Overblog
Segui questo blog Administration + Create my blog
4 gennaio 2023 3 04 /01 /gennaio /2023 12:46
Irene Salatiello Crispi, mia madre, nel giorno del suo novantesimo compleanno (foto di Maurizio Crispi)

Il 4 gennaio 2010, nelle prime ore del nuovo giorno, quando ancora faceva buio, la mamma se n’è andata via lievemente, in punta di piedi, quasi senza disturbare nessuno, come aveva sempre detto nei suoi desiderata.
Per andarsene, ha colto il momento in cui io, seduto accanto a lei in poltrona per vegliarla, mi ero addormentato.
Quella sera mi aveva detto con fermezza che non si sarebbe messa a letto, ma che avrebbe passato la notte in poltrona. Forse perché aveva deciso di andarsene o forse perché sapeva che qualcosa sarebbe accaduto. Non so.
Quando mi sono risvegliato, forse sopraffatto dall’improvviso tacere del suo respiro appesantito, la sua anima bella era volata via.
Dopo poche ore, alle 5.00, è suonata la sveglia che la mamma la sera prima, mi aveva chiesto di puntare alla solita ora, quando lei si alzava per supervedere i preparativi di mio fratello e di metterla accanto a lei.
Quella sveglia con il suo trillo imperioso ci ha ricordato che la vita, anche senza di lei, continuava e che, pur assente da quel momento in avanti, avrebbe continuato a vegliare su di noi.

 

Mamma, dovunque tu sia, riposa in pace.

 

Continui a vivere nel mio cuore.

Condividi post
Repost0
3 gennaio 2023 2 03 /01 /gennaio /2023 12:01
La scala della morte - Mathausen (foto d'archivio, dal web)

Oggi ho trasportato un Pietrone

 

Come mai?

Dirò qui che lo faccio spesso

 

Quando cammino li adocchio
me li coccolo con lo sguardo,
passando e ripassando
Poi arriva il giorno in cui passo
munito di un sacco robusto
Me lo carico e lo trasporto sino a casa

 

Perché lo faccio?
Cerco pietre per i miei muri a secco
in campagna 
Li le pietre adesso scarseggiano,
almeno quelle grosse - manische - 
utili per la parte frontale
dei muri di contenimento
Tuttora alcune volte riesco 
a cavarle dal terreno
oppure le ottengo a colpi di mazza e di mazzuolo
da alcuni enormi massi 
sparsi qua e lá
(il mio è un terreno con numerosi affioramenti
di calcare dolomitico)
Altre invece le raccatto in giro
Ed è così che, inglobate nella tessitura 
dei miei muri a secco,
si possono anche vedere
delle pietre laviche che ho portato con me dall'Etna

 

Di molte delle pietre incluse nei muri
conservo memoria della provenienza
soprattutto quando me le sono faticate

 

Na tornando all'oggi,
mi sono sobbarcato ad una fatica
non da poco
Il Pietrone era dalle parti di via Notarbartolo
e me lo sono trasportato sino a casa,
con molto sudore


Durante il tragitto mi sono ricordato
d'una mia visita al campo di Mathausen
Qui c’era un enorme cava di pietra
Gli internati dovevano quotidianamente,
con qualsiasi meteo,
al freddo e al gelo oppure con il caldo torrido dell'estate,
cavare le pietre
e poi trasportarle,
incastrate in ruvidi basti di legno
sulle loro spalle,
pietre che arrivavano a pesare 
anche 50 kili,
sino al sito dove, con quelle pietre,
sarebbero stati edificati gli edifici
del comando e dell’amministrazione 
degli aguzzini delle Esse Esse
Dal fondo della cava, con il loro carico,
dovevano inerpicarsi su
per una rudimentale scala di irregolari gradini
scavati nella roccia
Se uno, stremato, cadeva, 
trascinava molti altri nella sua caduta,
perché su quei gradini intrisi di sudore e sangue
erano sempre stipati a centinaia,
ognuno gravato del suo carico mortale


Molti morirono di fatica
proprio li,
tanto che quella gradinata,
ancora visibile al tempo della mia visita,
veniva chiamata la “scala della morte”

Oggi, è stata edulcorata e trasformata
in una gentile scala ad ampi gradoni
(un modo per cancellare una memoria dolorosa)
Da alcuni giorni cercavo di ricordare
il nome di quel campo di concentramento,
ma invano.
Niente da fare,
per quanto mi sforzassi, non mi veniva
Ed invece oggi,
durante il trasporto del Pietrone
ecco che quel nome è affiorato
alla superficie della mia mente,
forte e chiaro,
anche se la mia fatica e la mia sofferenza
erano soltanto un’infima parte
del tormento inflitto a quegli uomini
da feroci aguzzini


 

“Già dal 1939 iniziò lo sfruttamento della cava di pietra alla quale si accedeva attraverso la famigerata scala della morte, composta da 186 gradini irregolari e scivolosi”.
«La cava era là, con i suoi 186 gradini irregolari, sassosi, scivolosi. Gli attuali visitatori della cava di Mauthausen non possono rendersi conto, poiché in seguito i gradini sono stati rifatti - veri scalini cementati, piatti e regolari - mentre allora erano semplicemente tagliati col piccone nell'argilla e nella roccia, tenuti da tondelli di legno, ineguali in altezza e larghezza.»

da I 186 gradini di Christian Bernadac, pagg. 169-170

Condividi post
Repost0
1 gennaio 2023 7 01 /01 /gennaio /2023 12:55
After midnight (foto di Maurizio Crispi)

Mi sono svegliato
dopo un sonno inquieto

 

Mi sono alzato

 

Ho vagato per la casa
fredda e silenziosa

 

Ho aperto il frigo

 

Ho preso un mandarino
e l’ho mangiato
Che buono!

 

Inquieto, non soddisfatto,
ho riaperto il frigo
alla ricerca di qualcos’altro
Una grossa batata contorta e violacea
mi ha fissato malevola
Sembrava un’orrida ameba,
un blob alieno
pronto a balzare 
(o a colare) su di me

 

Mi sono spaventato a morte
e sono corso via a gambe levate
gridando come una bertuccia 

 

Ecco il primo evento rimarchevole
del nuovo anno

Condividi post
Repost0
25 dicembre 2022 7 25 /12 /dicembre /2022 09:31
Alba di Natale (foto di Maurizio Crispi)

Nella notte di Natale-Pasquale
ho dormito profusa-mente
e profonda-mente
E' stata notte di molti sogni,
ma senza ricordo
Babbo Natale scendeva dentro il camino
oppure saliva su per funi
o aiutandosi con provvide scalette di corda
ma all’improvviso
si mutava in un terrifico krampus

 

Po’,  mi son svegliato
Il mio orologio interno
ha suonato la sveglia 
puntual-mente

 

Ho letto e ho trafficato
Ho dato a Black una merendina,
dolcetto senza scherzetto
Ho giocato con lui al lancio della palla
con riporto
E ho visto arrivare l’alba! 
Il cielo terso e colorato di arancione ad Est,
l'aria limpida
Fuori c’è umido, 
ma la temperatura si preannuncia buona
Ho già visitato il bagno 
e vi ho deposto l’obolo natalizio
Ho mangiato una noce
e un mandarino
Erano buoni

Le mia dita sprigionano, adesso,
un forte odore di agrumi
ed è bello inebriarmi con questo sentore

 

Tutto qui,
il mio piccolo natale del 2022

 

Condividi post
Repost0
21 dicembre 2022 3 21 /12 /dicembre /2022 08:22

Sono al lavoro
Il Servizio di un tempo,
c’è una questione noiosa
che viene dibattuta tra me
e il mio collega e amico di un tempo
a proposito della distinzione
tra orario di lavoro
e orario di apertura al pubblico
Una conversazione sinceramente noiosa
Io sono fautore della tesi corretta
Il mio collega sembra invece spaventato
e mi raccomanda di “non fare nulla
per evitare di irritare
quelli che stanno più in alto
(si intende, nella gerarchia)

 

Tutto qui

 

Ricordi di un tempo arcaico
in cui, mentre facevo il mio dovere
e svolgevo il mio lavoro
con passione e dedizione
tutto aveva un sapore costrittivo,
poiché veniva formattato
in funzioni delle esigenze tiranniche
di una manciata di amministratori
che, con i loro editti,
dovevano giustificare la propria esistenza

 

Sono stato davvero contento
quando me ne sono andato
Non sarei rimasto nemmeno 
un giorno di più,
neanche mi avessero pagato
a peso d’oro

 

Amareggiato me ne sono andato,
ma con un senso di liberazione

Ho sognato che camminavo per le vie della città
e mi imbattevo in uno strano edificio
situato in una via laterale,
poco conosciuta e poco frequentata

Incombente su di un maestoso portale
campeggiava una grande insegna
su cui era scritto a caratteri cubitali e tronfi
"Istituto Pinnazzuoli"
e sotto in caratteri più piccoli,
leggevasi:
"Scuola emerita per la formazione professionale di quadri dirigenti,
amministratori e decisori sul campo
"
"Si accettano soltanto pinnazzuoli e furbetti certificati,
ma anche aspiranti lecchini e cortigiani, 
dopo specifico test di ammissione"

"Riuscita sicura!"
"Le rette e gli oneri vengono concordati a parte, in camera caritatis"

 

Managgia! ho pensato
A suo tempo, avrei dovuto fingermi un pinnazzuolo
e frequentare questa scuola
Oppure avrei potuto fare il furbetto?
No! Quella parte non sarei mai riuscito ad impersonarla!

E nemmeno quella del lecchino o del cortigiano!
In fondo, a pensarci bene, nemmeno la parte del pinnazzuolo 
mi si sarebbe attagliata

Che nostalgia però!
Magari in un altra vita!

E ho tirato innanzi

(Dissolvenza)

Condividi post
Repost0
20 dicembre 2022 2 20 /12 /dicembre /2022 12:40
Monte Pellgrino (Palermo), visto da Cardillo - foto di Maurizio Crispi

Viaggio con poca roba,
l’essenziale, come un antico globe-trotter 

 

Dopo un’intera giornata
arrivo in vista d'una vetusta cittadina di mare,
turrita e circondata da possenti bastioni,
Inespugnabile
Scendo dall’auto e mi dirigo 
verso la spiaggia, 
portando con me solo lo zaino
con il necessario e i libri
e una copertina di pile rossa 
La spiaggia è cosparsa di sdraio,
a disposizione di chiunque,
nessun obolo è richiesto
Mi accomodo su una di esse 
e riposo,
godendomi l’anaclitico momento,
il sole sulla pelle,
il suono della risacca e di voci smorzate,
il sentore di salsedine e di alghe
lasciate scoperte dal ritrarsi della marea
Me ne sto seduto a lungo
inseguendo con gli occhi
le nuvole che galoppano nel cielo,
i cercatori di molluschi che vagano
qua e là sulla battigia,
e i costruttori di castelli di sabbia
Ma guardo anche la cittadina imponente 
con i suoi edifici secolari di pietra scura
Penso che dopo aver riposato,
prima di prepararmi al bivacco notturno,
la visiterò e scatterò anche qualche foto 


Mi incammino dunque,
zaino in spalle e copertina arrotolata sotto il braccio,
addentrandomi nel cuore della cittadina,
dopo aver superato le sue difese,
bastioni di scarpa e controscarpa, 
torrioni e fossati 
Poi riesco dall’altra parte
e mi ritrovo a camminare
attraverso una vasta distesa sabbiosa
resa ondulata da piccole dune steppose,
quando all’improvviso 
uno stormo di cavalieri su cavalli e cammelli
quasi sorgendo dal nulla
viene verso di me al galoppo
Per buona sorte,
nessuno di loro mi travolge
É una meraviglia essere circondato
da questo turbine di movimento e colore
e grida e incitamenti
e la polvere che si leva 
creando una nube cotonosa


Ma si fa il tempo di far ritorno
alla mia casa ambulante 
per dormire


Chi sa se riuscirò a ritrovare la via!
Lancio un ultimo sguardo immalinconito
alla città fortificata,
prima di andare

Condividi post
Repost0
18 dicembre 2022 7 18 /12 /dicembre /2022 10:22
Aleph

Ho sognato che ero con mio fratello,
lui seduto - come sempre - nella sua carrozzina
Per terra accanto a noi
c’era posato un sacco oblungo, nero,
fatto d'un materiale spesso e solido,
attraversato nel senso della sua lunghezza
da una grossa cerniera lampo
A guardarlo bene, 
aveva la foggia di un sarcofago

 

La presenza di questo oggetto misterioso
ci bloccava

 

Non facevamo che osservarlo,
quasi polarizzati,
come se non ci fosse nient’altro da guardare

 

A quanto pare, dovevamo partire,
di lì a poco,
per un viaggio in auto,
ma non saprei dire verso dove

 

Cercavo di caricare la sacca oblunga
sul tetto della macchina
ma non riuscivo bene,
dovendo fare tutto da solo
Mio fratello, dalla sua carrozzina,
taceva oppure mi incoraggiava 
con scarne parole,
che apprezzavo,
senza tuttavia trarne beneficio
nell'espletamento del mio compito
La sacca era ingombrante e, in più,
non offriva una facile e salda presa
Era come se fosse piena di un qualche materiale incoerente,
come sabbia o patate
Ero goffo nei miei tentativi
Quando, a fatica, ero riuscito 
ad issare un’estremità dell’involto
e mi accingevo a sollevarne l’altra metà, 
la prima cascava per terra
e mi ritrovavo punto e da capo
Se provavo a sollevare l’oggetto dalla sua parte centrale,
ecco che le due estremità rimanevano in basso
senza che riuscissi a issarle

 

Hopeless! 

 

Durante queste manipolazioni e sforzi e forzate,
accompagnati da grugniti e varie vocalizzazioni,
la cerniera ad una delle sue estremità cedeva e s’apriva,
rivelando il contenuto della sacca
Appariva un volto
ed era quello di nostro padre, con gli occhi chiusi
Il volto scarno, 
scurito sulle guance e sul mento
dalla crescita di una barba non fatta,
un colorito grigio-cenere il suo,
ed era immoto
Aveva un tatuaggio strano
tutt’attorno al pomo d’Adamo sporgente,
raffigurante forse una lettera d'un alfabeto di un altra lingua

 

Turbato, perché non ricordavo che mio padre
avesse mai avuto un solo tatuaggio in vita,
guardavo meglio
e mi pareva di riconoscere quella lettera

 

Ed era l’aleph

 

 

Aleph

L'aleph è la prima lettera dell'alfabeto fenicio e la prima lettera dell'alfabeto ebraico.

In origine la sua forma assomigliava a una testa di bue stilizzata, aleph significava infatti "bue".L'א deriva quindi dal glifo egizio che rappresentava una testa di bue.

Successivamente in seguito ad una rotazione della lettera, connessa col variare del senso della scrittura, le due "corna" del bue sono diventate le due "gambe" della A stampatello.

Nella scrittura ebraica le lettere venivano anche impiegate come cifre, e ad aleph spettava il valore numerico di 1.

Le lettere presentano anche un forte significato simbolico: il Sefer haBahir afferma che essa esisteva già prima dell'"esistenza" della Torah.

Ulteriori interpretazioni simboliche si basano su di un'analisi della forma della lettera. Graficamente l'aleph (nella sua grafia odierna, diversa da quella antica) si può immaginare formato da due Yod connessi da un Waw.

Nel sistema numerico ebraico la Jodh vale 10 e la Waw vale 6. Dalla somma totale si ottiene il numero 26, che è pari alla somma del valore numerico delle lettere che compongono il nome divino, YHWH; infatti la Yod come precedentemente detto vale 10 più due He del valore di 5 e il Vav con valore di 6 (10+5+6+5 = 26).

Aleph rappresenta anche l'inizio (dell'alfabeto e della numerazione), e pertanto viene connessa ad Adam («uomo e donna li creò»), la più "nobile" creatura di Dio: il nome Adam inizia proprio con aleph (cfr. anche Messia).

Condividi post
Repost0
13 dicembre 2022 2 13 /12 /dicembre /2022 11:15
Selfie con mascherina tardiva (foto di Maurizio Crispi)

Come sempre i sogni introducono elementi di stranezza e stravaganza

 

Qui sono in un grand hotel 
per partecipare ad un convegno

 

Ma forse i lavori si sono già svolti
o io non vi ho più partecipato
Forse sono in procinto di partire,
ma indugio ancora a parlare con mia madre
(eccola che di nuovo è venuta a trovarmi!)

 

Le dico dei miei piani di viaggio
quando lascerò l'albergo
Forse lei verrà con me
Sarà una cosa comoda
perché sono arrivato
in questa località con la mia vecchia auto,
niente stress, niente tour de force

 

All’improvviso mi rendo conto
che si è fatto tardi 
e che ho superato di gran lunga
l’orario per il rilascio delle camere
Mi affretto alla volta della cammara 
perché temo d’incorrere in una sanzione
o di avere addebitato il costo ulteriore d'un intero giorno

 

Quando arrivo trovo la porta spalancata
Entro trafelato e comincio subito
a ripiegare gli indumenti e a selezionare 
quelli che dovrò indossare alla partenza

 

Ho poche cose
Sono davvero leggero per questo mio ultimo viaggio

 

All’improvviso sono pervaso da un senso di straniamento
Mi guardo attorno e mi rendo conto che la stanza è eguale,
eppure diversa
Il letto matrimoniale che troneggiava al centro di essa
è stato rimosso
Davanti ad un piccolo desco addossato a una parete
c’è seduta una mia collega di un tempo
che sta scrivendo al computer portatile,
ma è girata di spalle e non ha dato il benché minimo segno
di aver notato la mia presenza
I casi sono due:
o io sto invadendo lo spazio personale della mia collega antipatica di un tempo,
oppure è stata lei ad entrare di prepotenza nella mia stanza,
indesiderata ospite
Capace! Rapace!
Ma non dico nulla e mi chiudo 
nel mio carapace
cercando di finire il mio lavoro di riordino
e sistemazione il più rapidamente possibile
Rimango silente,
come Albus Silente:
è possibile che sia io nel torto
E dunque lasciamo perdere


E poi è meglio che mi affretti
Devo partire per quest’ultimo viaggio
con la mamma
che mi aspetta giù nella hall
e avverto un'intensa nostalgia

Condividi post
Repost0
11 dicembre 2022 7 11 /12 /dicembre /2022 07:22
Fuoco che arde moltiplicato (da una foto di Alessandra Leone)

1

Ho sognato che sognavo
Nel sogno dovevo fare qualcosa
e non ci riuscivo
Ma non ricordo altro
Devo andare oltre
Ultreya, ultreya!
Fuori il vento ulula
Non la smette mai
Ulula alla luna
La luna risplende nel cielo
in uno squarcio tra le nubi naviganti
Facebook mi ricorda 
che, esattamente un anno fa,
pioveva fitto e faceva freddo
Tutto ritorna
Adesso sono stanco
e mi va di dormire
ancora un po’

Ho coperto la mia testa con un ampio mantello
per escludere del tutto la luce
Mi sono addormentato, dopo poco,

pur avendo la sensazione di essere sempre sveglio

Selfie multiplo (foto di Maurizio Crispi)

2

Ho sognato che tornavo a casa mia
C’erano tanta confusione e molta gente,
persino sul pianerottolo in cima alle scale
Mi pareva che fosse una qualche riunione familiare: 
vedevo anche molti bimbi
intenti a giocare
Entravo in casa, portandomi appresso una piccola poltrona che era stata lasciata davanti alla porta
Con questo mio carico
entravo nella stanza adibita (tuttora) 
a mio studio
Anche quest’ambiente era stipato di persone
In fondo, accomodato in una delle due poltrone, c’era mio zio Aldo
(che non è più)
Lo zio mi diceva che
avrei dovuto comprare
- visto che si avvicinava il tempo delle festività -
tante copie di uno stesso libro
(di cui mi diceva il titolo
che però non comprendevo
a causa del brusio delle tante persone presenti),
In modo che non avremo dovuto avere
l’imbarazzo di scegliere un dono per ciascuno
Annuivo, pur non avendo compreso il messaggio nella sua interezza,
ma non volevo dispiacere lo zio
che non vedevo da tanto tempo
e arretravo per uscire dalla stanza
il cui affollamento aveva cominciato a causarmi
un senso fortemente claustrofobico
Arretrando, riportavo con me 
quell’insulsa poltroncina
che non avevo avuto modo di utilizzare
Entravo nell’appartamento accanto
(che è quello dove abito adesso)
e anche qui trovavo tanta confusione 
e molta gente
Sentendo un forte bisogno di urinare, 
m’infilavo subito nel bagno più vicino all’ingresso
É eguale a quello di sempre, eppure diverso
Provo un senso di straniamento
mentre esamino tutte le piccole differenze, 
come nel gioco in cui ci sono due vignette del tutto eguali (apparentemente)
e uno deve trovare le differenze tra l’una e l’altra
Intanto, distrattamente, apro la patta
e tiro fuori il pene,
anche se lo straniamento ha rallentato
l’urgenza di prima 
Faccio cadere un oggetto ignoto per terra 
Mi chino per raccoglierlo, 
augurandomi che non si sia rotto
Rovisto con le dita sul pavimento
e non lo trovo più 
Mi sposto verso il WC, 
già con l’uccello al vento
e mi posiziono per urinare
Nel mentre giro la testa
verso la vaschetta da bagno
con annessa doccia
che si trova sulla mia sinistra
per accorgermi, sbigottito,
che dietro la tenda della doccia,
solo in parte tirata,
c’è un volto femminile
che mi guarda
strabuzzando gli occhi
Io trasalgo e nemmeno comincio
la mia minzione liberatoria
L’imprevista presenza sortisce un effetto inibitorio
Mi sento confuso e in totale imbarazzo
Rinculo, afferro a tentoni la maniglia 
della porta e vado via, vergognoso
Il volto della donna mi era sconosciuto
Non so chi sia
Che si tratti di un’ospite di cui ignoro l’esistenza?
Proseguo verso le camere da letto
e qui incontro la mamma
(anche lei non la vedo da molti anni)
Questo incontro mi procura
un immediato senso di sollievo
e con voce rotta dall’emozione
prendo a raccontarle l’accaduto
Ma quel volto con l’espressione sbigottita
non lo dimenticherò tanto presto


(dissolvenza)

Condividi post
Repost0
10 dicembre 2022 6 10 /12 /dicembre /2022 07:15
Selfie multiplo (foto di Maurizio Crispi)

Sognavo di essere impegnato a costruire uno scenario,
fatto di architetture e personaggi
Non so per conto di chi
o se fosse una mia impresa

 

C’era anche una grande terrazzo-attico
piena di grandi piante in fioriere enormi,
In pieno rigoglio
Pareva che lassù 
ci fosse una foresta
degna dei giardini di Babilonia
E c’era perfino un bel cavallino roano
che trotterellava fiero
andando su e giù i terrazzamenti 
di cui era fatto quell'Eden pensile,
mediante robuste rampe di tavole di legno
che rimbombavano cupe
sotto i suoi fieri zoccoli
Mi preoccupavo,
guardando quell’audace cavallino,
chiedendomi se - nell’ardore del suo trotto -
non potesse finire oltre il parapetto,
precipitando nel vuoto
Poi, scacciavo questo pensiero triste
dalla mia mente, 
non consentendogli di scalfire
la contemplazione della bellezza

 

Intanto, continuavo nel mio lavoro
sul quale aleggiava il maleficio 
lanciato da uno stregone 
secondo il quale
- quando avessi finito di svolgere
il mio compito -
io stesso sarei stato trasformato
per sempre
In un personaggio dei cartoni animati,
appiattito in due dimensioni
Questa mia sorte segnata
era di continuo dilazionata
da numerosi intoppi e imperfezioni del mio lavoro
che mi costringevano ad azzerare tutto
per ricominciare tutto daccapo
in un infinito processo
Ero impegnato in un lavoro
che era come il fare e il disfare
di una tela di Penelope 
che mi consentiva di posporre
il tempo fatidico
dell’ineluttabile trasformazione

Condividi post
Repost0

Mi Presento

  • : Frammenti e pensieri sparsi
  • : Una raccolta di recensioni cinematografiche, di approfondimenti sulle letture fatte, note diaristiche e sogni, reportage e viaggi
  • Contatti

Profilo

  • Frammenti e Pensieri Sparsi

Testo Libero

Ricerca

Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


frammenti-e-pensieri-sparsi.over-blog.it-Google pagerank and Worth