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21 dicembre 2014 7 21 /12 /dicembre /2014 04:51

Una casa metafisica in riva al mare

 

Silenzio

Silenzio

Silenzio

 

Una casa semplice,

appena un cubo di pietre d'aspra cementate

senza fronzoli

Il tetto piatto per raccogliere l'acqua piovana

Porte e finestre che si aprono sul mare

Solidi infissi di legno per proteggere dal vento e dai marosi

 

La casa è vuota e priva di arredi

Nudi pavimenti di cotto puliti

 

Da quando ci sono arrivato,

mi aggiro tra quelle mura,

passando da una stanza all'altra,

affacciandomi sul mare muto

 

Penso che potrei fermarmici

Non c'è anima viva, però

 

Sono solo

 

E' un sogno?

Oppure la realtà?

Non so

Non è che poi cambi molto,

sogno o realtà per me pari sono

 

Contano solo gli ingredienti

Una casa vuota o svuotata di ogni cosa

Un'anima inquieta che finalmente si posa

Il mare di fronte immenso

L'orizzonte lontano appena increspato

dove il blu del mare e quello del cielo si mescolano

Il vento che mormora

e ogni suo soffio accentua la sensazione di solitudine

 

Presto, mi rimetterò in cammino

Ma intanto questa casa vuota è un rifugio accogliente

per un po' di quel tempo che ancora rimane

 

 

Una casa metafisica in riva al mare

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13 dicembre 2014 6 13 /12 /dicembre /2014 06:43

In viaggio con un bagaglio sui generis

 

Ero in viaggio

e trasportavo tutti i miei averi

in un baule a ruote

a forma di cassa da morto

 

Ero prigioniero d'un sogno bloccato

 

Sapevo che c'era un punto importante

dove sarebbero accadute cose rimarchevoli,

ma non riuscivo mai ad arrivarci 

 

Ogni volta si verificava un rapido rewind,

il nastro si riavvolgeva 

e tornavo indietro al punto di partenza

cioè al viaggio

condannato all'iterazione infinita

 

Quel baule a forma di cassa da morto

con le ruote

aveva un che di consolatorio

un po' memento mori come per Quiqueg

un po' strumento di salvezza come per Ismael

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24 novembre 2014 1 24 /11 /novembre /2014 17:54

Tutti portiamo dentro di noi tracce fossili: sono i segni lasciati da chi non c'è più e da chi abbiamo perduto. La scritta a mano su una busta; i punti consumati su una scala di legno; il ricordo di un gesto familiare che faceva chi ci ha lasciato, ripetuto così spesso da aver scavato un solco nell'aria e nella mente: anche queste sono tracce fossili. A volte tutto quel che resta di una perdita è una traccia. E a volte può essere più facile serbare in cuore uno spazio vuoto che non la presenza stessa.

Da Robert McFarlane, Underland. Un viaggio nel tempo profondo (titolo originale: Underland, nella traduzione di Duccio Sacchi), Einaudi (Supercoralli), 2020

Una pagina di diario paradossale che comincia con una negazione subito dopo negata

Il passato è sempre stato importante per me, ma questo è ovvio; in fondo, per chi non lo è?
Ho sempre pensato che il modo di essere nel presente sia condizionato in qualche modo dalle esperienze passate - nel bene e nel male - e che quindi nasca e si sviluppi con continue nuove ramificazioni che si originano proprio dal passato.
Il presente è come un albero che cresce con nuove ramificazioni le cui radici profonde e altrettanto ramificate sono il nostro passato.
Tutto del nostro passato é prezioso, eventi buoni ed eventi "cattivi", perfino cose apparentemente inutili, ma che hanno avuto un loro effetto.
Ho coltivato il mio passato come una cosa preziosa, malgrado tutte le sue imperfezioni, i suoi fallimenti, le sue perfettibilità e l'ho coltivato, cercando sempre di ricordare e di raccontare per poter tramandare.
La mia vita - come traccia di un uomo - può essere importante: non voglio che sia buttata via come una paglliuzza nel vento, destinata a disperdersi nell'ampio cielo.
E, di conseguenza, mi sono dedicato alacremente a metter insieme frammenti di memorie passate e a farli rivivere nel presente, mettendo me stesso in prima fila nelle storie di cui io, al tempo stesso, volevo essere il contastorie.
Ma sento di aver fallito... Questo compito di lavorare sulla memoria, che mi sono dato e che mi ha impegnato per anni, non ha portato a nulla di significativo.
Ho l'impressione che quelle che dico e scrivo siano parole buttate via nel vento.
Sono sfiduciato, anche perchè ho l'impressione non tanto che il passato non si sbiadisca  (le memorie più antiche raramente si cancellano o si perdono), ma che piuttosto vada perdendo di  importanza.
Come se non me ne importasse più di tanto.
Non c'è più un passato mitico da ricordare.
Mi sembra che qualsiasi ricordo sia fatto di cose banali ed insignifcanti che, possibilmente, non interesseranno nessuuno e nemmeno a me stesso.
E mi sento perduto nel bel mezzo d'un inverno gelido, uomo senza memorie, perchè fondamentalmente uomo senza qualità.

Cammino per strade che mi sono estranee
Penso che se cadessi o se morissi all'improvviso, in mezzo alla via, nessuno potrebbe essere avvertito.
Fantastico che, in tal caso, rimarrei a lungo uno sconosciuto alla morgue e che nessuno verrebbe a reclamarmi.
Ma so che, in realtà, questo non è vero.
E' soltanto una mia fantasia distruttiva all'opera.
Nessuno può vivere senza lasciare tracce e senza avere su di sé indizi ed elementi che consentano di attivare percorsi di ricerca e d'identificazione.
Una pagina di diario paradossale che comincia con una negazione subito dopo negataChi sono? Da dove vengo? Dove vado?
Certo è che se ne ho appena l'occasione, anche tenue ed irrisoria, e mi ritrovo a rievocare il passato, c'è un passato lontano che riemerge e che mi conduce ai miei genitori che, ciascuno in modo diverso mi hanno plasmato.
Il senso del dovere e della disciplina.
La costanza del sacrificio quando questo sia necessario.
O perfino saper vivere nel sacrificio e nella rinunzia.
E, paradossalmente, la gioia di vivere, la curiosità verso l'ignoto, il desiderio di andare a vedere ciò che sta al di là dell'orizzonte e qualche volta la trasgressione.
La possibilità di trovare la gioia ed un momento radioso anche nei giorni più cupi.
L'amore - se non la passione - per la cultura.
L'amore e l'odio.
Non puoi veramente amare - retrospettivamente - i tuoi genitori, se non li hai anche odiati, per averti messo al mondo, per averti plasmato, per averti costretto a vivere a lungo nella loro ombra.
E quest'odio, perchè tu possa amarli liberamente (anche nel ricordo, quando non ci sono più) deve poter fluire liberamente, diventando parte dei tuoi pensieri consapevoli.
Ho sognato poche notti fa che ero in una grande casa nuova, appena finita e ancora senza mobili, caratterizzata da grandi spazi funzionali.
Ed io ero lì che mi ci aggiravo, un po' sorpreso, un po' meravigliato, ma con il piglio di chi si sente a proprio agio in un posto tutto suo.
E cominciavo a pensare di mettermi a riorganizzare gli spazi.
Centrale nella pianta della dimora era una grande e luminosa cucina, unico ambiente già arredato con pensili e ripiani funzionali, tutto di un bianco candido all'infuori dei piani di lavoro di granito grigio ben levigato e lucido e dei punti di cotturo di acciaio scintillante.
A titolo di esplorazione aprivo alcuni dei pensili e sbirciavo all'interno: e c'erano pile e pile di panini imbottiti avvolti nella pellicola trasparente che offriva una veduta del loro contenuto, e poi innumerevoli confezioni di frutta sottovuoto in speciali contenitori di plastica.
Si apriva la porta ed entrava mia madre.
Come se il tempo non fosse passato, mi appariva come era quando era  ancora nel pieno delle sue forze e straordinariamente attiva, come se avesse dentro di sé l'energia di quattro diverse persone.
Se penso ai miei sonni, alle mie cadute improvvise in un incoercibile stato letargico, non posso non chedermi come facesse lei che era sempre attiva e che contemporaneamente seguiva con rigore il richiamo del dovere senza tuttavia perdere quello del proprio piacere personale, poichè coltivava la buona letteratura, il piacere per il teatro, la musica, il cinema e molto altro.
Qualche volta quando era sconfortata e stanca, soprattutto negli ultimi anni, invocava: "Mamma! Voglio la mia mamma!"

E quando ero piccolo, ma anche più avanti negli anni dell'adolescenza, non c'era giorno che non mi desse la buonanotte tracciandomi con un dito il segno della croce sulla fronte.

E mi sono svegliato con la persistenza di questa traccia, radiosa e confortante.

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18 novembre 2014 2 18 /11 /novembre /2014 08:57

Guardando nel pozzo nero della notte

La sirena di un'ambulanza o della polizia

lacera con violenza l'aria della notte

I festoni deli luci colorate sulla facciata del Dockside Hotel sono spente

Nel momento in cui la notte è più profonda,

ma tutto trascolora già nell'alba incipiente

si muore di più

E' un dato di fatto

che la Nera Signora ci ghermisca

quando il sonno è più profondo

 

Dopo l'urlo di quella sirena tutto tace nuovamente

la città dorme

in un silenzio di tomba

luci occhieggiano nella distanza

l'aria è ferma, senza una bava di vento

non piove, stranamente

 

Sogni lontani che si fanno evanescenti:

da un po' non bussano più alla mia porta

 

Avrei bisogno di'un dream-catcher

i sogni ci sono, invero, tumultuosi e colorati,

una notte dopo l'altra

Eppure non lasciano traccia

o sono io troppo pigo per cercare di catturarli

o devitalizzato

 

Forsesto scrivendo queste righe

proprio per questo scopo,

come a voler creare con le parole un piccolo acchiappasogni portatile

nel quale sogni e desideri e paure ed orrori

rimangano impigliati e dove io possa contemplarli

 

Forse è perchè sta arrivando l'inverno

con il buio e con il freddo

e tutto il suo corteo di dignitari tristi, vestiti di nero come becchini

e tutto sembra cadere in letargo

e spegnersi senza più vitalità

come quelle foglie secche e ingiallite

che, una alla volta, cadono fluttuando e danzando,

vinte dalla forza di gravità

 

C'è la luna in cielo

solo un esile spicchio con la gobba rivolta ad Est

gobba a Levante luna calante -

un buon segno, dunque

la luna sta per scomparire sotto l'orizzonte

ma ciò che signfica

che, rigenerata, risorgerà

seguendo il suo corso immutabile

una rassicurazione sull'eterna ciclictà delle cose,

delle morti e delle rinascite,

fino alla fine del mondo

 

Nulla finisce per sempre,

tutto risorge

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26 agosto 2014 2 26 /08 /agosto /2014 07:54

Il salto di un giornoIl sole risplende.

La temperatura è mite, per i parametri londinesi...

Il riflesso accecante d'un raggio di sole rimbalza dai uno pannelli di vetri del "20 Fenchurch Street", uno dei grattacieli della skyline di Aldgate, nel cuore della City of London, che in un movimento ascensionale verso l'alto si espande dinamicamente a fungo.

La strada sotto di noi è quieta tranquilla, pochi passanti, praticamente nessuno.

Rare le auto.

Nessuno dei soliti furgoni per la consegna a domicilio , né di quei enormi bestioni refrigerati che consegnao le derrate ai supermercati della zona.

Tutto è relativamente sonnacchioso.Runner rilassati che si dirigono  verso il Thames Path. 

Perifno le sierene dei firemen e della polizia sembrano essersi messe a riposo.

E' sabato!

Strano! Ero convinto che oggi fosse venerdì.

Da qualche parte nel passaggio da mercoledì ad oggi, mi sono perso un giorno.

Ho fatto un salto di un giorno.

Niente avrebbe potuto distogliermi dalla convinzione fermissima che avevo al mio risveglio che oggi fossimo ancora a venerdì.Pensavo tra me e me: "Oggi, Maureen tornerà al lavoro ed io avrò ancora un giorno da trascorrere con babacino".

Mi accingevo, insomma, ad uno dei giorni della routine infrasettimanale, quella lavorativa (per me).

E invece no!

E' sabato!

Ma nello stesso tempo sono dispiaciuto per questa momentanea perdita di awareness.
Ma, nello stesso tempo, oso pensare che un giorno mancante nella propria consapevolezza è anche un giorno non vissuto, quindi - possibilmente - ancora da vivere.

E allora non va visto come una perdita questo "salto di un giorno", ma come un possibile guadagno!

Quella stessa attenzione - lucida e fluttuante al tempo stesso -  che mi porta a osservare con mente libera e sgombra da pregiudizi e da categorie ogni dettaglio di ciò che mi circonda ed a incamerarlo nella memoria.

E a trovare cose, dai piccoli oggetti materiali smarriti, all'osservazione di piccoli detttagli memorabili, alla repentina registrazione di immagini memorabili (per me) con la mia macchinetta fotografica compatta.

Il tempo è scandito dai piccoli eventi quotidiani, dalle letture che procedono a piccoli o grandi passi, a seconda.

Il salto di un giornoDai libri che finisco di incamerare nella mia mente e che posso riporre (o archiviare), dopo averne scritto una piccola recensione.

Dal diuturno lavoro richiestomi per tenere aggiornato il Magazine online di cose sportive e il mio blog diaristico, ai quali entrambi voglio dedicare eguali attenzione ed energie. 

Dalla preparazione dei pasti e dal loro consumarli assieme.

Dal desiderio di scrivere ogni giorno qualcosa di nuovo e di creativo che fa da contraltare al desiderio e allo sforzo altrettanto creativo di preparare ogni giorno un buon pasto o allestire una pietanza diversa e mai tentata prima.

Tutto questo fa parte della vita quotidiana.

Anche questa, sia pure in una forma diversa da chi materialmente procede lungo un cammino devozionale, è una vita da pellegrino.

Sul cammino, sai anche che quando sarai arrivato alla meta finale del tuo pellegrinaggio, ce ne ne sarà un altro da intraprendere.

E poi un altro ancora.

E ancora un altro.

La Vita è Cammino.

Un passo dopo l'altro.

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25 agosto 2014 1 25 /08 /agosto /2014 20:38

Bank Holiday... Piove... Guarda come piove...

Piove

Piove a dirotto

Pioggia tutto il giorno da mane a sera

I grattacieli ad Est sono avvolti nella nebbia

quelli ad Ovest scompaiono nelle nubi basse e gonfie d'acqua

Tre donne in gramaglie nere

il volto velato da veli neri

nere come i corvi che

passano da un tetto all'altro

con un'aria mogia e bagnata

Cra cra cra

 

Le tre donne

arrancano sotto la pioggia

protette da ombrelli multicolori

almeno quelli

 

Piove

piove

e ripiove

ed è l'ultima Bank Holiday dell'anno 

 

Quale migliore colonna sonora

che Guarda come Piove

di Lorenzo Cherubini Jovanotti?

 

 


 

 

Oggi, 26 agosto 2014, qui in UK è "Bank Holiday".

All'inizio non l'avevo capito. Passava il tempo, alle prime ore del mattino - quelle per me più operose -, e mi chiedevo come mai non si cominciassero a sentire i rumori ordinari che annunciano il risveglio della città e la movimentazione delle schiere di pendolari.
Nelle mie ore di attività mattutina antelucana, soltanto il gracchiare del corvo mi faceva compagnia .

Peraltro, una giornata grigia e piovosa che sembra ribadire che l'inverno è alle porte.
E il gracchiare del corvo - cra cra cra - mi parlava di questo.

Ho guardato l'orologio, e mi son detto: "E' tardi! E' tardi!" e mi sono affrettato per andare a svegliare Maureen che continuava a dormire tranquilla.

Ed è stata lei a dirmi che oggi era "Bank Holiday".
Per la verità, me lo aveva già detto, ma io l'avevo dimenticato.

Bank Holiday... Piove... Guarda come piove...
Bank Holiday ("Festività bancaria") è la denominazione data a una festività nazionale sia nel Regno Unito sia nella Repubblica d'Irlanda.
In origine, la denominazione "bank holiday" designava le festività di cui godevano i lavoratori nelle banche sulla base dell'originario "Bank Holiday Act" del 1871: successivamente furono estese anche ad altri settori con esclusione dei servizi essenziali quali, ad esempio, pubblica utilità, vigili del fuoco, polizia, operatori sanitari, trasporto pubblico.
Negli Stati Uniti il termine si riferisce ai giorni in cui le banche restano chiuse per ordine dell'esecutivo o del Congresso, senza alcuna relazione diretta con le festività nazionali.


 

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24 agosto 2014 7 24 /08 /agosto /2014 20:18

DSC09694.JPG

 

Le nuvole vanno e vengono

 

Arrivano e passano via 

in una serie interminabile

come i grandi Leviatani del mare

intenti in una grande migrazione

 

Hanno una meta, forse,

ma non possiamo sapere 

con certezza quale sia

 

Sappiamo solo che vengono da lontano 

e vanno lontano

in un ciclo che non avrà mai fine

 

Anche i passanti che sfilano

lungo i marciapiedi sotto casa

vengono da qualche parte

e vanno in qualche altro posto

 

Hanno una meta:

lo si comprende dal loro incedere

deciso e finalizzato,

a volte più lento e casuale,

qualche volta stanco e cascante

 

Ma io non saprò mai

qual'è la scaturigine del loro incedere

né la loro destinazione

e nemmeno ciò che li anima

 

Per me rimarranno semplici puntolini,

appiattiti al suolo,

in movimento

lungo una retta o un sinusoide

 

Li vedo entrare entrare nel mio campo visivo,

li osservo poi,

sino a quando scompaiono dalla mia vista

e non saprò mai chi è chi 

né dove da dove venga o dove vada

 

Io sono l'osservatore immobile

arroccato su di un'alta torre

lungo la curva del Tempo

 

E, a volte, come le nuvole,

come quei treni rossi che passano e ripassano,

come gli aerei che sfrecciano nel cielo,

ritornano

 

E con il loro passaggio

raccontano storie

e suscitano interrogativi

destinati a rimanere senza risposta,

perché sempre vanno via

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23 agosto 2014 6 23 /08 /agosto /2014 12:41

Quando la città dorme

(Maurizio Crispi) La notte si é illuminata delle solite luci, quando si sono spente le ultime braci d'un sole sempre più pigro.

Il vento soffia freddo, annunciando l'inverno.

Soffia. E sotto le sue sferzate le foglie del platano s'arricciano e sbiadiscono, preparandosi all'ultima danza. 

Alcune delle luci sono lontane, irragiungibili, come se appartenessero ad un altro pianeta in rotta di collisione o come fossero delle stelle succedanee che brillano pulsanti e ammiccanti.

Quelle vere sono invisibili all'occhio anche se non al cuore..

Vorrei poter osservare Orione e il Grande Carro nel loro viaggio attraverso il drappo nero della notte.

Nel corso del tempo, posso solo vedere la luna che passa e ripassa, seguendo il suo ciclo immutabile.

Altre luci, invece, sono vicine e familiari.

E sono quelle che incorniciano le facciate dei condomini e illuminano la strada.

Qualcuno esce, quando tutto e buio, per una tardiva passeggiata.

Altri rientrano a passo stanco o frettoloso, a seconda dei casi, lasciando l'eco sonoro di uno scalpiccio.

Un'auto passa veloce: con il pulsare dei whoofer che lasciano una scia di vibrazioni profonde.

Frammenti di una musica etnica risuonano e si perdono subito, come frammenti inintellegibili di una trasmissione radio disturbata. 

Strano! Non ci avevo mai fatto caso: mancano del tutto cani e gatti randagi che si aggirano furtivi come ombre alla ricerca di cibo.

E, del pari, non ci sono le gattare che portano loro leccornie. ... Timeo Danaos et dona ferentes...

E nemmeno c'è un cane trovatello da sfamare. 

Le finestre delle case sono tutte al buio, come orbite nere che si aprono alle propaggini del buio solido e pervasivo: ciò significa che, per lo più, sono circondato da un popolo di dormienti.

Io sono vivo e tutti gli altri sono morti, forse.

Io, un sopravissuto. 

Brilla come un'isola nel buio il solito Dockside Hotel che vedo dalla finestra, con le sue tende colorate di rosso e le lucine colorate, come se fossimo sempre a Natale.

I treni del DLR vanno su e giù incessantemente, nella notte come di giorno: per lo più vuoti a quest'ora, quando la città dorme.

Il bus che porta a Victoria Park passa e si ferma: uno soltanto sale, uno solo scende, davanti al Sonali Garden.

La sua popolazione di viaggiatori si mantiene in equilibrio: ma l'autobus di questa linea di notte - come del resto di giorno - al passaggio da Tarling Street è semivuoto.

Oppure trasporta fantasmi e angeli che si spostano così da un luogo all'altro. 

Ed è per questo che funziona sempre con la regolarità di un orologio.

Tutto cambia di continuo.

Eppure è sempre lo stesso.

Nulla di nuovo sotto il sole. Ma tutto cambia di continuo. Non solo è mutevole, ma anche si evolve. 

La malinconia per non fare le cose giuste.

La nostalgia di ciò che non è e di ciò che non sarà.

La speranza per ciò che c'è.

Gioia e struggimento condiscono sempre ogni pietanza della vita e sono parte di ogni boccone che ci è dato di assaporare. 

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15 agosto 2014 5 15 /08 /agosto /2014 19:13

Il mio 65° km. Un Happy Birthday con i Krispy Kreme, The Narrow, la scatola dei caci e molto altroLa mia più ottimistica rappresentazione é che la misura ideale di una vita -  come se si trattasse di una distanza da correre - sia di 100 anni -  come la regina delle corse sulla lunga distanza è la 100 km..
mio padre stesso faceva delle ottimistiche previsione e guardando ad alcuni rappresentati della sua famiglia - tra avi e bisavoli - che erano stati molto longevi, diceva spesso che sarebbe vissuto a lungo e parlava spesso dell'ipotesi di giungere a cent'anni in buona salute (poi non fu così, ma questa è un'altra storia)


Superato lo scoglio dei 54 anni - erano questi gli anni che aveva mio padre quando morì - ho pensato che, se avevo raggiunto quest'età, dal momento in cui cominciavo a diventare più vecchio di lui - congelato nel mio ricordo a com'era sino a pochi giorni prima di andarsene - avrei potuto raggiungere quel traguardo che lui ottimisticamente vedeva per sé, ma che gli era stato precluso.

E così anno dopo anno sono andato avanti.
Ma la corsa dei 100 km è una lunga corsa: non ti sembra mai di arrivare al 65° km, ma poi quando finalmente ci sei, sei consapevole che te ne restano ancora 35 da fare che sono ancora maledettemente tanti.

E, quindi, il 9 agosto 2014 è scoccata l'ora del mio 65° km. 
Se sono al mio 65° km (inteso come anno), voglio pensare che ne ho ancora 35 da correre e questo non è male. Se risparmio le mie energie, se mi risparmio, quando arrivo al traguardo del mio 100° km potrei sentirmi in forze per correre ancora un poco. D'altra parte, come afferma Christopher Mc Dougall nel suo Born to run, solo chi smette di correre comincia ad invecchiare.
Il mio 65à compleanno è stato un bel compleanno non c'è che dire.

Al mattino ho ricevuto dei bellissimi regalini da Gabriel e Maureen, accompagnati ciascuno da fantastiche card che recavano scritti dei messaggi di affetto d'amore e di speranza (e le card sono sempre la cosa più bella al di là del regalo materiale che potrebbe essere anche soltanto simbolico).
Per non parlare del palloncino augurale... che ha aggiunto colore ed allegria.
Poi, come parte dei regali ho ricevuto da Maureen due scatole - da mezza dozzina ciascuna- di deliziose Il mio 65° km. Un Happy Birthday con i Krispy Kreme, The Narrow, la scatola dei caci e molto altroKrispy Kreme Doghnouts (1). Mmmmmmm... come erano buoni Ce ne siamo nutriti! Quale miglior dolce per festeggiare il compleanno di un Crispi che due scatole di Krispy Kreme Doughnouts assortite?

Intanto Franci si è alzato è mi ha consegnato un altro regalo da parte sua di Tata tatiba e di raul: una bella polo blue, del colore che piace a me.

Dopo, nel prosieuguo della giornata siamo andati a  The Narrow, un pub ristorante ubicato proprio all'ingresso del Limehouse Basin con vista sul Thames e lì ci hanno raggiunto una coppia di amici di Maureen (Arifa e Matthew, con il figlio Toby, praticamente coetaneo di Gabriel)e Alessandra che mi ha portato un altro regalo corredato secondo l'usanza british da card augurale (e il pranzo a The Narrow è stato organizzato da Maureen a mia insaputa!).

Abbiamo mangiato stando in compagnia e godendo delle conversazioni e della bella giornata di sole che intanto si era affacciata.

Poi, con molta calma, ma intanto si erano fatte quasi le 5.00 del pomeriggio siamo tornati a casa.

 

Nel mio proflo Facebook, oltre 200 sono stati quelli che - tra messaggi privati e altri commenti (o status) direttamente scritti sulla bacheca, alcuni corredati di foto adatte alla circostanza (come, ad esempio, immagini di torte con candeline) - mi hanno indirizzato i loro auguri. Gettonatissimo...

Non posso rispondere singolarmente a ciascuno e nemmeno sono iuscito a cliccare "mi piace" su tutte le notifiche che ho ricevuto, così anche soltanto per dare un riscontro di gradimento.

Comunque, in questa forma e cumulativamente - a tutti coloro che si sono ricordati non posso che dire "Grazie di cuore!" Grazie di cuore per essersi ricordati!".

Almeno voglio immaginare che sia così, anche se le impostazioni di Facebook sono fatte in modo che è FB stesso a ricordarti quale dei tuoi contatti é nella lista di coloro che fanno il compleanno in un certo giorno.

Niente più agende, né taccuini, servono al giorno d'oggi per tenere a mente gli eventi memorabili della nostra vita.Ma pur nella loro spersonalizzazione, questi auguri generati da FB fanno comunque piacere: però, è triste pensare che alcuni misurano  la ricchezza della loro vita sociale soltanto attraverso il numero di contatti che hanno in Facebook e su quello delle interazioni giornaliere che riescono a racimolare sul proprio profilo.

Il mio 65° km. Un Happy Birthday con i Krispy Kreme, The Narrow, la scatola dei caci e molto altroIo - che sono all'antica - voglio continuare a pensare che gli auguri che sono trasmessi attraverso i marchingegni di FB siano al 70% genuini e che nascano da un moto dell'anima di un mittente, senza essere semplicemente generati da un click meccanico ed impersale del tasto d'invio della tastiera di un PC. 

Quindi, un grazie di cuore a tutti quelli che mi hanno pensato!

E questa parte di cui ho appena finito di parlare ha costituito il "pubblico" del posto di ristoro el 65° km!!!

 

Ma non è finita qui, dopo aver ricevuto due card augurali dalla Mamma di Maureen (Margie) e dalla sorella (Bellinda)

Dear Margie and Belinda), il mercoledì successivo ho ricevuto sempre per posta una scatola contenete una selezione di squisiti formaggi "Cheesework"(2).
Ho scritto loro questa lettera di ringraziamento:


Dear Margie and Belinda
Yesterday the postman rang the bell twice and there was a huge parcel just for me.

Who is sending a parcel to me? I asked to myself.
And I couldn't find a satisfactory answer.
But I decided to wait(rose) until Maureen was back home from work!
I didn't wanto to open the parcel all alone.
Andwhat about there was something dangerous inside?
In the good and in the Evil it's always a better thing to share anything.
And so I waited... And waited...
Il mio 65° km. Un Happy Birthday con i Krispy Kreme, The Narrow, la scatola dei caci e molto altroWhen Maureen was back and after everything was done, such us babacino's bath, supper, dish washing, we sat around the lounge table and with a huge pair of scissors I struggled to open the parcel.
Layer after layer...
Inside the thick package paper layer there was a nice box with "Cheese Work" written on it ... mmmmmmm... I could guess already what could be the contents!
And from a nice ribbon a small target was hanging, with the wishes of a happy birthday from you both!!!
I lifted the lid of the box and inside - in the midst of a huge cardbooard upholstery - there were three exquisite shapes of cheese...
I really loved any type of cheese and especially these ones, which are the kind of deli food!
We'll eat them all and - while eating every single morcel - we'll be thinking of you...
To me it has been a very nice present, really kind of you.
You shouldn't have done that, but since you have done that I can only say - really moved - thank you very much!
I am keeping the Cheese Work box too: it's very nice and I will be able to use it to put things inside and let that the light flavour of Stilton is absorbed by them, so that through the persistency of the flavour your gift will last longer ...
I'm afraid though that the material side of the gift will disappear soon, devoured by the greedy ones...

Thank you Thank you Thank you
Thanks Thanks Thanks
Grazie Grazie Grazie

maurizio

 

Insomma,  al mio 65° km ho trovato un eccellente posto di ristoro! E non è mancato davvero nulla...

 

 


 

Note

Il mio 65° km. Un Happy Birthday con i Krispy Kreme, The Narrow, la scatola dei caci e molto altro(1) Da Wikipedia. Krispy Kreme Doughnuts, Inc. is an American global doughnut company and coffeehouse chain based in Winston-Salem, North Carolina. Krispy Kreme founder Vernon Rudolph bought a secret yeast-raised recipe from a New Orleans chef, rented a building in what is now historic Old Salem in Winston-Salem, NC, and began selling to local grocery stores.
Products are sold in Krispy Kreme stores, grocery stores, convenience stores, gas stations, Wal-Mart, Target and Shaws stores in the United States. Internationally, doughnuts are sold in Loblaws supermarkets, Petro-Canada gas stations[citation needed], and as freestanding stores in Canada, along with BP Service Stations and BP Travel Centres and 7-Eleven stores in Australia. In the United Kingdom, Tesco supermarkets, Tesco Extra, and most Tesco service stations carry Krispy Kreme products. Service stations Moto, Welcome Break & Road Chef also carry self-service cabinets. The company's growth was steady prior to its initial public offering but profits have decreased in recent quarters.


Il mio 65° km. Un Happy Birthday con i Krispy Kreme, The Narrow, la scatola dei caci e molto altro(2)  The CheeseWorks is, we hope, an antidote to the often, impersonal experience of modern supermarket shopping. We seek to take our customers back to an age when supermarkets did not exist and people were on first name terms with their fishmonger, butcher and greengrocer. We value each and every one of our customers and are passionate about the food that we sell, sourcing gourmet products from the best local, national and European suppliers. Read for yourself what our customers think about our service.

The CheeseWorks delivers that personal touch, so whether you are looking for just one piece of perfect cheese or a cheeseboard for 80 our friendly and knowledgeable staff will help you pick what's right for you. Our philosophy is to enjoy the finer things in life and we would like to share this passion for food with you! Visit our online store or come into our shop in Cheltenham, we look forward to seeing you soon.

Pleasure v consumerism, waiting for your ticket number to come up v soaking up the atmosphere, freshly cut v pre-packed, handled by the farmer v processed by machine: The choice is yours.

Our website aims to offer some of our range to people outside of Cheltenham. You can buy a selection of cheeses and combine them with some chutney and crackers and a touch of wine, to make a perfect gift box or hamper. To make life that little bit easier we have selected the best combinations to go in a lovely cheese gift box or cheese hamper, perfect for a present.

 

 


 

 

Il mio 65° km. Un Happy Birthday con i Krispy Kreme, The Narrow, la scatola dei caci e molto altro

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10 agosto 2014 7 10 /08 /agosto /2014 07:00

Genetliacando ed altre storie

 

La pioggia improvvisa della sera

s'è dissolta nella notte,

lasciando al mattino un'aria fresca e pulita

e il cielo a pecorelle con piccoli batuffoli

che si tingono di grigio-rosa

al levarsi del sole

 

La città dorme

la casa dorme

a parte qualche leggero scricchiolio di assestamento

e lo sgocciolio d'un rubinetto

ploc ploc ploc

plic plic plic

e la porta del bagno che cigola di continuo

creek creeeeek creek

quasi fossimo a bordo d'un veliero d'altri tempi

 

Le foglie del platano si sono ammalate

e si stanno arricciando tutte

Cadranno anticipatamente

quest'anno

e il corvo non farà in tempo

a rifarsi il nido tra le fronde

 

S'è insediato invece sul tetto di fronte

e lì procede ad una meticolosa pulizia del piumaggio

con il becco aguzzo

 

Sono un pellegrino 

giunto alla fine di un ciclo delle stagioni,

pronto a ricominciarne un altro,

sempre in cammino

 

Il tempo porta con sé sottili cambiamenti,

quasi inapparenti, e si fa finta di non vederli

 

Poi, con gli anni,

la somma di tutte le derive

si fa evidente ed ineludibile

 

Ed è allora che pensi:

"Sto invecchiando"

 

Ma - a ben pensarci -

già cominci a diventare vecchio 

sin da quando sei nato

 

Sin dalla nascita

giorno per giorno

cominciamo a morire

lungo una strada di declino

già tracciata

in cui i nostri denti e i nostri occhi

perdono giovinezza ed innocenza

e si fanno opachi, deboli e malaticci

 

Se curiamo il corpo e la mente

se cerchiamo di avere un corpo forte ed una mente salda

potremo resistere più a lungo

all'avanzata inesorabile dell'entropia

e combattere le armate della notte

che avanzano tumultuose,

guidate dai quattro cavalieri

dell'Apocalisse

 

 

Genetliacando ed altre storie


A volte, mi sento incompleto se non scrivo qualcosa. Questa mattina (è il giorno in cui ricorre il mio 65° compleanno) mi sono svegliato e non riuscivo a svolgere nessuna delle consuete attività che al mattino, in un momento di quiete, svolgo al PC. Nulla destava la mia ttenzione: poi ho capito che dovevo scrivere senza nessun progetto preliminare, semplicemente mettendo le parole una dietro l'altra e vedere cosa spuntava fuori. Lasciando che le dita scorressero sulla tastiera senza nessun controllo razionale. 

Come sempre, possibilmente, é venuta fuori una cagata.Ma questo è.

Ieri, alla vigilia del mio compleanno, ho messo mano al romazo di Robert Musil,L'uomo senza qualità (Einaudi).

Mio padre lo lesse qualche mese prima di morire e, ogni tanto, me ne parlava, dicendomi che avrei dovuto leggerlo.Io, come sempre, lo ascoltavo irritato. Perché sentivo le sue parole come un'ingerenza rispetto al mio desidero di forgiarmi in modo autonomo rispetto ai suoi influssi.

Non lo ascoltavo, ma - in verità - lo ascoltavo, incamerando le cose che mi diceva e i suoi suggerimenti, consigli, riflessioni, in una camera segreta e riposta, come una sorta di carburante di riserva che, poi, in momenti diversi della mia vita, ho tirato fuori, usandolo come se fosse via. Quando mio padre me ne parlò, io rimasi stupefatto, perchè lo aveva fatto fuori quel romanzo in pochi giorni ed un'opera monumentale, oltre 1700 pagine fittamente scritte e suddivise in tre grossi e pesanti tomi.

Mi disse che a leggerlo ci sarebbe stato molto da imparare, ma non mi disse cosa.

Pur irritandomi con questi suoi piccoli e discreti input, perchè lo sentivo ad una distanza immensa da dove mi trovavo io costretto ad annaspare tra le mie incertezze, mio padre m sorprendeva, tuttavia, perchè sapeva sempre interpretare i miei desideri e fornirmi degli stimoli attraverso cose rispetto a lui "moderne" che tuttavia sapeva che mi sarebbero piaciute (ma come faceva? Per saperlo doveva conoscerle lui stesso: eppure sembrava che certe cose fossero soltanto per me, lui palesemente almeno si asteneva, come se volesse fornirmi l'opportunità di percorrere dei miei sentieri in modo autonomo).

Fu lui, ad esempio, a regalarmi il primo disco di Fabrizio De André, il poeta fragile, ma allo stesso "Faber", alcuni LP di Joan Baez (con cui mi fece conoscere il mondo dei folk singer USA di qualità) o anche di John Mayall and the Bluebreakers, con cui mi introdusse al mondo del Blues. 

Ho sentito che è giunto il momento di cimentarmi in questa impresa e ieri - ripeto, alla vigilia del mio compleanno - ho letto le prime pagine.

E vai, allora, con L'uomo senza qualità!
Tuttavia sotto quell'influenza e spinto anche dall'aver visto il film omonimo lessì un'opera i Musil. Si trattava di "I Turbamenti del Giovane Torless", un bildungsroman: ma a confronto dell'opera maggiore, un semplice bruscoletto. E, benché fosse piccolo, in quella lettura io mi persi, non nel senso positivo del termine. Insomma, ero ancora troppo acerbo per comprendere quei "turbamenti". E mi sentii inadeguato. 

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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