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1 novembre 2023 3 01 /11 /novembre /2023 07:00

E' cominciato il tormentone di Halloween...
Valpurga...
La notte delle streghe...
Il grande cocomero (o "The great Pumpkin")
Chi più ne ha, più ne metta...
Aiutoooooooooooooooooooooooooo...

Maurizio Crispi

Halloween (foto di Maurizio Crispi)

Dolcetto, scherzetto!
Zucca!
Oh, Grande Zucca!
Oh, Great Pumpkin!
E’ Halloween!

 

Ci sono anche i Morti che vengono in visita,
malgrado Halloween, 
e non vogliono essere dimenticati, loro
Sono caparbi nel loro ritornare
e vengono accolti con mestizia 
ma anche con gioia
perché portano doni e pupiaccena,
con essi facendo dimenticare i guai 
e lenendo dolori e sofferenze

 

Armi santi, armi santi
Io sugnu unu e vuatri siti tanti: 
Mentri sugnu ‘ntra stu munnu di guai
Cosi di morti mittitiminni assai
” 

 

Mi chiedo:
Where are all the wild things?

 

E bisogna anche fare attenzione 
a quando arriva il custode pazzo
dell’antico cimitero abbandonato,
lapidi sdirrupate
sacelli profanati
sepolture di famiglia aperte 
sarcofaghi rovesciati
e il corvo che fa cra cra cra
chiamando a raccolta le armate della notte
Non appena ti vede, 
il custode a grandi passi ti insegue minaccioso 
brandendo una vanga insanguinata,
come un maniaco uscito da un racconto splatter
mentre vecchi gufi gufeggiano,
lugubri

 

Rispondo così alla mia domanda di prima:
All the wild things are gone!

 

Eppure, eppure...
le cose selvagge c’erano un tempo, 
a long time ago...
Once upon a time

 

E ora?
Non più avventure,
No imprevisti,
Niente più sorprese dietro l’angolo
Fine della meraviglia
e del terrore
Oppure sì?
Sì? No? No? Sì?
M’ama non ama
Chi potrà mai dirlo?

 

Eppure, 
camminando 
non mancano mai - e non smettono di sorprenderti -
strani incontri
con esseri mattacchioni che ti guardano ammiccanti
dall’ombra in cui si nascondono
e che, mentre ti fanno l’agguato 
e il cuore ti balza in gola,
palpitando a duemila
tirano fuori la lingua in un simpatico sberleffo
esibendosi al contempo in una sonora pernacchia 
– come quella di Barbariccia – 
e in una scorreggia altrettanto rumorosa

 

Oppure, ti puoi imbattere in facce ghignanti, 
che generano inquietudine e paura
Allora un brivido freddo ti percorre la schiena
e alle tue narici arriva una ventata gelida e putrida

 

E questi volti sono quelli dei mostri più pericolosi,
quelli generati dalla ragione
e striscianti fuori dai meandri della tua mente

 

La wilderness per essere tale
deve potere attrarre il viandante 
con le sue armi di seduzione,
incantarti come solo le Sirene 
sanno fare con il loro canto,
ma nello stesso tempo terrorizzarti
e spingerti verso la perdizione,
talvolta alla salvezza

 

Nessuno può sapere in anticipo
se si perderà o se si salverà,
se naufragherà 
o se galleggerà
sino al prossimo Halloween
Poi, la lotteria della vita e della morte 
partirà con un altro giro

 

(Palermo, 31 ottobre 2021
 

Si discuteva della scelta di una lettura spaventevole (ad alta voce) da fare per Halloween ed io scrissi:
“Non saprei cosa scegliere
E poi come la mettiamo con la timidezza?
Infine, già sarebbe sufficiente postare la mia faccia per fare scantari (sicula parola per spaventare) tutti quanti.
Potrei travestirmi da zucca di Halloween…”

E poi decisi di ampliare il mio testo precedente e di fare un video mentre - nella sua versione rimaneggiata - lo leggevo ad alta voce per poi condividerlo nel gruppo "Parliamo di libri, parliamo di noi"

Maurizio Crispi

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4 gennaio 2022 2 04 /01 /gennaio /2022 17:36
Irene Salatiello Crispi, la mia mamma (foto di Maurizio Crispi)

Nelle prime ore del 4 gennaio 2010 si è spenta la mamma.
Ha deciso di andarsene perché non voleva più essere di peso.
Poche ore prima di prendere il volo verso il Cielo, mi disse: "Maurizio, questa notte non voglio mettermi a letto. Rimarrò qui, seduta nella mia poltrona. Piuttosto portami la mia sveglia e caricala per le 5.00".
Io così feci. Portai la sveglia, la caricai e gliela misi accanto.
Poi, mi accomodai in una poltrona accanto. E mi appisolai.
Attorno all’una del nuovo giorno mi svegliai di colpo, per via dell’improvviso - innaturale - silenzio della stanza.
La mamma era immobile nella poltrona, così come l’avevo lasciata, ma non respirava piu.
Se n’era andata in pace e in silenzio. Così ho pensato, prima di essere travolto dalle emozioni.
Alle cinque del mattino la sveglia suonò imperiosa per ricordare a tutti noi che la vita continuava, anche senza di lei.
E il trillo di quella sveglia che risuonò tre ore dopo che lei ci aveva lasciato è stato indubbiamente uno dei suoi lasciti più importanti.
Oggi ricorre il 12° anniversario della sua dipartita e mi sembra ieri quando lei se ne è andata.
Dovunque si trovi, la sua anima, che continua a vivere nel ricordi di tutti coloro l’abbiano conosciuta, riposa in pace, assieme a mio padre e a mio fratello.

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21 giugno 2021 1 21 /06 /giugno /2021 06:48

Il 21 giugno è ricorso il sesto anniversario della morte di mio fratello Salvatore.
Sei anni fa, nel 2015, attorno alle 20.30, mio fratello Salvatore, all'improvviso, ci ha lasciati.

Noi siamo rimasti indietro, mentre lui è andato avanti, altrove.

Noi siamo rimasti a dover gestire dentro di noi un grande, incolmabile, vuoto.
La sua vita è stata di esempio. Operosa, benchè lui stesso fosse gravemente disabile, nella sua lotta generosa e intelligente a favore delle persone con disabilità.

Con le sue azioni e con le sue convinzioni ha dato speranza molti ed è riuscito a riunire tanti gruppi sparsi attorno ad un grande progetto comune.
La memoria di lui rimane sempre viva in tutti quelli che gli sono stati vicini, oggi come ieri.

Dovunque egli sia, ora egli ci guarda e ci osserva, con il suo sorriso benevolo: io, almeno, voglio pensare così.

Salvatore Crispi (foto di Maurizio Crispi)

Questo ha scritto Rosario Fiolo per ricordarlo:
(21 Giugno 2021) Sesto Anniversario della scomparsa di Salvatore Crispi, Presidente del Coordinamento H della Regione Siciliana:
"Il Gigante dei Diritti delle Persone con Disabilità".
Abbiamo bisogno, oggi più che mai, in un momento di grande crisi come questo, di fare riferimento a "giganti" come Salvatore Crispi.
Un momento tragico in cui sembrava che l'unione dovesse prevalere e, invece, in questo periodo, sembra che si vada in direzione opposta.
Ma solo l'esempio di un uomo come Salvatore Crispi che ha impostato la sua vita all'insegna di Solidarietà, Condivisione, Altruismo ci può aiutare a superare la crisi.
Salvatore Crispi ci ha lasciato in eredità questi valori e la sua idea la metteva in pratica con il "Coordinamento".
Coordinamento: mettere insieme le differenze e creare interazione tra le parti per raggiungere obiettivi comuni.
Dobbiamo continuare a portare un contributo nel solco da lui tracciato e insistere a lottare per la garanzia dei diritti delle Persone con Disabilità affinché ognuno di loro possa realizzare il proprio Progetto di Vita.
Grazie sempre Salvatore.

21 giugno 2021, sesto anniversario della morte di mio fratello Salvatore
21 giugno 2021, sesto anniversario della morte di mio fratello Salvatore
21 giugno 2021, sesto anniversario della morte di mio fratello Salvatore
21 giugno 2021, sesto anniversario della morte di mio fratello Salvatore
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5 maggio 2021 3 05 /05 /maggio /2021 07:28
Francesco Crispi giornalista (1918-1972) - Foto di Maurizio Crispi

Oggi è il 5 maggio e ricorre il 49° anniversario dell'incidente aereo di Montagna Longa, nel quale perse la vita mio padre Francesco, assieme a tutti i passeggeri e ai componenti dell'equipaggio di quel volo, in tutto 115. E successo 49 anni fa, ma a me sembra ancora ieri:  Molte vite, troppe, furono spezzate in una vampa sul monte. Il ricordo di quel dolore è tuttora vivido per tutti.

In quella circostanza perse la vita anche una mia cugina, figlia del fratello di mamma, Giovanni, Elisabetta Salatiello (e, ovviamente, cugina di Maria Patrizia) che, in quel periodo, aveva avviato un lavoro a Roma. Quell'aereo era pieno di palermitani "impegnati" su vari fronti e che si muovevano con notevole frequenza da Palermo per lavoro. Tutti ritornavano quel venerdì che era esattamente alla vigilia delle elezioni politiche e, dunque, quel disastro colpì duro. Da Carini la folla radunata in piazza per l'ultimo comizio prima del silenzio elettorale vide la vampa sul monte.
In questa ricorrenza, a seguito di alcuni post condivisi e in risposta ad alcune domande, sono arrivati alcuni frammenti di ricordi (cose di cui forse ho già parlato in altre circostanze).
L'orologio che mio padre aveva al polso non venne mai restituito: si dice che subito, prima ancora che sulla montagna potessero salire i primi soccorsi ufficiali, ci fu il tempo perchè alcuni mettessero in atto esecrabili azioni di sciacallaggio, alla ricerca di denaro e di preziosi.
Per esempio, a distanza di tempo, ci convocarono al comando dei Carabinieri di Palermo per restituirci il portafoglio di mio padre con i documenti che aveva con sé (carta d'identità, patente e poche altre cose) e che, però, non conteneva alcuna banconota (una mancanza che saltava all'occhio, poichè a quel tempo non esistevano ancora i Bancomat). Ci restituirono la fede nuziale, un po' deformata (e si poteva immaginare perché) e la chiave per aprire la valigetta samsonite, con cui papà viaggiava, e l'impugnatura della chiave era scalfita da uno sfregio (e si può immaginare perché). Un autentico, triste, reperto, tengo tuttora nel mio mazzo di chiavi in uso e ogni tanto percorro con il polpastrello quella scalfittura (e quando lo faccio non posso non pensare alla potenza dell'esplosione e dell'impatto). La fisicità di quest'oggetto minuscolo e la presenza fisica di quello sfregio, inciso indelebilmente sulla superficie di metallo, mi riconducono ogni volta in quel uogo e in quel momento.
Quella fede ammaccata mia madre la indossò assieme alla sua, mettendola sotto perchè essendo il dito di mio padre, altrimenti sarebbe sfuggita via. Ma dopo qualche anno la mise via, non so perchè.
Non andai mai all'Istituto di Medicina Legale dove erano state raccolte le salme o quel che restava dei corpi. Mi dissero che non era necessario che io mi sottoponessi a quel supplizio ed io accettai supinamente quest'indicazione. Ero troppo stralunato per oppormi.
Rimasi ad aspettare a casa, assieme alla mamma e a mio fratello.
A distanza di tempo mi dispiaccio di non essere andato e di non aver assaporato quel calice sino in fondo.
Di mio padre vidi, dopo un paio di giorni, soltanto una cassa da morto che venne portata in casa per la veglia funebre, già sigillata. E non potei che accettare il fatto, ma senza io averne alcuna evidenza fisica, che lì dentro ci fosse proprio lui. Forse per via di questa mancanza, quando la mamma è morta, l''ho voluta fotografare per un ultima volta, composta nella bara. E così ho fatto per mio fratello.
Un mio zio mi mostrò una foto pubblicata su "L'Ora" che ritraeva una chiazza scura (che faceva pensare ad un corpo) addossata ad una barriera di filo spinato, e uno in piedi che guardava ad essa, un po' chino in avanti, una foto ripresa in notturna con il flash e quindi con i contrasti sparatissimi: e mi disse che forse si trattava di papà per come era stato trovato.
Sono dei ricordi indelebili che ogni tanto riaffiorano.
Quando mio padre è morto aveva da poco compiuto 54 anni ed io ne avevo 22.
Oggi che, dalla sua scomparsa, ne sono passati 49 di anni, io ho vissuto per 15 anni più a lungo di mio padre e pertanto sono diventato più vecchio di lui che, per me, è fissato nel ricordo quando all'improvviso non torno più.
Le cose strane della vita.
Se avesse continuato a vivere (e lui diceva sempre che avrebbe vissuto a lungo perché tutti nella sua famiglia erano stati longevi), avrebbe da poco compiuto 103 anni.
Quando è morto, io ero in difficoltà nel rapportarmi con lui, visto che aveva una grande statura intellettuale ed io, nel confronto, mi sentivo piccino ed insignificante. Ero alla ricerca della mia identità e, dunque, cercavo di prendere le distanze da lui, a volte rifiutandolo quando lui cercava di essermi vicino.
E poi è morto e, quindi, il possibile confronto è rimasto in sospeso, lasciandomi dentro molto rimpianto ed amarezza, per le parole che non ero stato capace di dire.
Così vanno le cose della vita.

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13 settembre 2019 5 13 /09 /settembre /2019 10:40
Apollo 11 (USA, 20199

Esce nelle sale cinematografiche, proprio in questi giorni, il film USA di Todd Douglas Miller Apollo 11 che, in forma documentaristica, racconta della spedizione Nasa che portò due uomini a mettere piede sulla superficie lunare (il terzo come è noto rimase in orbita attorno alla luna).
Il film è uscito in concomitanza delle grandi celebrazioni per la ricorrenza di quella che è considerata una grande impresa - forse la più grande - dell'ingegno umano e delle applicazioni tecnologiche al tempo più avanzate.
Superata l'euforia e l'ubriacatura di entusiasmo per quella riuscita che venne salutata con pubblicazioni entusiastiche di articoli e di libri (si veda ad esempio "Un fuoco sulla luna" di Norman Mailer, 1971) , a distanza di qualche tempo, entrò in circolazione nelle sale cinematografiche il film "Capricorn One" (Peter Hyams, USA, 1978) che mette in scena una nuova impresa della NASA che dovrà portare gli astronauti americani a mettere piede su Marte. Ma tutta l'impresa, come risulterà dal plot del film è una grande falsificazione, abilmente costruita: un'operazione secretata totalmente dei cui fondamenti menzogneri nulla deve trapelare, ma il diavolo ci mette  la coda e l'inganno viene rivelato.

Questo film consentì in realtà di parlare dei dubbi circolanti sull'autenticità di quel primo ed unico allunaggio, dubbi alimentati da numerosi leaks provenienti da personale che, a quel tempo, aveva operato all'interno dello stesso ente spaziale americano.

Il pubblico su queste teorie complottiste (peraltre supportate da una larga messe di documenti secretati e da analisi dettagliate di prove materiali confutanti lo sbarco) si divise profondamente.

Molti rimasero (e sono tuttora fermamente convinti) che l'allunaggio effettivamente ci fu.

Nessuno volle andare veramente a fondo della questione, archivando il caso come il frutto di una contorta e fantasiosa mentalità complottista.

I dubbi tuttavia rimangono e sono fondati.

Come mai, alcuni continuano a chiedersi, dopo "il piccolo passo per un uomo, ma un grande passo per l'Umanità" di Neil Armstrong non ci furono più allunaggi, nè si tentò di costruire una "stazione lunare" presidiata da personale umano che avrebbe potuto fungere da trampolino di lancio verso i pianeti più lontani, come ad esempio, Marte?

L'impresa lunare, tuttavia, anche se fsse stata il frutto di  un falso, atto a sancire la supremazia americana sui Russi nella corsa al controllo dello spazio, proprio all'apice della Guerra Fredda, è entrata prepotentemente nell'immaginario collettivo, dal quale non potrà più essere facilmente scalzata ed è diventata per il grande pubblico un'autentica macchina dei sogni.
 

 

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6 gennaio 2017 5 06 /01 /gennaio /2017 14:22

(Maurizio Crispi) E' uscito in questi giorni, sul finire del 2016, un piccolo libro illustrato per l'infanzia di Giuseppe Carli (testo) e, Mariella Cusumano (illustrazioni), sulla storia della "Santuzza", cioè di Santa Rosalia, patrona e protrettrice della Città di palermo, dal titolo: Rosalia dai capelli d’oro (edizione cartacea in italiano), per i tipi di Glifo Edizioni, Palermo.

Ovviamente, tanto è stato scritto e detto su Santa Rosalia, la cui vicenda è intrecciata di fatti storici e di leggenda e che si svolge in due tempi. il periodo in cui visse e operà Rosalia de' Sinibaldi (nel XII secolo) e il 1624 in ci avvenné il miracolo della fine della peste dilagante a Palermo.
Tra le tante cose che sono state scritte al riguardo, citiamo ad esempio un'opera relativamente recente che si deve a Umberto Santino, con il titolo "I Giorni della Peste. Il Festino di Santa Rosalia tra Mito e Spettacolo", Di Girolamo Editore, Palermo (2006), in cui si studia la connessione tra la proclamazione di Rosalia Santa, la fine della pestilenza del 1624 e l'avvio - dal 1625 - della tradizione del Festino che si celebra ogni anno a Palermo tra il 14 e il 15 luglio, ma con una serie di eventi anticipatori che si estendono di fatto per un'intera settimana, coinvolgente sia il potere e la comunità religiosi sia il potere civile e amministrativo in una kermesse che ancora oggi continua a presentarsi indubbiamente con un sigillo barocco, come rileva Santino. E' fatto risaputo che il notabile alla guida della Città - oggi il Sindaco con tanto di fascia tricolore - nella grande processione celebrativa sale anch'egli sopra al carro che trasporta l'effigie della Santa e punteggia la processione con invocazioni che fanno "Viva Palermo e Santa Rosalia!".
E, in uno sforzo esegetico, Santino cerca di spiegare - alla luce delle fonti disponibili, tra le quali il poema di Petru Fudduni, La Rosalia, in 3856 versi, per quale motivo Rosalia sia stata proclamata Santa e Patrona della Città, molto più tardi rispetto al ritrovamento delle sue presunte reliquie che pure coincise con la fine di una pestilenza.

Umberto Santino(dal risguardo di copertina dell'opera di Umberto Santino) Dal primo festino, nel 1625, ad oggi sono passati trecentottant'anni [ad oggi sono già 390 gli anni] e Palermo è sempre puntuale all'appuntamento con la sua Santa Patrona. Ma è una santa che si festeggia o la città rende omaggio a se stessa, o ai potenti che l'hanno calpestata, illusa e disillusa, dai tempi del viceré a oggi? Uno scritto a metà strada tra pamphlet e saggio storico, con sapide digressioni sulle pesti reali o immaginarie raccontate da scrittori famosi, da Boccaccia a Manzoni, da Defoe a Camus, e una ricostruzione del culto di Santa Rosalia, dal poema di Petru Fudduni alle recenti spettacolarizzazioni. Nel XVII secolo Santa Rosalia spodestò le sante patrone di Palermo [Agata, Cristina, Ninfa e Oliva] e ora all'alba del terzo millennio, al suo fianco è riapparso San Benedetto il Moro. Ma per liberarsi delle pesti del nostro tempo basteranno le intercessioni dei patroni celestiali e le deleghe ai miracolatori terreni?

In questo libro per l'infanzia, la storia della "Santuzza" è trasposta in una favola lieve per i più piccini, tralasciando gli aspetti macabri e più morbosi, quali, ad esempio, il rinvenimento delle ossa e il loro trasporto a Palermo, in processione, e corredata di magnifiche illustrazioni policrome a piena pagina, ma tuttavia - pur nella sua semplificazione estrema - gli autori si sono attenuti alla vulgata nei dettagli, come ad esempio il primo periodo anacoretico di Rosalia in un luogo sperduto dalla parti di Bivona, sottolineando nella vicenda di Rosalia, una scelta francescana, dal momento che come Francesco lei fanciulla di nobili origini rinunciò a tutto per seguire la sua vocazione in un percorso di sempre maggiore rinuncia al mondanesimo e di preghiera estatica.

(Presentazione del volume, nel sito della casa editrice) Ecco l’affascinante storia di Rosalia dai capelli d’oro, una bellissima fanciulla dall’animo buono, nata e cresciuta in una famiglia nobile e ricca.

Peccato che per lei non sia abbastanza, non perché voglia possedere altro, ma perché, al contrario, desidera una vita più pacata e lontana dagli sfarzi di corte.

I vivaci colori delle illustrazioni ci prendono per mano e ci conducono all'importante scelta di Rosalia: abbandonare ogni ricchezza per rifugiarsi nella natura alla ricerca di pace e serenità.

Il finale è un tripudio di colori, la festa è tutta per lei.

 

Santa Rosalia(La storia di Santa Rosalia e del suo culto, da wikipedia) Rosalia de' Sinibaldi (o di Sinibaldo) nasce a Palermo nel Medioevo, nella prima metà del XII secolo, intorno al 1130. La tradizione narra che nel 1128, mentre osservava il tramonto dal Palazzo Reale con sua moglie, la contessa Elvira, una figura apparve al signore normanno di Sicilia Ruggero II d'Altavilla dicendogli: «Ruggero, io ti annuncio che, per volere di Dio, nascerà nella casa di Sinibaldo, tuo congiunto, una rosa senza spine».
Per questo motivo pare che, poco tempo dopo, quando nacque, la bambina venne chiamata Rosalia (da un'etimologia popolare latina secondo cui il nome Rosalia sarebbe composto da rosa e lilium, ovvero rosa e giglio). Esiste un'altra tradizione che vede spettatori della visione Guglielmo I e sua moglie Margherita, ma ciò non sarebbe possibile: il 1130, presunta data di nascita di Rosalia, non coincide col regno di Guglielmo, che va dalla morte del padre Ruggero II nel 1154 alla propria nel 1166. Nel 1128 siamo a due anni dell'incoronazione di Ruggero II, la Sicilia è ancora una Contea e Palermo sta per diventare capitale del Regno Normanno dell'Italia meridionale.
Suo padre, il conte Sinibaldo de' Sinibaldi, signore della Quisquina e del monte delle Rose (attuali territori di Santo Stefano di Quisquina e Bivona, siti in provincia di Agrigento), faceva discendere la sua famiglia da Carlo Magno e dai Conti Marsi. Sua madre, Maria Guiscardi, era a sua volta di nobili origini e imparentata con la corte normanna (alcuni pensano che Maria fosse nipote dello stesso Ruggero II). Da giovane Rosalia visse in ricchezza presso la corte di Ruggero II, ma anche presso la villa paterna, che doveva trovarsi nell'attuale quartiere dell'Olivella. Rosalia, educata a corte, per la sua bellezza e gentilezza divenne anche damigella d'onore della regina Sibilla (seconda moglie di Ruggero). Un giorno il conte (o secondo altri principe) Baldovino (erroneamente identificato con Baldovino III di Gerusalemme) salvò il re Ruggero da un animale selvaggio, un leone secondo la leggenda, che lo stava attaccando; il re allora volle ricambiarlo con un dono e Baldovino chiese in sposa Rosalia.

Santa RosaliaIl giorno antecedente le nozze, Rosalia, mentre si specchiava, vide riflessa nello specchio l'effige di Gesù Cristo. La ragazza, il giorno seguente, si presentò alla corte con le bionde trecce tagliate declinando l'offerta e preferì abbracciare la fede, cui si era già dedicata da fanciulla. A quindici anni abbandonò quindi il Palazzo Reale, il ruolo di damigella e la casa paterna e si rifugiò presso il monastero basiliano del SS. Salvatore a Palermo, ma ben presto anche quel luogo fu troppo stretto a causa delle continue visite dei genitori e del promesso sposo che cercavano di dissuaderla dal suo intento. Dopo aver scritto una lettera in greco e aver lasciato una croce di legno e averli dati alle monache, decise quindi di trovare rifugio presso una grotta nei possedimenti del padre, che aveva visitato da fanciulla, presso Bivona. La sua fama intanto si diffuse presto e la grotta divenne luogo di pellegrinaggio. All'ingresso della grotta Rosalia scrisse un'epigrafe in latino prima di fuggire. Un giorno la grotta fu trovata vuota e successivamente si venne a sapere che aveva deciso di tornare a Palermo occupando un'altra grotta, dove cominciarono le continue tentazioni da parte del demonio. Il 4 di Settembre 1170 morì in pace e solitudine, dormendo.
Nel 1624 la Santa salvò Palermo dalla peste e ne divenne la patrona, esautorando, difatti, gli altri patroni della città, tra cui Cristina, Oliva, Ninfa e Agata. Mentre infuriava una terribile epidemia arrivata in città da una nave proveniente da Tunisi (antica "Barbaria"), la Santa apparve a un povero 'saponaro', Vincenzo Bonelli (abitante dell'antico quartiere della "Panneria"), che viveva barattando mobili vecchi. Bonelli, avendo perso la giovane consorte quindicenne a causa della peste nera, era salito sul Monte Pellegrino sul far della sera con l'intento di gettarsi giù dal precipizio prospiciente il mare (zona Addaura) per farla finita, non riuscendo a venire a capo della disperazione per la prematura scomparsa della giovane moglie.
Al momento di mettere in atto il suo triste intento, gli apparve innanzi una splendida figura di giovane donna pellegrina, bella e di grande splendore, che lo dissuase dal suo proposito, portandolo giù con sé al fine di mostrargli la sua grotta; infatti, lo condusse nei pressi dell'antica Chiesa di S. Rosolea, già allora esistente e dove la si venerava da antica data, nei pressi della famosa grotta che ella gli indicò come la sua "cella pellegrina".
Santa RosaliaScese con lui dalla cosiddetta "Valle del Porco" verso la città, esortandolo a pentirsi; lo invitò a informare, dopo aver fatto ciò, il Cardinale Giannettino Doria, Arcivescovo della città di Palermo, che le ossa già in precedenza rinvenute dalla giovane Girolama La Gattuta grazie a un'apparizione in quella grotta incastonate nella roccia e che si presumeva potessero essere della Santa eremita (di cui si coltivava in quel luogo la memoria) ma delle quali non era certa l'origine e che erano già state raccolte e venivano custodite nella cappella personale del Cardinale, erano veramente sue; inoltre, che non si facessero più "dispute e dubbii" e che, infine, venissero portate in processione per Palermo, poiché lei, Rosalia, aveva già ottenuto la certezza, dalla gloriosa Vergine Madre di Dio, che, al passaggio delle sue ossa e al momento preciso del canto del Te Deum Laudamus, la peste si sarebbe fermata.
Rosalia gli disse inoltre: "E per segno della verità, tu, in arrivare a Palermo, cascherai ammalato di questa infermità [la peste] e ne morrai, dopo aver riferito tutto ciò al Cardinale: da ciò egli trarrà fede a quanto gli riferirai".
Tutto questo il povero "saponaro" Bonelli lo raccontò al suo confessore, padre Don Pietro Lo Monaco, parroco della Chiesa monumentale di Sant'Ippolito Martire al Capo, che glielo fece riferire subito al Cardinale di Palermo, il quale - constatando che realmente il Bonelli si era improvvisamente ammalato di peste e ne stava di lì a breve morendo - gli diede credito ed eseguì ciò che dallo stesso gli era stato fatto sapere, liberando immediatamente durante la processione delle sante reliquie di Rosalia la città di Palermo dalla peste.
Il culto della Santa è tuttavia attestato da documenti (Codice di Costanza d'Altavilla depositato presso la Biblioteca Regionale di Palermo e antica tavola lignea del XIII secolo che la rappresenta in veste di monaca basiliana e oggi custodita presso il Museo Diocesano di Palermo) a partire dal 1196, ed era diffuso già nel XIII secolo (antichissimo altare a lei dedicato nella vecchia cattedrale rogeriana).

Il Carro di Santa Rosalia, allestito per il Festino di alcuni anni fa... Il carro è sovente in forma di barcaLa si pregava inoltre con la frase "Sancta Rosalia ora pro nobis", le erano state costruite due chiese, o cappelle, a Palermo: una sul Monte Pellegrino, chiamata di "Chiesa di S. Rosolea", vicino o davanti la grotta stessa, l'altra nell'attuale quartiere dell'Olivella, dove sorgeva la casa del padre di Rosalia, Sinibaldo; della suddetta casa oggi rimane solo l'antico pozzo, internato nel pavimento del cortile del seicentesco Oratorio di Santa Caterina d'Alessandria all'Olivella, che a sua volta sorge dove vi era l'antica chiesa di Rosalia.
Vi sono anche numerosissimi dipinti medievali che la raffigurano insieme ad altri santi oppure come soggetto unico, una statua marmorea di Antonello Gagini, una volta posta all'interno della Tribuna della Cattedrale, realizzata dallo stesso Antonello, e oggi denominata "Santa Caterina da Bologna", e infine una statuetta reliquiaria cinquecentesca di Scuola Gaginiana che la raffigura in abiti francescani (anche se la Santa non appartenne al suddetto ordine - successivo alla sua morte - ma bensì all'antico ordine che seguiva la Regola di San Basilio Magno, appunto basiliano), che oggi si trova al Palazzo Abatellis.
Poiché la memoria della Santa palermitana nel 1600 lasciava ancora qualche residuo nelle litànie (si narra infatti che, durante una delle processioni che invocavano i vari santi per liberare la città dal contagio, due diaconi pronunciassero il nome di Santa Rosalia contemporaneamente, segno che fece riaffiorare l'interesse in città per il suo culto "sòpito"), la riscoperta del suo corpo glorioso sul Monte Pellegrino incastonato in un involucro di roccia cristallina (che poco dopo si scoprì essere calcarenite) e la successiva rivelazione al Card. Doria del racconto del povero Bonelli con la conseguente liberazione della città dall'epidemia, ne sancì il definitivo e popolare patrocinio, ratificato a Roma sotto il pontificato di Papa Urbano VIII Barberini.
Il culto è particolarmente vivo a Palermo, dove ogni anno, il 14 e il 15 luglio, si ripete il tradizionale "Festino" che culmina nello spettacolo pirotecnico del 14 notte e nella processione in suo onore il 15. Il 4 settembre invece la tradizionale acchianata ("salita" in lingua siciliana) a Monte Pellegrino conduce i devoti al Santuario in circa un'ora di scalata a piedi. Nella città metropolitana di Palermo il culto è presente a Campofelice di Roccella, in quanto importato dal principe palermitano fondatore dell'abitato attuale nel 1699, mentre in altri centri delle Madonie se ne trovano invece solo scarse tracce. A Bisacquino, feudo dell'arcivescovo di Monreale, Il Carro di Santa Rosaliail culto deriva da una reliquia della santa donata nel 1626 dall'Arcivescovo di Palermo.
In Sicilia il culto è attestato inoltre a Bivona e Santo Stefano Quisquina, dove secondo la tradizione la santa visse per dodici anni in eremitaggio e dove esso fu probabilmente introdotto dai Chiaramonte, signori feudali delle due località nella seconda metà del XIV secolo.
A Bivona le prime notizie documentate della chiesa e della confraternita di Santa Rosalia risalgono al 1494. La santa era particolarmente invocata, insieme a San Rocco, contro la peste: durante le epidemie del 1575 e del 1624 i bambini battezzati coi nomi dei due santi furono la quasi totalità dei nati, come risulta documentato nei registri di battesimo.
Inoltre in Sicilia è venerata ad Alia (PA), Novara di Sicilia, Mazara del Vallo (TP), Capaci (PA) e quasi in tutta l'isola. Santa Rosalia è patrona anche di Santa Margherita Belice. Alessandro I Filangeri, signore di Santa Margherita, fece costruire la chiesa madre nella seconda metà del XVII secolo, dedicandola alla vergine Rosalia. Negli ultimi anni viene portato in processione, il 4 settembre, un busto della santa in argento con reliquiario, appartenente alla chiesa madre. Inoltre è Patrona di Lentiscosa (SA), Delia (CL), Gravina di Catania, Santa Croce Camerina (RG) e Rina di Savoca (ME).
Un bassorilievo di Santa Rosalia si trova anche in Repubblica Ceca, a Praga, al n° 3 della centralissima Via Karlova (Casa Al Pozzo d'oro), in piena città vecchia, a poca distanza dal Ponte Carlo e dalla Staroměstské náměstí. Fu installata nella facciata del bel palazzo di un'antica famiglia, i coniugi Wesser i quali, colpiti dalla peste, vollero così esprimere la loro gratitudine alla Santa di Palermo, la cui fama era arrivata sin laggiù, per averne favorito la guarigione.

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26 ottobre 2014 7 26 /10 /ottobre /2014 06:57

 

A Londra, fervono già le prime avvisaglie della Bonfire Night del prossimo 5 novembre

 

(Maurizio Crispi) E' dei paesi anglosassoni la tradizione della "Bonfire Night" che nei diversi paesi ricorre in date e commemorazioni diverse.
La scadenza più nota è quella celebrata in UK il 5 novembre e corrispondente al Guy Fawkes Day che ricorda il fallimento della cosiddetta "Congiura delle Polveri".
Le Bonfire Night sono caratterizzate dal fatte che là dove ciò sia ancora possibile vengono accessi grandi fuochi  - come da noi in Italia accade (o meglio accadeva) nella notte di San Giuseppe - ma vengono organizzati fuochi d'artificio (fireworks) oppure vengono organizzati party privati nelcorso dei quali vengono accessi mortaretti e botti vari (sparklers).
A Londra, fervono già le prime avvisaglie della Bonfire Night del prossimo 5 novembreLe Bonfire Night sono - in generale - un evento molto sentito, in parte perchè si ricollegano a manifestazioni ben pi antiche proprie della tradizione pagane in cui il rito del fuoco aveva delle grandi valenze propiziatrici per combattere il buio e le tenebre delle lunghe notti invernali (come è il caso esplicito della Walpurgis Nacht dei paesi sassoni e scandinavi): in UK, poi, la  Guy Fawkes Night ha una grande valenza di partecipazione popolare, anche se le sue scaturigini storiche si sono in parte perse e soltanto occasionalmente un'effige di Guy Fawkes e - ancora più raramente - di altri congiurati viene messa al rogo. Ma in alcune località - come ad esempio a Lewes nell'East Sussex - vengono messe in scena anche delle sfilate i cui partecipanti trasportano delle torce ardenti o anche delle croci in fiamme a sottolineare la matrice anti-cattolica dei festeggiamenti, dal momento che i congiurati protestavano soprattutto per la mancanza della libertà di culto per i Cattolici, a causa dell'intransigenza di Giacomo I.

Nello stesso tempo, al giorno d'oggi, nella ricorrenza della Guy Fawkes Night si fa strada un'impellenza di protesta, facendo assurgere - sulla base dell'input fornito dal film "V for Vengenace", divenuto cult,
la figura di Guy Fawkes ad eroe popolare transnazionale, a martire e a personaggio-simbolo di un'opposizione sotterranea e fondamentalmente anarco-libertaria a decisioni governative che non si possono approvare e condividere

Vi è una grande anticipazione anche perchè ancora una volta nei paesi anglosassoni vi èla prossimità con Halloween. E quindi, a Londra, già una decina di giorni prima è tutto un fiorire di scoppi e scintille accesi dai ragazzini nelle strade dell'East End, dove tutto è ancora più accentuato poichè per i residenti di religione induista si registrati l'approssimarsi del Diwali, cioè delle "Festa della Luce".

Naturalmente le Bonfire Night - come in Italia a Capodanno- rappresentano un grande pericolo per l'incolumità pubblica, sia perchè i bimbi possono gravemente ferirsi maneggiando incautamente giochi di fuoco, sia per le possibilità dello scoppio di incendi.
I Vigili del fuoco, infatti, sono sempre pronti ad intervenire.


In UK, attraverso vari mezzi di stampa, a scopo di prevenzione, all'approssimarsi della Guy Fawkes Night vengono sistematicamente divulgate delle Linee Guida di sicurezza nel maneggiare i giochi d'artificio, con l'obiettivo di limitare i danni.

 

 

guy fawkes 01guy-fawkes-kb-515p-01.photoblog900guyfawkesnightGuy Fawkes Night Celebrations (8) - geograph.org.uk - 15702Guy Fawkes portraitv-per-vendetta-maschera.jpgV-for-vengeance-01.jpgv for vendetta 004

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15 agosto 2014 5 15 /08 /agosto /2014 19:08

Buon Ferragosto a tutti, bagnati e asciutti!

 

In Italia oggi è Ferragosto - ovvero Faerie Augusti, il Riposo di Augusto - una festa legata alle tradizioni pagane della Romanità ma successivamente anche a quelle della cristianità cattolica - ma qui in UK è un giorno lavorativo come tanti altri.
E a sottolineare la differenza, oggi, a Londra, è una giornata fredda, umida e uggiosa, che sembra quasi aprire le porte ad un Autunno incipiente.


Dalle nostre parti - in Italia - il Ferragosto si associa al Solleone, alla canicola estiva, alle vacanze al mare e alla pigrizia sonnacchiosa di giornate intera passate sulla spiaggia in un dolce far nulla, o intenti nella lettura del libro preferito (classicamente un Giallo o un Thriller) o di un giornale, o a fare le parole crociate, all'anguria gelata e al cocco ghiacciato, per non parlare della tintarella.

Ma per me  il Ferragosto - specie quando sono a Palermo - è un giorno casalingo: preferisco starmene nella quiete ombrosa e fresca di casa mia, anziché immergermi nel delirio balneare della folla estiva e vacanziera.
E mi limito ad uscire per delle brevi passeggiate con la mia Frida, avendo come meta Villa Sperlinga, che - per l'occasione - (somma goduria!) é deserta.

Pochi si ricordano ancora (a parte i fedeli) che, nel calendario cristiano, il giorno di Ferragosto è stato associato alla festa dell'Assunzione di Maria SS.

( Da Wikipedia) Il Ferragosto è una festività che cade il 15 agosto in concomitanza con la ricorrenza dell'Assunzione di Maria.
Il termine Ferragosto deriva dalla locuzione latina feriae Augusti (ovvero: riposo di Augusto) indicante una festività istituita dall'imperatore Augusto nell'8 a.C. che si aggiungeva alle esistenti e antichissime festività cadenti nello stesso mese, come i Vinalia rustica o i Consualia, per celebrare i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli.
L'antico Ferragosto, oltre agli evidenti fini di auto-promozione politica, aveva lo scopo di collegare le principali festività agostane per fornire un adeguato periodo di riposo, anche detto Augustali, necessario dopo le grandi fatiche profuse durante le settimane precedenti.

Nel corso dei festeggiamenti, in tutto l'impero si organizzavano corse di cavalli e gli animali da tiro, buoi, asini e muli, venivano dispensati dal lavoro e agghindati con fiori.
Tali antiche tradizioni rivivono oggi, pressoché immutate nella forma e nella partecipazione, durante il "Palio dell'Assunta" che si svolge a Siena il 16 agosto. La stessa denominazione "Palio" deriva dal "pallium", il drappo di stoffa pregiata che era il consueto premio per i vincitori delle corse di cavalli nell'Antica Roma.

Nell'occasione, i lavoratori porgevano auguri ai padroni, ottenendo in cambio una mancia: l'usanza si radicò fortemente, tanto che in età rinascimentale fu resa obbligatoria nello Stato Pontificio.

Buon Ferragosto a tutti, bagnati e asciutti!!!

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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