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9 ottobre 2024 3 09 /10 /ottobre /2024 07:02

Scritto il 9 ottobre del 2010 e pubblicato su Facebook
Mai riprodotto nei miei blog di allora e nemmeno qui.
Eccolo dunque
Molto attuale, visto che ci sono alluvioni da tutte le parti

Maurizio Crispi (9 ottobre 2010)

Bici multipla (foto di Tiziana Torocoletti)

Ho sognato di essere in un paese alluvionato

Acqua ruscellante da tutte le parti, colate di fango. Vie e piazze allagate si possono attraversare solo a guado.
In alcuni punti nemmeno questo, perché il livello dell'acqua è pericolosamente alto
Case scoperchiate ed invase dalla mota, alcune parzialmente crollate, mostrano impietosamente i loro interni, desolati e sottosopra
Una catapecchia senza più il tetto e parte delle pareti è affollata di Cinesi. Molti di loro sono all'unisono al lavoro, montati su di un trabiccolo a pedali multiplo che, nell'emergenza, funziona da generatore elettrico. I Cinesi si adattano sempre con prontezza e lavorano alacri in qualunque condizione - penso tra me e me

Un gatto scivola lungo la facciata diruta d'un edificio, quasi fosse su di un toboga, il corpo affusolato lucido di fango: man mano che l'agile e sinuoso movimento lo trascina giù verso l'acquitrino e lo spesso strato di mota sembra trasformarsi in pesce, mutando la sua natura e facendosi esempio vivente di chimera, uscita dritta dritta da un Fisiologo o da un Manuale di zoologia fantastica 

Smarrito, sono bloccato in un punto della cittadina, senza poter più muovermi in alcuna direzione

Dovunque il livello dell'acqua s'è levato ancor di più e non v'è valico possibile, se non a guado o a nuoto

Uno sciancato con gli abiti colorati - sembra un clown o un giullare di corte - si materializza accanto a me e, senza parole, mi propone di farmi da guida, attraverso un passo periglioso, sino ad una spianata di roccia scistosa ancora all'asciutto

 

Ma cosa potrò fare una volta giunto lassù, in alto?

Continua a piovere senza sosta e la luce già fioca, a causa della fitta coltre di nubi nere, comincia a scemare, annunciando la fine del giorno

Ho l'urgenza di andare a recuperare la mia auto parcheggiata da qualche parte

E non so più dove sia…

Le vie sono un pantano

E non so più come raccapezzarmi

La mia guida sciancata è scomparsa

Come farò da solo e - ma che pensiero assurdo, date le circostanze - senza bagnarmi i piedi e senza dovermi levare le scarpe ad arrivare alla mia auto?

Come farò ad andar via di qui?

Un prete, pastore di anime, anche lui sperduto, continua a chiedere allo stuolo di scugnizzi che lo circondano, come un gregge di pecorelle smarrite, "Ditemi, come girano le vie qui"? 

In conclusione, sono senz'auto, smarrito

La mia guida-giullare-clown  è scomparsa e con lui l'attitudine sbeffeggiante e ironica nei confronti della vita e l'arte di sopravvivere comunque, come è nella natura del giullare che, facendo ridere i potenti, riesce sempre a trovare delle vie di uscita dalle situazioni pericolose; ma anche il pastore di anime è smarrito, non sa più come fare a guidare le sue pecorelle e e a loro chiede come girino le strade.

Ci sono dei momenti nella vita in cui ci si sente smarriti e senza guida

 

E' indubbio che, nel partorire questo sogno, sono stato colpito dall'alluvione in Liguria [il primo di una lunga serie di eventi alluvionali negli anni successivi] e dalla Marea rossa in Ungheria con le numerose - impressionanti - immagini trasmesse in televisione tra cui i dettagli dei pesci argentei morti e a galla sull'acqua fanghigliosa rossa e velenosa, ma c'è anche il ricordo delle letture che mi faceva mio padre, quando avevo 15 o 16 anni, e lui - avendo scoperto Borges - veniva spesso da me con il Manuale di Zoologia fantastica tra le mani e mi diceva: "Senti questa" e mi leggeva al descrizione di una delle creature fantastiche che vi erano descritte.
Poi se ne andava e, magari, ritornava il giorno dopo per leggermi la descrizione di un altro animale. Quel libro ce l'ho sempre con me.

E da esso nacque in me la passione della lettura dei libri di Borges, poeta e scrittore cieco che scriveva a memoria, attingendo un'infinità di storie dall'enorme libreria custodita nella sua mente.

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8 ottobre 2024 2 08 /10 /ottobre /2024 12:54
Dialogo con l'ombra (foto di Maurizio Crispi)

Strani sogni questa notte

 

In particolare, 
quello di un trasloco e di un viaggio
complicatissimo
E poi, nel sogno,
si riapre un dialogo
con un’ombra, 
un dialogo che ritenevo
interrotto per sempre,
per via d’una cesura incancrenita
Le parole fluivano con facilità 
nuove possibilità s’aprivano
Ero stupito di questo,
meravigliato.
Era un dialogo lieve,
non appesantito da livore
e da cupezza,
anzi ingentilito da un’infarinatura di ironia
Tutto tornava al suo posto
Le carte venivano rimescolate
e si poteva giocare una nuova mano


Cominciava un altro giro di giostra

(8 ottobre 2021)

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7 ottobre 2024 1 07 /10 /ottobre /2024 13:24
Nottempo distorto (foto di Maurizio Crispi)

Sono appena emerso 
da un sogno faticosissimo
nel quale facevo cose
parlavo con molte persone,
incessantemente
In particolare, 
(É questo il poco che ricordo)
dovevo occuparmi di uno
che aveva dei comportamenti strani
e delirava
Dovevo ricondurlo a dei modi più accettabili e coerenti
Ma dovevo farlo 
senza che lui se ne accorgesse,
attraverso la conversazione
e creando, se fosse possibile, 
le premesse d'una relazione amicale,
tra lui e me
Per poter far ciò 
dovevo trasferirmi
nel luogo dove costui risiedeva
Ma le cose si complicavano,
quando arrivava il padre del tizio,
un tipo chiassoso e superficiale,
il quale - a sua volta -
con modalità esuberanti ed invadenti
cercava di entrare in confidenza con me,
suggerendomi - ad esempio -
dove andare ad alloggiare
o dove consumare i pasti
Cercavo di sfuggire alle sue attenzioni asfissianti,
ma era implacabile,
un autentico macinasassi rompicoglioni
E non c’era scampo

(Stacco)

E poi di nuovo a sognare di sottomettermi ad aride pratiche burocratiche, di predisporre incartamenti assicurativi non miei, ma di altri, sempre con una forte impronta ripetitiva e fallimentare

Entro ed esco da un cinema mentre è in corso la proiezione
Per esempio, avendo scelto di consumare qualcosa in sala, devo uscirne per andare a compilare un modulo per poter smaltire il vuoto a perdere
Ancora dopo ero intento in una conversazione telefonica con il medico di base di alcuni miei pazienti degenti in comunità ma la comunicazione é disturbata e la linea cadeva di continuo oppure sentivo la voce del mio interlocutore farsi flebile e a tratti indistinguibile
Sino a che, tra un tentativo e l’altro a vuoto, non mi dimenticavo ciò che avevo da dire

Uovo cosmico

Poi, in un altro momento, aprivo gli sportellini di un grosso frigorifero e passavo in rassegna le scorte alimentari giacenti, per scoprire di essere drammaticamente a corto di riserve
I ripiani erano quasi vuoti, ad eccezione di poche uova soltanto
O era un unico grande uovo di Pasqua oppure un UOVO COSMICO...
Poi camminavo per le strade e vedevo grandi affiche pubblicitarie, autentiche gigantografie, dimensioni smisurate, dove riconoscevo - messi in posa a seconda delle esigenze sceniche - persone a me ben note
Era una scoperta che mi sorprendeva e mi meravigliava
Avrei voluto condividere queste impressioni con qualcuno, ma ero solo

 

Un sogno caotico, pieno di elementi irrappresentabili: è come se un eccesso di elementi non digeribili mentalmente abbia creato un ingorgo, in cui tutto sedimenta senza potere assumere una forma, senza poter essere pensato, né elaborato

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6 ottobre 2024 7 06 /10 /ottobre /2024 11:48
Uno dei Prigioni di Michelangelo

Mi sono svegliato
di colpo,
occhi sbarrati nel buio,
la testa pesante
perché avevo sognato
sino al punto del risveglio,
ma non riuscivo a sbrogliare
la matassa informe
che occupava la mia testa,
ingombrante e immobile
come un grosso blocco di pietra
o forse anche di granito, inattaccabile
Sono stato un po’ a lambiccarmi il cervello
Ma niente da fare!
Quell’ammasso pietroso 
rimaneva lì e non mi parlava
A volte la narrazione di un sogno
si realizza mettendo su di una tela
su cui appare abbozzata una forma 
dettagli, linee, colori e sfumature
Altre volte, invece, si ottiene
con faticoso levare
come quando si ha davanti
un blocco di pietra o di legno
e con mazzuolo e scalpelli e sgorbie
con pazienza ma anche con forza
si deve togliere via
l’eccesso di materia
per fare emergere
la forma che sta sotto

 

[“per via di porre” 
contrapposto al “per via di levare
nell’analogia michelangiolesca
per dire la principale differenza
tra pittura e scultura,
applicata al sogno]

“Io intendo scultura, quella che si fa per forza di levare: quella che si fa per via di porre, è simile alla pittura: basta, che venendo l’una e l’altra da una medesima intelligenza, cioè scultura e pittura, si può far fare loro una buona pace insieme, e lasciar tante dispute; perché vi va più tempo, che a far le figure”

Michelangelo

Sale rosa dell'Himalaya

Poi rieccolo il sognare!
Sono in una grande città di mare,
con vocazione di resort vacanziero
Luogo di divertimento e svago:
la città è affollatissima,
gremita di gente vociante e festosa
Il brusio insistente di parole e risate
mi riempie la testa e me la fa scoppiare
È troppo!
Il troppo stroppia!
Resisto e cammino tra la folla
alla ricerca di uno che si chiama
Paco Camino
(anche se non so di chi si tratti),
ma mai lo trovo costui
Vedo una spiaggia dorata
un tempo meravigliosa
oggi sfregiata da lavori
di addomesticamento
Leggiadre aiuole, palmizi e fioriere
e bancarelle di venditori
 
Dov’è la bellezza selvaggia d’un tempo?
Sono irritato, mentre cammino,
immerso nel bagno di folla,
sospinto quasi, sempre avanti
senza poter esprimere 
un briciolo di volontà 
Sono qui
Sono lá
Dove sono io?
Il cane fedele è con me,
anche lui spaesato, disorientato
Siamo due revenant
ritornati dopo lunga assenza
e nulla riconoscono dei luoghi 
un tempo familiari
C’è una struttura di cemento 
aggettante sul mare
e anche lì cammino e cammino,
stupito della quantità di negozi,
tutti eguali,
la cui vocazione è secernere paccottiglia
Ma tutti sembrano essere felici così,
vocianti, estasiati,
in fibrillazione
Poi camminiamo lungo un viale 
nel quale si susseguono in fila
decine e decine di enormi SUV 
di acciaio brunito,
minacciosi
- o forse sono veicoli da guerra -
pieni di dispositivi misteriosi

Mi ritrovo, infine, in una stanza
Dietro la porta chiusa
c’è il cane uggiolante
Quando la apro
ritrovo il cane festoso
e mio figlio Gabriel
che mi sorride


(Stacco)

Poi sono di nuovo in movimento
Mi fermo ad un bar 
che ha dei tavoli rotondi 
nel dehor che dà sulla strada
Armeggio con le mie cose
e consulto carte, giornali, libri
Tutto è in disordine caotico
Poi viene il momento di andare via
e ricaccio tutto nello zaino,
senza metodo,
cosicché mi avanza sempre qualcosa
Mi arrendo, alla fine,
e lascio sul tavolo un quotidiano
malamente ripiegato,
tutto stropicciato
Sbuffo di impazienza e risentimento

Mi ritrovo nella comunità 
e qui l’amministrativo di turno
mi informa che, 
essendo la porta della cucina
(quella che si apre direttamente 
sulla strada)
rotta (si tratta della serratura difettosa)
verrà murata
in modo da risolvere ogni problema
alla radice
Io ribatto, controbatto, argomento
Vorrei sostenere il punto di vista
che è molto più economica e ragionevole
la soluzione conservativa, 
quella cioè di sostituire o riparare
la serratura compromessa
Ma non la spunto
In alto dove si puote ciò che si vuole
è stata già presa la fatidica decisione
La porta dovrà essere rimossa
e il suo vano murato
Decido di non replicare più
e non dimandare più 
C’è movimento di gente 
che va e viene di continuo, 
affaccendata
Io vorrei andare via 
e devo prendere
un grande saccone 
pieno di miei effetti personali
Controllo, inventario, catalogo
il suo contenuto 
con attenzione ossessiva
per accorgermi
che manca all’appello
una costosa boccetta
di grani di sale rosa dell’Himalaya
E si tratta del mio bene più prezioso

Cerco per ogni dove,
ma invano!
Il mio bene più prezioso
non salta fuori

(Dissolvenza)

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3 ottobre 2024 4 03 /10 /ottobre /2024 12:16
Io e la statua (autoscatto di Maurizio Crispi)

Blaterano
Bla bla bla
I conduttori delle radio FM
intrattengono
dicono fesserie
danno aria alla bocca
Questo è il loro mandato
Flusso di parole incontrollato
Logorrea cocainica
Secondo me,
prima di andare in onda,
questi si fanno di stimolanti o che
Sentire le loro voci
provoca in me
un effetto depressogeno
Li ascolto tuttavia
perché sono comunque voci
che arrivano da qualche parte
Li ascolto, 
ma senza realmente ascoltarli
Poi, il più delle volte, 
dopo le voci dialoganti,
c’è la musica
e questo mi piace
Ma dietro le parole e la musica
c’è solo un grande vuoto

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3 ottobre 2024 4 03 /10 /ottobre /2024 10:56
Nuvole sopra Palermo (foto di Maurizio Crispi)

Faccio parte di un’organizzazione segreta che dovrà operare nel campo dell'intelligence e mi ritrovo assieme ad altri a partecipare ad una riunione operativa in un luogo isolato che è poi una grande villa i cui proprietari sono caduti in disgrazia molto tempo prima
Parliamo e discutiamo del più e del meno
Poi, quando il primo chiacchiericcio si spegne, facciamo una sorta di brainstorming per scaldare l’atmosfera e per imparare a conoscerci meglio, dal momento che non ci siamo mai incontrati prima in altre circostanze
Siamo tutti disposti su delle sedie alquanto scomode, mentre altri hanno preso posto su dei piccoli divanetti accostati alle pareti e alcuni addirittura per terra
L’atmosfera è carica di vibrante attenzione e di aspettativa, dal momento che al termine di questa riunione verranno assegnati i ruoli e i compiti strategici
Ci sono dei movimenti continui, qualcuno si alza dalla sedia, qualcuno se ne va, altri entrano, io che prima me ne stavo in piedi, mi accomodo su un divanetto posto lateralmente rispetto alle file di sedie 
Su di un altro divanetto c'è uno che giace scomposto e immobile, apparentemente immerso in un sonno profondo
Discutiamo di qualcosa, ma non ricordo il contenuto del discorso
Poi, non so perché, bisogna esprimere le proprie preferenze alimentari 

La scena si sposta all’esterno e io mi assumo il compito di guidare un’auto lungo una strada che si arrampica (o scende) per una stretta vallata alpina
Questa strada è piuttosto stretta e la sua pendenza molto accentuata 
Anche questo compito (quello di dover guidar e l'auto) che mi è stato assegnato è, in realtà, una prova da dover superare per verificare la mia idoneità alle missioni a cui, in seguito, mi verrà richiesto di partecipare
Riesco a guidare con perizia, malgrado le difficoltà del terreno, mantenendo una buona velocità di crociera, cosa che non mi è usuale
Ogni tanto la strada si allarga, ma in alcuni punti è stretta con il fondo di basolato di grandi pietre squadrate
Ogni tanto ci sono dei veicoli che vengono in direzione contraria o delle persone a piedi e degli animali domestici: e, in questi casi, occorre destreggiarsi
Riesco a percorrere tutta la strada indenne per arrivare ad un gruppo di case 
Qui c’è un bivio: una biforcazione procede in salita, presumibilmente in direzione di un passo montano; mentre l’altra rimane in pianura, correndo tra due file di basse costruzioni per civile abitazione
Imbocco la seconda diramazione, anche se - appena lo faccio - comprendo di aver sbagliato: avrei dovuto proseguire lungo la strada in salita
L’ultimo ostacolo da superare è una strettoia nella quale mi devo confrontare con una donna che cammina in direzione opposta alla mia con un grosso cane al guinzaglio e devo trovare il modo di passare senza troppo rallentare l’andatura ma senza sfiorarli o mettere a repentaglio la loro incolumità 
Mi sorprendo nella mia abilità alla guida e capisco che il segreto è sì quello di tenere tutto sotto controllo, vivendo il momento presente, ma nello stesso tempo è nel potere avere il pieno controllo di quello che mi aspetta e, quindi, la regola aurea è nel  guardare la strada che ho davanti secondo una prospettiva lunga, insomma tenendo d’occhio - per così dire - la linea dell’orizzonte

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1 ottobre 2024 2 01 /10 /ottobre /2024 07:13

Naaaah!
Nooooo!
L’esuberanza cede alla stanchezza
Scarsità di risorse
Senso di impotenza
Hopelessness, anzi
Poco da fare
Poco da dire
Campi ristretti
Moschitte volanti
che vagano
senza direzione,
senza rotta
creando solo fastidio
con il loro svolazzare
apparentemente cieco e ottuso
Il loro volo è così sghembo,
così imprevedibile,
che non mi riesce mai di acciuffarle
Quand’é così
mi chiudo e mi ripiego in me stesso

Altro non mi rimane da fare

Maurizio Crispi (30 settembre 2024)

La tartaruga di terra (foto di Maurizio Crispi)

La tartaruga di terra (foto di Maurizio Crispi)

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30 settembre 2024 1 30 /09 /settembre /2024 06:49

Le nuvole del mio risveglio
sono quelle che trovo
davanti al mio sguardo
volto all’orizzonte
E queste nuvole
sono cariche dei residui del sogno
Alcune stanno
Altre su dileguano
Oppure sono esseri mutaforma
metamorfici e trasformisti
Le nuvole in cielo
non mi fanno mai sentire solo
e mi tengono compagnia,
mi parlano a volte,
mi raccontano storie,
stanno e poi se ne vanno
Non mi stanco mai di incontrarle,
né mai di stanco di salutarle
quando vanno via
So che ogni giorno
ne arriveranno di nuove

Maurizio Crispi (29 settembre 2024)

Nuvole sul mare (Foto di Maurizio Crispi)

Nuvole sul mare (Foto di Maurizio Crispi)

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28 settembre 2024 6 28 /09 /settembre /2024 13:19
Uomo-radice (foto di Maurizio Crispi)

Sono in un luogo dove si progettano attività educative e faccio parte del team dei decisori
In questa circostanza si tratta di discutere i programmi per un prossimo corso indirizzato a operatori dell'organizzazione presso cui lavoro
(il sogno non dice nulla sul tipo di organizzazione, e nemmeno sulla tipologia degli operatori, né tantomeno sulle mie qualifiche)
Mi ritrovo tra le mani un foglio con alcuni appunti vergati a meno da un altro componente dello staff e m’ingegno a trascriverli in una forma coerente
(si tratta di compiere anche un lavoro di interpretazione che, a tratti, diventa ermeneutica della più bell'acqua)
Dopo aver fatto ciò, vado a confrontarmi con l’autore della traccia, ma quando arrivo alla sua postazione ho perso tutto, sia la sua traccia sia la mia trascrizione
Assieme, cerchiamo di ricordare ciò che era stato scritto, ma senza successo.
Il mio interlocutore, che si chiama Baldo (non Ubaldo e nemmeno Eubaldo e nemmeno Arcibaldo, ma semplicemente Baldo) , tira fuori dal cassetto della scrivania una seconda traccia, come quella scritta a mano e quasi identica alla precedente nei contenuti (che, anche qui, vanno decifrati e interpretati)
Variano solo alcuni dettagli
Tra di questi vi è il nome di un personaggio da invitare che è una specie di Slavoj Žižek nel campo dell’educazione musicale.
Io, davanti all’inserimento di costui, ho qualche perplessità, poiché ritengo che egli sia un intellettuale piuttosto eccentrico, dalle ardite concezioni e poco adatto alla audience a cui si andrà ad offrire quest’attività, un’audience costituita prevalentemente da operatori portatori di un sapere pratico e, per questo motivo, scarsamente propensi ad indulgere in elucubrazioni intellettuali
Baldo mi dice che costui già è in contatto con noi da tempo e viaggia regolarmente sin qui dalla capitale partenopea dove risiede per dare vita ad una serie di seminari formativi su base volontaria che hanno riscosso molto successo
Da qui scaturisce la proposta di inserirlo in modo più organico nel progetto educativo a cui stiamo lavorando
Non so nulla. E' la prima volta volta che sento parlare di quest'iniziativa
Baldo sembra esserne orgoglioso, come si trattasse di una sua creatura
Io sono per di più alquanto piccato per non essere stato invitato a partecipare
Come risultante visibile, mi mostro perplesso ed esprimo a Baldo tutta la mia disapprovazione a Baldo, per avere avviato quest'attività senza prima discuterne con i decisori, per averne un’approvazione per quanto inizialmente solo informale

Dissolvenza 

Che strano sogno, pieno di burocratese!

autoscatto perplesso (Foto di Maurizio Crispi)

Ho sognato che ero in un luogo di cura, come medico e psichiatra
E si trattava dunque d'un luogo per la cura del disagio psichico
Un paziente e una paziente nel privato di una stanza facevano sesso
Venivano colti sul fatto
La cosa si veniva a sapere e si scatenava un putiferio, una tempesta di giudizi e di denigrazione
Io - in tale frangente, proprio in quanto medico - ero chiamato a prendere posizione
Chi sa perché quando si tratta di giudicare il comportamento altrui, di comprimerlo, di reprimerlo, di limitarlo, di condurlo entro certi parametri ritenuti accettabili, il medico - specie se psichiatra - viene considerato la massima autorità o, addirittura, il controllore dei controllori, il massimo custode, già chi sa perché!
A me questo ruolo stava stretto
E, dunque, in questa circostanza, mi rifiutavo di prendere posizione nella diatriba in questione e di intraprendere qualsivoglia azione repressiva

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24 settembre 2024 2 24 /09 /settembre /2024 10:27
Palma e nuvole (foto di Maurizio Crispi)

Mi scervellavo per ricordare il sogno che avevo appena finito di fare poco prima del mio risveglio ed ecco che ne è emersa una traccia

Anche questa volta ero in un grande resort: una villa antica circondata da un immenso parco in parte all’inglese e in parte all’italiana, e quindi v’erano sezioni con grande aiuole delimitate da siepi perfettamente sagomate, roseti, serre, grandi prati curati e zone lasciate a bosco e piccole costruzioni amene sparse qua e là nel verde. Non mancava nemmeno il laghetto sulle cui acque flottavano maestosi dei cigni. In realtà, era una vera e propria tenuta, di cui era difficile poter scorgere i confini.
Eravamo qui per prendere parte ad una ricevimento o, forse, per prendere accordi con il Maestro di casa per un futuro ricevimento.
C’era la mamma, mia cugina Patrizia e mio fratello, oltre a tanti altri che riconoscevo come ancora viventi
Io mi occupavo di mio fratello: la cosa che mi ha colpito era che lui non era in carrozzina - come spesso appare nei miei sogni - ma io facevo in modo di tenerlo in piedi
E come? 
Lo tenevo davanti a me cingendogli il torace con le mie braccia, passate sotto le sue ascelle e le mani strettamente intrecciate davanti, la sua schiena contro il mio petto: e, in questo modo, procedevamo a piccoli passi, io di volta in volta con il mio arto inferiore spingendo in avanti il suo.
La sua spasticità faceva da puntello, insomma, e alleviava la forza di gravità 
Però questo modo di incedere era buffo, perché procedevamo all’unisono, come un sol uomo
Un po' come in quel gioco che si fa da bambini quando un adulto ti invita a mettere i piedini sui suoi e comincia a camminare facendo compiere a te che te ne stai così poggiato e sostenuto ad un tempo dalle sue mani gli stessi passi, all'unisono. E di solito questo gioco è accompagnato da grandi risate
[In effetti, qui, io con il mio corpo nella sua totalità facevo da protesi totale - una protesi total body - per la disabilità di mio fratello]
La mamma era preoccupata che io mi stancassi troppo, ma io le dicevo che era tutto a posto
E, in effetti, mi sentivo in uno stato di grazia, quasi esaltato per ciò che riuscivo a fare
Tenere in piedi mio fratello!
Farlo camminare!
Entravamo anche nell’atrio della grande casa e qui, seguendo i suggerimenti del cerimonioso Maestro di casa dovevamo compiere una simulazione della cerimonia che si sarebbe svolta dopo, prima del ricevimento reale, per essere certi che nel momento topico tutto si sarebbe svolto nel migliore dei modi
Poi, uscivamo di nuovo all’aperto, attraversavamo un grande prato e arrivavamo in una zona dove dei grandi treni, di pochi vagoni ciascuno, ma imponenti, andavano e venivano come se fossero navette
Traghettavano ogni volta pochi passeggeri sino all’altra estremità del prato, dove si intravedeva la linea scura di un bosco e dove, forse, si trovavano altri edifici di servizi e anche di opifici
Qualcuno ci diceva che in quella zona vi era un “serpentificio”, un luogo in cui venivano allevati i serpenti per le più diverse esigenze, ma anche per conoscere i serpenti e studiarli, una sorta di zoo dedicato esclusivamente a loro
I convogli andavano e venivano sbuffando 
Ci invitavano a salire e ad affrettarci perché altrimenti i posti sarebbero stati  occupati da altri

Questa scena dei treni possedeva molto fascino e aveva un che di grandioso 

Dissolvenza

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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