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22 febbraio 2025 6 22 /02 /febbraio /2025 09:10
contrasti (foto di Maurizio Crispi - 2016)

Un sabato mattina, un uomo anziano se ne sta immobile seduto su di un grosso tronco abbattuto e scortecciato che funge da rustica panchina: immediatamente, ho sentito l’esigenza di fotografarlo
Dei runner gli sfilano davanti, alla loro andatura, baldanzosi, chi più chi meno, ma con quella baldanza di chi ha la certezza di avere ancora davanti molto tempo da vivere
L’uno è vestito di abiti scuri, gli altri - i corridori - indossano indumenti tecnici vivacemente colorati
L’anziano è solo, isolato, chiuso in sé stesso, avvolto nel suo giaccone con le mani insaccate dentro le tasche.
I podisti amatoriali fanno parte di una comunità itinerante e, in ogni caso, sono lì riuniti per partecipare ad un evento. Anche se non si conoscono, invisibili legami di solidarietà (o antagonismo) li connettono gli uni agli altri in una rete
Sembra che l’anziano se ne stia lì, seduto, solo per far passare del tempo che altrimenti sarebbe per lui troppo dilatato ed insostenibile, tale da dargli la mattina ad ogni suo risveglio una sensazione di schiacciante oppressione
I runner frequentatori del quel parco o giunti per partecipare alla piccola gara/allenamento hanno sicuramente molti altri impegni, a seguire: la loro giornata è piena di cose, di incontri, di discorsi, di aspettative e di azioni da compiere. Sicuramente a loro il tempo non basta mai, mentre invece l’anziano ne ha a iosa
Gli anziani e i vecchi, specie in una città come la nostra, possono sentire il tempo come un peso inesorabile: da sopportare, gravoso, soffocante, dal risveglio della mattina alla sera quando giunge il momento di andare a dormire, come una liberazione: e, nell’intervallo, c’è l’impegno di farlo passare questo tempo a loro disposizione o di lasciarsi trascinare dalle sue derive
E non è più un tempo lineare, in cui ci sono mete da raggiungere e obiettivi verso cui tendere, ma soltanto un tempo circolare ripetitivo, in cui ricorrono e si rincorrono soltanto piccole azioni quotidiane che servono soltanto a far passare il tempo, agognando al momento in cui la giornata sarà conclusa. Un tempo in cui ogni giornata è spaventosamente eguale all’altra che l’ha preceduta e che la seguirà, un tempo in cui non esistono più sabati e domeniche, fine settimana, vacanze, festività, ma in cui ogni giorno è eguale e piatto
Quando si arriva a questo punto, in fondo, si è già pronti all’eterno riposo, poiché ogni giorno è in sé una fine dolorosa a cui si è condannati ripetutamente, la totale vacuità, la mancanza di scopo, il vuoto di relazioni e di affetti, e tanti piccoli riempitivi
L’immagine dell’uomo seduto sulla panchina (in verità - e molto simbolicamente – si tratta solo di un vecchio tronco abbattuto, una carcassa dunque) mi ha dato molto da pensare e mi ha profondamente intristito
Mi ha fatto ricordare uno zio - che mi è caro nel ricordo - il quale spesso - per ingannare i suoi lunghi pomeriggi vuoti - andava a sedersi sulla panchina davanti alla statua di Padre Pio nella piazza vicino a casa sua oppure sul basso muretto che contorna il giardino pubblico dirimpetto.
Portava con sé una vecchia copia spiegazzata di un Giallo Mondadori e ne leggeva alcune pagine, ma il più delle volte guardava il mondo che girava attorno a lui
Quando lo avvistavo, qualche volta mi avvicinavo a lui, lo salutavo e scambiavamo qualche parola
Ma qualche volta - lo confesso - mi corrucciavo e, con il cuore gonfio di dispiacere, mi allontanavo senza farmi vedere, forse sbagliando, ma quella sua solitudine così palese mi metteva addosso un’angoscia troppo profonda


(Palermo, 22 febbraio 2016)
 

Mi rendo conto di essere stato troppo deciso nel propendere verso una lettura: e convengo che ce ne potrebbero essere molte altre possibili.
Il bello delle immagini é che ciascuno può costruirvi una propria storia personalizzata che dipende da fattori diversi, come la propria visione del mondo, la propria storia personale, le proprie idee ed esperienze, e, non ultimo fattore, il proprio stato d'animo.
E' noto che lo stesso libro letto in epoche diverse della vita può suscitare emozioni diverse, perfino nello stesso lettore.

Quanto ho cercato questo scritto! Avrei voluto inserirlo nel mio libro sulle panchine. Ed invece, niente.
Ora, all’improvviso, grazie alla funzione “Ricordi” di Facebook è all’improvviso balzato fuori.
E, quindi, ho pensato di inserirlo qui

Maurizio Crispi (22 febbraio 2016)

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22 febbraio 2025 6 22 /02 /febbraio /2025 09:03

22 febbraio 2014

Maurizio Crispi (22 febbraio 2014)

Il mostro di Lochness

E' splendido il paesaggio sulla laguna

 

La superficie dell'acqua è immota

e d'una cristallina trasparenza

ma se cambia la direzione del vento

vi si potranno riflettere il cielo

e le nuvole candide

 

Il grosso tronco di un albero

semi-calcificato,

caduto chissà quanto tempo prima,

giace immerso a metà nell'acqua,

appoggiato ad un gruppo di rocce bianche

aggettanti da terra

a formare un piccola insenatura

 

Tra il tronco e le rocce s'è formata

una piscina naturale di grande bellezza

che io ammiro estasiato,

La sensazione estatica, tuttavia,

non m'impedisce di intervenire

per spostare il tronco

in una posizione più congeniale

 

Mi sembra che, così com'è,

tutto messo di sghimbescio

possa scivolare

e vorrei incastrarlo meglio tra le rocce

 

Tentativi sovrumani sono i miei

e non portano all'esito sperato

 

Scivolo sul greto sabbioso, ansimante,

(e la sabbia candida è di un bianco abbacinante)

e giaccio a lungo prostrato

con il corpo semisommerso

nell'acqua trasparente

 

E, mentre mi riprendo,

ecco che scorgo,

mentre si spinge nella mia direzione

un serpente d'acqua,

enorme,

fuori misura,

ben più grande di un ananconda

 

Anaconda nel  film "La Furia dei Cento Veleni" (dal web)

Vedo affiorare la sua testa triangolare

e la lingua biforcuta dardeggiare

fuori dalla bocca senza labbra,

semiaperta

 

Il bestione si muove agile, senza sforzo,

davanti al lui l'acqua appena smossa

disegna sottili cerchi concentrici

che si espandono verso di me,

accarezzando il mio fianco a loro esposto.

 

Sono preso dalla meraviglia e dall'incanto 

di ciò che osservo

e penso con orrore 

che si tratta d'un serpente d'acqua,

GIGANTE,

pari forse soltanto al mitico 

mostro di Loch Ness 

nelle rappresentazioni di più fervida fantasia

e nei bestiari e nei trattati di zoologia fantastica

 

Posso appena indovinarne le dimensioni

mentre si avvicina, facendomi la corte

 

Il senso di meraviglia è adesso sovrastato da quello di minaccia

e dalla claustrofobica anticipazione d'un abbraccio letale

 

Già sento il freddo tocco delle sue squame

sulla pelle del mio addome 

e sono certo che presto apprezzerò

la sua stretta tenace

mentre l'aria viene strizzata fuori

dal mio petto in un ultimo urlo

 

Provo a scappare via

con un guizzo

ma il mio corpo non risponde,

rimane immobile 

come quel tronco morto

 

Una voce risuona nella mia testa

"Mauri the Lowry, Mauri the Lowry"

mi ripete suadente e benevola

 

Ed io mi risveglio di colpo

nel cuore della notte

quieta e tranquilla

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22 febbraio 2025 6 22 /02 /febbraio /2025 08:36

Mi sono imbattuto in un sogno del 22 febbraio 2010,
mai trascritto prima nei blog
Questa notte ho fatto
un sogno complesso di cui ricordo poco
Ero all'interno di una prigione
(e non ricordo quale fosse il mio ruolo,
se operatore o prigioniero)
Camminavo attraverso un vasto cortile
cinto da alte e possenti mura,
con torrette di guardia ad intervalli regolari
Il terreno era incolto e piene di erbe infestanti
cresciute quasi ad altezza d'uomo
in gran parte già disseccate dalla calura
Pensavo che ci fosse bisogno urgente di manutenzione
Intanto, assieme ad altri,
camminavo, guadando la distesa d'erba,
con piccole spine che mi s'attaccavano ai vestiti
ed altre che mi pungevano e graffiavano le mani

Poi, arrivavo in un luogo riparato e qui, su di un tavolo,
c'erano frammenti di bicchieri
Bicchieri ordinari, per carità,
bicchieri di casa
Pensavo allarmato che qualcuno avrebbe potuto tagliarsi
oppur usare uno dei pezzi più grandi come arma
per offendere e ferire
Li raccoglievo e li avvolgevo in pezze di stoffa
in modo tale che maneggiando gli involti
nessuno potesse incautamente farsi del male
Poi, cercavo di capire chi potesse essere l'autore del danno
Ma - per quanto riflettessi - non arrivavo a nessuna conclusione attendibile
Più avanti, trovavo un pentolino rovesciato per terra
contenente cinque bicchieri allungati
Questi, fortunatamente, nella caduta
non s'erano rotti
Sollevavo il pentolino
e lo mettevo al sicuro
su d’un tavolo
Ne parlerò con Ale
Forse lei mi darà una chiave

Poi, dando un occhiata
alle "memorie" di Facebook
relative al 22 febbraio
ritrovavo questo sogno perduto e dimenticato,
una quasi incredibile concidenza!

Maurizio Crispi (22 febbraio 20210)

Vetro infranto ed incrinato

Reticolo di crepature su vetro

Sono in piedi vicino ad una finestra dalle grandi vetrate, con i battenti spalancati. All'improvviso, sento un scricchiolio secco e osservo che nel vetro s'è formata una crepa che rapidamente si estende e si ramifica

Mi mette ansia questo incessante scricchiolio ed anche il veloce estendersi e ramificassi delle crepe

Temo che, di colpo, le vetrate possano cedere e, precipitando a pezzi, ferirmi malamente. La vetrata, in effetti, comincia a venire giú 

Prima cerco di deviare la traiettoria dei frammenti.  Poi, quando mi rendo conto che si tratta di una mission impossible, tento di allontanarmi il più rapidamente possibile

Ma è come se si fosse innescato uno tsunami. È troppo tardi per mettermi in sicurezza  

La frammentazione del vetro si faceva sempre più rapida, procedendo ad un ritmo esponenziale 

L'aria si riempie d'una finissima polvere silicea derivante dalla minuta l’articolazione del vetro che é dovunque per quanto invisibile

La pelle mi si ricopre di particelle silicee, taglienti, e i polmoni ne sono colmi

Mi sento la pelle tutta ricoperta da queste particole, che mi entrano negli occhi, nelle narici, in bocca, nelle orecchie

La pelle non respira più

Appena cerco di liberarmi da questa coltre sottile come un velo, ma scintillante, lacero la pelle del volto che, istantaneamente, si trasforma in una maschera di sangue

Come pure prendo a sanguinare dal naso, dalle orecchie, dalla bocca

Sangue dovunque  

A questo punto, mi sono svegliato di botto, straniato

(Dissolvenza)

I sogni non mi fanno mai disperare
Alcuni sono semplicemente meravigliosi perché ti fanno entrare in mondi sconosciuti
Sono come delle porte che ti si aprono davanti, consentendoti di dare un occhiata a universi possibili e alternativi

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21 febbraio 2025 5 21 /02 /febbraio /2025 11:11
In acqua farlocca (foto di Maurizio Crispi)

Ho sognato

Appena sveglio
provo a ricordare
ma non cavo
un ragno dal buco

Eppure c’è qualcosa
Qualcosa di confuso ed informe
che preme per uscire
e mi sfugge via 
appena guardo e cerco di focalizzare

Ho dormito come un ghiro, in verità
in pratica senza risvegli
e senza soste di veglia per la lettura

Sarà per un altra volta
I sogni sono elusivi
A volte fanno i dispetti
Si mostrano come miraggi lontani
ammiccanti nella lontananza
e appena ti muovi 
in quella direzione
per andare a vedere,
per acchiapparli,
si fanno evanescenti e scompaiono

Bisogna essere pazienti
e sapere aspettare
che essi vengano a te
a farti dono di mondi alternativi
e di vite diverse
in cui tutto è possibile,
come anche il contrario di tutto

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21 febbraio 2025 5 21 /02 /febbraio /2025 06:33

Ho sognato che,
al termine d’un lauto pasto
mi veniva servito un dessert delizioso
Mi accingevo a gustarlo
già con l’acquolina in bocca
prodotta dalla sola vista
Mi guardavo attorno,
sentendomi spaesato
Dov’é il mio dessert?
Non c’è n’era traccia
Ero nella mia macchina
e nel tepore del sole
mi ero addormentato
d’un sonno immediato
e profondo
Mi è rimasta la voglia di quel dolce,
con le papille gustative
inutilmente allertate
Quasi quasi mi metterei
di nuovo a dormire
per ritornare a quel sogno
e degustare quel sontuoso dolce

Maurizio Crispi (21 febbraio 2022)

Un sogno recuperato, un sogno di delizia gastronomica... che, sul più bello, mi viene sottratta, un sogno tantalizzante, si potrebbe dire.
Ma, orsù, vi ricordate di Tantalo? Chi era costui?
Ma io, quali offese ho arrecato agli Dei, per dover essere tantalizzato, sia pure nel sogno?

 

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21 febbraio 2025 5 21 /02 /febbraio /2025 06:21

Ho sognato un’Arca,
un’Arca santa e dell’Alleanza
Molti come me.
hanno visto in sogno
questa stessa Arca,
identica la foggia
identico il contenuto
È sorprendente questa consonanza
Perché capita?
Non so!
L’Arca è di legno pregiato
ed è fornita di manici per il trasporto
La sua parte centrale è rivestita
d’oro e d’argento,
lavorati in lamine sottili, a sbalzo
Il contenuto dell’Arca
è indescrivibile,
anzi è inconoscibile
Volerlo conoscere
agli arditi che volessero tentare
impone un rischio
cui nessuno sente di esporsi
Troppa Conoscenza,
tutta assieme,
potrebbe folgorare
in un solo istante
l’incauto esploratore
Ma quest’Arca è anche
galleggiante
Infatti, nel mio sogno,
la vedevo allontanarsi per mare,
spinta dai flutti e dalle correnti

Tutto qua

Maurizio Crispi (21 febbraio 2024)

Il sogno dell'Arca
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20 febbraio 2025 4 20 /02 /febbraio /2025 06:33
Di corsa con il cane sulla spiaggia (foto del 1980, non mia)

Corro con il cane al guinzaglio

Cosa c'è di meglio che correre con il cane fedele che ti cammina a fianco?

Non sono nei posti soliti, quelli che percorro abitualmente durante le mie camminate e corsette mattutine
non ricorre nessuno dei soliti scenari

Ed invece: alberi, prati verdi, case molto distanziate le une dalle altre, non grandi condomini e palazzoni 
Luoghi ariosi e di natura: ogni tanto dei piccoli boschetti distanziati gli uni dagli altri, ma formati da alberi cresciuti e vigorosi, non toccati dalla mano dell'uomo e mai scalfiti dalla motosega
Il cane corre tranquillo al mio fianco 
il mio passo è lento e regolare
Mi godo la mia corsa, un passo dopo l'altro 
All’improvviso vedo avanzare verso di me una grande folla di corridori tutti con il pettorale indosso 
Sono centinaia e centinaia 
Vanno anche loro ad andatura costante, anche se più veloce della mia 
E' come se fossero sincronizzati e come se tutti corressero all'unisono, come animati e ritmati da un unico e invisibile metronomo
Li dovrei incrociare, e poi proseguire per la mia strada, da solo come già ero
Eppure cambio direzione e mi metto a correre assieme a loro 
Certo, la cosa mi costa fatica, poiché vanno ad un'andatura superiore alla mia e, stringendo i denti, devo adattarmi
Il cane mi segue voglioso e volenteroso
La lingua gli penzola fuori dalla bocca
Ogni tanto gira il testone verso di me per sogguardarmi
Nel momento del cambiamento ero, in verità, prossimo a completare il mio giro di corsa, ma essendomi unito a loro, devo ampliare il percorso e non sono certo che poi potrò ritornare al punto di partenza della mia corsa solitaria 
Sono consapevole che, immesso in un percorso divergente, potrei trovarmi a fine corsa a molti chilometri di distanza da casa o anche soltanto dalla mia querencia
Eppure adesso ho preso l'abbrivio e vado con questo grande gregge in corsa: non mi lascio smontare del timore di poter andare troppo lontano 
L’unico problema - rifletto - è che sono senza pettorale 
A un certo punto, vedo del trambusto poiché ci sono degli addetti alla sicurezza sparsi lungo il percorso che cercano di fermare tutti coloro che corrono in mezzo alla folla dei runner regolari (e certificati) senza indossare il pettorale 
Ci sono piccoli momenti di trambusto: alcuni vengono fermati, si attivano delle discussioni: quelli fermati non vogliono interrompere la loro corsa, ma non c’è niente da fare per loro perché sono senza il pettorale 

Cerco di dissimulare il fatto di essere senza pettorale e di non essere come gli altri 
Cerco di illudere i controlli e farla franca 
Cerco di non diventare un target destinato all'espulsione
Cerco di rendermi invisibile
Forse sono davvero invisibile

 

Dissolvenza
 

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18 febbraio 2025 2 18 /02 /febbraio /2025 03:57

Questo scrissi esattamente un anno fa e mi scuso con Philip K. Dick se ho preso a prestito il titolo di un suo intricato (ma emblematico) romanzo

Maurizio Crispi (18 febbraio 2024)

Villa Sperlinga di notte (foto di Maurizio Crispi)

A che ora ci vai?
Alle sei del mattino!
Ma veramente?
Veramente!
Ma non è troppo presto?
No! 
Cosa farai allora?
Come occuperai l’attesa?
Ancora non ci ho pensato! 
Forse leggendo,
forse pensando 
e creativamente oziando


Vorrei andarmene 
Poter essere in un posto diverso 
dove non sono più tormentato!

Mi chiede allora
il mio interlocutore  fantasma:
Intercederai per me 
con coloro che mi tormentano?
La mia vita è una terribile fatica 
Da dieci anni  non vivo più
La mia vita è stata rovinata
dalle loro trame
Non ho nessuno 
Sono finito qui 
Sono un naufrago 
su questa sponda desolata 
Vorrei ricominciare a vivere,
ma non posso 

Perché?

Perché dovunque ci sono dei torturatori 
che mi assillano  
come tafani molesti
e per di più godono 
del mio tormento 
e della mia disperazione
Tutto ciò che faccio
viene inquinato 
dai costoro e dalle loro risate sadiche
Anche le cose migliori 
non sono quello che sembrano
Dietro le apparenze più benevole
si nasconde uno scherzo crudele,
uno sberleffo, 
che avvelena ogni momento della mia vita
trasformandolo in orribile finzione
o in grottesca pantomima
E, in ogni caso,
sono sempre assillato dal dubbio
che dietro ogni cosa
si nasconda il Grande Gioco

Ecco, io sono l’uomo 
chiuso al centro d’un labirinto inaccessibile, 
inviolabile e pieno di insidie
Il labirinto é la mia prigione 
e la mia condanna,
ma è anche la mia salvezza
Ci sono entrato per mettermi al sicuro,
ma non posso più uscirne
Sono l’uomo nel labirinto, dunque!
Non c’e redenzione possibile per me
Non c’è riscatto 
Ma se puoi intercedere per me, fallo!

Così mi andava dicendo 
quell’uomo disperato


(Dissolvenza)

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17 febbraio 2025 1 17 /02 /febbraio /2025 07:39
Ale in formato francobollo (foto di Maurizio Crispi)

Ho sognato

Ed ecco che, a distanza di tempo,
mi accingo a scriverne,
del sogno 

Ma ecco che ci sono interferenze
e molte conferenze
Cerco di arginare il flusso delle parole e delle emozioni
fuori controllo
Aspetta, aspetta!
Sono in funzione dettatura 
Ho detto “Dettatura
[Potevi scrivere, prima, mannaggia!]
No, non potevo farlo prima nottetempo, 
perché il telefono s'era scaricato 
Non ho potuto farlo di notte 
E come tu sai
c’è sempre tempo di notte
Nelle cose c’è sempre un qualcosa
Blatero, sì, blatero!
Ora non ricordo più
Pezzi essenziali del mio sogno si son dileguati 
Non posso più scrivere
Perdo memoria
la mia mente si disintegra 
va a pezzi 
si dilacera in brani
di smorto ed inutile tessuto cerebrale
L'arazzo si frammenta
Brontolii incessanti
Brusio della lingua
C’est pas possible!

Azzeriamo tutto, allora, e ripartiamo!
Forse questa è la volta giusta!

Il sogno tratta di una faccenda condominiale
[Ma ecco che c'è una nuova interferenza
che mi porta a riportare le considerazioni 
d'una diva del porno 
espresse pubblicamente alcuni anni fa]
Un pompino non si nega mai a nessuno, disse costei
É come invitare una persona 
a bere un caffè 
E un caffè non si rifiuta a nessuno!
E lo diceva Valentina Nappi 
(in un’intervista nientemeno pubblicata  su Micromega
all'interno di un servizio contenente
una riflessione a molte voci 
sul porno nell'attualità e nella contemporaneità,
ormai sdoganato nel pubblico pensiero
e nella riflessione degli intellettuali)
[Andiamo, orsù, che ti offro un pompino!]

Ma torniamo al sogno 
[finalmente! Non vedo l'ora!
L'ora delle grandi decisioni è giunta!]
Qui si deve parlare di sogni e non di altro!

C’é un qualcosa di ominoso che deve accadere 
ed è il taglio d’un albero possente

Perché ciò doveva essere fatto?
Mistero!

Si attivava un movimento d’opinione 
tra i condomini 
e nasceva un comitato d’azione e di protesta
per la protezione e la salvaguardia dell'Entalbero

Cambio di scenario
Sono adesso in un appartamento (il mio, forse?)
Stiamo sistemando qualcosa
C’è il lettino di terapia di Ale
(Hare Krishna, Krishna Hare)
e altre stanze dove dovremmo dormire, 
arredate di tutto punzo [whoops, "punto"!]

Poi andiamo via per qualche ragione
che mi è ignota,
seppur prima nota, 
ma ho dimenticato

Quando ritorniamo
l’appartamento è stato occupato da altri
Cerco di spiegare che sono io
il nuovo proprietario
ma quelli non sentono ragioni
Esco su di una specie di slitta 
servo-trainata da cavalli meccanici
Andiamo verso il centro città 
dove sono in corso 
festeggiamenti carnevaleschi
Sfilate
Carri allegorici
Travestimenti grotteschi
Esseri mostruosi
Converso con uno 
che è il capofamiglia 
del nucleo familiare 
che s’e appena insediato a casa
Cerco di convincerlo del fatto 
che io sono il nuovo abitante 

Quello cambia di continuo discorso
Glissa 
Evita il confronto
Distoglie lo sguardo

Scendo dal carro stizzito e proseguo a piedi

Ci sono esseri giganteschi
simili a draghi
che intuisco soltanto
poiché entrano soltanto di striscio 
al margine del mio campo visivo periferico
Se li vedessi nella loro interezza,
se focalizzarci lo sguardo su di essi
e sui loro orripilanti dettagli anatomici
morirei di paura, lo so

Poi mi ricordo
Sto soltanto sognando

Io ce l’ho la casa!

Non c’è nessuno che 
mi minaccia 
e vuole subentrare a me
Nessun occupante abusivo!

E così mi sveglio 
e per questa volta ce l'ho fatta!

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16 febbraio 2025 7 16 /02 /febbraio /2025 09:54

Questo scrissi il 16 febbraio 2024

Maurizio Crispi

Foto di Maurizio Crispi

Una sonnolenza improvvisa
e crollo addormentato

Il libro che sto leggendo
mi cade di lato
Rimango così a ciondolare 
per un tempo indefinito

E mi ritrovo a sognare

Sono sulla cima piatta 
di un’alta torre
svettante tra le nubi 

Sono del tutto solo
8non c'è nessuno lì con me)
e sono pronto
a spiccare un balzo
nella voragine blu
che si apre sotto di me

Ogni momento è buono
per compiere il gran balzo
Anche se mai si può essere 
del tutto pronti per questo

Raccolgo le mie forze

Sospendo ogni pensiero

E salto
staccando i piedi da terra
dopo essermi dato una spinta
in alto e in avanti

Entro nel vuoto che mi ghermisce

Sento il vento che mi carezza 
lieve all’inizio
e poi più forte

Ho le orecchie 
piene d’un rombo ominoso

Cado senza gridare
come peso morto

Tutto si fa buio

E mi sveglio
con un sobbalzo

Eccomi!
Sono qui!
Sono tutto intero!

quella torre metafisica
è svanita dal mio ricordo
e c’è soltanto
il prosaico divano
che, come sempre,
mi accoglie benevolo

Anche questo scrissi il 16 febbraio 2022 e, in fondo, sempre di una torre-rifugio si tratta

Maurizio Crispi

Chiuso in un guscio
protettivo
ho imparato a stare a casa
Volentieri, rimando tutte le incombenze

Come Bartleby lo Scrivano dico a me stesso 
“Preferirei di no”
A casa c’è molto da fare
come anche molto da non fare

Ci sono libri da leggere
che sempre mi attendono
anche a notte fonda
C’è la musica
che può accompagnarmi
sempre e dovunque
C’é la tele con le sue offerte infinite 
di film e serie su Netflix e Prime
Ci sono scorte di cibo
C’è il computer per scrivere
e per connettersi con il mondo
Ci sono cimeli e ricordi 
- a iosa -

Ci sono presenze amabili 
e affabili 
E talvolta questi ologrammi 
divengono reali,
come presenze in carne ed ossa
che mai mi annoiano

Insomma, stando a casa,
nulla mi manca
e sono sempre indaffarato e molto busy 
anche se talvolta mi fermo
per meditare 
contemplando il mio ombelico

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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