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17 agosto 2022 3 17 /08 /agosto /2022 08:29
Crispi clonato (foto di Maurizio crispi)

Ho sognato che dormivo

Mentre dormivo,
all'inseguimento di chissà quali immagini oniriche a sfondo erotico,
il mio cazzo si faceva duro e grosso
E scoprivo con sorpresa che non avevo un solo cazzo, bensì due
Un secondo pene turgido si gemmava dalla base del primo,
come un fungo figlio che si origina dalla base di uno già ben cresciuto
Questo clone era un po' più piccolo quanto a diametro,
ma quasi della stessa lungezza
Ero un po' perplesso per questa strana cosa
che mi accadeva
Mi sentivo spaesato e stordito
un po' come il povero Gregor Samsa
del celebre racconto di Kafka

 

Andavo subito dal Medico e gli parlavo di questo accadimento
Lui non sembrava affatto sorpreso
e, stemperando la mia veemenza, mi chiedeva:
Ma lei si vuole operare?

 

Come! - facevo io - Non se ne va da solo questo intruso?
 

E no! Purtroppo no! - replicava il Medico -
 

No? Ma io non posso vivere portandomi appresso
questa specie di ascia bipenne! - esclamavo io

 

Allora non ci sono alternative, visto che non se andrà da solo,
l'unica via da percorrere è quella chirurgica - insistette il Medico,
aggiungendo poi, quasi a riassumere - Se si convince a levarlo,
dovrà sottoporsi all'intervento chirurgico di ablazione!
Sarà una cosa semplice semplice,

una specie di crio-chirurgia amplificata!
Un'autentica passeggiata!
Ma non subito però, poichè per adesso
Lei mi deve continuare la terapia ormonale che sta facendo!

 

Quale terapia ormonale? - ho chiesto io, allarmato
(non avevo memoria di alcuna terapia ormonale intrapresa
in precedenza)

 

Ma quella che le ho prescritto alcuni mesi fa! Non ricorda?
- ha replicato il Medico, piccato -
Come è mai possibile che non si ricordi
di esser venuto da me
lamentandosi di un calo delle sue performance erotiche?

 

No, in effetti no! - ribattevo io, un po' smarrito e vieppiù perplesso
 

E intanto il Medico, quasi sovrapponendosi alla mia voce, diceva
- Se vuole che il neo-pene sia asportato, dovrà aspettare!
Dovrà portare pazienza!
Pazienza! Pazienza e ancora pazienza!
E, intanto, cosa che di sicuro non guasta,
avrà del tempo per riflettere! - aggiunse, deciso

 

Ma io non lo voglio asportato! - sussultai io
Non voglio sottopormi a nessun intervento chirurgico!
Voglio soltanto che questo coso anomalo se ne vada via da me!
Sia come sia, se ci dovrò convivere,
come farò ad apparire in pubblico?
E ad andare al mare, poi! Nelle spiaggie naturiste, se mai dovessi andarci?
Tutti mi considereranno un scherzo di natura, un mostro!
Ricordo che quando studiavo - dissi ancora al Medico
che mi guardava di sottecchi - c'era, in uno dei testi,
la foto inquietante d'un pene deforme - per causa congenita -
che si biforcava ad ipsilon!
Ed era un'immagine che mi turbava e mi infastidiva
Non voglio finire con l'essere citato in un testo per studenti di medicina,
con tanto di fotografia!

 

Il medico replicò allora,
tenendo
tra gli indici delle due mani una matita in orizzontale
e facendola lentamente ruotare sul suo asse,
No, nooo, mio caro, deve stare tranquillo, non è niente di grave!
Se vorrà tenerlo, vedrà che ci farà l'abitudine!
E capitato anche ad altri (di cui - per discrezione - non Le rivelerò l'identità)
e costoro non sono certo morti di ostracismo sociale
oppure della sindrome dell'Uomo Elefante!
Le dirò anzi che si sono affezionati
alla realtà di possedere un pene clonato
E poi, pensi ai vantaggi della cosa,
con il doppio pene potrà soddisfare contemporaneamente due donne!
Oppure, pensi all'altro indubbio vantaggio
di poter replicare immediatamente un rapporto,
senza soluzione di continuità:
appena finisce con uno dei suoi membri,
l'altro sarà già pronto, in piena erezione!
(e Le dirò anche che su questa mia affermazione ci sono delle incofutabili evidenze!)

 

Ma non ci pensò proprio! - esclamai io -
anzi l'idea di fare sesso, adesso, in queste condizioni,
me lo fa ammosciare!
E, in effetti, l'erezione che mi aveva portato alla scoperta del secondo pene
era scomparsa da tempo

 

Vedrà che il secondo pene, continuando la terapia,
si rafforzerà sempre di più, fino a diventare pari,
se non più potente, del primo;
non rimarrà per sempre un cazzetto da strapazzo!
Lo potrà mostrare ed esibire al mondo intero con orgoglio
e trarne anche piena soddisfazione performativa!
- replicò il Medico con fare conclusivo

 

Me ne andai perplesso e tutto mogio
Mah... proprio non sapevo cosa fare!
Elencavo nelle mia mente tutte le situazioni imbarazzanti
in cui sarei potuto incorrere con il pene replicato
e non potevo più dormire

 

Poi, malgrado l'irrequietezza, alla fine
sono scivolato nel sonno
e ho sognato che mi trovavo con tanta gente
impegnato in una grande manifestazione pacifica a favore dell'Europa
Eravamo su di una grande nave
che, dopo aver navigato nel Mediterraneo e attraverso il Mar Nero,
avrebbe dovuto risalire il corso del Danubio,
toccando tutte le città che vi si bagnavano
e portando a tutti un messaggio di pace
Portavamo con noi un'enorme bandiera dell'Europa
che tutti quanti dovevamo tenere sempre ben dispiegata sul ponte
in modo tale che dall'alto dei cieli fosse costantemente visibile
anche da grande altezza
(come ad esempio ai ricognitori aerei e ai droni
che si fossero trovati a sorvolarci):
così saremmo stati protetti da eventali incursioni missilistiche
e il nostro messaggio sarebbe stato chiaro ed evidente
Il corso del fiume si faceva sempre più tortuoso e fitto di anse
Il viaggio pareva interminabile
A tratti, pareva che il fiume andasse in discesa
e la nave, sbuffando e tremando in tutti i suoi giunti,
doveva arrancare, come in salita, di conseguenza,
non soltanto controcorrente
E, alla fine, arrivavamo a Vienna,
e, benchè ci fosse ancora un po' di navigazione da fare,
già sentivo che la nostra missione era compiuta,
che il nostro canto per l'Europa era stato cantato
sino in fondo
Avremmo salvato l'Europa?
No so!
Ma so per certo che alcune cose si fanno
perchè è giusto così,
senza chiedersi perchè

 

Poi, mi svegliavo e non potevo più dormire
perchè ripensavo a quel mio cazzo biforcuto
e al fatto che non sarei più stato normale,
con un pene unico e solo, come tutti
Mi sono alzato,
abbandonando la stanza buia e silenziosa
nella quale mi sentivo soffocare
e sono andato via

Avevo qualcosa da scrivere,
subito, prima di dimenticare

(Palermo, il 17 agosto 2022)

 

La seconda parte del sogno - chissà come - mi è stata ispirata dall'ultimo libro di Paolo Rumiz (Canto per l'Europa, Feltrinelli, 2021) che, da molti mesi se ne sta sul mio comodino in attesa di una lettura più vigorosa.
A differenza di altri scritti di viaggio di Rumiz non mi prende, forse perchè è troppo poetico e visionario.

Ma come sottolinea Umberto Eco il contenuto dei libri in modi misteriosi si travasa dentro di noi anche qando non li leggiamo in modo canonico, dall'inizio alla fine.

Giusto la sera prima avevo preso tra le mani il volume, cercando di recuperare il filo interrotto, ma avevo troppo sonno e ho lasciato perdere.

Eppure ciò è stato sufficiente a creare una traccia onirico.. E questo è davvero uno dei misteri del sognare.

Paolo Rumiz, Canto per l'Europa, Feltrinelli, 2021

(dalla scheda editoriale su IBS) Paolo Rumiz scrive un poema che ricorda le sonorità de La cotogna di Istanbul, ma al tempo stesso, nel richiamare il mito della fondazione del nostro continente, si interroga sulle sue origini, sui suoi valori, sui suoi strappi e sulle sue lacerazioni: in un dittico ideale con Il filo infinito.

«Una cintura di costellazioni ornava le murate della barca come segno d'augurio per il viaggio.»

Una giovane siriana, profuga di guerra, fugge sulla barca a vela di quattro uomini assetati di miti. La ragazza si chiama Evropa. Da quel momento la leggenda della principessa fenicia rapita sulla costa del Libano da Giove trasformatosi in toro si intreccia con gli eventi del Mediterraneo di oggi: emigrazioni, secessioni, conflitti, turismo di massa. Ingravidata in sogno dal re degli dèi, la ragazza riesce a sbarcare in Italia dopo infinite avventure e a dare il suo nome alla Terra del Tramonto, che però non riconosce in una figlia dell'Asia la Grande Capostipite. Dopo il suo drammatico sbarco, Petros, il capitano, continuerà a viaggiare da solo senza più attraccare in nessun porto. Clandestino anche lui, ma libero, fino alla sua misteriosa scomparsa.

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12 agosto 2022 5 12 /08 /agosto /2022 11:41
Wanted the Illinois Enema Bandit

Ho sognato che ero alle prese
con un pericoloso omicida seriale
Lo chiamavano Il Friggitore
perché usava calare le sue vittime designate
in un grande calderone pieno di olio bollente
e friggerle sino a trasformarle
in deliziosi manicaretti

Malgrado l’ingombro del calderone
dal quale non si separava mai
il Friggitore era sempre in costante movimento
Si spostava instancabile
da un capo all’altro degli States

Imperversava in lungo e in largo,
lasciando dietro di sé una scia di ossa ben spolpate
Inoltre, si instagrammava e si tictoccava
predicando il suo verbo
e spiegando il suo modus operandi
con dei tutorial

Usava impanare ben bene
i suoi manicaretti
prima della frittura
che era la sua specialità
Gli piaceva mangiarseli ben croccanti
come fossero alette di pollo fritte
o costine di maiale cucinate nella pastella
Le sue prede erano frequentemente
bene in carne
ma talvolta non le disdegnava
se erano magre come stecchi
Talvolta - ahimé - si trattava di bambini di latte
Per variare la sua dieta
gli piaceva anche nutrirsi
occasionalmente di cavallette fritte
e di queste ne mangiava a quattro palmenti
come fossero yummy chips

 

Di ciascuna vittima umana
conservava sempre
come cimelio il mignolo sinistro
(ovviamente ben fritto)
e ciascun trofeo era accompagnato
da una scheda culinaria
in cui il Friggitore elencava
le delizie che quella particolare frittura
aveva portato al suo fine palato

Un vero incubo di cui non si riusciva a venire a capo,
come il famoso Illinois Enema Bandit
di cui Frank Zappa narrò le gesta

 

Io ero sulle sue tracce
e mi spostavo da un luogo all’altro
seguendo i resti che si lasciava alle spalle
Ossa rosicchiate,
olio combusto
e prove di acquisti all’ingrosso
di centinaia di litri di olio nuovo per friggere

 

Non riuscivo mai ad avvicinarmi più di tanto,
né a coglierlo sul fatto,
quel vilain
Potevo soltanto seguirne l’usta,
ma arrivavo sempre a misfatto compiuto,
un pelino troppo tardi
(o una fritturina di troppo)
e il mio era un tragico viaggio,
salutato ogni giorno
da un’alba livida
e dal cielo corruscato

 

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1 luglio 2022 5 01 /07 /luglio /2022 07:34

Ecco, ho scritto questo post su Facebook ai primi di luglio del 2021. Poi mi sono dimenticato di pubblicarlo su questo blog. O meglio, mi ero riproposto di farlo, ma poi è rimasto in bozza sino ad ora. Lo lancio adesso, a distanza di un anno. Meglio tardi che mai.

Un geco

L'altro giorno (ero in campagna) ho aperto uno stipetto per prendere qualcosa che mi serviva per la cucina
Nel richiudere lo sportello, ho avvertito un brusco movimento.
Cos'è cos'è?
Mi sembrava di sentire quasi un rimestio, una vibrazione.
Un insetto? Boh! Una scolopendra? Boh!
Ho guardato a terra e c'era una specie di vermicello che si agitava freneticamente, quasi fosse percorso da una corrente elettrica
Mi sono spaventato
ho pensato ad un qualche insetto velenoso a me sconosciuto
oppure ad un alien nella sua seconda fase metamorfica
Spinto dall'impulso all'autodifesa, ma anche animato da un timore cieco ed irrazionale, ho preso a percuotere la "cosa" con la suola della ciabatta
Ma per quanto colpissi, l'essere risultava coriaceo e continuava ad agitarsi, frenetico.
Alla fine l'ho avuta vinta. Il vermicello, così l'ho vedevo nella penombra della stanza, è rimasto finalmente inerte, sul pavimento.
Ho raccolto la "cosa" con un ramaiolo per esaminarlo meglio. Ho voluto evitare qualsiasi contatto fisico con qualcosa che potesse essere potenzialmente velenoso.
E cos'era se non la coda mozza di un piccolo geco?
Evidentemente il movimento di apertura/chiusura dello sportello aveva mozzato la coda di un gechino lì appostato, in attesa di prede di cui sfamarsi.
Mai avevo visto in prima persona di questo fenomeno di cui, naturalmente avevo letto la descrizione, quello secondo cui
in situazioni di pericolo, lucertole ed altri rettili imparentati sono capaci di liberarsi cedendo un arto o una coda che siano rimasti imprigionati in una trappola.
Il fenomeno, detto "autotomia", così viene descritto:

"La coda delle lucertole, assai lunga, si assottiglia gradualmente nella parte terminale, diventando sempre più fragile: in caso di necessità, una contrazione dei muscoli caudali rapida e violenta ne consente il distacco. Tale meccanismo, definito autotomia, serve alle lucertole per sfuggire ai predatori, quali uccelli rapaci, serpenti e piccoli mammiferi: afferrate per la coda, le lucertole la abbandonano e riescono a scappare. Col tempo la parte amputata sarà rigenerata. Altri animali ricorrono all’autotomia: insetti, crostacei e aracnidi possono liberarsi delle zampe afferrate da un predatore".

E sì, avevo anche letto che la coda staccata dal corpo continua per qualche istante a muoversi di movimenti riflessi che possono essere frenetici perché sono privati del controllo propriocettivo spinale.
Poi, la coda persa ricresce, ma questo non lo so per certo.
La vix sanatrix della natura: in questo caso, un vero fenomeno!
Sarebbe bello se anche noi fossimo dotati di una simile facoltà.
Mi è dispiaciuto non aver fotografato la coda mozza prima di liberarmene.

(Piano Aci, il 1° luglio 2021)

A proposito di gechi, vedi anche:

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28 giugno 2022 2 28 /06 /giugno /2022 06:33

Il Suo è un atto di civismo e di amore; uno di quei tanti atti che potranno e già possono rendere migliore la nostra città

Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo (1986)

Uno degli alberi del signor Giacomo Minutella, Palermo (foto di Maurizio Crispi)

Vi è un tratto della via Principe di Paternò a Palermo, tra via Veneto e via Lombardia, dove il passante può camminare sotto una volta verde e riparato dai raggi del sole da una fitta e densa ombra
È davvero molto bello questo pezzo di marciapiede che si pone in netto contrasto con quelli a monte e a valle, dove le specie arboree di precedente impianto sono scomparse e perfino le conche che le accoglievano, in successivi lavori di rifacimento del rivestimento di cemento del mariciapiedi, sono state colmate.
L’ombra è data da splendidi esemplari di Ficus (la stessa varietà che forma una meravigliosa volta verde per tutta la lunghezza della “discesa di Valdesi”, tra Palermo e Mondello, trattandosi forse del Ficus Retusa, noto anche come Ficus di Taiwan, ma un tempo denominato impropriamente Ficus Benjamina). Si tratta di sei piante, per la precisione, nella cui fila sono interpolati due esemplari della specie arborea che prima costituiva il filare di alberi di questo tratto di strada e che, nel corso del tempo, si sono schiantati per varie ragioni.
Non tutti sanno che è stato il signor Giacomo Minutella, per decenni laborioso portiere dello stabile in cui vivo, a piantumarli a partire da margotte da lui stesso realizzate dai ficus che formano un filare nel nostro giardinetto condominiale.
Se consideriamo che il signor Giacomo ne ha piantumati altri due esemplari sul marciapiede opposto ed uno più distante, quasi in prossimità dell'incrocio tra via Principe di Paternò e Via Boris Giuliano (ex-Via Piemonte), si è trattato di un’opera davvero memorabile. Questa è una piccola storia paradigmatica che merita di essere ricordata e tramandata.
Sicuramente, in questo tratto di strada, sarebbe bello poter vedere una piccola targa che la racconti.
La nostra città in cui tutto sembra andare allo sfascio - specie oggi - ha bisogno di questo tipo di storie in cui la buona volontà e il senso civico di un singolo cittadino riescono ad abbellire lo spazio pubblico, senza nessun tornaconto personale.
E niente vale nel rendere e mantenere gli spazi pubblici vivibili quanto l'iniziativa di un singolo cittadino dotato di buona volontà (e perchè no?, anche di amore per il bello): se solo si pensa che l'azione virtuosa di un Giacomo Minutella venisse moltiplicata per dieci o per cento in quale tipo di città potrenno ritrovarci? In una città che sia abbellita soltanto dalle iniziative e dalla buona volontà di singoli cittadini! Invece, attraversiamo un tempo in cui tutto sembra dover dipendere da un'amministrazione centrale e questo ci fa vivere con rassegnazione le carenze e le brutture, facendoci dimenticare che potrebbe risiedere nel semplice potere delle nostre mani al lavoro la possibilità di rimediare e di lasciare un nostro segno concreto.

E ciò a prescindere da movimenti come il "Guerilla Gardening" che, in qualche modo, politicizzano questo tipo di intervento e lo fanno diventare una forma di protesta (che però rimane pur sempre relegata nell'ambito della "straordinarietà", piuttosto che appartenere alla normale gestione quotidiana delle cose).
Senza l’azione del signor Giacomo, oggi, quel tratto di strada sarebbe senza alberi e senza ombra alcuna.
Io mi compiaccio sempre a percorrerlo e, ogni volta, penso al nostro signor Giacomo, quando mi mostrava orgoglioso le margotte che stava preparando
Vorrei che molti altri percorrendo questo tratto di strada potessero ricordarsi del signor Giacomo Minutella, dell’uomo che piantava gli alberi (come il John Appleseed che ha rappresentato uno dei miti della saga fondativa degli USA, oppure come Elzéard Bouffier, l'emblematico personaggio allegorico - per quanto ispirato alla realtà - protagonista del meraviglioso racconto di Jean Giono): e  adesso, se vogliamo formulare un pensiero poetico, Giacomo Minutella continua a vivere in essi.
Ci sono molti modi attraverso cui poter tramandare la propria memoria: e piantare gli alberi è sicuramente uno di questi.
Voglio completare questa storia, grazie a due documenti che mi hanno inoltrato i figli del signor Giacomo, quando hanno letto questa mia nota.
Si tratta di due lettere, la prima del compianto professor Giuseppe Genduso, uno dei nostri condomini ed emerito professore di latino e greco in uno dei licei cittadini, la seconda del Sindaco di Palermo.
Nella prima lettera il professor Genduso segnalava al Sindaco di Palermo, allora in carica (Leoluca Orlando), l'esimia opera di Giacomo; nella seconda, indirizzata personalmente al signor Giacomo Minutella, il Sindaco esprimeva parole di elogio nei suoi confronti.

 

(Palermo, il 24 giugno 2022)

Il Professore Giuseppe Genduso inviò al Sindaco di Palermo questa lettera, il 12 dicembre 1986: "... mi permetto di segnalarLe l'iniziativa disinteressata e singolare del portiere del nostro condominio Giacomo Minutella (...). Giacomo è un patito delle piante, cura non solo quelle del nostro spazioso atrio d'ingresso, ma si preoccupa - e si è preoccupato nel passato - di quelle allogate nei marciapiedi di via Principe di Paternò e di via Lombardia. (...) A rimediare a questo scempio [l'azione dei vandali] è intervenuto il nostro Giacomo, che puntualmente ha provveduto a piantare, e a ripiantare nuove piantine, in trepida attesa della loro crescita..."

Il Professore Giuseppe Genduso inviò al Sindaco di Palermo questa lettera, il 12 dicembre 1986: "... mi permetto di segnalarLe l'iniziativa disinteressata e singolare del portiere del nostro condominio Giacomo Minutella (...). Giacomo è un patito delle piante, cura non solo quelle del nostro spazioso atrio d'ingresso, ma si preoccupa - e si è preoccupato nel passato - di quelle allogate nei marciapiedi di via Principe di Paternò e di via Lombardia. (...) A rimediare a questo scempio [l'azione dei vandali] è intervenuto il nostro Giacomo, che puntualmente ha provveduto a piantare, e a ripiantare nuove piantine, in trepida attesa della loro crescita..."

Tempestivamente, dopo pochi giorni appena (il 16 dicembre 1986), è arrivata una lettera del Sindaco Leoluca Orlando, indirizzata personalmente al Signor Giacomo, in cui si legge:  "... Il Suo è un atto di civismo e di amore; uno di quei tanti atti che potranno e già possono rendere migliore la nostra città".

Tempestivamente, dopo pochi giorni appena (il 16 dicembre 1986), è arrivata una lettera del Sindaco Leoluca Orlando, indirizzata personalmente al Signor Giacomo, in cui si legge: "... Il Suo è un atto di civismo e di amore; uno di quei tanti atti che potranno e già possono rendere migliore la nostra città".

Film d'animazione di Frédérick Back tratto dal romanzo di Jean Giono. Vincitore del premio Oscar per il miglior cortometraggio d'animazione nel 1988. Perché la personalità di un uomo riveli qualità veramente eccezionali, bisogna avere la fortuna di poter osservare la sua azione nel corso di lunghi anni. Se tale azione è priva di ogni egoismo, se l'idea che la dirige è di una generosità senza pari, se con assoluta certezza non ha mai ricercato alcuna ricompensa e per di più ha lasciato sul mondo tracce visibili, ci troviamo allora, senza rischio d'errore, di fronte a una personalità indimenticabile.

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11 maggio 2022 3 11 /05 /maggio /2022 11:54
ciabatte (foto di maurizio crispi #fotodimauriziocrispi )

Ieri sera, tornato a casa, come di consuetudine, ho indossato le mie comode pantofole
E subito ho sentito un impiccio e come delle piccole punture al piede sinistro
Ero stanco e non ci ho fatto caso più di tanto
Ma avevo pensato anche: “Ma che sia un sassolino?”, interrogativo che è rimasto senza risposta, perché poi non ci ho pensato più
Stamane, al mio risveglio, nell’alzarmi dal letto, ho infilato i piedi nelle pantofole ed ecco che di nuovo mi sono sentito pungere il piede sinistro..,
Ma cosa sarà mai?
Già, la stessa cosa di ieri…
Un attimo che do un’occhiata, mi son detto
E ho preso la pantofola incriminata per ispezionarla
Ho infilato la mano, ho frugato dentro e ecco che ho sentito materializzarsi sotto i polpastrelli uno strano oggetto…
Indecidibile dire cosa fosse al tatto
Di sicuro, ho avvertito delle parti pungenti
L’ho estratto e …
Cos’era?
Ma un elefantino! Perfetto, con tanto di proboscide e di zanne
Un Babar!
Cosa ci faceva l’elefantino nella mia ciabatta?

 

Un elefantino per amico (foto di maurizio crispi) #fotodimauriziocrispi

Forse si era perso e aveva cercato un luogo caldo dove riposare per un po’, prima di proseguire nel suo viaggio
Non saprei proprio dire come fosse finito lì
Mi sono chiesto in quali avventure mirabolanti si fosse imbattuto o quali guai fosse scampato prima di arrivare a me
Ora dovrò, in qualche modo, occuparmi di lui
Dargli da mangiare
Vestirlo
Spazzolarlo
Ricoprirlo di fango per dargli sollievo, quando soffierà lo scirocco
Asciugargli la proboscide che cola muco quando si raffredderà
Ma anche asportare via le sue deiezioni delle dimensioni d'una palla da futball, così come faccio con quelle dei miei cani - per fortuna di dimensioni più modeste
Ma sicuramente potrò dire che mi sono levato un elefantino dalla scarpa!
La morale della storia è che, se ti sentì un sassolino nel tuo calzare, devi subito provvedere a rimuoverlo. Se non lo fai, potrebbe diventare qualcosa ben più grande e grosso di una semplice pietruzza che - peraltro - da sola potrebbe causare molto danno, tramutandosi in montagna impervia e petrosa.
Ma, in alcuni altri casi, il sassolino può essere qualcosa d’altro che spalanca le porte della meraviglia.
E, tornando a bomba a questo mio sassolino nella ciabatta, sono certo di poter dire che m'è accaduta una cosa molto speciale e che non a tutti capita nella propria vita di vedere un sassolino trasformarsi nella meraviglia d’un fiabesco elefante!

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28 aprile 2022 4 28 /04 /aprile /2022 11:38

Dopo molti anni da quando avevamo iniziato a parlare della signora Massa, delle mie osservazioni londinesi mi hanno riportato di botto alle storie di Massa e ne scrissi nel mio blog, nel 2014. Si trattò del primo tentativo di riesumare quelle storie di Massa di cui avevo perso momentaneamente traccia.

La famiglia dei ciccioni (foto di Maurizio Crispi)

Ecco che quindi, a distanza di molti anni, si riattivò casualmente, il dialogo immaginario sulla Signora Massa e sui suoi consimili.

Capisco che sono passati tanti anni dall'ultimo guizza delle storie di Massa, eppure te ne devo raccontare una fresca fresca

Non ci posso credere... e ti sei ricordato di me!
E sì, certo! Sei la mia interlocutrice preferita, quando si appena si sfiora l'argomento delle storie di Massa, si questi tempi poi, in cui si affacciano sempre più alla ribalta obesi e pacchioni che vogliono una loro ribalta e un loro pubblico...

Allora, dimmi, raccontami questa storia e vediamo di capire se sia veramente attinente con la Massa! E soprattutto se è strabiliante come le altre

Allora ascoltami! Di fronte a casa nostra in una palazzina ad un piano, con l'ingresso che si affaccia direttamente su Sutton Street abita una famiglia di ciccioni.

Frequentemente li osservo dalla mia finestra, nei loro andirivieni, sentendomi in ciò molto hitchkokchiano. Ti ricordi del film "La Finestra sul Cortile"?
Si, certo, è stato uno dei miei preferiti.

Bene ti posso dire, alla luce delle mie accuratissime osservazioni che padre, madre e figli: tutti ciccioni.
Sorelle e fratelli: ciccioni.
I loro occasionali visitatori: tutti ciccioni, nessuno si salva!
Persino il loro postino abituale è un emerito ciccione!

Noooo! Non ci posso credere! E non dirmi che per giunta il postino ciccione suona sempre due volte alla loro porta per annunciarsi!

Non c'è nessuno che sia solo lontanamente smilzo.
Nessuna variazione sul tema: l'unica variazione è data soltanto dal "quanto" essi siano ciccioni.
Il simile chiama il simile, evidentemente.
Ma c'è anche una linea di trasmissione trans-generazionale (genetica, ma soprattutto culturale): del resto, il gigante Gargantua generò un altro gigante: Pantagruel. Ed erano entrambi possessori di un corpo immenso e mangioni come non mai.
Oppure, si creano abitudini condivise: mangiare tanto e, soprattutto mangiare junk food.

Già!

La famiglia dei ciccioni (foto di Maurizio Crispi)

Posso soltanto immaginare che, dietro quella porta che si affaccia sulla strada, siano costantemente in corso pantagruelici e rabelaisiani banchetti. Ricordo di una famiglia di ciccioni che frequentare andavo a visitare. Papà e mamma ciccioni e una figlioletta decenne, pur essa cicciona.
Qualche volta li ho visti cenare. Una volta venne servito a cena un gigantesco gateau di patate. Di che sfamare una famiglia di dieci. Ebbene! Loro se lo spolverarono tutto in pochi minuti, fatta salva una minuscola porzioncina che mi fu servita nel piatto... Ma torniamo alla nostra famiglia di ciccioni inglesi...

Sì, continua! Voglio sapere tutto di loro!

La padrona di casa è un donnone gigantesco, come la gigantessa di Rabelais o come un personaggio di Botero: a voi la scelta. Io la potrei mettere - nella mia galleria di immagini - accanto alla "Signora Massa".
Ho scoperto che, quando è in casa, il donnone se ne sta tutto il giorno avvolta in una grande e grossolana vestagliona rossa di pyle, dall'aspetto molto matronale.
L'altro giorno un tipo faceva il porta a porta per lasciare attraverso la buca della lettere qualche materiale pubblicitario, proprio come fanno qui da noi in Italia.
Non appena ha sentito armeggiare dietro la sua porta, quel donnone spaventoso (che potrei tollerare vicino a me soltanto nei peggiore dei miei sogni) ha aperto la porta ed è uscita a  razzo sul piano della strada, sempre paludata in quel suo vestaglione rosso, blaterando ed inveendo contro quel poveretto che, si era nel frattempo allontanato, ignaro del pericolo che aveva corso: trovarsi a tu per tu con una gigantessa adirata.
Poi, dopo aver compiuto questa sua buona azione quotidiana, il donnone è rientrato in casa, sbattendo la porta con veemenza (almeno così ho immaginato io, pichè nella distanza non ho potuto sentire il tonfo della porta).
Il donone esce, ogni tanto, in compagnia di parenti ed amiche: tutte obese: in questi casi, abbandona il vestaglione di pyle e si abbiglia "in mise": se non fosse così cicciona, si potrebbe dire che riesce ad ottenere quasi un effetto vezzoso.
Quando salgono in macchina, l'auto sotto il loro peso sprofonda con un sussulto e la carrozzeria sembra dover toccare le ruote.
Quindi, faticosamente - è questa la mia impressione - l'auto si avvia e si allontana ansimando e scoppiettando: se fosse un personaggio di Disney, come nel film "Cars", sarebbe con la lingua di fuori e tutta sbilenca per via del peso.

Mi sembra quasi di poter visualizzare una sequenza da comica finale...

E, sorpresa finale, ti dirò che l'altro giorno mi è sembrato di vedere la signora Massa bussare a caso loro!

E che ci faceva a Londra la signora Massa?

Non lo so e non ho potuto chiederglielo... Tuttavia ho visto che indossava un abito a fiori vivacemente colorato e che indossava un buff cappellino un po' sulle ventitré che aveva sulla sommita piatta un'ingombrante composizione floreale... Nulla di strano che i signori inglesi siano suoi parenti. Indagherò e vedrò di scoprire qualcosa... Ti terrò informata.

Magari a casa dei signori inglesi tutti ciccioni e simil-massa c'è la possibilità di fare il bagno nella melassa.

Questa potrebbe essere certamente un'interessante ipotesi! Staremo a vedere!


 

 

 

 

 
 

 

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25 marzo 2022 5 25 /03 /marzo /2022 11:53

Per molti giorni la signora Massa non s'è più rivista. Silenzio totale: anche di lontani rombi di grancassa. Forse, era intenta a ripigliarsi dalle gioie e dagli eccessi del concorso di bellezza per ciccione e ciccioni.
Poi è ricomparsa...

gli allegri ciccioni di Xu Hongfei

La signora Massa è passata e ripassata davanti alla mia porta…
Allora è tornata la signora Massa? Cosa ti ha detto? Ha fatto dei commenti sulla sua esperienza al concorso di bellezza?
No, è stata mutacica. Ma non ha detto quasi nulla, nemmeno riguardo di altri argomenti. Niente di particolare! Ma si è quasi subito rintanata nel suo stanzino e lì si è trattenuta a lungo. Ad un certo punto, l’ho vista venir fuori dalla sua tana. Camminava ondeggiando, con gli occhi socchiusi ed un'espressione estatica in viso, e, intanto, masticava cercando di ingollare un grosso boccone…
Cosa hai potuto dedurre? Che fosse andata nel suo stanzino a intingere pane e biscotti nella melassa?
Non mi sentirei di fare affermazioni tanto esplicite, ma sono pur certo che, se qualcuno avesse fatto irruzione nello stanzino l'avrebbe di certo colta con le mani nel sacco (no dico meglio: nella melassa!), e poi, l’avrebbe vista intenta a leccarsi tutte le dita - includendo il dito grosso - con grande goduria, per nettarle dalle minime tracce di melassa di cui non va perduta nemmeno una goccia, e dalle briciole di pane.

Di nuovo, passa qualche giorno e nulla di nuovo sul fronte di Massa e della melassa. Poi...

C’è la nebbia. Tutto è avvolto in una coltre fitta. Non sarà mica la signora Massa che è venuta a riprendersi il suo barattolo di melassa?
Qui, in effetti, non c'è la signora Massa che passa e ripassa e se la spassa con gli intingoli a base di melassa! Ne sento quasi la mancanza... Ma di quale barattolo stai parlando?
Già! Non te l'avevo ancora detto! Io sono stata buona con la signora Massa: le ho fatto trovare un bel barattolo pieno di melassa, tutto infiocchetato, e con questo barattolo, ovviamente lasciato astutamente aperto sicchè l'aroma della melassa potesse sprigionarsi liberamente e giungere alle nari della golosona, ho attirato la signora Massa dalle mie parti. Eppure lei continua ad avvolgermi con la nebbia crassa che produce!
Mia cara amica, mi sembra che, a questo punto, tu stia sfoggiando un pensiero delirante! Come farebbe la signora Massa a produrre una nebbia tanto fitta e crassa? O che non sia piuttosto, tale nebbia, una cortina fumogena che la signora Massa produce per nascondersi meglio, quando - di soppiatto - s'avvicina per rubare melassa a manbassa?
E' un dato fatto! La nebbia è stata prodotta dalla signora Massa. Non ho alcun dubbio al riguardo. Non voglio proprio dirlo: non è gentile affermare certe cose per una femminella qual sono io, ma - secondo me - questa nebbia prodotta dalla signora Massa potrebbe avere ben altra origine…
Cosa intendi dire?
Ehm, ehm...
Va bene! Capisco il tuo imbarazzo: ma alcune cose bisogna pur dirle con il loro nome, giusto per essere coerenti con il proprio pensiero e non lasciare seppellite quelle verità che, finendo con il divenire occulte, possono causare gran danno! Allora, lo dirò io per te! Forse, avresti voluto dire che la nebbia che ammorba la tua Regione , non è fumogena bensì cul-generata e di natura petale, piritogena, scorreggiale o flatulenziale, se non pestilenziale? E' questo il concetto che volevi esprimere?
Sì, sì, questo! Esattamente! Mi hai rubato le parole di bocca! Non potevi esprimerti più felicemente di così! Ed io invece non avevo fatto che reprimere dentro di me quelle parole!
Sii più pronta la prossima volta, amica mia. Non avere peli sulla lingua, quando parleremo ancora della signora Massa. Esprimiti con assoluta libertà, deh! O forse dovrei dire "neh"?
Certamente!!! Ma adesso ti lascio: la signora Massa in forma di nebbia crassa sta calando di nuovo ed io devo urgentemente correre ai ripari, approntando delle difese.
Come?
Te lo racconterò la prossima volta! Ora devo proprio scappare!

Qualche giorno dopo, siamo a pochi giorni dalle feste di Natale e la signora Massa, quasi onnipredente, si è letteralmente scatenata con i suoi lauti pasti

Non me ne ero accorta, ma la signora Massa, anche lei travestita da Babbo Natale, suonava alacre la grancassa, ma di tanto in tanto non disdegnava dal cimentarsi con una cornamusa di grandi proporzioni - avrebbe potuto essere quella di un Ciclope - e poi, poco dopo, l'ho avvistata che si aggirava furtiva tra la folla che affollava lo spazio del Centro commerciale, dedicato all'asta di beneficienza nella quale erano messe in vendita delle buonissime torte artigianali. Qui, non ti dico, ha fatto man bassa di quelle con la glassa alla melassa. Poi, poco dopo, l'ho anche vista alla kassa intenta a pagare una ricca spesa per un pasto a base di polenta e stufato di ciuchino all’uva passa.

E siamo quasi alla vigilia del nuovo anno

Mia cara, la signora Massa si appresta a trascorrere degnamente l’ultimo giorno dell’anno…
Come fai a saperlo? Sino ad ieri mi dicevi che da diversi giorni più non passava e ripassava la signora Massa.
Sì, ciò è vero, ma è anche vero che la signora Massa compare di frequente nei luoghi e nei modi più impensabili...
Non dirmi che la signora Massa è ricomparsa così all’improvviso.
In effetti, sono arrivato da poco all’aeroporto di Bologna e chi ti ritrovo?
Nooooo! Non ci posso credere e cosa ci faceva lì la signora Massa?

Passato è il primo dell'anno, e così pure i giorni immediatamente successivi, senza avvistamenti di rilievo della signora Massa e poi, quasi alla vigilia dell?Epifania, alias Befana, eccola di nuovo, pronta ad una nuova piccola avventura gastronomica...

Ero andato in una stanza degli uffici a prendere il caffè assieme ad altri colleghi di lavoro. Una tizia ha tirato fuori dei tocchetti di conserva di mele cotogne… mmmmm… ma com’erano buoni! Veramente, da leccarsi i baffi. Ad un certo punto, impetuosamente, è entrata la signora Massa per unirsi al nostro consesso: non ancora sazia delle merendine che aveva sbafato nella sua stanzetta “segreta”, la signora Massa s’è avventata verso il tavolo dov’erano posate quelle delizie, allungando le mani e già con l’acquolina alla bocca (non solo in metafora, ma proprio visibilimente: mentre era presa dall'impeto, si vedevano chiaramenterivoletti luccicanti scendere dalla sua rima labiale, mentre per essa s'affacciava guizzante una pingue lingua rosa! Il movimento di Massa è stato repentino ed impetuoso come quello di un cane molecolare che ha all'improvviso rintracciato la sua usta. Sfortuna ha voluto che io mi trovassi sulla sua traiettoria, interposto tra lei e le squisite cotognatine che l'estatica Massa, correndo con le braccia protese in avanti, cercava di aggranfare a piene mani. Come un treno in corsa, la signora Massa mi s’è abbattuta addosso con tutta la sua massa! Io sono cascato a terra, mentre lei mi sommergeva con tutta la sua ciccia, avvolgendomici quasi. Non avevo scampo. Non potevo fare un solo movimento. Quasi non ptevo respirare. Aiuto! Aiutoooooo! Soffoco! Qualcuno mi aiuti! Niente da fare! …nemmeno il generale Binskij, parente prossimo del grande Babinski, poteva sentirmi per correre in mio aiuto… Binskij, Binskij! Dove sei? Aiuto!!! … Ti sto raccontando tutto questo ora che ho riconquistato la mia lucidità e che il pericolo è scampato. Subito, mentre la tempesta si abbatteva su di me ti ho mandato un veloce sms, e tu non rispondesti alle mie invocazioni d'aiuto e, anche adesso che ti sto raccontando tutto per filo e per segno, non dai segno di vita e  non mi dici nulla. Stai ignorando bellamente la mia disperazione...
Ma non l’ho mai ricevuto il tuo messaggino! Non ne sapevo proprio nulla dell'incidente occorso con la signora Massa. Ignara di tutto, beatamente!
Aspetta, aspetta! Ora te lo ridico per benino quello che è accaduto così se ti va mi puoi mandare un tuo commento di conforto!

 

[le racconto daccapo tutta la storia, aggiungendo altri dettagli, tra cui quello raccapricciante dell'acquolina della signora Massa che mi aveva inondato il volto e inzuppato tutti i vestiti: si sa che repetita iuvant… ma passa svariato tempo senza ottenere alcuna risposta; poi…]

Ma… ma… Cosa c'entra poi Binskij…? La signora Massa … sob…sob… Non ricordo bene il messaggio… Anche Binskij mi ha severamente rimproverato per non averti soccorso. Scusami Binskij… non arrabbiarti con me! Sii clemente! Ho tanta paura paurissima…

Ohibò!!!! Posso immaginare che il generale Binskij abbia inarcato il sopracciglio che ora sporge come un severo punto interrogativo oltre il bordo del suo monocolo…

Mmmm… arcigno il nostro Binskij…

 

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21 febbraio 2022 1 21 /02 /febbraio /2022 12:10
Il volo di Icaro

Un bel dì ho pensato di indossare
un paio d'ali
Le avevo appena trovate lì,
appese nell'armadio di casa,
il loro piumaggio era tutto polveroso
come se non fossero state usate da tempo

 

Un mistero
chi le avesse lasciate e perché
Le ho prese e le ho ripulite ben bene
sino a farle risplendere di riflessi iridescenti
che s’accendevano
nella luce piena del giorno

 

Dopo averle ammirate,
le ho indossate e mi calzavano a pennello
Ed ero tutto nudo
all’infuori di quelle ali

 

Preso da subitanea eccitazione
e inedita vigoria
sono uscito fuori in balcone
e ho spiccato il volo

 

Volavo e volavo
e, intanto, emettendo dei suoni celestiali
in un idioma a me sconosciuto,
provavo a chiamare a raccolta
altri volatori come me,
preso dal desiderio di condividere
tanta bellezza
e l’estasi vivificante del volo

 

Nessuno rispose al mio richiamo

 

Il Cielo, azzurrissimo, rimaneva vuoto
ed era ben triste tutto quel vuoto tinto di blu,
senza nemmeno una nuvoletta bianca
a tenere compagnia
a me, unico volatore

 

Allora, sono salito sempre più su,
in alto, in alto
verso l'infinito d’un blu
sempre più profondo
che trascolorava nel nero
e già intravedevo le stelle,
sino a quando il freddo siderale
ha bloccato i miei muscoli
e l’aria s'era fatta così rarefatta
che l'ossigeno ha smesso di nutrirli

 

Sono caduto a precipizio
le ali si sono scomposte
e mi sono state strappate via
e, in un attimo, a velocità supersonica
mi è venuta incontro la superficie del mare,
dura come il cemento

 

Mi ci sono sfracellato
con un tonfo sordo
e, poi, sono stato inghiottito dall'acqua
che è divenuta per sempre
la mia tomba liquida

 

La morale della storia è che, quando si trova un paio d'ali,
abbandonate nell'armadio
non bisogna mai rinunciare a usarle:
le ali erano state messe lì per te
Ed il volo è stato impagabile
Ora che son morto,
dopo che le ali mi sono state strappate via,
non lo rimpiangerò mai quel volo

 

Meglio un solo volo glorioso
che una vita intera di grigiore e inettitudine

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20 gennaio 2022 4 20 /01 /gennaio /2022 10:38
Scultura (foto di Maurizio Crispi)

La signora Massa c'è e non c'è. A volte passano giorni e giorni senza suoi avvistamenti significativi. A volte si parla della sua assenza, ma altre volte eccola ricomparire ed allora con la sua Massa si impone e riempie immediatamente tutto lo scenario

(…)
Dopo svariati giorni d’assenza è ricomparsa la signora Massa!
Ma non l’avevi già vista sull’aereo?
Nooooo! Ti sbagli! Vedi che non mi ascolti mai con sufficiente attenzione!
Mi dispiace… faccio atto di contrizione. Una simile cosa non si ripeterà più…
Se ben ti ricordi, t’avevo detto che sull’aereo c’era una signora simil-massa, ma non la signora Massa in persona…
Ah, già! È che per me tutte le signore Massa sono eguali… Non riesco mai a cogliere bene la differenza, basandomi soltanto sull’osservazione…
E’ un mero fatto invece che, scavando sotto la superficie di un’apparente somiglianza fenotipica, ogni signora Massa sia diversa dalle altre… Ricordati dunque di questo semplice assioma.
Vabbé cercherò di farlo per il futuro..,
Allora, ti stavo dicendo che, al lavoro, è ricomparsa la signora Massa, in carne ed ossa, ma soprattutto - come sempre - molto ben in carne.
Cosa ti ha detto la signora Massa?
Lei, niente! Io piuttosto le ho chiesto cosa fosse quella grossa sporta che portava con sé. Pensavo, con molta malizia, che fosse piena di merendine e di approvvigionamenti per il suo famoso stipetto.
E cosa conteneva quella grossa sporta?
Niente di compromettente, se è per questo! Mi ero sbagliato di grosso: e questo è a conferma di quanto ti dicevo prima che, cioè, non tutte le signore Massa del mondo sono eguali. Tu potresti immaginare la nostra signora Massa intenta a sbafare merendine a più non posso ed invece no! Questa signora Massa, per come l’ho vista questa mattina, reduce dalla sua prolungata assenza, parrebbe una virtuosa che s’astiene dagli eccessi alimentari. In effetti, mi ha mostrato che il contenuto della sua sporta è di tutt’altro genere: detersivi e altri prodotti per la pulizia della casa.

 

Passerella di bellezza per obesi

Che delusione… Mi piace pensare alla signora Massa sempre intenta a raccogliere provviste per le sue ricche merende: mi sembra che possa essere una vera e propria apologia dell’abbondanza!
“Allora, niente merendine, per oggi!”, le ho detto in maniera scherzosa. La signora Massa mi ha risposto: “Non posso mangiare proprio niente. Sono stata male… anzi, malissimo! Dolori alla schiena, sciatalgia, lombalgia… non c’ho capito più niente”.
Le hai chiesto se si è fatta curare?
Certo! Mi ha detto che la sua cura è starsene a letto ad aspettare che i sintomi passino via. “Perché non ha preso un anti-dolorifico?”, io le ho chiesto. “Sono allergica a tutti i farmaci di questo tipo! È un’autentica tragedia questa, la mia croce!”, s’è lamentata lei.
Povera signora Massa portatrice di siffatti incurabili “morbi” oppure si potrebbe meglio dire, con maggiore enfasi, "moooorrrbi"….
Già, è proprio così! Ma, in queste circostanze, la nostra sciura potrebbe consolarsi mangiando qualche merendina in più. C’è uno svantaggio, in questa eventualità, tuttavia: se il suo moooorrrbo si dovesse protrarre troppo a lungo, poi ci sarebbe il rischio che la signora Massa, per scendere giù dal letto, dovrebbe far venire una squadra di aiutanti attrezzata con uno speciale paranco non solo per farla scendere drizzare in piedi, ma anche per farla uscire di casa,
Mischina, la signora Massa! Però, tu mi fai sempre morir dal ridere parlandomi così delle altrui disgrazie….

Piuttosto voglio raccontarti qui una storiella a proposito di una signora simil-Massa di cui ho sentito parlare.

Dimmi! Sono tutta orecchie!

Si tratta di una notizia che ho preso da Internet e cercherò di riprodurla integralmente per te, leggendotene alcuni stralci, i più significativi Ti dirò che a Forcoli, in provincia di Pisa, si è celebrato, poco tempo fa, il Concorso “Ciccioni d’Italia 2006” e non ci crederai, ma...
Non tenermi in apprensione! Cosa è accaduto?
Ebbene, il primo posto assoluto è spettato alla massaia d’Italia Eusebia Massa! Questo di seguito è il testo della notizia di cronaca che ho avuto modo di consultare e che ti leggerò.


 

Grasso è bello (Forcoli)

Al grido di "Grasso è bello", Eusebia Massa, una casalinga di 48 anni e 6 mesi, è stata incoronata Miss Cicciona d’Italia 2006. Con i suoi 194 chili ha sbaragliato le altre 24 concorrenti, togliendosi anche la soddisfazione di battere - quanto a peso - gli uomini in lizza per l'omologo titolo maschile: il vincitore nella categoria maschile, il romano Aldo Mattotti che s’è esibito con un lezioso gonnellino hawaiano, pesava, infatti, "appena" 190 chili.
Il concorso, alla sua diciannovesima edizione, ha avuto come scenario il gremitissimo stadio di Forcoli, in provincia di Pisa. Unico giudice, insindacabile, la bilancia. La premiazione è stata preceduta da una sfilata-spettacolo condotta da un rinomato conduttore di cabaret. Le concorrenti si sono esibite in vario modo: una ha suonato un pezzo alla fisarmonica, parecchie hanno cantato, un'altra si è presentata in lingerie sexy e una ha perfino abbozzato uno spogliarello. Eusebia Massa s’è esibita in passerella in gonnellino provocante che le copriva appena i fianchi opimi e si è lanciata in un virtuosismo alla grancassa (lo strumento che preferisce suonare ogni volta che ha un po’ di tempo libero) che, a lungo, ha percosso con due grossi mattarelli, liberando per il piacere della platea gagliardi ritmi militareschi: la Massa è sfilata, più volte avanti ed indietro, lungo il palco, mazziando la sua grancassa e provocando suoni di tale entità da mettere in vibrazione i denti dei convenuti, perfino di quelli seduti sugli spalti più in alto dello stadio.
Insomma, lo spettacolo s’è sviluppato con grande ironia, che, a volte, ha assunto una coloritura un po' pesante – peraltro perdonabile, data l’insolita situazione: non sono mancati, infatti, commenti salaci e spinti sulle grazie femminili di volta in volta in mostra. "Quanta carne!", ha gridato qualcuno; "Non saprei dove mettere prima le mani, davanti a tanta abbondanza", ha detto un altro; "Queste sì che sono delle vere maniglie dell'amore!", ha aggiunto un altro ancora, alludendo ai sovrabbondanti rotoli di ciccia d’Eusebia Massa.
I commenti hanno rivelato che gli spettatori convenuti, tutti per lo più ciccioni, ritengono che "Grasso è bello!", anche sotto il profilo dell'erotismo più spinto… Ma anche gli smilzi hanno rivelato il loro pieno apprezzamento delle giunoniche grazie messe in mostra, confermando che, nell’immaginario collettivo, è la donna pingue ad avere la meglio sulle esangui modelle messe in campo dai big della moda.
Eusebia Massa – occhi scuri, mediterranei, e lineamenti delicati (per quello che si può indovinare sotto gli abbondanti strati di ciccia) - è sposata e ha un figlio di 25 anni. Il figlio e il marito, entrambi ciccioni che nulla avevano da invidiare ai contendenti del concorso, erano eccitatissimi e commossi per la vittoria della madre e moglie.

 

Grasso è bello (Forcoli)

Eusebia Massa ha raccontato – nell’intervista rilasciata successivamente alla proclamazione della sua vittoria – che ama dipingere quadri alla maniera di Botero e che il suo piatto preferito è la pizza bianca ricoperta da uno spesso strato di melassa ai funghi porcini. Quando il discorso è andato a parare sulla dieta, s’è capito che quei 194 chili un po' le pesano. "Ho fatto tante diete, di vari tipi - ha detto – “sia inteso per motivi di tutela della mia salute non per una mia preferenza estetica, ma non c'è stato niente da fare: non sono riuscita in alcun modo a dimagrire. Per questo motivo, nei prossimi giorni ho fissato una visita con un dietologo di grande fama. Per quanto la mia buona volontà sia tanta, non credo che riuscirò mai rinunciare alla mia dieta a base di melassa, che è il mio cibo preferito e di cui - a casa - ho sempre una scorta ben nutrita: il mio obiettivo, in verità, è giungere alla “melassificazione” del mio corpo, in modo tale da essere un autentico zuccherino per mio marito".
Ci sono state comunque altre vincitrici: Miss CicciaBellezza è stata nominata Tamara Corvino (Aosta, 123 chili); Miss Simpatia è stata Diana Seeman (120 chili, ungherese); il titolo di Miss Cicciona Cinema è andato a Stefania Mantovani (130 chili, di Ferrara; quello di "Trop Model" a Cristina Sangiorgi (136 chili, di Roma).
Questo per la cronaca.

 

Sono davvero sbalordita! Mi raccomando continua a tenermi aggiornata sulle stupefacenti imprese della signora Massa! E comunque ti prego di notare che il suo peso era diminuito leggermente a causa dei suoi malori. Mi avevi detto che la signora simil-Massa avvistata sull'aereo pesava circa 200 chili. Invece questa Eusebia Massa, la vincitrice assoluta, era, alla pesata ufficiale preliminare alle attività della giuria, soltanto di 194 chilogrammi.

Sì, hai proprio ragione! Ma comunque non capisco cosa tu voglia dire: stai tentando qualche acrobatico parallelismo? Mi sembra che questa questione sia poco pertinente. Ma vedremo in seguito cosa ci combinerà la signora Massa!

Non vedo l'ora di essere aggiornata sulle sue imprese!

 

La puntata precedente

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9 dicembre 2021 4 09 /12 /dicembre /2021 09:45
Biglie di vetro

Mi reco in una casa di mia proprietà, assieme all'avvocato che mi rappresenta.
Devo mostrare l'appartamento a qualcuno che deve fare dei rilievi planimetrici.
E' stato preso un appuntamento qualche giorno prima.
In realtà, la casa, al momento, è occupata abusivamente da uno che non ha più titolo per essere il conduttore della locazione, poiché l'inquilino originario è morto e del contratto d'affitto è già stata inviata, in tempo utile, la disdetta.
Sono in corso le procedure per la cessazione degli accordi di locazione, dunque.
Ma si tratta di cose lunghe e l'inquilino (o meglio il suo erede), nel frattempo, è sempre là, ed io non posso rientrare nel pieno e legittimo possesso del mio bene.
Quindi, a stretto rigore, in questa situazione, non avrei alcun titolo per entrare nell'appartamento: non dovrei nemmeno essere in possesso delle chiavi  che mi consentono di accedervi.
Comunque sia, io e l'avvocato arriviamo puntuali all'appuntamento con i geometri e, dopo aver armeggiato con la serratura, apriamo la porta ed entriamo.
L'avvocato che è con me mi avverte che, aprendo la porta con una chiave in mio possesso e varcando la soglia dell'abitazione,  stiamo infrangendo la Legge, ma ciò nondimeno entriamo. L'avvocato mi ha parlato come se fosse - in questa contigenza - un mio Super Io, severo, ma inefface.
L'apparrtamento, ad una prima ispezione, sembra essere desolatamente vuoto, o meglio è disseminato di scarti e macerie, come tutto ciò che rimane indietro - solitamente - dopo un trasloco frettoloso.
Io dico, tirando un sospiro di sollievo: "Sembra che l'inquilino se ne sia andato!"
Ma l'avvocato replica: "Sì, ma - in ogni caso - senza una notifica ufficiale di ciò da parte sua, stiamo infrangendo la Legge. Non dovremmo essere qui, in questo momento".
Comunque, girando per l'appartamento e guardando meglio in ciascuna stanza, vediamo che ci sono dei residui di mobilia, ma come di una casa che è andata in malora da tempo.
Poi, arriviamo ad una piccola stanzetta che è arredata con un piccolo lettino, poco più che un misero giaciglio o una cuccia, e sparsi in giro molti effetti personali e capi di vestiario, in totale disordine e abbandono. Sporcizia e degrado dovunque.
Dopo aver terminato questo rapido esame, io dico: "Allora, l'inquilino abita ancora qua, anche se la sua abitazione è ridotta ai minimi termini".
L'avvocato replica: "A maggior ragione, ora che abbiamo appurato ciò, dovremmo essere fuori dall'appartamento il più rapidamente possibile. Altrimenti sono guai, nel caso che l'inquilino dovesse sopraggiungere all'improvviso, cogliendoci in piena effrazione!".
In fretta, ci portiamo verso l'ingresso e, avendone varcata la soglia, cerchiamo di chiudere la porta ma senza risultato: la serratura si inceppa, malgrado i nostri numerosi tentativi. Questo è imbarazzante, poichè chi dovesse sopraggiungere, esaminando la serratura così inceppata, potrebbe dedurre che essa sia stata scassinata o manomessa.
Nel mentre - lupus in fabula - sopraggiunge proprio l'inquilino (che però io non ho mai visto in volto, anche se sono in grado di riconoscerlo, per via della somiglianza con i genitori - un tempo conduttori -: nel suo viso, infatti, vedo l'^impigna" di famiglia).
Si fa verso di noi, minaccioso e con un aria da bulletto spavaldo ed arrogante.
"Cosa state facendo? Ora chiamo i Carabinieri e vi denuncio, perchè siete  entrati abusivamente a casa mia! E, per giunta, a quanto vedo, forzando la serratura!".
Io sono in piena confusione.
Il tipo s'avvicina ad una finestrella che aggetta sul pianerottolo  e ci fa vedere un dispositivo che ha installato, in modo tale che si attivi in caso di effrazione e che lo avvisi immediatamente se qualcuno dovesse entrare abusivamente a casa sua.
Si tratta di una bacinella basculante che contiene una pietra. Se la porta viene aperta la bacinella si rovescia e la pietra cade a terra, azionando un dispositivo di chiamata rapida al suo cellulare.
"Ecco perchè sono arrivato subito!" - aggiunge lui al termine delle sue spiegazioni, quasi gongolando.
Inoltre, ci fa vedere una grossa scatola piena di biglie di vetro multicolori, alcune delle dimensioni di una pallina di ping pong.
"E questo è un altro dispositivo che tengo di riserva per difendermi da chiunqui tenti di penetrare abusivamente nel mio appartamento!".
Prende la scatola e, repentinamente, rovescia a terra le biglie che prendono a rimbalzare e a rotolare da tutte le parti.
Senza ulteriore indugio io e l'avvocato prendiamo la via delle scale e cerchiamo di affrettarci, nel tentativo di venire fuori da un territorio che s'è fatto così all'improvviso ostile, ma poichè i gradini sono invasi dalle biglie rotolanti, ci ritroviamo praticamente con i piedi a rullare su di esse, riuscendo a mantenere a stento l'equilibrio in un difficile esercizio acrobatico che, se fossimo al circo, strapperebbe grida di ammirazione e applausi fervidi.

Ma l'equilibrio riusciamo a mantenerlo per poco tempo.
Difatti, l'avvocato cadde a terra.
Immediatamente dopo anche io cado rovinosamente

(Dissolvenza)

 

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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