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6 settembre 2025 6 06 /09 /settembre /2025 05:54
selfie sfuocato

Succedono molte cose in questo sogno

Sono in un palazzo antico le cui mura hanno uno spessore ciclopico
C’é una nicchia profonda scavata nel muro e ha la capacità di accogliere anche tre persone
È come una piccola stanza scavata nello spessore del muro
L’accesso alla nicchia non è facile
É sopraelevata e per potervi entrare bisogna sollevarsi a forza di braccia
All’interno c’è già un’occupante che guarda fuori attraverso una finestrella ad occhio di bue che s’apre nello spessore del muro
Vorrei inerpicarmi e salire, ma non è cosa semplice, visto che ho con me tutta l’attrezzatura fotografica
Ci tento più e più volte, sforzi inani, perché ogni volta ricado pesantemente a terra
Dovrei salire su, perché il mio compito lì è costruire una documentazione per immagini
Poi sono su - e non so come ci sia arrivato - e scatto numerose foto
Mi sporgo con la testa fuori dalla finestrella ad occhio di bue e cerco di scattarmi un selfie, ma non è agevole, perché non c’è abbastanza spazio per tirare fuori un braccio che regga l’apparecchio fotografico
Poi a questo punto compare nella nicchia un terzo personaggio, uno psicologo di nome Oighen e facciamo un po’ di conversazione anche se lo spazio è veramente angusto e dobbiamo stare pigiati uno sull’altro come sardelle in scatola
Usciamo fuori dalla nicchia e percorrendo un lungo corridoio fiancheggiato da mura titaniche giungiamo ad un corte interna dove vi è, a vista, un poderoso sistema di enormi tubature di cotto chiazzate di muschi e licheni che servono allo smaltimento delle acque nere reflue dall’intero palazzo
Si sente infatti una vibrazione sonora che proviene da quelle tubazioni è un chiocchiolio allegretto di acque che scorrono
Sembra di essere in una valle montana, penso, anche se dalle commessure dei diversi segmenti delle tubazioni di cotto non perfettamente saldate fuoriescono miasmatiche esalazioni
Fotografo tutto quanto
Questo sistema fognario a cielo aperto possiede indubbiamente un suo fascino
Mentre fotografo tuttavia, tale è la puzza che devo turarmi il naso


Dissolvenza

La città di Amelia, difesa a nord da uno sperone roccioso, è circondata quasi interamente da un’imponente cinta muraria che oggi appare come la somma di tecniche e stili differenti, raccontando nella sua stratificazione secoli di rifacimenti, ricostruzioni, restauri e ampliamenti del sistema difensivo della città.  Le mura amerine rappresentano una delle emergenze monumentali e archeologiche più imponenti della città, nonché un importante esempio di opera poligonale, tecnica costruttiva che prevede la realizzazione di un paramento murario costituito da grandi blocchi di calcare dalla forma irregolare. I blocchi sono sovrapposti uno sull’altro senza l’utilizzo di malta e la stabilità del paramento murario è garantita esclusivamente dal peso di queste enormi pietre.

La città di Amelia, difesa a nord da uno sperone roccioso, è circondata quasi interamente da un’imponente cinta muraria che oggi appare come la somma di tecniche e stili differenti, raccontando nella sua stratificazione secoli di rifacimenti, ricostruzioni, restauri e ampliamenti del sistema difensivo della città. Le mura amerine rappresentano una delle emergenze monumentali e archeologiche più imponenti della città, nonché un importante esempio di opera poligonale, tecnica costruttiva che prevede la realizzazione di un paramento murario costituito da grandi blocchi di calcare dalla forma irregolare. I blocchi sono sovrapposti uno sull’altro senza l’utilizzo di malta e la stabilità del paramento murario è garantita esclusivamente dal peso di queste enormi pietre.

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3 settembre 2025 3 03 /09 /settembre /2025 08:16

“Le è concesso di tornare indietro nel tempo e scattare di nuovo la sua foto preferita. È pronta?”

Feltrinelli Editore

Mi chiamo Hirasaka. Il mio compito è accompagnare nel miglior modo possibile tutti coloro che vengono in questo studio fotografico

Il magico gabinetto fotografico

Il magico studio fotografico di Hirasaka, di Sanaka Hiiragi (pubblicato da Feltrinelli nel 2023) è un piccolo romanzo toccante e poetico.

Che dire? E' una storia sul passaggio e sul transito tra la vita e la morte
Il tema delle ultime cose è trattato con delicatezza e con molta poesia
Immaginate che vi ritroviate in uno studio fotografico nel quale siete accolti da un gentile e anziano signore che è il fotografo, ma anche un guardiano di porta, il quale vi dice che siete morti e che prima di entrare nella luce vi attende un compito.
Immaginate di dover scegliere 12 foto per ogni anno della vostra vita, una per mese, tra miriadi di foto e di poter tornare indietro nel tempo per poter rifare una foto, una soltanto, che non è venuta bene o che vorreste vedere diversa.
Immaginate poi che tutte le foto selezionate, compresa quella speciale, servano per costruire una lanterna magica che poi vi proietterà quelle foto in una sequenza meravigliosa e caleidoscopica.
Immaginate che soltanto dopo possiate entrare in un ulteriore step del vostro viaggio: tutto questo con l’assistenza gentile del sig. Hirasaka.
È un romanzo insolito sul transito e sul passaggio, in cui questo tema è raccontato con poesia e con molta delicatezza.

(Soglie del testo) Un libro sulla vita e la morte, l’amore e la perdita, l’importanza della gentilezza e di saper apprezzare ogni momento. Un romanzo ad alto tasso emotivo, che custodisce in sé tutto il fascino della migliore tradizione nipponica.

Lo studio fotografico del signor Hirasaka non è un luogo qualsiasi. Ogni visitatore viene accolto senza fretta, secondo un rituale preciso. In giardino, tante piccole lanterne brillano tra i ciliegi. A turno entrano nella stanza un’ex insegnante novantenne, un membro della yakuza e una ragazzina. Hirasaka li fa sedere su un comodo divano di pelle, prepara il tè e illustra i servizi speciali che offre lo studio. A tutti consegna degli scatoloni pieni di foto-ricordo della loro vita: potranno sceglierne una per ogni anno che hanno vissuto.
Ma non solo: hanno l’opportunità straordinaria di rivivere il loro ricordo più prezioso e di scattare di nuovo la loro foto preferita. C’è una regola, però: non possono interagire con nessuno. Perché lo studio di Hirasaka si trova al confine tra questo mondo e quell’altro.

 

Sanaka Hiragi

In Giappone, infatti, fin dall’antichità si crede che ci siano dei luoghi di passaggio e che, prima di andare nell’aldilà, le persone abbiano dei flashback in cui ricordano la loro esistenza. La chiamano “somato”, lanterna girevole dei ricordi, ed è ciò che Hirasaka costruisce con le fotografie dei suoi ospiti. Cosa sceglieranno? Che vite hanno vissuto? E perché tutti vanno e vengono da quello studio, ma Hirasaka resta sempre lì? Una storia magica e consolatoria sulla vita e la morte, l’amore e la perdita, l’importanza di saper cogliere la bellezza in ogni attimo.

«Un libro magico che ci fa sentire più vivi che mai, che ci sa consolare della perdita dei nostri cari e ci fa capire quanto è importante vivere bene per sé stessi, per le persone che ci vogliono bene e per il mondo intero.» - Sabrina Bordignon per Maremosso

L’autrice. Sanaka Hiiragi, nata nel 1974 nella Prefettura di Kagawa, è un'autrice giapponese. Cresciuta nella prefettura di Hyogo, vive a Tokyo. Si è laureata in Letteratura presso l’università femminile di Kobe e ha completato gli studi all’università Himeji Dokkyo. Dopo sette anni all’estero come insegnante di giapponese, nel 2013 ha esordito nella narrativa vincendo un premio letterario. È appassionata di fotografia, vecchie macchine fotografiche e kimono.
Il magico studio fotografico di Hirasaka è stato pubblicato in Italia nel 2023 da Feltrinelli

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30 agosto 2025 6 30 /08 /agosto /2025 10:29

C’è questa panchina in ombra
al margine di assolato giardinetto
e parco giochi,
squallido e invaso dai rifiuti
L’occupante della panchina
è indifferente
alla calura e alla trascuratezza
Con il suo Smart Phone,
forse in videochiamata,
é in contatto con l’Altrove,
con la sua realtà di origine
cui nostalgicamente
tende sempre il suo cuore migrante

Maurizio Crispi (28 agosto 2025)

Panchina del migrante (foto di Maurizio Crispi)

Panchina del migrante (foto di Maurizio Crispi)

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30 agosto 2025 6 30 /08 /agosto /2025 10:15
L’edicola della signora Catania a Palermo. Quel che rimane

Da sempre durante la mia passeggiata mattutina con il cane, mi trovo a passare quasi ogni giorno all’incrocio tra via Giuseppe Pipitone Federico e via Luigi Pirandello.
Qui, a mia memoria, vi è sempre stata una Edicola Libreria, di cui non sono mai stato cliente, ma dove mi fermavo frequentemente a osservare i libri esposti in vetrina (in verità con poco ricambio). 
Forse nella mia vita ci sarò entrato soltanto un paio di volte a curiosare tra i libri all’interno e, forse, una volta soltanto ne ho acquistato uno.
Inutile aprire troppi fronti librari, ma anche pernicioso per la tasca, ma - a volte - la curiosità ha la meglio…
In ogni caso, ad ogni mio passaggio al mattino presto, l’edicola era frequentemente aperta e la signora che gestiva (nonché proprietaria) era già là che spazzava davanti al negozio o che accoglieva i primi clienti che giungevano per l’acquisto del quotidiano.
Insomma, era una presenza importante per il quartiere, proprio accanto al ristorante “Il cotto e il crudo“ che si è stabilito in via Luigi Pirandello, ma solo molti anni dopo.
Improvvisamente, alcuni mesi fa ho visto che l’edicola non apriva più al solito orario e che con estrema rapidità il negozio era stato rapidamente svuotato .
In questo repentino e traumatico passaggio non vi è stato alcun preavviso.
La chiusura è avvenuta letteralmente dall’oggi al domani e gli stessi clienti abituali, quelli che al mattino presto arrivavano per acquistare il quotidiano seguendo una inveterata abitudine, sono rimasti sbalorditi, basiti davanti a quella che è stata vissuta come una defezione, una fuga.
Nessun preavviso
Nessun avviso
Chi sa cosa sia mai accaduto

Ma in ogni caso anche questa improvvisa eclissi racconta di una Palermo che scompare sotto i nostri occhi e dei suoi punti di riferimento fondamentali che vengono poco alla volta cancellati.

Quel che rimane è una vestigia, una carcassa vuota

É triste vedere pezzi del nostro sistema di riferimenti nel territorio perdersi nel nulla e dissolversi

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29 agosto 2025 5 29 /08 /agosto /2025 07:34
Gabriel in villa

Oggi c’è caldo, 
ma caldo caldo,
un caldo denso e sciropposo

Sembra che qualcuno 
abbia lasciato acceso un phon gigante

Mexico, Mexico, 
ma senza nuvole

Andiam andiamo

Portiamo a spasso il Black

Passeggiando pare di nuotare
in un mar di Melassa 

La villa, intesa come giardino,
è deserta,
all’infuori d’una signora Massa
che rotola nella melassa
suonando la grancassa

È difficile trovare una panca
che non sia rovente come una graticola
Poi ce la facciamo, infine
É una panchina litotica  
che è stata all’ombra d’un ulivo stento
per buona parte del pomeriggio afoso
ma è ancora calda abbastanza 
per poterci cuocere un ovetto
E mi accomodo lì 
Black ai miei piedi (sotto la panca)

Mosche e zanzare che ci assaltano agguerrite,
affollandosi  vogliose sul tartufo del Black,
affollanti e assillanti, per quanto non permessanti
Gabriel gioca attorno
con il pallone da basket
e rompe come un ossesso
l’idilliaca quiete
Tum tum tum
Bum Bum TUM
Tum tum tum
Bum Bum TUM
Tu-Tum-tu Tum-tu


Ogni tanto il terreno vibra e rimbomba
come se ci fosse il vuoto sotto,
la promessa d’una Terra Cava
Tum tum tum tum-tu
Tum tum tum tum-ta


E poi?
S’apre la terra
come una bocca enorme,
sdentata e sbroccata
e ci inghiotte in un sol colpo 
con un sonante rutto finale
(BURP!)
assieme a mosche e zanzare
affollanti e assillanti, per quanto non permessanti
E poi riprende il picchiettio
e così pure il sonoro rimbombo

Nada!
Nada de nada!
Nulla accade! 
Se non il fatto che ci alziamo
dalla panca di pietra
e camminiamo lenti 
nella calura sciropposa
per rientrare al riparo 
alla ricerca del fresco perduto
in attesa di notte senza sonno

      

Questo scrissi, osservando una piccola collezione di foto da spiaggia, realizzate dalla mia amica Tiziana Torcoletti, artista e fotografa.
L’autrice sollecitó dei commenti a queste foto ed io scrissi ciò che mi veniva in mente
Mi piacque ciò che scrissi e misi assieme i diversi commenti
Ed ecco il risultato

Maurizio Crispi (8 agosto 2025)

Una giornata al mare

 

Al mare (foto di Tiziana Torcoletti)

Una giornata al mare
piena di sole caldo
cosparsa di sabbia fine e dorata
a profusione 
Tutti sono andati a celebrare
Ognuno ha portato qualcosa
per far festa

C’é uno che é in due
e uno dei due 
è a testa in giù

C’é un vu cumprá
solerte e frettoloso
e trasporta un enorme tabellone 
carico di oggetti disparati
occhiali di plastica
braccialetti 
collanine
mezzanine e ciabattine

Poi c’è anche l’ombrellifero
che offre ombrelli e infradito 
ad un ottimo prezzo,
da mezzo stordito

E c’è quello che porta con sé
degli strani tubi rossi flessibili
per lanciarli e poi riprenderli
con acrobatici salti

Ma i più esotici sono questi due

Un venditore di nuvole belle e candide 
ed anche il venditore di aria in buste

Quelle nuvole 
d’un bianco abbacinante
pendono dal cielo blu
neghittose ed invidiose
al tempo stesso 
e vorrebbero impossessarsi di quei meravigliosi oggetti ripieni di aria

Siamo qui, siamo noi,
alla fine, solo noi
e temiamo coloro 
che portano doni


Io vorrei contrattare il prezzo
con il venditore di nuvole cortese
e portarmi a casa 
la più bella nube candida
e metterla nel mio salotto
e magari godere ogni tanto
di una pioggerellina domestica 
on demand
Con il caldo del solleone, 
è proprio quel che ci vuole

Foto di Tiziana Torcoletti, per gentile concessione
Foto di Tiziana Torcoletti, per gentile concessione
Foto di Tiziana Torcoletti, per gentile concessione
Foto di Tiziana Torcoletti, per gentile concessione
Foto di Tiziana Torcoletti, per gentile concessione

Foto di Tiziana Torcoletti, per gentile concessione

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23 agosto 2025 6 23 /08 /agosto /2025 03:05

Sono stato irrequieto, viaggiatore, vagabondo
Adesso sono statico ed immobile
L’altra faccia di una stessa medaglia
Viaggio con i libri e nei libri
Viaggio nei miei sogni
Sono beffardo
Pratico l’auto-sberleffo
Raramente mi prendo sul serio
Buffoneggio
Sento di essere come un ragazzino,
come un Peter Pan che ha smesso di crescere
Lascio che i giorni e le notti
mi scorrano sulla pelle
Preferisco essere un dormiente
che non uno attivo e propositivo
Guardo il mondo dal balcone di casa
o dalla finestra
E questo é tutto

Maurizio Crispi, recuperato (23 agosto 2022)

Ma in realtà è un duplicato
Il piccolo brano lo avevo già pubblicato, ma con altro titolo

Non mi prendo mai troppo sul serio

Non mi prendo mai troppo sul serio

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22 agosto 2025 5 22 /08 /agosto /2025 00:45

Questo scrissi, pensando all’avvicendamento dei pazienti nella Comunità in cui già lavoravo da più di un anno, osservando me e gli altri dopo il commiato da un paziente che era già stato residente in CTA per diversi anni e che, per raggiunti limiti di tempo, era stato trasferito in altra struttura protetta

Maurizio Crispi su FB, il 29 settembre 2024

Murale con tecnica mista su superficie metallica (foto di Maurizio Crispi)

Arrivano

Stanno per giorni, mesi, anni

Poi vanno via

In un sol colpo,
in un battito di ciglia,

vengono dimenticati

come se non fossero mai esistiti

Sono i passeggeri di un treno
che, non appena alla loro fermata

ne discendono,

se ne vanno 
portando con sé il proprio destino
non lasciando alcuna traccia
nella memoria di quelli
che, invece, proseguono il loro viaggio
L’allontanamento di coloro
che hanno abbandonato la partita

ingenera nei viaggiatori restanti 
un oblio immediato e totale,
anche se, durante la loro permanenza,

fiumi d’inchiostro e di parole

sono stati riversati

per fissare gli eventi
e poterne dare testimonianza

Chi scende 
non è più di competenza di chi rimane
Altri salgono a bordo
Un posto che si libera
subito viene occupato 
I viaggiatori nuovi giunti
racconteranno le proprie storie
Avranno i loro momenti
Richiederanno supporto e contenimento
Riceveranno attenzioni,

parole e pillole e cibo

Non c’è più tempo 
per pensare a coloro che non ci sono più  
Avvicendamento
Ricambio
Via il vecchio
Ecco il nuovo
Via uno, avanti un altro

Ma poi è sempre la stessa storia
Non c’è tempo per il ricordo,
non c’è proprio tempo

Anche se il viaggio continua

per tutti coloro che sono

nella stessa barca

Non c’è mai abbastanza tempo

Chi scende viene archiviato

Di sé lascia solo una vita d’archivio

conservata in un veccho faldone polveroso

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18 agosto 2025 1 18 /08 /agosto /2025 02:47

Stavo scrivendo un qualcosa, utilizzando la funzione dettatura. Nel mentre si è attivata una conversazione con Ale e il dispositivo ha continuato a trascrivere, ma senza il mio assiduo controllo.
Ecco il risultato finale

Maurizio Crispi (18 agosto 2024)

Visione distorta (foto di Maurizio Crispi)

Che c’è?
Il 18 agosto nasceva il disonorante
Che?
Il Bosco di Mara che schifo botta sta bruciando un sacco di legna.,,
Marabotta?
Ma cosa hai detto prima che il 18 agosto nasceva il Samo Morante?
Il Nano Morante? 
Queste righe che hai fotografato 
Quali righe? 
L’immagine è stata caricata, a quanto pare, difettosamente 
Il 18 agosto é nata Elsa Morante! 
Elsa!
Ah! Ho capito!
Ormai mi arrivano soltanto le notifiche di gruppi a cui sono iscritta
Cosa? 
Non mi arriva più niente dagli amici 
Dimmi qualcosa!
É morto Alain Delon? 
Perché non parli?
Dimmi qualcosa! 
Mmmmmmm…
Come che hai detto?
Sto scrivendo un sms!
Il resoconto dell’incidente che hai avuto… Perché? Non l’avevi mai letto?
Quindi, non te l’ho mai fatto vedere 
Mai e poi mai!
Boh! Questo non lo so! 
Certo! cemento, memento, ma questo incidente è terribile: c’era la mini minor che aveva spostato un SUV di parecchi metri
Vedi che schianto! 
A quanto doveva andare?
Con la mini? 
Perché questi qui corrono tutti 
Diciamo che se l’é andata a cercare, di corsa in fronte alla morte 
Secondo me, almeno a 100 all’ora!
No, di più! 
Sparso attorno alla macchina c’era il contenuto di un sacco di McDonald’s 
Aveva fretta di arrivare a casa di amici…
per mangiare qualcosa in compagnia
Una vicina ha sentito il botto, solo lei, e ha chiamato l’ambulanza 
Io sono arrivato poco dopo che il fatto era accaduto 
Sì, era successo poco prima
No, non mi hanno mai aggredito
Quando è successo?
Con il cane mi pare difficile 
Sì, non so, però devo vedere qual’è la data di questo fatto, dell’incidente intendo, che descrivo 
2010! 
Allora, se è il 2010, c’era Frida! 
Una berretta berretta
Di quale berretta parli?
C’era il bel lettino e ora non c’è più 
É vero! Dobbiamo  farlo riparare!
In autunno chiameró il coreano!
Lo facciamo sistemare

 

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17 agosto 2025 7 17 /08 /agosto /2025 01:28

Trascrizione di un sogno di un anno fa tondo
Mai riportato qui, nel blog

Maurizio Crispi (17 agosto 2024)

Marco Cavallo

Questa volta mi ritrovo alla guida di un enorme autoarticolato
Devo andare da qualche parte (ma il sogno non mi dice dove)
Lungo la strada che percorro ci sono delle difficoltà di transito, così pare 
Accosto il mio mezzo in uno slargo, appena possibile
Scendo dalla cabina di guida e vado a domandare 
Il tizio a cui chiedo, prima, non vuole darmi alcuna informazione, poi  - ma sempre in modo reticente - m’indica la strada che svolta alla nostra destra e mi dice: Puoi prendere da qui! Non si potrebbe, in verità, perché il transito è vietato agli autotreni. Ma tu infilati lo stesso, dopo un po’ ti accosti e aspetti; se non succede nulla, nel senso che non arrivano veicoli dall’altro lato, fai un altro balzo di un centinaio di metri, e poi di nuovo ti fermi e aspetti e vedi com’è la situazione. E vedrai che a poco a poco riuscirai a fare tutto il pezzo di strada che rimane: l’alternativa è per te di tornare indietro, ma dovrai fare un giro davvero enorme!
Ah, faccio io, ho compreso perfettamente: è una soluzione all’italiana, quella in cui siamo maestri!
Alzo le spalle e me ne torno al mio autotreno, balzo nella cabina di guida, mi metto al volante, faccio rombare il motore e mi metto in movimento


[Devo dire qui che, in vita mia, non ho mai guidato né un camioncino, né un camion, né un autoarticolato: l’esperienza di guidare un simile mezzo, in questo mio sogno, è davvero è esaltante, poiché mi sembra di rivivere momenti del film cult che vidi decenni indietro dal titolo “Convoy” (in italiano “Trincea d’asfalto”, di Sam Peckimpah) e mi viene in mente anche un altro film - anche questo un cult - che è “Duel” (d’un giovane Steven Spielberg), sviluppato da un racconto di Richard Matheson, ma l’autotreno persecutore qui è una presenza malefica e il volto del suo guidatore non si vede mai chiaramente, poiché i finestrini sono oscurati]

 

Saltando diverse parti del sogno che non ricordo, mi ritrovo poco dopo in un Centro sociale nel quale convergono diverse Associazioni di operatori che sperimentano nel territorio interventi coinvolgenti la popolazione, utilizzando un miscuglio creativo di Arte- Musica- e Pet-terapia
Insomma, il luogo dove sono finito parrebbe essere il motore propulsivo di una serie interventi di psicologia applicata
Arrivato qui, cerco di inserirmi nella programmazione operativa e devo parlare con mio collega, assieme al quale in passato mi trovai a scrivere un libro.
Devo registrare vocalmente qualcosa e c’è un dispositivo apposito che si aziona con il piede e, a seconda di come si muove il pedale, si ottengono registrazioni di tipo diverso
Ci provo, ma non ottengo nessun risultato
Quando il mio collega appare, ci abbandoniamo ad una disquisizione su come fare funzionare questo apparecchio, ma non andiamo molto lontano. Il nostro confronto di idee é sterile e non porta a nulla
Nel mentre arrivano molti operatori da una loro missione nel territorio e portano con sé enormi animali esotici e non finti, fatti tutti di cartapesta, a regola d’arte. Tra i diversi animali riconosco un leone, un ippopotamo e un rinoceronte, ma ci sono anche una placida mucca e un simpatico maiale. Segue un drago sputafuoco, con due teste minacciose armate di scaglie e di speroni
Su tutti domina, però, enorme, un Marco Cavallo, dipinto di azzurro e così realistico che sembra volersi lanciare al galoppo da un momento all’altro
Ma è proprio come quel famoso Marco Cavallo! esclamo io

 

Dissolvenza

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16 agosto 2025 6 16 /08 /agosto /2025 07:58

Sono nel sogno


Tutto ruota attorno al fatto
che sto perseguendo
una mia partecipazione
ad un corso velico
Perché lo faccio?
Voglio imparare i fondamentali

della nobile arte,
padroneggiare l’abbiccì della materia,
acquisire le basi per essere autonomo
e potere così divertirmi
Qualcuno - uno anziano

(ma se è anziano rispetto a me,

cos’é allora? Matusalemme?)

- mi interroga 
per analizzare minutamente
le mie motivazioni
Io cerco di rispondere ad ogni domanda 
con sincerità
Mi adopero per essere esauriente,
trasparente e cristallino
Vedo che, più in là, sono schierati
in ordine militaresco
tutti coloro che parteciperanno al corso,
essendo già stati ammessi
Sono schierati in fila, 
in ordine di altezza,
e sono sull’attenti in posa impeccabile
Temo che le mie risposte 
siano insoddisfacenti 
e che non supererò la selezione


Vedo il mare blu,
sconfinato,
percorso da una brezza lieve
e scintillante di schegge di luce

 

Vorrei essere un navigatore
Vorrei alzare le mie vele al vento
Non so se potrò mai farlo
in questa vita


Poi sogno ancora
Sono protagonista
di eventi complessi e confusi
come l’incontro in Alaska di Trumputin,
iniziato con grande fragore di grancasse
e finito con un miserevole flop
(ma cos’è veramente accaduto 
mai lo sapremo)
Mi sento davvero esausto
e non mi resta che intonare un peana
a colpi di ineffabile trombone

Sfinito, esausto, consumato
Aspettate che vado a dormire
un altro po’
Magari dormendo e sognando
riuscirò a cambiare le sorti del mondo

 

L’immagine: Vele della speranza
(Vladyslav Durniev•Ucraina)

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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