Non sempre strade diverse riconducono allo stesso posto da cui siamo partiti, specie quando non conosciamo i luoghi e le vie da percorrere e viene meno la capacità di orientamento, proprio quando crediamo di padroneggiarla alla perfezione
Scherzi della mente, oppure il suo fallimento, l’annuncio di una défaillance incipiente (ciò di cui tutti abbiamo paura)
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Questo è il mio sogno
Sono in un luogo straniero, forse la Liguria oppure Malta, un luogo costiero e scosceso ad alta densità di costruzioni
con strade ripide, erte scalinate e ponti arditi che si lanciano ad altezze prodigiose
A quanto pare sono lì per lavoro
In una struttura
In una stanza
Faccio il mio
Scrivo delle relazioni cliniche
Poi, stanco, decido di svagarmi
Mi alzo dalla sedia,
abbandono la scrivania
e vado a farmi un giro
tanto per distrarmi un po’
Cammino con il naso in su
per gustarmi con gli occhi
tanta maraviglia verticale,
una commistione di bellezze naturali
e di ardite architetture,
antiche e moderne
Vado avanti
Avanti
Avanti
Cammino
Cammino
Cammino
Imbocco strade nuove e mai percorse
Penso che si stia facendo tardi
e che debbo tornare al lavoro
Inverto la rotta e percorro altre strade
diverse da quelle lungo le quali
avevo già camminato
Penso che comunque,
anche se percorro vie diverse,
sto tornando
da dove ero venuto
(Pia illusione!)
(in realtà non ho idea alcuna del percorso
seguito sino a prima che decidessi di invertire la rotta)
(nemmeno ricordo il nome della via
dove si trova il luogo dove ero a lavorare
o della località)
Dove sono?
Che giorno è oggi?
Come mi chiamo?
Quando sono nato?
Cammino, attraversando altri luoghi,
tutti sconosciuti
Non mi oriento proprio per niente
Sono disorientato
Sono an-orientato
Sono perduto (I Am Lost!)
Ci sono delle vie letteralmente stipate
di gente chiassosa e vociante,
tutti a me sconosciuti
che parlano idiomi stranieri
che non comprendo,
una babele delle lingue
Ho paura di non potere fare ritorno,
ma vado avanti intrepido,
senza perdermi d’animo,
un passo dopo l’altro
Ma le cose che vedo
sono bellissime, straordinarie
e sotto il profilo paesaggistico
e sotto quello architettonico
In mezzo alla folla, all’improvviso,
incontro Ale
Che ci faccia là non so,
ma son contento
Non mi sento più straniero in terra straniera
Ad Ale fornisco spiegazioni confuse
su ciò che mi è successo
e su ciò che sto facendo lì
ma il mio racconto è talmente confuso
che lei poco o punto comprende
Acciuffiamo al volo un bus
in modo da arrivare al più presto,
poiché non posso più giustificare oltre
la mia assenza
Scendiamo a quella che ritengo essere
la fermata giusta
e ci incamminiamo,
incapsulati in un fiume di persone
tutte in cammino
Ma qualcosa non torna
Non riconosco i posti
Non c’è alcun indizio familiare
che possa farmi da guida
Vorrei comunicare
queste mie impressioni ad Ale
Mi giro,
mi guardo attorno,
ma Ale è scomparsa
La chiamo ripetutamente: niente!
Vedo solo volti ignoti attorno a me
Molti hanno facce bianche e lisce,
senza lineamenti
Strattono qualcuno,
lo fermo,
chiedo,
riesco a tirare fuori
dall’abisso della memoria,
un nome e una via
Quello mi risponde
che ci vuole più di un’ora di cammino
e che sono completamente fuori rotta
Ma non ho idea di quale sia la direzione
da seguire
Ale si è persa
O forse io l’ho persa
O non son piuttosto io
ad essermi perso?
Come farò?
Cosa faró?
It’s a long way to Tipperary
Dissolvenza
A volte, ci sono cose che ingombrano la mente e che impediscono di vivere con adeguatezza il momento presente, la realtà quotidiana e gli affetti che ci circondano
Quando è così mi sento staccato, scollato, distante da tutto e tutti
I richiami, le sollecitazioni, le esortazioni mi portano a sprofondare ancora di più in un luogo lontano, una piccola prigione inviolabile, che è come un pozzo profondo o come una stanza senza porte e finestre, e a far sì che ogni singolo gesto, ogni parola di apertura e di condivisione diventino impossibili
Il fuoco arde nel camino e diffonde tutt’attorno un bel tepore
Fuori piove e tira vento
Il sogno, a volte, diventa la via d’uscita,
come insegna il romanzo di Jack London,
Il vagabondo delle stelle,
che lessi da adolescente
mentre ero a letto con una brutta influenza
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