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Sono in una città straniera nella quale, il giorno dopo, si dovrà disputare una gara podistica su circuito, sulla distanza complessiva di 100 km o di 100 miglia
Nel sogno vedo solo i preamboli della corsa, dunque gli eventi della vigilia, come l’arrivo degli atleti, l’inaugurazione del Marathon Center, la Conferenza stampa con la presentazione dei top runner
Manca il consueto pasta-party
Posso solo immaginarla, la gara, per come si svolgerà domani e intanto accontentarmi di guardare i suoi protagonisti che arrivano alla spicciolata, con armi e bagagli
Mi ritrovo, dunque, a viverne soltanto questi preliminari, osservando i faticatori, i resilienti (eroi!) che si radunano e si raccontano storie relative alle loro imprese, pari o forse superiori alle proverbiali Sette Fatiche di Ercole(Cosa li conduce? Un mistero insondabile!)
C’è questa scenetta.
Sono in un piccolo bar che, con le sue luci, si affaccia sulla via dalla quale transiteranno gli atleti per un numero infinito di volte il giorno dopo durante la gara che si sviluppa su di un circuito di 1 km appena che quindi, per completare la distanza di 100 km, dovrà essere percorso per cento volte (da far girare la testa!)
Chiedo al gestore del localo se c’è qualcosa da mangiare e quello mi porta una fettina di pane tostato con sopra una mini-salsiccia abbrustolita sulla griglia
Cibo da Cowboy!, soggiunge l’oste
Ha un aspetto buono il salsiccione ed è anche gustoso
La mangio avidamente, a grossi e ghiotti bocconi
Poi quando ho finito mi pulisco l’unto dalla bocca con il dorso della mano e lampío un potente rutto di soddisfazione
Il barista mi dice che domani (domani, sempre domani!) avrà un sacco di lavoro, visto che dovrà sfornare una quantità enorme di questo tipo di stuzzichini per rifornire gli atleti durante la loro gara che è come una guerra, visto che quelli che non ce la fanno e rallentano al di sotto d’una certa andatura verranno giustiziati sul posto (nel caso vadano oltre i 6’30” al km)
Immagino: e poi non ne rimase nessuno!
Una vera e propria gara ad eliminazione dei concorrenti non idonei!
Poi, mi ritrovo in una grande piazza dove sono allestiti grandi tavoli a cui siedono intellettuali e teste d’uovo locali, ma a me sembrano tutti delle emerite teste di pipa
Discutono solennemente e si confrontano con sussiego
Consultano dei libroni, inforcando in punta di naso occhialini da presbite e leggono ad alta voce citazioni dotte
Mi aggiro tra di loro (dignitari togati e professoroni con il tocco, avvertendo un totale senso di estraneità e quasi una viscerale avversione nei loro confronti
Poi, intravedo un mio collega d’armi di anni addietro
Vorrei intrattenermi a parlare con lui, ma se ne sta andando
Anche lui, evidentemente, si sente un pesce fuor d’acqua o un pesce troppo piccolo in mezzo a pesci fin troppo grossi e a squali che potrebbero mangiarselo in un sol boccone
Prima di andarsene, tuttavia, mi consegna un mucchio di sottili fascicoli che sono le sue pubblicazioni scientifiche di una vita, raccomandandomi di leggerle, ed anche il suo CV (molto corposo, in cui si dice la rava e la fava di tutta la sua carriera, anche se, proprio per il fatto di essere una brava persona, è sempre rimasto al margine di tutto)
Do un’occhiata fugace al malloppo
Vedo che ci sono molte cose degne di nota e di grande interesse
Quest’uomo è un Genio!, penso
Vorrei tornare a congratularmi con lui, ma non lo trovo
In un attimo si è dileguato
Dissolvenza
Dopo un po’ mi sono riaddormentato e ho sognato nuovamente
Questa volta ero in campagna, da me
E mi trovavo a tu per tu con i nuovi vicini
Ieri avevo notato che era n corso una festa con luminarie e, prima, i rappresentanti della ricca congrega degli invitati erano stati a tuffarsi in una piscinetta esterna, allietati da musica neomelodica, e tanti Splash Splash. Poi andando via era giunto alle mie nari un ricco sentore di grigliata: evidentemente, stavano arrostendo delle carni e grandi ruote di salsiccia per completare la giornata degnamente
Io mi ritrovavo a tu per tu con uno dei due neo-proprietari il quale mi parlava con allusioni, con non detti, usando molto la mimica e la gestualità, facendomi capire che egli era ben fornito di “strumenti” con i quali farsi rispettare e che era ben contento di raccogliere a piene mani il rispetto della gente ed anche degli agenti
Mi faceva notare, con ostentazione due rigonfiamenti che trasparivano dai suoi indumenti, uno all’altezza dell’ascella e l’altro dentro la tasca dei pantaloni
Ero alquanto stupito
Mi sembrava addirittura di intravedere il calcio di una pistola, spuntare fuori dalla tasca dei calzoni (c9iò mi faceva pensare che l'altro rigonfiamento fosse dovuto ad una fondina ascellare)
Altri gonfiori negli indumenti lasciavano intuire che, in altre tasche, fosse riccamente fornito di caricatori e munizioni
Comunque, reagivo con ironia all’esibizione di forza e gli dicevo: Vedo che sei ben fornito, amico mio! Ma tra di noi non c’è bisogno di arrivare a tanto! Siamo in perfetta sintonia, ci intendiamo alla perfezione!
Quel giorno ero andato lì per far fare dei lavoretti ad una squadra di miei lavoranti di fiducia che, in particolare, erano alcuni dei pazienti del posto in cui lavoro
Il mio interlocutore - il mio vicino di casa - mi dice, dopo un cotale preambolo (quello dei rigonfiamenti minacciosi): quando vieni per i tuoi lavori, mi raccomando, avvisami prima, in modo che non ci siano ostacoli al tuo passaggio, magari un colpo di telefono o un messaggio WhatsApp, sai io potrei essere qui con i miei lavoranti e le macchine che occupano la sede della strada che porta a casa tua e così, se tu mi avvisi è meglio!
Guardo con preoccupazione i miei che stanno lavorando alacremente e ho un po’ di perplessità, poiché temo che possano fare qualcosa di inappropriato che possa suscitare la disapprovazione del mio vicino
Cerco di compiacerlo, di distrarlo, di blandirlo
Poi ritorno nel mio terreno, dopo essermi congedato da lui, camminando tuttavia con la sensazione di avere i suoi occhi piantati nella mia schiena
Mi ritrovo con i miei lavoranti che sono anche pazienti pazienti, non nel senso aggettivale del termini, cioè "tolleranti", "sopportanti", "soffrenti di qualcosa"
Con loro ci sono anche degli educatori e uno di loro mi informa che uno, in particolar modo, s’è comportato in modo non adeguato, mostrandosi aggressivo in maniera irriflessiva e del tutto disfunzionale
Mi preparo a controbattere e a fargli la ramanzina
Comincio a parlare e a dire ciò che penso, ma mi rendo conto che sto parlando con la persona sbagliata che non c’entra per nulla
Infatti quello, tramutandosi in viso, mi dice: Ma io mi sono comportato bene
Sì, sì, hai ragione; sono io ad essermi sbagliato, mi spiace! In realtà, volevo parlare con lui!
E così dicendo indico colui con cui dovevo misurarmi che avanza verso di me, a questo punto, con fare minaccioso e la faccia stolida e dissintona di colui che è preda del suo delirio
Ho un po’ il cuore in gola
Ma le cose che ho da dirgli gliele dirò, questo è poco, ma sicuro!
Dissolvenza
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