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16 settembre 2024 1 16 /09 /settembre /2024 12:28
Goya, Il Volo delle streghe

La notte è sempre un luogo incerto 
poiché si va via dal luogo 
in cui si sta con il proprio corpo
che giace immoto
e si va verso lande lontane e sconfinate
S’intraprendono scorribande
di cui spesso, al risveglio, 
non s’ha memoria
Qualche volta, sì, tuttavia
qua e là si aprono le porte alla meraviglia
Dopo i nostri voli delle streghe
nottetempo o, talvolta, anche diurni 
facciamo ritorno per riprendere 
i nostri giochi e doveri,
ad eccezione di alcuni che,
in quelle lande rimangono prigioni
Una parte della mente dei ritornanti,
credo,
conserva intatto il ricordo di quei vagabondaggi 
e li custodisce in una camera segreta,
salvo che, occasionalmente, 
non abbiano a tracimare fuori
Questo è, e così sempre sarà 
Abbiamo molte vite notturne,
molti volti che rimangono nell’ombra
Conosciamo ben poco di noi stessi
Siamo maghi, streghe e stregoni,
ladri di Bagdad, avventurieri,
navigatori o o anche
contemplatori pensosi,
eremiti in privazione 
ed anche Buddha
mentre intona la sillaba sacra,
siamo il Boia e la Vittima sacrificale,
possiamo tutto e il contrario di tutto
in mille e una possibili divergenze e diversificazioni,
in mille e uno mondi,
in mille e uno multiversi
Siamo instancabili vagabondi delle stelle e dell’universo
Da questi luoghi che visitiamo
da queste diverse e multiformi
vesti e mascheramenti che indossiamo
nascono i cunti e le storie
in un’infinita riverberazione di echi

    

Goya, il Volo delle streghe (dettaglio)

Francisco Goya, Il Volo delle streghe o Le Streghe in volo (GW 659).

Questo dipinto - si chiama così - è del 1797, lo stesso anno del molto più noto Sonno della ragione, e rappresenta una scena notturna difficile da descrivere. 
Nella parte alta si svolge qualcosa di imprecisato. Tre donne, presumibilmente, anche se quella in primo piano esibisce una muscolatura atletica, quasi maschile, ma nell’angolo acuto descritto dalla linea della schiena e dal braccio destro si intuisce un gonfiore mammillare. Anche le natiche tornite sembrano robustamente femminili. 
Tre streghe pertanto, a torso nudo, coi cappelli a punta che Goya mette in testa anche ai giudici dei tribunali dell’Inquisizione, sostengono senza fatica il corpo esanime o incosciente di una figura, l’unica di cui si vede completamente il viso, direi senza dubbi maschile. Le sue braccia allargate, che sembrano quelle del condannato alla fucilazione con la camicia bianca e i calzoni gialli del 3 maggio 1808, sono il particolare che ci suggerisce che è ancora in vita, se fosse morto non sarebbero così, e ha le gambe che incrociano le braccia delle due streghe di sinistra. 
Una di esse, quella che volge le spalle col gonnellino verde, e quella che le sta di fronte sembrano o suggere o insufflare qualcosa nel corpo maschile fluttuante. È una scena che non si capisce se più magica o erotica, religiosa o sacrilega, di sogno o vista realmente. Chi lo sa che ambienti frequentava Goya per rappresentare così spesso sabba notturni e voli magici? È una scena su cui cade una luce dall’alto, ma le figure fluttuanti non hanno ombra, non sono umane. Cerimonia o rito, teatro o recita, qualche dubbio viene fugato se scendiamo a terra. Vediamo cosa troviamo. 
Distesa vi è un’altra anonima figura maschile, ha il volto rivolto verso il basso e si tappa le orecchie per non sentire qualcosa che non percepiamo. Il ronzio delle streghe, i lamenti strazianti dell’incosciente umano volante ancora in vita? Ma ancora più scioccante è la figura maschile, con imponente ombra nera, che si copre il volto con un lenzuolo bianco trattenuto con una mano destra che pare avere sei dita. Costui ha il coraggio di sostenere il brusio che atterra l’altro, ma non quello di vedere ciò che sta succedendo, sacrificio, gioco erotico o tortura che sia. Non vedo, non sento. Le due figure a terra rompono l’equilibrio danzante delle figure in volo, danno un tono di alta drammaticità alla scena, ci dicono che per gli umani ciò che accade in cielo è insostenibile, è un monito per il loro futuro, anche loro saranno divorati o bevuti con una cannuccia dalle streghe.

Oppure non è così. Può darsi che colui che si copre il volto col lenzuolo bianco sia il mago, può darsi che sia lui l’artefice del prodigio, che sia lui che fa la magia di sollevare e mantenere in aria le streghe e la vittima. Finché resta lì, anche le streghe restano in volo, lievi, senza gravità e senza ombra. Comunque sia, una figura non umana, un animale, un asino, una bestia stupida assiste alla scena, muso e occhi rivolti verso il basso, imbucato in una posizione in discesa rispetto al piano degli umani. Il mondo di Goya sembra composto di tre cerchi: in alto il mostruoso stregonesco, benché in questo caso di belle fattezze e sembianze, senza ombra e con il potere sulla vita, in mezzo gli umani che proiettano al suolo la loro ombra, disperati e impotenti, e in basso, in ombra, fuori luce, gli animali timidi ed innocui. La semplice bestia asinina sembra disinteressarsi, ma ha le orecchie ritte, segnala una certa malcelata attenzione ad udire cosa sta succedendo. Troppo facile pensare alla sordità di Goya, che all’epoca della composizione del quadro però, non aveva ancora colpito il pittore di corte, il pittore dei re spagnoli e delle pitture nere della casa del sordo.

 

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15 settembre 2024 7 15 /09 /settembre /2024 07:06
Il Barone Rampante

Vivere galleggiando sulle cose
immerso nei mondi fittizi della lettura
(dove tutto è possibile)
Oppure seduto sul bordo d’una nuvola lenticolare
a guardare il mondo dabbasso
navigando lieve sopra gli accadimenti
Oppure ancora appollaiato su d'un albero
(come il barone rampante che fece solenne promessa) 
e non scendere mai giù o quasi
e magari costruire tra le sue fronde una piccola casetta
Avere nell’attrezzatura di base 
una scaletta retrattile
per poter salire
senza lasciare ad altri una via d’accesso

Non so

Una delle tre 
o anche tutte e tre assieme
combinate assieme in vario modo
Ero così prima,
e così sono anche adesso
un navigante delle nuvole
sempre pronto a saltar su
poco disposto a scender giù 

E il tempo trascorre

Qualcosa, prima o poi,
dovrà pur cambiare,
non so

Ma il fascino della nuvoletta
e dell’albero 
é potente
ed é difficile resistere
al loro richiamo

È facile salire,
più difficile scendere,
ma si sta troppo bene lassù 
Siamo solo in pochi
a stare sulle nuvole e sugli alberi
o con il naso ficcato 
tra le pagine di un libro

Vie di salvamento
Uscite di sicurezza

 

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15 settembre 2024 7 15 /09 /settembre /2024 03:55

Una mia piccola storiella di molti anni fa

Maurizio Crispi (15 settembre 2011)

La mia cagnetta Frida in un momento di relax (foto di Maurizio Crispi)

Questa mattina, mentre portavo a spasso la Frida, ho incrociato una signora che aveva al guinzaglio  tre cagnotti tracagnotti (tutti e tre minuscoli ed altezzosi, da "grembo" - come si suol dire...)...
Dall'altro lato, avanzava contegnosa una signora, anche lei portata al guinzaglio da un biancocane  (bianco come il bianconiglio) vecchiotto alquanto e dondolante sulle corte gambe.
Trafficato il marciapiede alle dieci del mattino!, ho pensato. 
Cose che succedono quando si è pensionati e non si è più costretti ad orari antelucani!
Un "tecnico" di qualcosa era intento, assieme ad un suo collega, a trascinare un grosso televisore demodé lungo lo stesso marciapiedi
Fatica improba, visto che il suddetto era poco più di un rottame con viscere catodiche oscenamente esposte e fili pendenti come nervi recisi.
Il tizio - moderno Sisifo - si è distolto un attimo dalla sua fatica e, evidentemente colpito dal profluvio di cani in transito, e - prendendo me come interlocutore privilegiato (forse per via dell'inevitabile complicità scaturente dall'appartenenza allo stesso sesso) - ha detto: "La prossima volta che nasco, voglio nascere cane... Almeno, la vita me la godo... senza pensieri".

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14 settembre 2024 6 14 /09 /settembre /2024 19:53
Titanic (dal web)

Anche questa volta
gran parte del sogno
s’e dileguata

Ero al termine d’un viaggio
e avrei dovuto imbarcarmi
su d’un bastimento:
non era ancora ormeggiato alla banchina
ma- pur senza vederlo - 
immaginavo che più che una nave da crociera
fosse un enorme transatlantico
(lo sapevo con matematica certezza),
imponente come il Titanic
oppure come alcune navi moderne
che hanno l’aspetto di case galleggianti
(Acqua di polpo! Acqua di polpo!
e ci sarebbe stato anche il Capitano Nemo?) 
Ma ancora la nave non c’era
Io attendevo che attraccasse
anche se ancora non se ne vedeva traccia,
neppure un ricciolo di fumo all’orizzonte
Ero arrivato in largo anticipo
(sulla base del vecchio adagio 
secondo cui “chi tardi arriva,
male alloggia”),
oppure era il bastimento 
a fare ritardo
Ma nessuno dava notizie aggiornate,
nessuno possedeva informazioni fresche
e, quindi, tutti aspettavano,
ma nessuno sembrava particolarmente preoccupato ciò,
mostrando piuttosto di vivere il momento
con allegrezza sincera e spensierata
La folla s’ingrossava sempre di più 
come un’onda
Guardando verso lo spazio aperto 
dell’oceano,
al di là delle costruzioni portuali e dei moli,
si potevano scorgere enormi marosi
gonfiarsi e poi frangersi
Uno spettacolo di bellezza terribile e, al tempo stesso, orrida
Come avrebbe fatto il bastimento 
ad entrare in porto?
E, in ogni caso, ci aspettavo un viaggio periglioso!
Ero con amici, altri compagni di viaggio,
che rimangono senza un volto,
avviluppati nel cono d’ombra
della mia memoria
Passeggiando inquieto 
in su e in giù 
scorgevo un’allegra comitiva
seduta ai tavoli d’un bar
con vista panoramica sul mare
Erano almeno una dozzina
quei commensali
Parevano ignari dell’attesa,
erano immersi in vivace conversazione,
con l’aria di divertirsi un mondo,
ridanciani, occhi vispi e gote arrossate
In questo gruppo riconosco 
la mamma,
la zia Mariannù, 
mio fratello,
ma c’è anche l’amica d’un tempo
All’inizio, penso di non farmi vedere,
standomene nascosto nella folla 
ad osservarli
Non vorrei perdere la mia autonomia 
ed essere risucchiato nella compagnia
ciarliera e spensierata
Poi m’impongo uno sforzo
Potrebbe essere l’occasione unica,
dopo tanto tempo che non li vedo,
di salutare i miei cari estinti
Mi avvicino
Sono qua anch’io!, dico
A quanto pare saremo tutti nella stessa barca!, aggiungo, 
nell’Arca che tutti ci conterrà
Li saluto tutti, uno per uno,
con solennità un po’ impacciata
Cingo il collo della mamma con un braccio,
esibendomi in un goffo ed inusitato
tentativo di abbraccio
Sono contento di quest’incontro,
ma farfugliando delle scuse
mi allontano subito dopo
Mi sento a disagio a stare troppo tempo con loro
Nssuno di quelli 
se ne da per inteso
e tutti continuano 
la loro conversazione,
ciarlieri e allegri 
Intanto continua l’attesa del bastimento
che mai arriva,
assediato da onde gigantesche


Ed io confinato qui,
sovraccaricato di pensieri tristi,
al termine del mio viaggio
in quello che mi pare
un porto delle anime


Non posso che pensare 
che quando verrà il mio momento
le anime di coloro che non sono più 
vi si daranno convegno,
in questo porto delle anime,
per accogliermi e accompagnarmi
nella traversata che ci attende
nel Mistero più insondabile

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13 settembre 2024 5 13 /09 /settembre /2024 10:46

Cammino all’alba
in una città vuota e silente
Le uniche presenze
simil-umane - o simulacri -
sono i manichini
che occhieggiano dalle vetrine

Sono appena rientrati
dalle loro scorribande notturne

Ed ora mi guardano,
enigmatici

Maurizio Crispi (24 aprile 2022)

Manichini, presenze enigmatiche nella città vuota: dalle immagini scattate nel corso di una passeggiata mattutina il 24 aprile 2022)

Manichini, presenze enigmatiche nella città vuota: dalle immagini scattate nel corso di una passeggiata mattutina il 24 aprile 2022)

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11 settembre 2024 3 11 /09 /settembre /2024 13:25
Mio fratello e io (autoscatto di Maurizio Crispi)

Di questi tempi non mi risveglio più con la capacità di ricordare sogni magnifici e sontuosi, la cui stesura richiede un tempo interminabile.
Mi sovvengono piuttosto sparuti brandelli, unici sopravvissuti d’un arazzo ben più ampio: e di questi devo accontentarmi
In questo sogno c’era mio fratello e tutto il senso della storia era quello di dotarlo di una serie di dispositivi che gli consentissero di vivere come in una “casa intelligente”, tale da poter essere del tutto autonomo malgrado le sue difficoltà motorie
Il progetto era interessante e molto articolato: tuttavia, mi rendevo conto che, pur nelle migliori intenzioni, qualcosa era sempre destinato a non funzionare e che anche i meccanismi più raffinati, supportati da AI o IA che dir si voglia erano destinati a fallire e a presentare degli inciampi, cosicché era sempre necessario che qualcuno - normalmente abile - fosse presente in veste di supervisore per sopperire al fallimento delle macchine
Quindi, questa casa intelligente era pur sempre soltanto un pallido surrogato
Mi rendevo conto che anche i più moderni dispositivi non avrebbero mai potuto regalare a mio fratello una maggiore forma di autonomia
Ricordavo nella fattispecie un dettaglio del sogno in cui mio fratello aveva indosso una sorta di imbracatura per stare in piedi da solo, guidata da un’intelligenza artificiale e connessa mediante microchip al suo stesso cervello
Era imbardato in modo a dir poco grottesco e, vedendolo così, pensavo che mai avrei potuto lasciarlo a sbrigarsela da solo (e non perché nel profondo della mia mente io sia un luddista anti-progresso e anti-modernizzazione)

 

Più o meno qui finiva il sogno

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11 settembre 2024 3 11 /09 /settembre /2024 11:46

E' un sogno di molti anni fa, mai trascritto in questo blog
Subito dopo annotai in calce, il 10 settembre 2012 alle ore 4,42, come segue:
"Forse questo sogno, mi ha preparato alla visita ad Auschwitz-Birkenau che mi attendeva poche ore dopo"

Polizia e dimostranti (dal web)

Cammino in un campo, portando una pianta ornamentale in un grosso vaso

Sono con altri e stiamo andando alla ricerca di pecore smarrite. C'è un grande capannone e gli altri vanno a guardarci dentro: appare in un pessimo stato di conservazione. Il legno delle pareti è marcito, il soffitto sfondato

Io continuo ad inoltrarmi per quel terreno, fino ad incrociare una strada sabbiosa che si estende da un lato e dall'altro a perdita d'occhio

Poso la pianta per riposare e vedo che sprofonda dentro un grosso buco (di cui non mi ero accorto del tutto, forse perché era schermato da un leggero cannucciato ricoperto di foglie)

Cerco di tirarla fuori, ma si è incastrata e temo che, forzando troppo, finisca per rompersi

Chiamo gli altri in aiuto e, intanto, guardando meglio, mi accorgo che lungo la strada - ad intervalli regolari di meno di 15 metri - sono scavati in fila regolare gli stessi identici buchi, probabilmente ottenuti con l'ausilio d'un imponente mezzo meccanico

Sono allarmato

Penso che qualcuno voglia chiudere completamente l'accesso alla strada, recintandola con un'alta barriera o un muro invalicabile

Chiamo gli altri a squarciagola, ma non mi sentono

Sono rimasto solo

Intanto, vedo giungere da lontano una grande quantità di furgoni della Polizia con i lampeggianti blu accesi: camminano a passo d'uomo, preceduti da centinaia di agenti in tuta antisommossa, armati di manganelli e con le visiere dei caschi abbassati

Sospingono davanti a sé, quasi fossero un branco di pecore spaventate, altre centinaia di persone in abiti civili, il frutto del loro perlustramento

Capisco che è ormai troppo tardi per fuggire e mi rassegno ad essere catturato anch'io. 

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10 settembre 2024 2 10 /09 /settembre /2024 16:09

Un fresco tramonto
dopo la calura del giorno
Momenti
Ginnasti
Saltimbanchi
Esteti del corpo
Dilettanti del pallone
e podisti tapascioni
o anche acuti corridori
Frotte di mamme e genitori
con bimbi ancora incerti sulle gambe
e ragazzetti vocianti
Tutti in attesa spensierata
degli ultimi aneliti
del giorno morente
dopo la morsa dell’afa

Un’immagine di ridente bellezza
e di spensieratezza

Maurizio Crispi (4 settembre 2024)

Villa Vincenzo Florio (Palermo), ex-villa dell’Atleta, accanto allo Stadio di Atletica (Case Rocca) - foto di Maurizio Crispi

Villa Vincenzo Florio (Palermo), ex-villa dell’Atleta, accanto allo Stadio di Atletica (Case Rocca) - foto di Maurizio Crispi

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8 settembre 2024 7 08 /09 /settembre /2024 07:57

Attimi gorgoglianti
anziché fuggenti
Il grande nulla incalza
Oye como va
Psico-esploratori intrepidi,
nocchieri dello spazio profondo
danno aria alla mente
prima di esser dissolti
in un guizzo di fiamma
e la loro missione
s’è così compiuta
Ed io?
Ed io?
Dove son io?
Forse, anch’io nocchiero del nulla,
improbabile psiconauta
alloggiato su d’una nuvola vaporosa
a forma di eterea nave
viaggio
alla ricerca di altre schegge di memoria
e del tempo perduto

Navigo a vista
nei territori sperduti
in attesa dell’ultimo fiato
e del bagliore del fuoco
purificatore

Maurizio Crispi

Selfie (foto di Maurizio Crispi)

Sono in un centro commerciale
Non riesco mai ad arrivare ai reparti di vendita
Cammino e cammino, sempre per lunghi corridoi spogli, rivestiti di piastrelle bianche o grigie
Non incrocio mai alcuno
Ogni tanto devo poggiare i piedi su di una pedana di acciaio, lievemente basculante
e rimanervi sopra sino a quando una spia rossa non si accende con un bip
Si tratta di un dispositivo per misurare i parametri vitali dei passeggeri/visitatori
ed anche per rilevare la funzionalità cardiaca con un ECG istantaneo.
Ad ogni passaggio il dispositivo sputa una strisciata di carta con tutti i risultati
Una luce verde si accende con un doppio bip quando la stampata è pronta
Penso che i gestori del centro commerciale abbiano molto a cuore la salute dei propri clienti
Sento all’improvviso la necessità di andare in bagno e, dopo molto camminare, intravedo l’insegna con i soliti simboli universali
Quando arrivo nei pressi dei servizi da me agognati c’è il solito dispositivo da superare, dalla cui slot al doppio bip (e accensione di luce verde) prendo la stampata e me la ficco in tasca
Sarà ottima da usare come carta igienica!, penso
E quindi imbocco una stretta fuga di gradini che scende sotto il livello del suolo
Bagni pubblici un po’ disagiati!, rifletto, mentre supero ogni singolo gradino con una certa fatica, poiché le alzate sono spropositamente alte e strette
Quando arrivo dabbasso c’è una numerosa e variegata folla già in coda per l’utilizzo dell’unica latrina (sì, è quello che mi pare di capire!) e il fetore dell’aria ristagnante è abominevole tra afrore dei corpi accalcati e le inevitabili scorregge silenziose 
Pur storcendo il naso mi dispongo pertanto ad una paziente attesa
Peccato non aver con me una mascherina!
Sarebbe proprio ciò  he ci vuole!

E, del resto, quali alternative ci sono, se non aspettare?

Dissolvenza

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8 settembre 2024 7 08 /09 /settembre /2024 07:08
Il mondo in una sedia (foto di Maurizio Crispi)

C’era qualcosa
a notte fonda
Una sensazione improvvisa
mi ha spinto al risveglio 
Il mistero insolubile
Il silenzio profondo
come una coltre pesante
Ho bevuto dell’acqua
per placare la sete
e dar lenimento
alla gola riarsa
Cosa ho visto?
Cosa ha attirato
la mia attenzione dormiente?
Cerco di mettere a fuoco lo sguardo
scandagliando
In ambedue le direzioni
quella del mondo onirico
che ho appena lasciato
e quella del reale
 
Così facendo, a lungo, 
rimango sospeso ed incerto
su di una soglia
dove tutto è ancora possibile

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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