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3 maggio 2025 6 03 /05 /maggio /2025 09:45

Questo piccolo scritto è stato recuperato da Facebook e non era mai stato riportato prima su questo blog

Maurizio Crispi (24.04.2021)

Albero capitozzato (foto di Maurizio Crispi, Palermo Villa Sperlinga)

Ho sognato di essere in un luogo di natura.

Ero su di un'auto, anche se - in questa circostanza - l'auto era il mezzo meno idoneo, poiché il percorso era difficile ed ero costretto di continuo a compiere manovre azzardate. per mantenere le ruote in assetto senza precipitare nella scarpata fiancheggiante la stretta pista che s'addentrava all'interno di un bosco fitto di alberi di grandi dimensioni.
C'erano anche altri con me nell'abitacolo che era come quello di una piccola astronave.
Qualcuno aveva acceso un fuoco ed io mi accorgevo che le fiammelle erano salite in alto, lungo il tronco - sino alla chioma - di un alto e fronzuto eucalipto (simile ad uno vicino a casa mia, maestoso, che di recente è stato capitozzato in modo selvaggio - e credo che si riprenderà mai da questo taglio che è stato in fondo un deliberato atto omicidiario) e che, da lì avevano cominciato a passare ad altri alberi le cui chiome, quasi per via di un irrefrenabile contagio, si facevano fiammeggianti (la temibile modalità della propagazione degli incendi boschivi "a balzi").
Cercavo di attirare l'attenzione degli altri su quanto stava accadendo e del pericolo imminente.
Nessuno mi dava ascolto. 
Soprattutto, nessuno volgeva lo sguardo verso l'alto.
"Guardate, Dio mio! Non vi rendete conto di quello che sta succedendo?".
I miei avvisi cadevano nel vuoto più disperante

Più avanti ero in una specie di libreria
E facevo delle fotografie, scatti su scatti
Una mia conoscente di vecchia data (che non vedo da anni e che fu un mio "amore" adolescenziale, mai ricambiato) mi guardava e mi chiedeva "Dove sei, adesso?".
Una domanda che cadeva anch'essa nel vuoto, perché trovavo che fosse difficile se non impossibile darvi una risposta
Cosa intendeva dire esattamente? Voleva riferirsi ad un luogo fisico, oppure ad uno stato mentale?
Oppure intendeva chiedermi: "In quale stato (o momento) della tua vita ti trovi?".
Rimanevo senza parole, ma anche con la mente semi-paralizzata, quasi che la domanda così criptica mi imponesse di esaminare nel dettaglio ogni risvolto della mia vita.

 

L'incendio nel bosco, mi ha riportato al libro che sto per finire di leggere in questi giorni ed è "La Pianta del Mondo" di Stefano Mancuso (Laterza,2021), ma mi ha anche ricondotto ad un mio piccolo scritto di qualche tempo fa che è "La piccola quercia tenace" (pubblicato nel mio blog).

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30 aprile 2025 3 30 /04 /aprile /2025 19:43

Una mia annotazione onirica del 30 aprile 2024, ancora non inclusa in questo blog e recuperata dal mio profilo FB

Maurizio Crispi (30 aprile 2024)

Selfie (foto di Maurizio Crispi)

Accanto al fuoco di un bivacco mi sono confezionato un piccolo panino imbottito
Ricordo che ci mettevo dentro un formaggio molle spalmandolo per bene, aggiungendo poi delle fette di salmone affumicato che tiravo fuori da una busta ancora sigillata
Ricordo vividamente la fatica che mi costava separare le fette di salmone che mi servivano da quelle che invece sarebbero rimaste nella busta 
Le mie dita non funzionavano bene per portare a termine questo delicato compito
Il mio desiderio era quello di far sì che le fette di salmone che andavo estraendo non si spezzassero 
Una volta confezionato il sandwich, cominciavo a mangiarlo a piccoli morsi ed era davvero delizioso
Mmmmmm!
Lo assaporavo, facendo rotolare ogni singolo boccone con la lingua e macinandolo accuratamente con i denti
Poi mi spostavo verso un altro fuoco di bivacco e qua c’era un sacco di roba lasciata da qualcun altro prima di me e anche molti libri 
Li sfogliamo, li esaminavo, leggiucchiavo qualcosa qua e là, cercando di decidere quali di questi libri avrei portato con me
Incontravo altre persone che, come me, sostavano accanto ai fuochi dei bivacchi 
Non so cosa facessi lì, né dove dovessi andare 
Non so cosa fosse accaduto prima e non ricordo nemmeno cosa accadeva a dopo 
Era come nella vita quando fai delle cose, te ne succedono altre vivi i momenti che ti si presentano e non sai perché 
Sapevo soltanto che, di lì a poco, sarei dovuto andare via, anche se non sapevo verso quale meta mi sarei diretto e se ce ne fosse una, e che quindi dovevo prendere ciò che potevo e ciò che mi serviva per compiere questo viaggio
Era come se io dovessi compiere l’ultimo tratto di strada verso una meta conclusiva che rimaneva per me ignota 
Non c’era nessuno da cui accommiatarmi


Dissolvenza

 

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29 aprile 2025 2 29 /04 /aprile /2025 05:59

Un mio scritto del 29 aprile 2024 che, forse, ho dimenticato di postare qui sul blog.
Uno strano sogno, insolito, in cui sognavo di essere disincarnato
Comunque, eccolo.
Ed ora sono qui a ricordarlo

Maurizio Crispi

Altavilla, veduta della casa di notte (foto di Maurizio Crispi)

Mi sono svegliato di colpo e mi sono ritrovato a librarmi vicino al soffitto della mia stanza da letto
Avvertivo una sensazione di leggerezza in totale assenza di peso e di gravità 
Mi guardavo in giro incuriosito, in basso ovviamente, e vedevo l’altro me profondamente addormentato disteso sul letto, la testa sollevata dai guanciali e la luce del comodino accanto accesa 
Il mio doppio ronfava con la bocca semiaperta 
Ogni tanto sentivo una piccola sinfonia di fischi e sibili ma il suo sonno (o dovrei dire il mio?) continuava imperturbato 
Me ne stavo lì a ciondolare sospeso vicino al soffitto e non sapevo bene cosa fare 
Andarmene?
E poi dove? 
Oppure stare lì per tutto il tempo sino al risveglio del mio doppio? 
E poi quando lui si fosse risvegliato cosa sarebbe accaduto?, mi chiedevo 
Era un’esperienza molto strana e curiosa, indubbiamente 
Non mi era mai capitato prima 
In questi casi, non si sa mai bene cosa fare quando ci si ritrova in compagnia di un altro se stesso e quindi me ne stavo lì, preso da questi irrisolvibili dilemmi 
Non c’era nessuno a portata di voce che potesse darmi delle risposte 
Il mio doppio brontolava nel sonno, diceva delle parole biascicate delle quali non comprendevo il senso 
Forse sognava e chissà cosa mai sognava!
Mi straniva il fatto che il suo dormire fosse caratterizzato da una così grande - e greve - immobilità
Se ne stava lì in una staticità quasi mortifera, evocando in me le immagini di quella statuaria dei defunti scolpiti sul coperchio degli antichi sarcofaghi
A parte quei lievi movimenti delle labbra che abbozzavano parole e suoni incomprensibili non un muscolo si muoveva né osservavo sotto le coltri la benché minima vibrazione 
Quello che osservavo era un sonno profondo, tanto profondo da essere simile alla morte, per quel che io potevo comprendere
Ed io invece ero ombra, spirito evanescente, corpo psichico senza materia
Ero in attesa di evoluzione 
Ritornare ad essere uno 
Ritornare ad essere in carne ed ossa, non più spirito disincarnato
Ritornare ad essere me stesso 
O forse anche rimanere puro spirito fluttuante in cerca di dimora 

Ma non ho mai mai saputo quale evoluzione mi aspettasse, perché quel sogno è andato in dissolvenza, come in uno di quei film corti della durata di una manciata di minuti 

E ora sono uno
E ora sono qui a raccontarlo

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26 aprile 2025 6 26 /04 /aprile /2025 09:59
Raddoppio prospettico in stazione (foto di Maurizio Crispi)

Una giuria di gara, alla fine di una competizione, si riunisce a porte chiuse, con lo scopo di fare uscir fuori, con uno scrutinio segreto, i nomi dei vincitori
Prima, c’era stata una conferenza sui modi in cui allenarsi ed evitare infortuni molesti e dolorosi
Faccio parte di un altro gruppo, una delegazione internazionale, che deve pranzare
Il tavolo é allestito all’altra estremità del vasto salone dove si tiene la riunione della giuria
S'accede al tavolo da desinare tutto allestito (come dio comanda) da una seconda porta molto distante da quella attraverso cui è entrata la giuria
Quindi, nessun disturbo, nessun problema, nessuna interferenza e nemmeno ingerenza, o tantomeno inferenza
Ma qualcuno solleva il dubbio che il fatto stesso di entrare mentre i lavori della giuria sono in corso potrebbe inquinare l’esito dello scrutinio
Si crea uno scontro di opinioni e, nel dubbio, rimaniamo fuori dalla porta

Io ritengo che siano tutte fisime e quisquilie, ma non posso che uniformarmi

Il sogno è tanto, tanto, lungo, ma è in gran parte svanito e nemmeno con le pinze potrei tirar fuori altri brandelli di esso

[stacco]

Ho sognato altro ma sono quasi troppo pigro per potere trascrivere tutto
Ero in un posto come una grande prigione e bisognava coinvolgere un gruppo di prigionieri che erano anche pazienti in un lavoro collettivo in cui in una forma grafica accattivante bisognava esprimere un pensiero della comunità in occasione di una ricorrenza importante, come ad esempio potrebbe essere il 25 aprile
Io davo delle idee su come si poteva fare, ma all’applicazione pratica condotta da altri il tutto veniva una cagata colossale e quindi cercavo di rispiegare quale fosse stata la mia idea originaria e ci rimettevamo tutti al lavoro
L’idea era buona, perché si partiva proprio dal concetto di comunità e lo lo si cercava di sviluppare con una serie di passaggi associativi il tutto corredato da disegni impressionisti 
C’erano lunghe disquisizioni teoriche e qualcun altro faceva lo stesso lavoro con altri gruppi di persone 
Dovevo andare in bagno: prendevo un libro per poter leggere con tutta calma durante l’eroico atto, ma proprio quando stavo per chiudermi dentro la ritirata sopraggiungeva un’orda di persone che sciamavano per ogni dove: quindi, il mio desiderio rimaneva un utopia di impossibile privacy
Continuava il confronto serrato con altri operatori della comunità ed io mi pavoneggiavo delle mie conoscenze e delle mie sottigliezze

Poi la scena si spostava all’aperto ed ero con un cane al guinzaglio 
Mi distanziato da altre persone ed iniziavo ad andare in salita, ma un monitor mi diceva che dovevo tornare indietro assolutamente cominciando a fare un bip impazzito, come quando non ti allacci subito alla partenza dell’auto la cintura di sicurezza 
Ero basito 
Provavo ancora una volta e si ripeteva la stessa sequenza
Rinunciavo, allora, e tornavo indietro e tutto si normalizzava 
Comprendevo allora in un improvviso lampo di chiarezza che il bip impazziva perché salendo troppo in fretta non davo tempo all’organismo del cane di acclimatarsi alla variazione di altitudine
E vabbè! 
Non fu possibile! 
C’erano altri momenti in cui mostravo la mia prestanza e il mio ingegno 
Poi arrivava un altra scenetta topica, quando camminando con il cane al guinzaglio, mi ritrovavo ad incrociare un altro gruppo di persone conoscenti che conducevano a loro volta un altro cane possente al guinzaglio
C’era un attimo di garbuglio, poi tutto si sistemava 
Quel cane era blu 
Aveva il pelo tutto blu 
Aveva la cornea degli occhi blu 
E persino i denti blu 
Il mio e questo cane, si tolleravano a vicenda 
E capivo che, benché ciò non fosse possibile, il cagnone blu era l’antenato del mio attuale cane  e quindi lo riconosceva, si riconoscevano tra loro e riconosceva anche me, poiché c'era nell'aria una comune chimica ed anche in un tempo lontano avevamo vissuto assieme

Dissolvenza

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24 aprile 2025 4 24 /04 /aprile /2025 13:46
Old (selfie di Maurizio Crispi)

É strano guardare vecchie foto

Oggi mi sono ritrovare a passare in rassegna una collezione di esse, relative agli anni Novanta del secolo scorso
Ho avuto una sensazione di straniamento, osservandole
Come se queste immagini in BN o a colori mi raccontassero momenti di vita di un’altra persona o di molte altre persone, momenti antichi o caduti in disuso e messi in soffitta, all’interno di buste che indicano i quando e i dove
Ma mi chiedo: chi ero io allora? Dove ero io?
Ero io o ero qualcun altro?
Impersonavo una parte? Recitavo a soggetto?
Molti infiniti cambiamenti si sono succeduti
Tutto cambia
Nulla cambia
Ed eccoci qua

Eppure nelle vecchie immagini, come nei ricordi del passato c’è il significato e c’è anche la chiave per comprendere ciò che siamo oggi.
Cosa scrive un letterario psicoanalista, certo Stratham Younger, in un romanzo che ho appena cominciato a leggere:
C’è una cosa che il presente non è mai in grado di offrire: il significato. Le strade della felicità e del significato non coincidono. Per trovare la felicità un uomo deve vivere nel momento, ‘per’ il momento. Se invece anela al significato (il significato dei suoi sogni, dei suoi segreti, della sua stessa esistenza) deve ripercorrere il passato, per quanto oscuro, e vivere per il futuro, per quanto incerto. La natura pone dunque di fronte a noi la felicità e il significato, costringendoci a scegliere l’uno o l’altra.“ (Jed Rubenfeld, L’interpretazione della morte, Rizzoli, 2007, p. 11)

Ed ecco che, dopo questa riflessione, mi sono assopito e ho sognato

Ero intento a compiere un percorso accidentato lungo una scogliera verticale, in un luogo oscuro 
Era come fare un’arrampicata, ma senza essere assicurato in alcun modo, privo di un’imbracatura 
Dovevo procedere, appigliandomi dove potevo e utilizzando le asperità della roccia e le piccole incavature dove poggiare i piedi
Portava un fagottino con alcune mie cose, avvolte alla meno peggio in un asciugamano 

Vi era poi un passaggio a gomito, particolarmente periglioso e qui avevo bisogno di entrambe le mani libere per poter passare da un appoggio all’altro
Lasciavo le mie cose dentro una cassettina metallica che era posta lì forse proprio per favorire i passanti in pericolo
Riuscivo quasi a superare il gomito e, rinfrancato, allungavo la mano per riprendere le mie poche cose
A questo punto, perdevo la presa, vacillavo, cercando un ultimo appiglio a cui sostenermi e mi ci afferravo, ma la roccia si sbriciolava e me ne rimaneva in mano un frammento che guardavo sorpreso, quasi rimirandolo
Quindi, precipitavo verso il basso dove si stendeva una superficie d’acqua immota, ma scura, quasi nera, un mare di nero oblio
Pensavo di dover affrontare un balzo di pochi metri soltanto, ma guardando in giù mi rendevo conto con un’improvvisa - dolorosa - consapevolezza che stavo sprofondando in un abisso senza fondo

Mi chiedevo se sarei sopravvissuto alla caduta 

Poi, dopo, miracolosamente integro, ero in un negozio pieno di ninnoli e altri oggetti scintillanti
C’ero solo io ed ero sorpreso che il proprietario (uomo o donna che fosse) del posto lasciasse incustodite simili meraviglie alla mercé di tutti
C’erano molti Swarovski scintillanti di squisita fattura, raffiguranti degli animali e in particolare ne ricordo uno a foggia di pinguino
Era attraversato da un raggio di sole che lo rendeva iridescente e scomponeva al suo passaggio la luce nello spettro dei colori fondamentali, come fosse un prisma
Altri oggetti in forma di animali del sogno contenuti dentro un’altra vetrina da esposizione si animavano e si muovevano inseguendo le oscillazioni del raggio di sole scomposto nei suoi colori 
Ero affascinato dalle cose portentose che mi accadevano intorno

Dissolvenza

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21 aprile 2025 1 21 /04 /aprile /2025 06:21
Terrasini, La Torre (foto di Maurizio Crispi)

Anche questa volta i miei sogni sono stati piuttosto floridi e vividi

Ma non ricordo molto

Ogni tanto mi dicevo, nel sogno, che avrei dovuto annotare ciò che sognavo, ma poi non ne facevo nulla e riprendevo a sognare, a sognare e a dimenticare

Mi sovvengono alla memoria soltanto alcuni frammenti dispersi di questo gran sognare

Mi ritrovo a correre con lo zaino in spalla lungo una spiaggia o forse, più probabilmente, su di una scogliera, aggettante su un mare scuro e tempestoso
Arrivo, correndo, ad un edificio costruito proprio sul mare, in una posizione precaria e insidiata da questi giganteschi marosi, grandi quanto uno tsunami
Sul lato che si protende sul mare, il manufatto è protetto da un grande muraglione erto ed invalicabile
L’unico modo per continuare la mia corsa è superare questo ostacolo, passando poi attraverso l’edificio e sbucando dall’altro lato
Non so come, ma - dispiegando delle grandi doti di atletismo arrampicatorio - riesco a salire sulla sommità della grande muraglia e comincio a camminare sul suo bordo che è abbastanza largo da consentire un agevole passaggio
Il muro crea una barriera e un ambiente protetto sul suo versante interno, mentre il lato che si offre al mare è talmente alto ed erto in un impressionante slancio verticale, da darmi le vertigini se soltanto mi giro indietro a guardare in basso
In questa situazione posso solo procedere in avanti, con cautela
Sulla cresta del muro, benché largo a sufficienza, ci sono degli ostacoli, tuttavia: non è dunque un cammino piano e agevole
Per superare alcuni passaggi, bisogna compiere delle acrobazie e protendersi nel vuoto proprio dal lato che guarda verso il mare
Noto che, all’interno, c’è una grande struttura, con una stanza di vaste dimensioni e senza tetto dove si vedono a affastellati banchi scolastici, cattedra e altri arredi
Ci sono anche delle persone, sedute alla meno peggio, ma con i piedi in acqua
Infatti, l’edificio è parzialmente allagato dai continui spruzzi che provengono dalle onde gigantesche che si frangono incessanti contro la muraglia di difesa
I tizi-tali simil-professorali si accorgono di me che arranco sulla cima del muro, e seguono con apprensione le mie evoluzioni per scansare i diversi ostacoli, gridandomi poi di saltare giù quando si avvicina un passaggio altrimenti insormontabile e che mi metterebbe a rischio di cascare giù fino ad essere ghermito e spezzato da quelle onde infami
Mi dicono che mi aiuteranno e che cercheranno di attutire la mia caduta
Mi sento incoraggiato a saltare e abbandono quel periglioso passaggio, lanciandomi giù
In effetti, cado bene: sono molte le mani che si proteggono per afferrarmi, molte le braccia che ammortizzano la mia caduta e che poi, con delicatezza, mi depongono a terra sul pavimento bagnato, anzi decisamente allagato
Sono sorpreso, chiedo loro se si ritrovano sempre a svolgere le loro attività sguazzando nell’acqua delle onde
Loro mi dicono di sì: mi dicono anche che questa è la loro condizione immutabile
Mi risistemo bene gli spallacci dello zaino e riprendo la mia corsa, attraversando - come mi ero ripromesso - l’edificio e proseguendo oltre
Il cielo è grigio, il mare è tempestoso
Continuo a procedere, sommerso - ogni volta che l’onda si frange sulla scogliera - da impetuose raffiche di spruzzi salmastri

(stacco)

In un altro momento, sto correndo lungo una strada assolata con Gabriel al mio fianco
Forse anche qui ho uno zaino sulle spalle, forse no

Lungo questo percorso accadono molte altre cose che non ricordo

Arriviamo comunque (questo lo ricordo) ad una grande vasca piena d’acqua, non troppo fonda, acqua stagnante piena di muschio fluttuante e per questo di un malsano colorito verdastro
Entriamo, decisi, nell’acqua e stiamo lì a sguazzare, solo per piacere di farlo, anche se l’acqua non ha un aspetto molto invitante

(Dissolvenza

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20 aprile 2025 7 20 /04 /aprile /2025 06:39
Bastione di Palermo, Corso Alberto Amedeo, piccola porta d'accesso ai passaggi segreti (Maurcrispi)

Un sogno lungo e complicato

Ricordo che mi veniva consegnata 
una busta di carta 
(ed era una comune busta da lettere bianca)
piena di polvere candida
Non so cosa fosse quella polvere
Forse era una magica polvere di stelle,
scintillante
di quel tipo di polvere che dona il potere di volare
Secondo le consegne ricevute, 
dovevo trasportare quella busta
(e il suo contenuto prezioso)
sino ad una stanza segreta e protetta

Dovevo compiere un lungo percorso labirintico
per arrivarci,
prima penetrando nello spessore di antiche mura
attraverso una porta strettissima
guarnita di grate d’acciaio brunito,
poi percorrendo labirintici cunicoli
di pietra muschiosa e umida,
irti di trappole e inganni visivi

Riuscivo a superare tutte le prove,
anche le più ardue
sempre reggendo la busta di cui ero latore in mano
Nel momento in cui penetravo all'interno della stanza segreta
la mia mano perdeva la presa
e la busta cadeva a terra,
lasciando spandere tutt'attorno
il suo contenuto

Mi davo da fare per rimediare,
subito dopo, 
appena passata una prima reazione di sgomento

Aiutandomi con il bordo tagliente della stessa busta
riuscivo a raccogliere tutta la polvere
formando un unico mucchietto
A questo punto, mi serviva uno strumento 
per travasare dentro la busta
ciò che avevo faticosamente radunato

Correvo di qua e di là,
alla ricerca di un utensile efficace ed utile alla bisogna,
mi muovevo come un ratto impazzito,
in procinto di annegare, 
alla ricerca di una via di salvamento,
ma senza frutto

Dissolvenza

La foto (mia) riprende un dettaglio del “Bastione della Balata” (Palermo), aggettante su Corso Alberto Amedeo

Il giorno prima - che era la vigilia di Pasqua - ho patito delle tribolazione.
L'auto mi ha lasciato a terra, con la batteria scarica, ma forse ciò dipendeva dal difettoso funzionamento dell'alternatore.
Quindi, pur essendo riuscito a raggiugere Palermo, la batteria non era andata in carica e dunque, quando il motore si è spento mi sono ritrovato punto e dccapo.
Ho lasciato l'auto parcheggiata in attesa di poter chiamare un elettrauto: ma se ne sarebbe parlato soltanto il martedì dopo Pasquetta.
Gabriel poi ha rovesciato un intero bicchiere di latte sulla tavola con la necessità di attivare un intervento ripulitorio di emergenza e di salvaguardia dei diversi libri che erano posati sul ripiano
Giornata caldissima (quasi trenta gradi e di certo non adatta a simili vicissitudini

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19 aprile 2025 6 19 /04 /aprile /2025 06:26
un fotogramma non censurato di Eyes Wide Shut di S. Kubrick

Ho sognato una scena di convivialità

Eravamo tutti seduti attorno ad un desco,
un consesso numeroso, 
forse piu di venti convitati
Accanto a me una tizia piacente, 
alla sua sinistra un alto prelato
Dopo alcuni preamboli invitavo la tizia ad alzarsi dalla sedia
e mettersi con il petto opulento riverso sul tavolo
denudando prima il culo prosperoso e ben tornito 
e offrendolo alla mia vista,
cosicché io, in piedi dietro di lei
potessi scoparla con energia
(il mio cazzo era già bello grosso, all'ingrosso,
bello pronto,
teso e rampante
e più di così non poteva esserlo,
perchè di più avrebbe fatto una capriola)

Il prelato porporato osservava con interesse distaccato,
senza mostrare bramosia
Del pari, tutti i commensali guardavano,
con un senso di meraviglia stampato in viso,
per quanto tutti immobili come statue di cera

Poi quando ambedue, prima la donna, poi io,
giungevamo rumorosamente all'orgasmo 
(ed io venivo spargendo il mio seme sulle sue natiche 
protese verso di me e ancora frementi)
ci rassettavamo e ci rimettevamo  a sedere,
riprendendo la conversazione
nel punto in cui era stata interrotta,
come se nulla di particolare fosse accaduto

Il porporato le cui gote si erano imporporate
si riassettava  a sua volta 
e il suo incarnato riprendeva a poco a poco un colorito normale

Succedevano anche molte altre cose che non ricordo,
anche se ciò che ho raccontato 
era l'aspetto maggiormente saliente

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14 aprile 2025 1 14 /04 /aprile /2025 06:07
Bedlington Terrier

Ho sognato un sogno persistente

Avevo a che fare con un cane-pecora
Era un essere degno del bestiario fantastico di Borges
Aveva una testa di cane, un corpo da pecora con il vello spesso e riccioluto e un ruggito da leone (nel pacchetto erano incluse zanne possenti)
Aveva una sua bellezza ed eleganza: la testa era tutta bianca, mentre il resto del corpo era di colore marrone testa di moro
Era portato da una tipa che appariva fiera del suo cane pecora ed anche della sua irruenza abbaiosa e anche dei suoi slanci ferini a stento rattenuti dal guinzaglio tenuto con fermezza

Il cane-pecora compariva di continuo nel mio sognare ed era come se io mi arrotolassi di continuo nel sogno alla sua ricerca, nel tentativo di incontrarlo per risolvere l’enigma della sua essenza più profonda

Poi (c'è sempre un poi), ero presente al finale di una gara podistica in cui i partecipanti correvano avendo ai piedi degli sci da fondo per asfalto e superfici dure (sapete, quelli con le rotelline)
Sarebbe andato tutto bene, se non fosse stato che tutto il percorso di gara era fortemente accidentato e roccioso
Quindi, si proponeva ai concorrenti una grande sfida di resilienza, considerando che la regola base e numero uno era quella di non sganciare mai dai piedi gli sci da fondo
Assistevo agli ultimi drammatici metri di gara della prima donna prossima a tagliare il traguardo: si fermava più volte stremata e piangeva disperata, poi si rimetteva in marcia per fare anche un solo metro alla volta e poi di nuovo piangere e dolersi, mentre la sua più diretta avversaria alle sue spalle - pur con le sue difficoltà - si andava avvicinando insensibilmente, erodendo il proprio svantaggio
C’era anche Jacques Anquetil, che un tempo è stato uno dei maggiori campioni campione del ciclismo mondiale e, soprattutto, c’era il cane pecora, mascotte della gara

Ed io ero contento che fosse lì 

Ma questo cane-pecora non c’entra niente con il Bedlington Terrier, ma come ho detto viene direttamente dalle creature che popolano la zoologia fantastica di tutti i tempi

 

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12 aprile 2025 6 12 /04 /aprile /2025 09:35
trana formazione con una mezza mela infilzata (foto di MauHo sognato un sogno persistente Avevo a che fare con un cane pecora Era un essere degno del bestiario fantastico di Borges Aveva una testa di cane, un corpo da pecora con il vello spesso e riccioluto e un ruggito da leone (nel pacchetto erano incluse zanne possenti) Aveva una sua bellezza ed eleganza: la testa era tutta bianca, mentre il resto del corpo era di colore marrone testa di moro Era portato al guinzaglio da una tipa che appariva fiera del suo cane pecora ed anche della sua irruenza abbaiosa e anche dei suoi slanci ferini a stento rattenuti dal guinzaglio tenuto con fermezza Il cane pecora compariva di continuo nel mio sognare ed era come se io mi arrotolassi di continuo nel sogno alla sua ricerca nel tentativo di incontrarlo per risolvere l’enigma della sua essenza più profonda Poi ero presente al finale di una gara podistica in cui i partecipanti correvano avendo ai piedi degli sci da fondo per asfalto e superfici dure (sapete, quelli con le rotelline) Sarebbe andato tutto bene, se non fosse stato che tutto il percorso di gara era fortemente accidentato e roccioso E quindi si proponeva ai concorrenti una grande sfida di resilienza, considerando che la regola base e numero 1 era quella di non sganciare mai dai piedi gli sci da fondo Assistevo agli ultimi drammatici metri di gara della prima donna prossima a tagliare il traguardo: si fermava più volte stremata e piangeva disperata, poi si rimetteva in marcia per fare anche un solo metro alla volta e poi di nuovo piangere e dolersi, mentre la sua più diretta avversaria alle sue spalle - pur con le sue difficoltà - si andava avvicinando insensibilmente, erodendo il proprio svantaggio C’era anche Jacques Anquetil, che un tempo è stato uno dei maggiori campioni campione del ciclismo mondiale e, soprattutto, c’era il cane pecora, mascotte della gara Ed io ero contento che fosse lì  Ma questo cane pecora non c’entra niente con il Bedlington Terrier, ma come ho detto viene direttamente dalle creature che popolano la zoologia fantastica di tutti i tempizio Crispi)

Un sogno elaborato

Lo scenario è un grande posto di natura,
un parco pieno di biodiversità,
fitto di grandi alberi secolari
ed anche di spazi aperti, larghi prati,
radure,
movimentati da formazioni rocciose emergenti
Sono in corso le prove
per uno spettacolo in costumi thailandesi
(Proprio così! 
Non laotiani o cambogiani, thailandesi!)
Ci sono varie prove

C’è anche un cavallo, il mio
Un bianco destriero,
elegante nelle movenze e superbo
Lo osservo da lontano, 
mentre si muove pigramente in giro,
intento al pascolo
L’erba succulenta e rigogliosa
non gli manca
Intanto che mangia,
viene seguito da una troupe di fotografi
alla ricerca dello scatto più bello
ed io osservo compiaciuto la scena
Poi si allontana
e, mentre va, 
si rimpicciolisce sempre più 
nel gioco prospettico
Alla fine, dall’alto della mia postazione,
lo vedo farsi sempre più minuscolo
in fondo ad un vasto pendio
disseminato di roccia
Vorrei attirar la sua attenzione
per fargli risalire la china
e riavvicinarsi a me
Provo a fischiare
senza riuscirci
Provo a gridare
ma i suoni che emetto
cadono a terra mosci
e li rimangono 
a contorcersi
come piccoli vermi bianchi e mollicci
Penso poi, Tornerà!
Saprà trovare la via di casa!
Ritorno ad interessarmi dello prove
per lo spettacolo
chiedendomi perché 
siano stati scelti abiti, oggetti
e arredi di scena orientali,
quando non siamo in un paese dell’Oriente

Ci sono vari momenti intersecati, 
ma più non ricordo

[stacco]

Andavo in una RSA per iniziare un'attività di lavoro
Arrivavo e venivo accolto
Avrei dovuto fare un colloquio di valutazione prima di essere assunto
Sembrava di essere in un appartamento adibito ad abitazione privata
Molto piccolo, molto pulito
C’erano numerosi letti
Quasi non ci poteva muovere agevolmente
C’era tuttavia solo un degente anziano sdraiato su di un lettuccio lindo
E poi due vecchine che s'aggiravano silenziosamente, indaffarate e arzille
Forse erano le proprietarie e le conduttrici di quell'ospizio
Nessuno mi rivolgeva la parola
Guardavo, osservavo, non fiatavo
Poi, compariva una giovane donna,
forse una volontaria, 
forse anche lei in visita per essere assunta,
eventualmente
Scambiavamo due chiacchiere
e poi decidevamo di andare via
Raccoglievo da un espositore 
appeso al muro
dei segnalibri colorati, 
molto belli e suggestivi,
ed anche delle cartoline
raffiguranti paesaggi autunnali
con letti di foglie ingiallite
Li offrivo alla giovane donna,
altri li tenevo per me
Alcuni avevano anche delle parti scritte,
che erano citazioni da un libro di lettere,
un epistolario,
la corrispondenza di due, uomo e donna,
che durante la guerriglia in un posto remoto dell’Asia, pur nelle difficoltà, s'erano amati, mente compivano il loro dovere e si sacrificavano
Leggevo ad alta voce i brani delle lettere che i due si erano scambiati e che raccontavano di una storia d’amore segreta di cui nessuno aveva mai saputo nulla, sino alla loro morte drammatica e al rinvenimento di quelle stesse lettere (preziose!), a distanza di anni
Pensavo che volevo assolutamente comprare quel libro per poterlo leggere nella sua interezza

Dopo ci ritrovavamo seduti in un auto tipo mehari parcheggiata fuori dalla struttura 
Eravamo comodi, e parlavamo di questo libro
C’era anche un cagnolo, un botolo minuscolo, beatamente addormentato
Arrivava un extracomunitario, forse un mauriziano, a cui forse avevo promesso un passaggio verso la città 
Non accadeva null’altro che fosse degno di interesse
Forse c’era un altro cagnolo senza collare che cercava di salire sull’auto
Rimanevamo fermi nell’auto,
in un tempo sospeso,
senza partire

Dissolvenza

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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