in qualche modo
in una Luce trascendente e ineffabile,
in un Mistero 
che travalica qualsiasi fede
qualsiasi convinzione religiosa
Il cimitero
I riti ultimi
Il fumo dell’incenso
L’aspersione dell’acqua benedetta
sono tutti passaggi necessari
perché scandiscono 
il rituale della transizione
e lo rendono solenne
Noi viviamo quel transito
come se fossimo noi stessi
a dover transitare
da questo all’altro mondo
Siamo noi colui o colei
che non è più 
Siamo noi dentro a quel feretro
Siamo noi i destinatari 
del pianto e della commozione
La Morte in sè é impensabile, 
indicibile,
incommensurabile, 
indescrivibile
ed é solo specchiandoci in altre morti
che possiamo prefigurarci 
il nostro trapasso
Il cimitero con i suoi viali
fiancheggiati di bosso e di alti cipressi,
con le sue sepolture di pietra
dalle cappelle gentilizie
alle sepolture verticali
chiuse da una lapide orizzontale
più o meno adorna di sculture
di scritture di immagini dei defunti
di scritte dolenti
e quell’odore dolciastro
che è a metà tra profumo 
denso e sontuoso di fioriture
e vago sentore di putrefazione,
le sepolture spoglie e decadenti
da tempo abbandonate
e senza più nessuna cura
da parte di mani amorevoli, 
tutto ciò ci rimanda 
con prepotenza
alla consapevolezza dell’impermanenza
Per stare nella vita
occorre esser capaci 
di stare nei pressi della morte,
di lasciarci toccare da essa
Per vivere
bisogna saper morire

Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi

Foto di Maurizio Crispi

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22 ottobre 2024 2 22 /10 /ottobre /2024 07:08

Resti immondi,
un tempo amabili
Bambole
Pupazzi
Dismessi
Abbandonati
nella polvere,
nella morchia
ai piedi di un cassonetto
stracolmo di indifferenziata
Cose inutili adesso,
un tempo utili,
amate,
desiderate,
forse anche con un nome
ora caduto nell'oblio del disuso
Senso di desolazione
Tristezza

Maurizio Crispi (22.10.2024)

Resti non più amabili (foto di Maurizio Crispi)

Resti non più amabili (foto di Maurizio Crispi)

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18 ottobre 2024 5 18 /10 /ottobre /2024 08:25
Cucina economica a legna

Accendiamo la stufa 
e ci darà certo molta afa 
con il cambiamento climatico 
dei nostri giorni 

La useremo per bruciarci 
un po’ di rami secchi, senza vita,
vecchie carte e sbarazzi fossili

Mettiamo sulla stufa
(che serve anche
da economica cucina)
un bel pentolone
e cuciniamoci uno squisito stufato
di carni stagionate e ben frollate
di scrofa e gufa

Dalle ceneri di ramaglie e sbarazzi
nascerà nuova vita
e persino verrà fuori un bel fiorin fiorello 

E questo sarà l’ottimo antidoto
all’esser arcistufo/a

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17 ottobre 2024 4 17 /10 /ottobre /2024 08:34

Futilità
Impermanenza
Sottile senso di insoddisfazione
davanti a qualcosa
che mi pare di non aver fatto bene,
ma non so cosa sia

“Papà, ma non ci pensi mai
a quando morirai?”

“Sì, figlio mio, adesso sì,
mi capita di pensarci più spesso”

“Peró, ora hai 75 anni
e sei ancora vivo”

“Figlio, andiamo avanti un passo alla volta.
Intanto, siamo qua assieme
e ti sto accompagnando a scuola
e questo è tanto”

Poi, una giornata di attesa infruttuosa

Maurizio Crispi (17 ottobre 2024)

Palme svettanti e nuvole (foto di Maurizio Crispi)

Palme svettanti e nuvole (foto di Maurizio Crispi)

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16 ottobre 2024 3 16 /10 /ottobre /2024 13:32
La Torre di Saruman (dal web)

Ho fatto un viaggio
lungo e complicato
ma tutto accadeva in un sol giorno
benché le vicende che vi si verificavano
avrebbero richiesto nella realtà 
un tempo ben maggiore
E, quindi, ero in un posto
dove si svolgeva un party
C’era un grande prato 
dove si affollavano gli ospiti
ciarlieri e vociferanti
e qualche ciarlatano
mescolato tra loro

Qui non ricordo granchè
Poi, al momento di andar via, 
indossavo un giaccone di velluto a coste
che mi stava troppo stretto
anche perché nelle tasche frontali
dovevo infilare un telefono fuori misura,
sicché sentivo una specie di piastrone rigido
che mi comprimeva fastidiosamente il ventre
come se avessi indosso un’armatura di ferro
oppure un carapace 
o uno scudo granitico
Arrivava il momento dei congedi
ordinari e straordinari
Andavo in bagno e, qui, 
per potere procedere alle mie necessità
dovevo liberarmi di tutta quell’armatura ingombrante 
che indossavo
Questo bagno era strano ed era tutto allagato, 
sicché era difficile muoversi senza scivolare
e senza mettere i piedi a guazzo
Poi partivamo e la strada che si snodava
lungo una spiaggia fiancheggiata da una distesa acquitrinosa
ogni tanto la strada si perdeva
e dovevamo andare a guado
Avevo il timore che il nostro mezzo potesse incagliarsi
Ero pronto a tutte le evenienze, 
e al tempo stesso mi sentivo in colpa 
poiché non avevo avvisato Alexa
(che non è la mia assistente virtuale) 
di questo mio viaggio in terre lontane
Arrivavamo, dopo molto procedere
per un tempo soggettivamente infinito, 
in un luogo 
dove v'era una torre altissima, 
una torre imponente ed esoterica
(così la pensavo), 
che - solo a guardarla - 
incuteva timore
Entravo all’interno della torre
attraverso un portale immenso,
decorato di gargolle 
raffiguranti esseri mitologici e fantastici
per ritrovarmi in uno spazio grande
quanto la navata di una cattedrale, 
ma sviluppato in verticale
Suoni incerti e misteriosi m’inquietavano,
ticchettii e sgocciolii, 
spicinii cristallini
ma anche rumori di passi veloci
e scalpiccii furtivi,
senza che vedessi nessun altro, 
voci sommesse e smorzate
Dall’alto scendeva  poi,
con un lieve fruscio,
un grosso libro
Intuivo che era per me 
Lo aprivo e scorrevo le sue pagine
ricoperte fittamente di segni 
a me sconosciuti
Cercavo di decifrare
ciò che vedevo
Scorrevo le righe con gli occhi,
pagina dopo pagina, 
febbrilmente
Ma non capivo,
non riuscivo a comprendere,
quelle parole rimanevano per me 
mute e senza senso
Eppure pensavo di avere per le mani
un libro arcano e prezioso
che avrebbe potuto rivelarmi
il significato nascosto di ogni cosa,
del mondo intero e del cosmo,
del vivere e del morire,
tutte le segrete formule,
sia quelle per giungere 
all’elevazione spirituale e all’ascesi, 
sia quelle per sprofondare 
nell’abiezione più assoluta
Il libro era legato ad una catenella
e, ad un certo punto,
mani invisibili 
(o era per via d’un ingranaggio
comandato a distanza), 
lo tiravano verso l’alto
ed io perdevo la presa su di esso,
benché avessi desiderato trattenerlo
con ogni fibra del mio essere
Evidentemente, lassù, 
nella stanza di comando,
era stato deciso
che il tempo della consultazione 
fosse scaduto

Guardavo verso l’alto
e il libro era ormai quasi del tutto scomparso
Potevo intravedere solo
un residuo biancore fluttuante
come le ali d’un grande albatro
in ascesa 
in volo concentrico
dentro la spazio ristretto
di quella navata verticale
Nella parete vedevo
aprirsi una porticina
da cui si affacciava Alexa,
per un solo attimo
Mi chiedevo se si trattasse 
di lei in carne ed ossa
o se non fosse piuttosto
una sua proiezione olografica
evanescente ed ingannevole
In ogni caso, 
ero contento di vederla,
di sapere che fosse lì con me,
realmente o virtualmente

Ma come avrei potuto fare
per raggiungerla?
Le pareti della navata erano lisce,
prive di appigli, inattaccabili
Forse avrei dovuto andare all’esterno
per studiare se vi fossero
altre vie d’accesso
Mi accorgevo 
con un senso di meraviglia 
che nelle pareti, pur lisce e levigate, 
erano incastonati oggetti di ogni tipo,
soprattutto giocattoli di plastica ed altri materiali,
tra i quali riconoscevo cavallucci a dondolo, tricicli 
e costruzioni lego già assemblate

Un altro mistero nel mistero

(Dissolvenza)

Il patriarca (foto distorta di Maurizio Crispi)

Poi c’era l’incontro con il patriarca di una famiglia di nobile lignaggio ed io mi trovavo in mezzo a dover fare gli onori di casa e a mettere costui e la consorte a proprio agio
Facevo di tutto per ingraziarmi quel patriarca scorbutico e di poche parole con la difficoltà aggiuntiva che parlava una lingua a me sconosciuta
Quindi, per ben intenderci dovevo utilizzare altri strumenti che non fossero le parole, come la mimica e la gestualità 
Mi ritrovavo a dover fare il Mimo malgrado la mia volontà contraria
Eppure, benché fossi (e sia) scarsamente propenso in ciò, i miei sforzi avevano successo
Vedevo che il patriarca aveva sempre più fiducia in me: lo avevo conquistato 
E, se prima si era fermato solo per poco, interrompendo il suo viaggio per una visita veloce, ora capivo che aveva deciso di trattenersi ben più a lungo ed io ero diventato il suo interprete 

Succedevano molte cose che non ricordo più 
Sembrava che io fossi infilato in un loop onirico in cui succedevano di continuo le stesse cose
Ripetizioni, ripetizioni a cui si aggiungevano, ad ogni tornata, solo pochi dettagli

(13 ottobre 2024)

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12 ottobre 2024 6 12 /10 /ottobre /2024 13:31
Alba dorata (foto di Maurizio Crispi)

Mi sono addormentato di botto
e ho dormito un sonno di piombo
Ho sognato
Per qualche motivo futile
andavo a casa di mio figlio grande
Non so, forse dovevo portare qualcosa,
o prender qualcosa, forse un libro,
o dei libri
Andavo prima da sua madre
E le dicevo che sarei entrato 
nell’appartamento contiguo,
quello di mio figlio,
anche se lui non c’era
La chiave, pur nuova e lucente,
stentava a girare nella toppa
Ma poi la serratura cedeva
Ed ero dentro
Nel mentre sopraggiungeva 
proprio lui, mio figlio
Era altero e di poche parole
Non sembrava interessato 
a sapere di me e del motivo
che mi aveva spinto 
ad andare a casa sua
Lui aveva fretta, 
era solo di passaggio,
aspettava altri amici
con i quali doveva incontrarsi 
di lì a poco
per andare ad una di quelle serate turbinose,
di musiche, strepiti e danze
Rimaneva tutto in sospeso
Le parole restavano non dette

Presto tutto crollerà 
o comunque finirà 
Case ed edifici che si erano pensati eterni
cederanno logorate dal peso degli anni
Le tubature cederanno
Le mura vetuste si sgretoleranno
E noi che abbiamo vissuto per anni
chiusi in una fortezza impenetrabile
vedremo crollare
una per una 
le nostre difese,
bastioni, casematte,
camminamenti di controscarpa,
passaggi sotterranei e rifugi anti-atomici
e saremo vulnerabili ed esposti,
improvvisamente fragili, 
come tartarughe private del loro scudo

Alla fine nulla rimarrà,
solo puzzo di bruciato,
una pioggia lenta di cenere grigia
e le pagine sparse e corrose
di chissà quali libri smembrati
si solleveranno in volo
sospinte dalle brezze letali,
come un turbinio di foglie accartocciate
danzanti una danza di morte
dopo l’olocausto nucleare e le piogge nere

Monte dell'alba (foto di Maurizio Crispi)

Monte dell'alba (foto di Maurizio Crispi)

Risveglio

Sentore di legna bruciata
Aria fresca e frizzante
Luce dorata
Monti dorati
Alba dorata
Il mattino ha l’oro in bocca

Poi,
uno sparo rompe l’armonia

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12 ottobre 2024 6 12 /10 /ottobre /2024 12:13
Essere bifronte (foto di Maurizio Crispi)

Sono in una piccola cittadina di montagna, dove - a quanto comprendo - ha luogo un convegno di psichiatria 
Io sono lì per altri motivi
Corro 
Sto facendo il mio allenamento quotidiano
Vedo tanti che a piedi si dirigono verso la sede dell’evento
Da qualche parte c’è anche mio fratello, anche se non lo vedo
Sì, che c’è!
Percorro a piedi, a passo di corsa, la strada principale del piccolo paese
Ci sono spesso ostacoli da superare 
Per esempio, c’è un energumeno con un cane di grossa taglia al guinzaglio che è irrequieto, tira e si agita, abbaia e ringhia
E c’è anche un bambinetto con un orsacchiotto di pezza sotto braccio e per via del trambusto e dell'agitazione del cagnone ha un’aria spaventata
L’uomo urla e lo terrorizza ancora di più, inducendolo ad una sorta di catatonia reattiva
Intuisco che l’uomo con il cane é il padre del ragazzino e che con i suoi modi ruvidi sta cercando di fargli superare la paura del cane: senza alcun tatto e ottenendo con il suo comportamento rozzo e violento, l’effetto contrario
Tutti, uomo, cane e bambino si muovono di continuo, quest’ultimo intento ad una danza evitante, mentre l’uomo con il molosso si fa sotto con le sue urla cui il cane fa eco ringhiando cupamente
Non riesco proprio a passare
Cerco di scansarmi e sono bloccato
E questo si verifica più volte
Anche io entro a far parte della danza
Provo anche a consolare il bimbo, ma niente! Non si viene fuori dalla situazione di stallo
Alla fine riesco a divincolarmi per proseguire il mio percorso
Quando sto per arrivare al mio alloggio, vengo preso da un’improvvisa necessità fisiologica, così impellente che non potrei certo fare in tempo ad arrivare a casa
Del pari impossibile, é cercare un luogo recondito dove potermi appartare
Devo ingegnarmi a trovare una soluzione, e che sia urgente ed immediata!
Trovo un angolino riparato che ritengo possa fare al caso mio in una zona di sosta riservata ai disabili e penso che mio fratello comprenderà e mi darà l’assoluzione
Conclusa l’opera (che è, a dir poco, monumentale), lascio la scena, ripromettendomi di tornare al più presto per provvedere alla rimozione dei miei resti
É davvero una fortuna che ci siano dei fogli di giornale grazie ai quali posso procedere ad un occultamento parziale del malfatto
Ritorno, infine, al mio alloggio, mi faccio la doccia e indosso abiti freschi e puliti
C’è una macchina, carica di conoscenti, che, dando prova di gentilezza ineffabile,
mi prendono a bordo, per consentirmi di arrivare più spedito, dovunque io stia andando
Ricordo tuttavia che devo procedere al lavoro di pulizia e ripristino
Scendo allora dall’auto e ritorno indietro
Riuscirò a portare a termine la mia missione?
Questo il sogno non me l’ha detto

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12 ottobre 2024 6 12 /10 /ottobre /2024 06:54
Il venditore in riposo (foto di Maurizio Crispi)

Il venditore in riposo (foto di Maurizio Crispi)

Un sonnellino,
in attesa dei primi compratori
al volante

Giuseppe è sempre lì
in postazione
da quando aveva otto anni
Di questo tratto di strada
conosce ormai
ogni singola pietra
ogni filo d’erba
ogni asperità

Giuseppe è sempre lì
come un soldatino nella sua garitta
(che non riceve mai il cambio guardia),
quando fa bel tempo,
quando piove e tira vento,
dalle prime luci dell’alba,
sino a sera
Orario di lavoro coatto, il suo

Si muove di continuo,
avanti e indietro,
instancabile,
percorre chilometri e chilometri
in uno spazio circoscritto
con un diametro di un centinaio di metri
che è come una prigione dalle pareti invisibili


Non può andare via il cristianeddu
se non ha prima venduto
tutta la merce che gli è stata affidata
per quel giorno

Maurizio Crispi (1 ottobre 2024)

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10 ottobre 2024 4 10 /10 /ottobre /2024 12:49
Ladro di merendine (foto di Maurizio Crispi)

Beh!
Bene!
Ho cominciato con un monosillabo 
che serve a mettere in moto tutta la macchina
Beh! 
Beh! 
E ancora beh!
Ho visto l’altro giorno una botticella 
predisporsi a salire sul suo motociclo, mentre aveva già indossato un casco Ninja
Indossava, questa fatina, un giubbino di pelle nera e sotto una maglia bianca a strisce orizzontali scure che la facevano apparire ancora più botticella, accentuando le sue già generose circonferenze
È ovvio: se già sei largo di tuo, qualsiasi indumento a strisce orizzontali ti farà apparire ancora più largo, mentre avresti bisogno di indumenti che, al contrario, diano slancio alla tua figura
Non ci posso far nulla: so di essere politicamente poco corretto, ma per me l’estetica ha un ruolo importante
Ma questa notazione era soltanto un inciso, anche se non mi ricordo più cosa esattamente volessi scrivere
Notte di sonni agitati e di sogni complicati e ripetitivi di cui non ricordo pressoché nulla
Sono pronto ad andare, come sempre, pronto a mettere il naso fuori casa per vedere cosa mi attende fuori 
Sono inquieto, sono strano, sono sbarbuliato e non so cos’altro dire
Forse, è meglio che mi faccio una merendina 
Ma ora che ci penso meglio, No, no, non posso!
M'hanno detto che c'è in giro un pericoloso ladro di merendine, scatenato e prevaricatore!
E non guarda in faccia a nessuno!

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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