Anche questo scrissi nel lontano 28 agosto 2010. E anche questo breve scritto mi è stato restituito in forma di "ricordo" dall'algoritmo di Facebook. Lo ripropongo qui, poichè non fu mai pubblicato nei blog che tenevo attivi a quel tempo.
Gli attimi sono sempre fuggenti. E' nella loro natura esserlo
Crediamo di avere la presa sul presente e ciò che riteniamo di possedere, in un attimo, è già passato
Il presente di fatto non esiste
Ciò che è in un modo transita veloce verso successive - imprevedibili - metaformosi
E non c'è mai l'immobilità, né l'equilibrio assoluto
Viviamo in un continuo disequilibrio alla ricerca di continui micro-equillibri esistenti soltanto in funzione del caos che preme da ogni parte
Io non ho mai un mio centro, non riesco ad averlo nemmeno quando ci provo e sono convinto di provarci
Se lo avessi, probabilmente non scriverei come faccio - spinto da un'ossessione d fissare - attraverso la scrittura - le cose (gli accadimenti) e i pensieri e le emozioni
Se io faccio ciò è per vincere il fantasma della morte e di ciò che si deteriora e si guasta
Se scrivo e se penso e se ricordo l'attimo fuggente oppure ciò che è stato ed è fuggito via da tanto tempo, sono vivo
Ancora per un attimo
Poi, si vedrà
Il commento che segue non è mio e ci tengo a riportarlo sia pure in forma anonima:
"Gli attimi sono importanti.
Sono fuggenti, ma sono come un puzzle e permettono la crescita e la costruzione di tutta la nostra vita, delle nostre emozioni, della nostra... storia.
Ogni attimo passato ci ha permesso di essere come siamo.
Ogni attimo presente ci permette di esserci domani.
L'attimo fugge la morte, perchè la morte è l'ultimo attimo.
L'unico attimo che viviamo senza quasi esserne consapevoli se non forse per una frazione di secondo
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