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13 maggio 2025 2 13 /05 /maggio /2025 11:02
Cattedrale di Palermo (foto di Maurizio Crispi)

Piazza Sett’Angeli

Giorno assolato di maggio

Le solite palme
Le solite torri turrite,
un po' smarrite 
nell'immenso blu
Il venditore di souvenir 
per turisti dalla bocca buona
Le solite nuvole 
tipiche d’un giorno trés sciroccoso
in strane forme lenticolari
evocanti astronavi aliene
in visita dallo spazio profondo

Nel giardinetto incementato e assolato,
senz’ombra e senza malombra
una turista un po’ depassée
in décolleté 
prende il sole
accomodata e agghindata
su rustica panchina

Io vago,
divago
e osservo

Mi impegno a fondo
nella quotidiana sfida
del flaneur metropolitano

Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi

Foto di Maurizio Crispi

Triste abbandono

Occhioni spalancati
che guardano nel nulla

Dove sono finito,
sembrano dire,
Cosa mi aspetta?
Chi si prenderà cura di me?

Maurizio Crispi

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8 maggio 2025 4 08 /05 /maggio /2025 07:43
Foto di Maurizio Crispi

Piazza sonnolenta
Gente molto lenta
Di cani perduti
una marmaglia pigra e lenta
Piazza a ritmo ridotto 
Atmosfera da siesta messicana
Mexico e nuvole
Nessuno in giro
se non pochi turisti stanchi
in abiti leggeri estivi o da safari
in esplorazione 
a passi stanchi e lenti,
che lasciano impresse sul suolo
orme pulverulente
E ogni tanto sosta
e naso all’aria,
occhio ammiccante,

macchina fotografica penzolante
dal collo o dalla mano 
e clic clic clic e ancora clic

Vicolo con lenzuola stese
che garriscono nel vento
Palme svettanti
si stagliano su un fondale azzurro
percorso da una transumanza lenta
(non galoppante)
di bianche nuvolette candide
Torri goticheggianti
alte ed imponenti,
eppur eleganti,
ci ricordano 
con la loro presenza assidua
il tempo lento
di secoli e millenni di storia

Siamo sempre qua
a far lento esercizio di contemplazione
alla non-ricerca di immediato satori

Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi

Foto di Maurizio Crispi

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5 marzo 2025 3 05 /03 /marzo /2025 17:02

Qui di seguito, i bozzetti di pensieri scaturiti durante la passeggiata mattutina del 5 marzo 2024, esattamente un anno fa

Maurizio Crispi (5 marzo 2025)

Gabbiano fiero in posa (foto di Maurizio Crispi)

Gabbiano, gabbiano,
ospite di città e nostro commensale,
coinquilino assiduo!

Riflessi di alberi spogli 
in una pozza di acqua piovana

E che altro?

Scritte d’amorosi sensi,
promesse e tenerumi,
vergate con le vernici spray
in vividi colori, sparatissimi,
ad alto impatto sulla retina,
amori dichiarati per sempre,
a chiare lettere 

E poi? 
What else?

Edifici magnifici,
un po’ blasé,
sopravvissuti allo scempio, 
parlano di antichi fasti
E c’è un fragolone appena smangiato
sull’asfalto ancora intriso
di pioggia notturna
Come doveva esser buono!

Ci sono anche
quei tristi diavoli in vetrina,
costretti ad indossare abiti 
dissonanti e fastosi,
mentre loro, poveretti, 
vorrebbero cose semplici ed essenziali
Sono prigionieri 
adornati e imbellettati
condannati a guardare il mondo
attraverso pareti di vetro
e ad esser guardati
Se protestano
vengono messi in castigo
e lasciati nudi in un angolo
a far da zimbello
al mondo intero

E qui ho finito,
per oggi

Scorci e ritagli
Scorci e ritagli
Scorci e ritagli
Scorci e ritagli
Scorci e ritagli
Scorci e ritagli

Walking
walking
in the morning
while the wind is blowing
searching for the rainbow
and for the morning dew

Pioggia la notte
pioggia il giorno
Vento umido e freddo
Piedonzoli pronti
ad inseguire le foglie secche
scivolanti in picchiata
mentre colombacci, merli
e altra bella gente avicola
svolazzano con frulli d’ale
o vengono a becchettare
vogliosi, ma anche focosi
Il giorno è trascorso
tra sospiri e singulti
e piove ancor
come Dio la manda,
secondo la comanda

Maurizio Crispi (5 marzo 2025)

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28 febbraio 2025 5 28 /02 /febbraio /2025 13:43

Una porta stretta stretta
che più stretta non si può
Non è certo una porta adatta
per obesi e ciccioni,
ma nemmeno per balene
o ippopotami
né tantomeno per omini Michelin
(Non sto facendo body shaming,
ma dico così
solo per scherzare!
Suvvia, perdonatemi!)
O forse è soltanto una porta a metà
adatta ad un visconte dimezzato

Maurizioo Crispi (25 febbraio 2025)

Questa porta dimezzata la si trova a Palermo in Via Filippone

 

Se tu non l'hai notato, un muratore accorto, per salvare lo stabile, ha eretto un contrafforte di mattoni rossi!
Servendosi di una intercapedine naturale, come un vano porta, per erigere il muro di sostegno Poi dopo si vedrà il da fare!

Nicolò Graffagnini

Mi piacciono maggiormente le evocazioni fantastiche piuttosto che le spiegazioni razionali

Maurizio Crispi

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25 febbraio 2025 2 25 /02 /febbraio /2025 14:03
Il passeggero (foto di Maurizio Crispi)

Ed ecco il semprepresente compagno di viaggio
Il misterioso passeggero è sempre lì a tenermi compagnia o a fare la guardia mentre io non ci sono
È una perturbante sentinella, si potrebbe dire
L’altro giorno, avevo parcheggiato l’auto vicino ad una scuola primaria: quando sono andato a prenderla era già orario di uscita e c’erano tante mamme con i bambini che sciamavano lungo la strada
Mentre mi avvicinavo all’auto una di queste mamme con i due figlioletti, accingendosi ad incrociare la mia auto parcheggiata, ha lanciato uno sguardo all’interno dell’abitacolo e ha avuto una reazione di sorpresa, mista forse ad un po’ di paura (un coccolone…): una reazione che si è tradotta in un leggero sobbalzo
Rivolgendosi ai due figli ha detto loro:  “Questa macchina mi fa paura!“ e, a passo svelto, ha tirato innanzi
Io nel mentre sopraggiungevo e quindi la mamma paurosa, con la coda  dell’occhio, mi avrà sicuramente visto mentre entravo nell’auto di paura 
Chi sa cosa avrà pensato di me!
Che anch’io le facevo paura, poiché condividevo la mia auto con un simile inquietante personaggio?

Quando vado in campagna, l’auto la metto solitamente  in un posto che si trova nel percorso che devo compiere da casa al magazzino, dove tengo gli attrezzi e tutto quello che serve.
Quando scende la sera, spesso vado sino al magazzino per accendere delle luci notturne e per chiuderne la porta
Nel fare questo, mi trovo frequentemente a passare accanto alla mia auto, quasi sempre sovrappensiero 
Al passaggio, nella semioscurità mi sembra di scorgere un occupante nella macchina  (che in campagna lascio sempre con gli sportelli non chiusi con la serratura) e sobbalzo, con il cuore in gola per la paura, e mi dico: Ma chi è costui?
Poi mi ricordo e mi dico: “Ah, vabbé, è il passeggero misterioso e taciturno! E' quello là
In effetti, il compagno di viaggio é anche un deterrente per i male intenzionati ed un guardiano

 

Ma da dove arriva il misterioso ed imperturbabile passeggero?
Cu ci u purtau?

Forse un anno fa al tempo di carnevale Gabriel era andato alla festa di Carnevale della scuola con una maschera ed era proprio questa: Dalì, la celebrata maschera degli artefici della grande rapina alla banca ne "La casa de papel".
All'uscita da scuola, uno di noi due - e non ricordo più di chi sia stata l'idea - volle mettere la maschera sul poggiatesta.
E da allora non si è mossa più
Mi ci sono affezionato.
E Gabriel per di più mi dice: Papà, tienile lì con te, così ti fa compagnia quando viaggi!
E quella che era una semplice maschera è diventata qualcosa di più: un passeggero misterioso, un compagno silente, un guardiano e tanto altro ancora, onnipresente, totipotent

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22 febbraio 2025 6 22 /02 /febbraio /2025 09:10
contrasti (foto di Maurizio Crispi - 2016)

Un sabato mattina, un uomo anziano se ne sta immobile seduto su di un grosso tronco abbattuto e scortecciato che funge da rustica panchina: immediatamente, ho sentito l’esigenza di fotografarlo
Dei runner gli sfilano davanti, alla loro andatura, baldanzosi, chi più chi meno, ma con quella baldanza di chi ha la certezza di avere ancora davanti molto tempo da vivere
L’uno è vestito di abiti scuri, gli altri - i corridori - indossano indumenti tecnici vivacemente colorati
L’anziano è solo, isolato, chiuso in sé stesso, avvolto nel suo giaccone con le mani insaccate dentro le tasche.
I podisti amatoriali fanno parte di una comunità itinerante e, in ogni caso, sono lì riuniti per partecipare ad un evento. Anche se non si conoscono, invisibili legami di solidarietà (o antagonismo) li connettono gli uni agli altri in una rete
Sembra che l’anziano se ne stia lì, seduto, solo per far passare del tempo che altrimenti sarebbe per lui troppo dilatato ed insostenibile, tale da dargli la mattina ad ogni suo risveglio una sensazione di schiacciante oppressione
I runner frequentatori del quel parco o giunti per partecipare alla piccola gara/allenamento hanno sicuramente molti altri impegni, a seguire: la loro giornata è piena di cose, di incontri, di discorsi, di aspettative e di azioni da compiere. Sicuramente a loro il tempo non basta mai, mentre invece l’anziano ne ha a iosa
Gli anziani e i vecchi, specie in una città come la nostra, possono sentire il tempo come un peso inesorabile: da sopportare, gravoso, soffocante, dal risveglio della mattina alla sera quando giunge il momento di andare a dormire, come una liberazione: e, nell’intervallo, c’è l’impegno di farlo passare questo tempo a loro disposizione o di lasciarsi trascinare dalle sue derive
E non è più un tempo lineare, in cui ci sono mete da raggiungere e obiettivi verso cui tendere, ma soltanto un tempo circolare ripetitivo, in cui ricorrono e si rincorrono soltanto piccole azioni quotidiane che servono soltanto a far passare il tempo, agognando al momento in cui la giornata sarà conclusa. Un tempo in cui ogni giornata è spaventosamente eguale all’altra che l’ha preceduta e che la seguirà, un tempo in cui non esistono più sabati e domeniche, fine settimana, vacanze, festività, ma in cui ogni giorno è eguale e piatto
Quando si arriva a questo punto, in fondo, si è già pronti all’eterno riposo, poiché ogni giorno è in sé una fine dolorosa a cui si è condannati ripetutamente, la totale vacuità, la mancanza di scopo, il vuoto di relazioni e di affetti, e tanti piccoli riempitivi
L’immagine dell’uomo seduto sulla panchina (in verità - e molto simbolicamente – si tratta solo di un vecchio tronco abbattuto, una carcassa dunque) mi ha dato molto da pensare e mi ha profondamente intristito
Mi ha fatto ricordare uno zio - che mi è caro nel ricordo - il quale spesso - per ingannare i suoi lunghi pomeriggi vuoti - andava a sedersi sulla panchina davanti alla statua di Padre Pio nella piazza vicino a casa sua oppure sul basso muretto che contorna il giardino pubblico dirimpetto.
Portava con sé una vecchia copia spiegazzata di un Giallo Mondadori e ne leggeva alcune pagine, ma il più delle volte guardava il mondo che girava attorno a lui
Quando lo avvistavo, qualche volta mi avvicinavo a lui, lo salutavo e scambiavamo qualche parola
Ma qualche volta - lo confesso - mi corrucciavo e, con il cuore gonfio di dispiacere, mi allontanavo senza farmi vedere, forse sbagliando, ma quella sua solitudine così palese mi metteva addosso un’angoscia troppo profonda


(Palermo, 22 febbraio 2016)
 

Mi rendo conto di essere stato troppo deciso nel propendere verso una lettura: e convengo che ce ne potrebbero essere molte altre possibili.
Il bello delle immagini é che ciascuno può costruirvi una propria storia personalizzata che dipende da fattori diversi, come la propria visione del mondo, la propria storia personale, le proprie idee ed esperienze, e, non ultimo fattore, il proprio stato d'animo.
E' noto che lo stesso libro letto in epoche diverse della vita può suscitare emozioni diverse, perfino nello stesso lettore.

Quanto ho cercato questo scritto! Avrei voluto inserirlo nel mio libro sulle panchine. Ed invece, niente.
Ora, all’improvviso, grazie alla funzione “Ricordi” di Facebook è all’improvviso balzato fuori.
E, quindi, ho pensato di inserirlo qui

Maurizio Crispi (22 febbraio 2016)

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16 febbraio 2025 7 16 /02 /febbraio /2025 09:44

Mi son fermato a Piazza Don Bosco (Palermo) nel corso di una mia camminata e mi sono fermato ad osservare meditabondo ciò che si dispiegava davanti al mio sguardo

Maurizio Crispi (16 febbraio 2024)

Panchine di Piazza Don Bosco (foto di Maurizio Crispi)

Panchine vecchie, 
altre di nuovo impianto 
simili a quelle di prima,
di metallo dipinto di verde
Quelle più antiche
sono sfregiate 
(o decorate)
da graffiti
il più delle volte indecifrabili
e enigmatici

La piazza è affollata, 
le panchine sono quasi tutte occupate 
Giocatori di pallone 
Conversanti discreti
con cane scricciolo al guinzaglio 
Fidanzatini focosi
intenti in un bacio appassionato 
incuranti dello sguardo altrui
Un anziano signore che osserva
il cielo affollato di strie chimiche
accendersi dei colori del tramonto
Un lettore
assorbito nella lettura
d’un libricino minuscolo
che pare un breviario
mormora ogni singola parola

Dopo un po’ l’anziano se ne va,
non senza aver lanciato
un ultimo sguardo al cielo
che ora discolora
Anche i giocatori di pallone
raccolgono le loro cose e vanno via
portando con sé
i loro schiamazzi
I conversatori pure si alzano
e vanno via 
con il loro cane toy 


I fidanzatini continuano a baciarsi
Incuranti di tutto e di tutti


Si accendono i lampioni
che ridanno vita ai colori
sempre più smorti


Rimane dovunque la spazzatura
strabordante dai cestini ricolmi
e sparsa in giro con noncuranza
dai frequentatori d’un intero giorno
Arance malmesse,
rotolanti qua e là,
semi schiacciate e lasciate in giro
Involucri incarti cicche e resti vari,
alcuni indescrivibili


Solo questo resta
del giorno


Anche i fidanzatini,

infine, vanno via
tenendosi per mano,
senza parlare

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12 febbraio 2025 3 12 /02 /febbraio /2025 10:03
Scarpa abbandonata (foto di Maurizio Crispi)

Le strade sono vuote all'alba,
anzi molto prima dell'alba, 
perché il silenzio è profondo 
e si sente un gelo intenso,
quasi venisse fuori da un profondo sepolcro 
lasciato aperto 

E' questa l'ora della notte
in cui solitamente avviene il trapasso,
penso,
quando si consuma l'agone

E non c'è nessuno in giro 
non una sola auto
non un umano
e nemmeno un cane randagio
o un gatto vagabondo
I gabbiani, di solito onnipresenti,
tacciono per una volta

Unica macchia di colore acceso
sono poche arance malconce 
abbandonate a terra 
nei pressi della postazione 
del venditore ambulante 
che ancora non è arrivato 
a prender possesso del suo dominio

E' una sensazione strana
quella che mi prende
Mi sembra di caracollare,
assieme al mio cane Black
(anche lui nero come la notte)
attraverso un immenso cimitero 
di solitudine
e di fantasmi che si aggirando invisibili
per le strade,
lasciando dietro di sé 
una bava letale,
un tocco gelido,
quel freddo che mi penetra
sin dentro le ossa e la testa
e mi paralizza

Per oggi, questo è

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8 febbraio 2025 6 08 /02 /febbraio /2025 05:14

Un anno fa questo scrissi, ispirato dalla voglia incontenibile di merendine pomeridiane di mio figlio Gabriel

Maurizio Crispi (8 febbraio 2024)

Arancia abbandonata in un anfratto (foto di Maurizio Crispi)

Merenda, merenda
Voglio la merenda

Merenda sì, merenda no
Merenda sì, sì, sì, sì 
Sìiiiiiiiiii, nooooooooo,
SÌ!
Io merenderò, merenderò 
Il Merendero l’è un gran bandidero
È sempre merenda
Ogni momento è buono per far merenda


Merenda dolce, 
merenda salata, questo l’é
un gran dilemma
Panino con la Nutella
Panino con la mortadella
Fettine di salamella 
Una bella ciambella
ma anche un’arancinella bella
ma anche la bella salsiccia
o i würstel giganti
con la maionese 
Biscottini e patatine,
ma anche pancetta abbrustolita,
ovetto sodo,
ovetto al tegamino,
piatto di pasta fumante
Pane con l’olio
Pane abbrustolito con lo zucchero 
Una banana,
due banane,
tre banane
Mela che mela
Ora me la mena la mela
Mela bollita,
mela cotta nel forno


Ho fame, fame, fame,
molta fame,
tanta fame,
è sempre tempo di far merenda,
il mondo intero fa merenda,
il mondo in una merenda,
il mondo è una merenda
Merenda delenda
Merenda for ever

Amen

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20 gennaio 2025 1 20 /01 /gennaio /2025 11:27

A volte Facebook e i social sono un autentico scrigno di tesori, dove si trovano proprie cose scritte estemporaneamente e poi lì abbandonate e dimenticate. Come è il caso di questa piccola storia che riguarda il ritrovamento di un elefantino abbandonato e alcune nefaste conseguenze che, a torto o a ragione ad esso attribuii. Da questo piccolo racconto si vede bene che il pensiero magico è sempre presente in noi ed è ben difficile che la razionalità possa estirparlo del tutto!

Maurizio Crispi (20 gennaio 2010)

Guanto di latex e foglie secche (foto di Maurizio Crispi)

Una volta ho raccolto da terra un elefantino di peluche
Era piccolo piccolo: stava confortevolmente nel palmo della mia mano chiusa a pugno
L'ho portato a casa, l'ho lavato e strigliato ben bene e l'ho messo ad asciugare
Quindi l'ho mandato per posta ad una mia amica, accompagnandolo con una lettera che era, a tutti gli effetti, una richiesta di adozione da parte di un elefantino smarrito e trovatello
Il plico arrivò a destinazione, ma purtroppo aperto e depredato proprio del povero elefantino del quale da quel momento si sono perse le tracce
Chi sa adesso su quali sentieri del mondo starà girovagando, tutto solo e ramingo?
Questa storia per arrivare al punto cruciale: dopo averlo raccolto e maneggiato, tempo due giorni, fui invaso da un prurito irrefrenabile in ogni parte del corpo, ma quello più penoso era nel palmo delle mani e nella pianta dei piedi. Passavo ogni notte, per quasi quindici giorni, a grattarmi irrefrenabilmente, insonne. E più mi grattavo più il prurito arrivava a vertici di insostenibilità. Cominciai a fantasticare che quell'elefantino fosse stato abbandonato a bella posta da qualche scienziato folle, dopo averlo intriso di batteri e virus da testare come armi biologiche (avevo letto poco tempo prima un medical thriller proprio incentrato su questo argomento)
Con il mio collega medico giungemmo alla conclusione che, probabilmente, si era trattato di un'infezione virale di tipo neurale, in forma blanda, partendo dall'osservazione che non vi erano i segni tipici (a livello locale) delle manifestazioni di tipo allergico, insomma una neuropatia diffusa di tipo virale
Poi a poco a poco, la sintomatologia si ridusse fino a scomparire del tutto
Ora non vorrei sbagliarmi ma cominciai a prendere anche del cortisone, dopo aver tentato, ma invano di lenire i sintomi, con gli antistaminici…
Ma il ricordo di quei giorni terribilmente pruriginosi è per me rimasto indelebile
Siccome, però, il lupo perde il pelo ma non il vizio, io continuai a raccogliere tutte quelle cose abbandonate per strada (purchè fossero di decente aspetto) che attraessero la mia attenzione, avendo l'accortezza di maneggiarle - prima del rituale (ed obbligatorio) lavaggio - con una certa cautela
Ancora non mi è capitato di imbattermi in un abito di latex con borchie sadomaso, ma non dispero, sono certo che prima o poi anche questo incontro si avvererà…
Una pura curiosità: quel guanto di latex della foto, l'ho ritratto a nemmeno dieci metri di distanza dal punto in cui quasi tre anni fa avvenne il rinvenimento dell'elefantino di peluche
E aggiungerò che stavolta mi sono ben guardato dal  toccare il reperto e semplicemente sfiorarlo, per timore di una ulteriore e letale contaminazione

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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