Si tratta della rielaborazione di un sogno nella notte tra il 20 e il 21 gennaio 2013
/image%2F1498857%2F20250121%2Fob_97c6b7_escher-02.jpg)
Sono davanti all'ingresso di un ospedale: proprio sulla rampa che consente agli autoveicoli e ai mezzi di soccorso di arrivare fin davanti alla porta a vetri, sporge un grosso puntale di ottone, tirato a lucido, che termina con una una superficie convessa che riflette tutto quello che c'è attorno, deformandolo
Ai piedi della rampa si distende una grande folla anonima, tutti in silenzio, vestiti di grigio, stretti l'uno all'altro come pecore che fanno la ruota per proteggersi dal caldo. Tengono la testa china, quasi avessero paura persino del loro stesso respiro
Mi giro attorno, pieno d'ansia, cercando qualcuno per avvisarlo del pericolo di quello spuntone di ottone sporgente, che potrebbe danneggiare o sventrare i veicoli in arrivo
Nessuno mi dà conto, però: sembra che io sia l'unica persona attiva e capace di iniziative in una dimensione in cui si respira l'imminenza della morte.Non sapendo come fare per scongiurare il pericolo cui altri sono sottoposti, decido di raccogliere una documentazione fotografica, per sporgere eventualmente una denuncia dell'incuria e della negligenza di cui sono testimone
Ma a chi? Non so, ma intanto è bene procedere con la dannata documentazione fotografica
Ma, avvicinandomi all'oggetto incriminato e alla sua superficie curva, rimangono affascinato dai riflessi cangianti che vi scorgo, quasi stessi guardando dentro una sfera magica
I miei intenti si disfanno così in un batter d'occhio, come neve al sole, ed indugio a lungo fotografare quei caleidoscopici riflessi
Dopo, avendo abbandonato quello scenario, cammino per la città: tutto è disfatto e fatiscente
Le case della vecchia Palermo sembrano tutti semi-demolite, come per effetto di un progetto folle di risanamento o di un bombardamento bellico o di un terremoto: quale che sia la causa una grande catastrofe biblica si è abbattuta sulla città
Di molte delle case, totalmente sventrate ma ancora miracolosamente in piedi, si vede l'interno
Dentro le macerie di uno stretto edificio in cui, penzolante dall'architrave della porta d'ingresso, si legge un'insegna - un tempo luminosa - su cui sta scritto "Albergo Italia", lungo scale pericolanti impietosamente scoperte dal crollo dell'involucro esterno, si arrampica una coppia di sposi, lei in un bianco abito nuziale tutto vaporoso, lui agghindato e azzimato. In tanto sfascio sembrano personaggi finti, tratti forse da una cartolina. Sono seguiti a ruota dal cameraman e dal fotografo che cerca di farli mettere in pose adeguate, in modo da fissare per sempre la letizia del giorno con uno scenario fuori dall'usuale. Ci mancano solo un regista di matrimoni e un curatore d'immagine e la finzione narrativa dell'evento sarebbe perfetta
Da lontano cerco di fotografare la scena, cercando di trovare l'inquadratura più idonea e zoomando in avanti per avvicinare il punto di ripresa il più possibile
Abbandono questo luogo e, dopo aver camminato ancora per un po', giungo in una grande struttura in smobilitazione
Qui, incontrandomi con altri (tutti con l'aspetto di sopravvissuti), dico loro che persino l'Albergo Italia è semidistrutto, quasi che a loro - disastrati - potesse importare una simile notizia
Tutti gli abitanti di questa struttura e tutti coloro che lavorano qui dentro devono essere smobilitati nel giro di poche ore. C'è nell'aria una certa frenesia che fa da contrappunto al senso di rassegnazione
Prima che si vada via, il medico legale, dovrà eseguire un'ultima autopsia sul corpo di una Drag Queen
E non chiedetemi cosa ci facesse una Drag Queen in un simile frangente!
Tutti sono invitati ad uscire, mentre nel grande stanzone spoglio e affollato di macerie rimangono soltanto il medico legale e la Drag Queen distesa su di una barella improvvisata
Quando rientro, la stanza è deserta
Dimenticato in un angolo sopra un mucchio di macerie scopro con raccapriccio un lungo pene di dimensioni elefantine, appena reciso
Mi ritrovo a pensare che il medico legale, nel corso della sua "visita" abbia proceduto all'evirazione della Drag Queen per ricondurla ad una condizione di armonia cosmica.
/http%3A%2F%2Fwww.lettere.unimi.it%2FSpazio_Filosofico%2Fleparole%2F2003%2Feschernaturamortaspecchio.jpg)
Elena Canadelli : Compenetrazione di mondi e conflitti di dimensione
Seminario di filosofia dell'immagine Compenetrazione di mondi e conflitti di dimensione Gli specchi magici di M. C. Escher Siete proprio sicuri che il pavimento non possa anche essere il soffitto? ...
http://www.lettere.unimi.it/Spazio_Filosofico/leparole/2003/ecescher.htm
scrivi un commento …