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23 settembre 2022 5 23 /09 /settembre /2022 10:27

Questo è uno scritto che risale al 2006, anche questo sepolto dentro i meandri del mio profilo Facebook. Lo ripropongo qui perché lo trovo carino ed è un bel ricordo, sia della cagnetta che, dopo una lunga vita, se ne è andata, sia perchè vi si racconta di un'interazione con mio Francesco di allora (allora appena tredicenne).

(Palermo, il 3.3.2006) Un giorno come tanti il cibo di Frida era già bell’e pronto nella sua ciotola, fumante.

Ho chiamato Francesco e gli ho detto: "Dai facciamo uno scherzetto a Frida".

Ho cominciato a fingere di mangiare dalla sua ciotola. Ci ho affondato la testa dentro, iniziando ad emettere una sinfonia di goduriosi rumori di masticazione ed ingurgitamento, con un intercalare di ostentati mugolli di piacere.

Poi, ho passato la ciotola a Francesco perché facesse lo stesso.

Frida se ne stava seduta ai nostri piedi e ci divorava con lo sguardo, attentissima.

Più volte ha deglutito: si vedeva chiaramente che aveva l'acquolina in bocca, ma che, nello stesso tempo, si sentiva terribilmente frustrata.

Ad un certo punto, persistendo lo scherzo, si è fatta lamentosa e ha preso ad emettere qualche guaito.

Abbiamo ripetuto la stessa sceneggiata più volte, scambiandoci la ciotola.

E Frida se ne stava sempre lì, seduta, seguendo con lo sguardo attento ora me, ora Francesco, senza perdersi nulla della scena.

Dopo un po' di quest'andazzo ho detto a Francesco, con un conclusivo mugolio di piacere e con una certa ostentazione; "Che ne dici, ne lasciamo un pochino di questo ottimo desinare a Frida"?

"Va bene", mi ha immediatamente fatto eco lui.

Ho posato la ciotola per terra, nel solito posto.

Frida ci si è avventata con furia e ha cominciato a mangiare ingordamente.

Mai l'avevo vista prima ingurgitare il suo cibo così celermente e con tanta foga.

Magari, mentre trangugiava, pensava: "E' meglio che mi sbrighi: se no questi due disgraziati ci ripensano e vogliono di nuovo mangiare dalla mia ciotola...".

Insomma, in quattro e quattrotto, Frida si è spazzolata tutto il cibo e per concludere ha sberleccato con meticolosità ogni centimetro quadro della sua ciotola, sino a renderla lucente e pulita.

Alla fine del fiero pasto ha emesso un rumoroso rutto e, dopo essere stata a ciondolare per un po' vicino a noi, nell'eventualità che ci fosse dell'altro cibo, è andata ad acciambellarsi nel suo solito angolo.

Con un sospiro di soddisfazione, s'è appisolata, sicuramente pensando: "Ma vedi cosa mi tocca subire..."

 

Frida (2003-2018) - Foto di Maurizio Crispi

Ecco la Frida! Osservate come mi guarda, mentre mangio la sua carne… La sua carne? E cos'è successo?

Questa è la piccola storia che posso raccontarvi, a partire da questo sguardo.
Sono andato a fare i soliti lavoretti settimanali in campagna.
Avevo comprato dei petti di pollo da cucinare ai ferri.
Ma invece, per distrazione, ho preso dal surgelatore il pacchetto di tritato della canuzza (tipico!).
Quando mi sono accorto dell'errore, ho detto: "Pazienza! Farò a meno della carne!", avendo anche delle verdure da mangiare.
Ma poi ci ho ripensato: ho condito il tritato con olio, sale, origano, abbondante pepe e peperoncino, pan grattato. E l'impasto ho lasciato a riposare.
Ho preso dei pomodorini, li ho sminuzzati e li ho passati in olio caldo, aggiungendo poi tutto il tritato condito per far soffriggere il tutto.
E, quindi ho preso a degustare la carne trita: "Mmmmmmm! Com'è buona"!
La canuzza che, prima mi ha visto maneggiare il suo pacchetto di carne (ormai lo riconosce benissimo: mica stupida!), si è sentita vittima d'una palese ingiustizia.
Mi guarda vogliosa, comunicandomi, con il suo sguardo languido ed intenso insieme, di sentirsi vittima di un'ingiustizia.
Via! Gliene lascerò un poco!
Anche se la mia pietanza improvvisata é venuta su buonissima e sarà veramente duro metterne via una parte.
Ma le fedeli bestioline non bisogna mai tradirle!

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30 agosto 2022 2 30 /08 /agosto /2022 17:02

Questo scritto è stato lanciato come nota su Facebook il 29 agosto 2010. Anche questo è sfuggito alla pubblicazione alla pubblicazione nei iei due blog di allora. Lo rilancio qui, perchè il suo contenuto mantiene una sua attualità. E' un dolente amarcord tra i ricordi della mia infanzia sulle cose che avevamo e che non ci sono più.

Venditore di ghiaccio

Ecco quello che c'era un tempo d'estate e adesso non c'è più:  un mio piccolo tentativo di amarcord di molte delle cose che abbiamo perso per strada.

Per le nostre strade passavano più volte delle speciali autopompe attrezzate con appositii spruzzatori che irroravano la sede stradale con getti d'acqua, in modo da mantenerne la superficie sempre fresca...

I grandi teloni che venivano stesi da un muro all'altro delle strade più strette e affollate, in modo tale da mantenere sempre l'ombra e la frescura. Questi teli venivano occasionalmente bagnati con acqua nelle giornate di maggiore caldo. Una simile usanza la si può riconoscere ancora negli antichi mercati di Palermo e, soprattutto in quello di Ballarò.

Il furgone del ghiaccio che, nelle prime ore del giorno, faceva un porta a porta presso tutte le case attrezzate con ghiacciaia per la consegna della/e barra/e di ghiaccio: e per effettuare la consegna, uno degli addetti saliva le scale portando la barra di ghiaccio a spalla, riparandosi la schiena e la testa con sacco di tela aperto su di lato e indossato a mo' di mantello con cappuccio. I piccini erano un po' intimoriti da questo "uomo del ghiaccio".

Le pale di ventilazione al soffitto in tutti i locali pubblici che erano regolate su di una rotazione lenta, in modo tale da realizzare con costanza la minima movimentazione di aria, eppure efficace. Una variante: il ventilatore casalingo a piantana (anni '50) con un pezzetto di barra di ghiaccio messo davanti alle pale, in modo da rinfrescare il flusso d'aria.

Il venditore di gelsi che quand'ero piccino passava per le vie della città il più delle volte su di una bici carica di piccoli cesti, ripetendo di continuo il suo richiamo "Asstura v'arrifriscano!"

L'ascaretto: nei giorni di gran caldo era il più bel premio che potesse spettare a noi piccini. Nel tempo che lo consumavi si formava sul rivestimento di cioccolatto fondente una sottile patina di condensa... Ma ancora più in antico, scivolando all'indietro negli anni in cui i nostri genitori erano giovani, un'autentica leccornia servita all'Extrabar (oggi scomparso e sostituito da un anonimo negozio di abbigliamento alla moda) la banana sbucciata, rivestita di cioccolatto fondente e conservata al freddo, da consumarsi come un gelato.

Le stanze dello scirocco in cui rifiugiarsi nei giorni di maggiore calura - e soprattutto di scirocco - e i teli di canapa alle finestre da tenere bagnati per rendere fresca l'aria proveniente dall'esterno.

Le lunghe passeggiate sul lungomare del Foro Italico sull'imbrunire, con la classica sosta da Ilardo per degustare un "pezzo duro" oppure lo spongato, rigorosamente servito in coppette metalliche (bene o male, per fortuna queste usanze si mantengono ancora abbastanza bene).

L'acqua ghiacciata servita con un'abbondante spruzzata di zammù.

Il venditore di anguria ghiacciata e il ficodindiaio: oggi, i loro baracchini vivacemente colorati tendono a scomparire e sono sostituiti da anonimi venditori ambulanti di paccottiglia globalizzata.

Il venditore di granita alle essenze più diverse (la più ambita: quella alla "granatina"), realizzata con il ghiaccio grattato o tritato sempre da un pezzo di quella barra di ghiaccio distribuito per l'uso delle ghiacciaie casalinghe

Se si pensa a tutto ciò, si prova un'acuta nostalgia per tante di questi oggetti e uanze scomparsi o divenute desuete che non torneranno più indietro! Cosa accadrà quando le generazioni che conservano ancora questi ricordi saranno scomparse?Per molti rimane soltanto il ricordo nostalgico di come le cose erano un tempo: e, forse, si era più contenti, quando non c'erano tutti gli ausili tecnologici di adesso.

Tutto oggi tende all'omologazione, alla globalizzazione, alla creazione e alla moltiplicazione di neo-bisogni e, soprattutto, si avverte la sistematica scomparsa delle cose che ho elencato e di tante altre che, in gran parte, erano accomunate dal fatto di possedere una forte "cifra sociale" e aggregante...

Oggi, al contrario, per combattere il caldo si sta al chiuso della propria stanza con aria condizionata oppure nel claustrum refrigerato dell'abitacolo della propria auto.

Ogni azione oggi è pervicacemente all'insegna del consumismo individualizzato (sempre più spinto), mentre gli spazi pubblici si desertificano e vengono sottoposti al massiccio inquinamento termico dei condizionatori d'aria che vanno a tutto volume per mantenere freschi gli spazi privati.

 

 

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4 settembre 2021 6 04 /09 /settembre /2021 07:13

Questa nota l'ho scritta nell'agosto del 2013.  Molto calzante ed appropriato quel testo, perchè in questo momento sta passando su Palermo una forte perturbazione con tuoni, lampi ed acquazzone.Il finale apre la via alla speranza.

Bomba d'acqua a Palermo (foto di Maurizio Crispi)

Bomba d'acqua a Palermo (foto di Maurizio Crispi)

Tuoni e fulmini,
vento e pioggia

Buio come fossero le sette di sera

Il grande temporale avanza

Gabbiani volano alti
a stormo
allontanandosi dal fronte di nubi verdastre
che avanzano da Est

Saette solcano il cielo cupo
e si sente il rumoreggiare continuo
del tuono,
come quello di mille carri da guerra
trainati da destrieri al galoppo,
in folle corsa
su strade selciate di pietra

I soliti piccioni sono scomparsi quasi del tutto
per rintanarsi in luoghi sicuri,
al riparo e guardinghi

Anch'io sono fuggito via
alle prime avvisaglie
per cercare riparo
sentendo le narici
invase dal buon odore
di polvere bagnata

Ma poi
il temporale
è scampato velocemente
lasciando soltanto
una quieta pioggia
quella buona,
che viene assorbita dalla terra

Non si è verificata,
per questa volta,
l'apocalisse

 

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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