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29 luglio 2024 1 29 /07 /luglio /2024 13:24
Selfie (Foto di Maurizio Crispi)

Sono in una città straniera nella quale, il giorno dopo, si dovrà disputare una gara podistica su circuito, sulla distanza complessiva di 100 km o di 100 miglia
Nel sogno vedo solo i preamboli della corsa, dunque gli eventi della vigilia, come l’arrivo degli atleti, l’inaugurazione del Marathon Center, la Conferenza stampa con la presentazione dei top runner 
Manca il consueto pasta-party
Posso solo immaginarla, la gara, per come si svolgerà domani e intanto accontentarmi di guardare i suoi protagonisti che arrivano alla spicciolata, con armi e bagagli 
Mi ritrovo, dunque, a viverne soltanto questi preliminari, osservando i faticatori, i resilienti (eroi!) che si radunano e si raccontano storie relative alle loro imprese, pari o forse superiori alle proverbiali Sette Fatiche di Ercole(Cosa li conduce? Un mistero insondabile!)
C’è questa scenetta. 
Sono in un piccolo bar che, con le sue luci, si affaccia sulla via dalla quale transiteranno gli atleti per un numero infinito di volte il giorno dopo durante la gara che si sviluppa su di un circuito di 1 km appena che quindi, per completare la distanza di 100 km, dovrà essere percorso per cento volte (da far girare la testa!)
Chiedo al gestore del localo se c’è qualcosa da mangiare e quello mi porta una fettina di pane tostato con sopra una mini-salsiccia abbrustolita sulla griglia
Cibo da Cowboy!, soggiunge l’oste
Ha un aspetto buono il salsiccione ed è anche gustoso
La mangio avidamente, a grossi e ghiotti bocconi
Poi quando ho finito mi pulisco l’unto dalla bocca con il dorso della mano e lampío un potente rutto di soddisfazione
Il barista mi dice che domani (domani, sempre domani!) avrà un sacco di lavoro, visto che dovrà sfornare una quantità enorme di questo tipo di stuzzichini per rifornire gli atleti durante la loro gara che è come una guerra, visto che quelli che non ce la fanno e rallentano al di sotto d’una certa andatura verranno giustiziati sul posto (nel caso vadano oltre i 6’30” al km)
Immagino: e poi non ne rimase nessuno!
Una vera e propria gara ad eliminazione dei concorrenti non idonei!

 

Poi, mi ritrovo in una grande piazza dove sono allestiti grandi tavoli a cui siedono intellettuali e teste d’uovo locali, ma a me sembrano tutti delle emerite teste di pipa
Discutono solennemente e si confrontano con sussiego
Consultano dei libroni, inforcando in punta di naso occhialini da presbite e leggono ad alta voce citazioni dotte
Mi aggiro tra di loro (dignitari togati e professoroni con il tocco, avvertendo un totale senso di estraneità e quasi una viscerale avversione nei loro confronti
Poi, intravedo un mio collega d’armi di anni addietro
Vorrei intrattenermi a parlare con lui, ma se ne sta andando 
Anche lui, evidentemente, si sente un pesce fuor d’acqua o un pesce troppo piccolo in mezzo a pesci fin troppo grossi e a squali che potrebbero mangiarselo in un sol boccone
Prima di andarsene, tuttavia, mi consegna un mucchio di sottili fascicoli che sono le sue pubblicazioni scientifiche di una vita, raccomandandomi di leggerle, ed anche il suo CV (molto corposo, in cui si dice la rava e la fava di tutta la sua carriera, anche se, proprio per il fatto di essere una brava persona, è sempre rimasto al margine di tutto)
Do un’occhiata fugace al malloppo
Vedo che ci sono molte cose degne di nota e di grande interesse
Quest’uomo è un Genio!, penso
Vorrei tornare a congratularmi con lui, ma non lo trovo
In un attimo si è dileguato 

 

Dissolvenza

 

Dopo un po’ mi sono riaddormentato e ho sognato nuovamente

Questa volta ero in campagna, da me 
E mi trovavo a tu per tu con i nuovi vicini 
Ieri avevo notato che era n corso una festa con luminarie e, prima, i rappresentanti della ricca congrega degli invitati erano stati a tuffarsi in una piscinetta esterna, allietati da musica neomelodica, e tanti Splash Splash. Poi andando via era giunto alle mie nari un ricco sentore di grigliata: evidentemente, stavano arrostendo delle carni  e grandi ruote di salsiccia per completare la giornata degnamente
Io mi ritrovavo a tu per tu con uno dei due neo-proprietari il quale mi parlava con allusioni, con non detti, usando molto la mimica e la gestualità, facendomi capire che egli era ben fornito di “strumenti” con i quali farsi rispettare e che era ben contento di raccogliere a piene mani il rispetto della gente ed anche degli agenti
Mi faceva notare, con ostentazione  due rigonfiamenti che trasparivano dai suoi indumenti, uno all’altezza dell’ascella e l’altro dentro la tasca dei pantaloni
Ero alquanto stupito 
Mi sembrava addirittura di intravedere il calcio di una pistola, spuntare fuori dalla tasca dei calzoni (c9iò mi faceva pensare che l'altro rigonfiamento fosse dovuto ad una fondina ascellare)
Altri gonfiori negli indumenti lasciavano intuire che, in altre tasche, fosse riccamente fornito di caricatori e munizioni 
Comunque, reagivo con ironia all’esibizione di forza e gli dicevo: Vedo che sei ben fornito, amico mio! Ma tra di noi non c’è bisogno di arrivare a tanto! Siamo in perfetta sintonia, ci intendiamo alla perfezione!
Quel giorno ero andato lì per far fare dei lavoretti ad una squadra di miei lavoranti di fiducia che, in particolare, erano alcuni dei pazienti del posto in cui lavoro
Il mio interlocutore - il mio vicino di casa - mi dice, dopo un cotale preambolo (quello dei rigonfiamenti minacciosi): quando vieni per i tuoi lavori, mi raccomando, avvisami prima, in modo che non ci siano ostacoli al tuo passaggio, magari un colpo di telefono o un messaggio WhatsApp, sai io potrei essere qui con i miei lavoranti e le macchine che occupano la sede della strada che porta a casa tua e così, se tu mi avvisi è meglio!
Guardo con preoccupazione i miei che stanno lavorando alacremente e ho un po’ di perplessità, poiché temo che possano fare qualcosa di inappropriato che possa suscitare la disapprovazione del mio vicino
Cerco di compiacerlo, di distrarlo, di blandirlo
Poi ritorno nel mio terreno, dopo essermi congedato da lui, camminando tuttavia con la sensazione di avere i suoi occhi piantati nella mia schiena
Mi ritrovo con i miei lavoranti che sono anche pazienti pazienti, non nel senso aggettivale del termini, cioè "tolleranti", "sopportanti", "soffrenti di qualcosa"
Con loro ci sono anche degli educatori e uno di loro mi informa che uno, in particolar modo, s’è comportato in modo non adeguato, mostrandosi aggressivo in maniera irriflessiva e del tutto disfunzionale
Mi preparo a controbattere e a fargli la ramanzina
Comincio a parlare e a dire ciò che penso, ma mi rendo conto che sto parlando con la persona sbagliata che non c’entra per nulla
Infatti quello, tramutandosi in viso, mi dice: Ma io mi sono comportato bene
Sì, sì, hai ragione; sono io ad essermi sbagliato, mi spiace! In realtà, volevo parlare con lui!
E così dicendo indico colui con cui dovevo misurarmi che avanza verso di me, a questo punto, con fare minaccioso e la faccia stolida e dissintona di colui che è preda del suo delirio
Ho un po’ il cuore in gola
Ma le cose che ho da dirgli gliele dirò, questo è poco, ma sicuro! 

 

Dissolvenza

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29 giugno 2024 6 29 /06 /giugno /2024 13:50
Lord Kitchener

Un sogno, 
lungo e laborioso 
ma ricordo poco 

 

Facevo un viaggio, 
un lungo viaggio, 
In un paese remoto, 
in lontane contrade orientali 
su percorsi poco battuti 
e poco frequentati da chicchessia
La cosa più curiosa in assoluto 
era il fatto che, per procedere,
dovessimo costruirci la strada
letteralmente sotto i piedi,
perché non v’era alcuna strada
e, quindi, andavamo a rilento 
La strada doveva essere fatta 
metro per metro 
su un terreno impervio e roccioso
che non faceva sconti,
attraverso contrade impervie e accidentate 
Era una strada concepita 
per poter essere percorsa 
anche da automezzi
Mi ricordava l’impresa titanica 
di Lord Horatio Herbert Kitchener,
ai tempi della guerra contro il Mahdi in Sudan, 
quando per condurre 
truppe e rifornimenti dal Nilo 
al punto in cui si erano radunate 
le forze ribelli a Khartoum e a Omduram
venne fatta costruire nientemeno 
che una ferrovia, metro per metro, 
al prezzo di sudore, sangue e vite umane

 

Del sogno ricordo alcuni dettagli, 
come la messa in posa di alcune pietre
per definire il bordo della strada 
(ed era qualcosa 
di cui mi occupavo personalmente: 
come in un videogioco in soggettiva
vedevo le mie mani al lavoro, 
trasportare e poi posare quelle pietre)
E ricordo anche 
un’automobile vecchio stile 
(di quelle dei primordi 
che ancora somigliavano 
a carrozze senza cavalli) 
che veniva avanti 
tutta traballante e scoppiettante 
carica all’inverosimile 
di passeggeri e masserizie 
e noi - costruttori della strada -
tutti fermi a guardare con meraviglia 
quella faticosa avanzata 
e poi vederli imboccare, 
malgrado il nostro affannarci e sbracciarci, 
una deviazione che non portava nulla, 
ma il guidatore persisteva 
come un crasto 
nella direzione sbagliata,
ostinata e contraria

 

Mi sembrava di essere in un film
di esotiche atmosfere
o in un romanzo 
oppure immerso 
in una delle affascinanti narrazioni
tra storia e geografia 
di Stefano Malatesta
E mi sono ricordato, ovviamente,
del romanzo “Le quattro piume” 
di un certo Alfred E. W. Mason 
che lessi anni fa,
avendo poi occasione di vedere 
un film recente omonimo
su di esso ispirato
e si tratta di “Daniel Martin
il cui omonimo protagonista 
persegue il sogno di diventare 
uno sceneggiatore hollywoodiano
e in particolare quello di poter elaborare uno script
per un film che racconti vita e imprese di Kitchener

 

E qui non ricordo altro 

 

(da Wikipedia) Horatio Herbert Kitchener, comandante in capo delle armate anglo-egiziane, venne incaricato di riprendere Khartum. Il 18 marzo 1896 Kitchener entrò in Sudan con 11.000 uomini armati delle armi più moderne e sostenuto da una flottiglia di barconi dotati di mitragliatrici e cannoni. Il 7 giugno Kitchener raggiunse Ferkeh, una guarnigione lungo il fiume Nilo in mano alle forze mahdiste. 
La battaglia di Ferkeh venne vinta facilmente dal generale britannico, che procedette lungo il fiume in maniera metodica. 
La ferrovia dal Cairo venne estesa a Wadi Halfa, permettendo l'arrivo di nuove truppe e approvvigionamenti. 
Agli inizi del 1898 Kitchener disponeva di oltre 25.000 uomini. 
Alla battaglia di Atbara (aprile 1898) le forze mahdiste (60.000 uomini, ma mal armati) vennero battute, permettendo quindi la marcia di Kitchener verso Omdurman, la città che sorge di fronte a Khartum e che era stata trasformata nella capitale dello Stato mahdista. 
La battaglia di Omdurman ebbe luogo nel settembre 1898, e fu vinta dai britannici grazie all'uso delle mitragliatrici Maxim. Dopo il superamento della crisi di Fascioda, la vittoria britannica costrinse il khalīfa ʿAbd Allāh al-Taʿāysh a fuggire verso il sud, dove morì durante la battaglia di Umm Diwaykarat, il 24 novembre 1899.
I britannici divennero i nuovi governatori del Sudan, sebbene una parvenza di codominio con gli egiziani sia rimasta in vigore fino all'indipendenza del paese nel 1956; infatti Sudan Anglo-Egiziano fu il nome ufficiale del paese per tutto il periodo. 

 

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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