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20 dicembre 2024 5 20 /12 /dicembre /2024 03:30
Vicolo dei presepi di Natale (foto di Maurizio Crispi)

A grandi passi ci avviciniamo

al 25 dicembre

ed ecco mia consueta novena di Natale


È troppo
Sempre troppo
Troppe cose
Troppo traffico
Troppo inquinamento
Troppi strombazzamenti
Troppi incolonnamenti
Troppo correre alla ricerca
dell’oro effimero dei regali
Troppe prepotenze


Troppo silenzio, invece
Troppa rinuncia al parlarsi


Troppo procedere 
nelle proprie traiettorie,
implacabili,
senza interferire con quelle degli altri
se non per causare fastidio
o se non per sentire fastidio


Niente abbracci
Niente risate che sgorgano dal cuore
Niente mestizia o dolore 
per sofferenze altrui
di cui è pieno il mondo


Niente, niente, niente


Il nulla


Voglio entrare in una chiesa
domani
e accendere un cero 
per coloro che soffrono
che piangono 
e si disperano

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18 dicembre 2024 3 18 /12 /dicembre /2024 10:03

Una mia nota di diario del 18 dicembre 2011.

Maurizio Crispi (18 dicembre 2011)

Via Villafranca di notte in inverno (foto di Maurizio Crispi)

La città di notte

dopo il vorticare delle compere stolte e della folla

pazzamente riversata nelle strade

è deserta,

dimenticata,

morta,

 

Solo il vento spazza le strade,

facendo vibrare le saracinesche di lamiera

sbattendo qua e  là

i contenitori di plastica della raccolta differenziata

mobili sulle loro ruote come fossero robot domestici,

indisciplinati

staccando le ultime foglie ingiallite dai platani

e facendone grandi cumuli sui marciapiedi

che poi si spostano obbedendo alla fisica delle dune

- o quasi-dune crepitanti e scricchiolanti sotto il passo del viandante,

unica presenza di vita ad un'ora tarda -

provocando l'oscillazione ritmica degli aloni gialli dei lampioni

 

Ogni tanto un oggetto in volo,

cessata la forza propulsiva della raffica,

crolla a terra

 

Un gatto miagola

mimetizzato nell'oscurità

E' un gatto nero di cui s'intravede

solo il baluginio degli occhi

e un ghigno, come fosse il gatto del Cheshire,

ma in gramaglie ninja

lì, acquattato, immobile

sentinella della notte

di guardia al suo terreno di caccia

 

Il vento che soffia a raffiche

parla di solitudine e luoghi lontani

 

S'avverte qualche passo sul cemento

un ticchettio di tacchi

un frammento di conversazioni sussurrate,

parole in libertà,

una porta sbattuta con forza,

un tintinnio di vetri infranti

ma sono rumori che vanno subito in dissolvenza

dando l'impressione che le vie siano percorse

da fantasmi più che da Uomini

 

Poi, con il sorgere del giorno

quei fantasmi si dileguano

e rimangono soltanto

i cumuli di foglie morte

e il vento che continua

a soffiare incessante

 

La temperatura s'è abbassata

 

Un giorno freddo si annuncia

ma è solo l'anticipo di giorni ancora più gelidi e desolati

 

Il vento s'è portato via tutto,

gli uomini, le donne, gli animali,

le parole,

i pensieri,

persino le speranze e i sogni,

lasciando soltanto un insopprimibile vuoto

e ben poche riserve e scorte,

nessuna attrezzatura per attraversare

indenni

il lungo inverno che ci attende

in attesa d'una primavera

che forse mai arriverà

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18 dicembre 2024 3 18 /12 /dicembre /2024 09:42

Qui siamo al 17 dicembre del 2014. Quello che segue è un piccolo sogno che riporta una disavventura di viaggio accaduta nel reame del sogno, con un annunciato, paradossale, rapimento

Maurizio Crispi (17 dicembre 2014)

Sherlock Holmes e Watson in treno

In aeroporto, mentre sono in compagnia di un altro passeggero, vengo accostato da due tipi loschi

Ci dicono che, da questo momento in poi, siamo loro prigionieri - sotto sequestro - e che - con il prossimo volo -  verremo portati sino ad un posto segreto, dal quale poi loro, in veste di rapitori, chiederanno un riscatto

Dicono che i nostri figli saranno l'argomento più convincente ai fini del pagamento della somma richiesta

Siccome al momento non vi è alcuna costrizione fisica, io decido di non partire con quel volo, sottraendomi così alla spada di Damocle del rapimento

Mentre cerco di proseguire il mio viaggio, tenendo un basso profilo per non attrarre l'attenzione su di me, molti interrogativi si susseguono nella mia mente

Non capisco proprio il modus operandi dei presunti rapinatori

Se avessero voluto mettere in atto una procedura convincente avrebbero dovuto tentare di rapire i figli, ma non i padri

E i padri allora a fronte del terribile evento della perdita dei propri figli avrebbero sicuramente fatto di tutto - le umane e le divine cose - per trovare il modo di far fronte alle onerose richieste dei malviventi

Ma se vengono rapiti i padri, cosa potranno mai fare figli - ancora piccoli - per salvarli, quali strategie potranno mai mettere in atto a questo  scopo?

E, poi, non è veramente assurda e sgangherata la strategia di mettere in atto il rapimento, comunicando ai "rapituri" che stanno per esserlo e dando loro la possibilità di sottrarsi all'evento?

Insomma, è tutto un teatro dell'assurdo e non so proprio raccapezzarmi

Certo è che devo mettermi al riparo e far perdere le mie tracce, ma anche chiedere il supporto di un avvocato per potermi tutelare in questo difficile frangente

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18 dicembre 2024 3 18 /12 /dicembre /2024 02:09
Selfie (foto di Maurizio Crispi)

Ci sono cose che non so
Ce ne sono altre che non ricordo,
e pur sforzandomi 
non riesco a farle riemergere
dal magma dei pensieri e delle tracce perdute

Questa notte ero indaffarato

Camminando e camminando, 
dovevo raggiungere certi posti,
uno dei quali era un enorme palazzo,
sede di uffici
Percorrevo strade, 
chiedevo informazioni
ad altri Pellegrini come me
con i quali condividevo la stessa sorte

Poi arrivavo, infine, alla mia meta,
mi ritrovavo nell’atrio d’un enorme edificio svettante 
e andavo a chiedere delucidazioni
alla reception 
Qui una tipa con una mascherina 
tutta colorata sul grugno
mi diceva che,
per potermi presentare all’ufficio dove ero diretto
occorreva esibire certi documenti
che io non avevo con me
Entravo in confusione
Chiedevo se potesse andar bene
mostrarli dal cellulare
per eventualmente trasferirli via bluetooth
La receptionist che, intanto, 
si era tolta la mascherina
e che aveva i denti tutti blu
(strano)
scuoteva la testa
e mi diceva che non sapeva 
Ero esasperato e confuso

È sempre tutto
tanto complicato
e non si cava mai un ragno dal buco

Ho guardato fuori dalla finestra
La via era silente,
tutto immobile
le auto parcheggiate 
senza un solo posto libero
Non un’anima dolente in giro

Non piove, non tira vento
E sono tornato a letto a scervellarmi
per trovare il bandolo della matassa
e per acciuffare le perdute tracce

Forse quello che conta di più 
é il fatto di essere Pellegrino
sempre in cammino
da un luogo all’altro
o in cerca di qualcosa

La meta cambia di continuo,
si rende ineffabile,
è metamorfica
Quando credi di averla raggiunta
si trasforma in qualcosa d’altro
che non è più ciò che stavi cercando
E, allora, bisogna ricominciare
tutto da capo

 

Palermo, 18 dicembre 2023

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17 dicembre 2024 2 17 /12 /dicembre /2024 16:08

Vellichio al fondo della gola
Tosse stizzosa
Tosse squassosa
Scaracchiamenti poco produttivi
Dormo e non dormo
Il risveglio è frequente
Il naufragio capita sovente
Navigo a vista nel cuore della notte
La mattina, all’alba, la tosse
l’è ancora ben pronta e vivace
Respiro
Non respiro
Trattengo il fiato
Esalo, esalo
e via con la tossetta
Poi una relativa quiete
e mi sento meglio,
ma spossato
E or mi attende
un po’ di lettura ad alta voce
con un lauto light breakfast
e magari anche brunch!
E poi ci arripigghiamo
con decotto di carruba
e gargarismi con propoli

Glu glu glu
Andiamo avanti

Tiremm innanz!

Maurizio Crispi (15 dicembre 2024)

selfie modificato (foto di Maurizio Crispi)

selfie modificato (foto di Maurizio Crispi)

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17 dicembre 2024 2 17 /12 /dicembre /2024 03:18

É questo un sogno di volo turbulento e ansiogeno occorso nella notte del 17 dicembre 2023, ancora non trascritto qui, nel mio blog

Maurizio Crispi (17 dicembre 2023)

Oggetti onirici (foto di Maurizio Crispi)

Ancora una volta 
sto viaggiando
E sono su di un aereo di linea
Insolitamente sono seduto
vicino al finestrino
(quando io, di solito,
preferisco il lato corridoio)
L’aereo all’improvviso 
hai dei forti scossoni
Una perturbazione!
O forse un’avaria?
Non so
Sono perturbato
La perturbazione persiste
Flight fright!
Guardò fuori
e mi rendo conto 
che l’aereo sta volando a bassa quota
quasi sfiorando le cime degli alberi 
e gli edifici più alti
Mi rendo conto anche
che, cosi perigliosamente,
stiamo sorvolando Trapani
di cui riconosco alcuni caratteristici edifici

Siamo fuori rotta, allora!
Non dovevamo forse avere come meta Palermo?
Cosa sta succedendo?
Perché il pilota non ci ha avvisato 
del cambio di rotta?
Mi accorgo, all’improvviso,
che tutti i passeggeri 
che erano a bordo
al momento del decollo
sono scomparsi
Io sono l’unico rimasto
Mi chiedo: E il pilota?
Ci sarà ancora un pilota
a condurre questo maledetto aereo?

Come quelle di prima,
anche queste domande
sono destinate a non avere risposta


(dissolvenza)

Palermo, il 17 dicembre 2023

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16 dicembre 2024 1 16 /12 /dicembre /2024 13:28
luna e nuvole al giro della notte (foto di Maurizio Crispi)

Luna e nuvole,
ancora tempestose
si aprono al mio sguardo

Prima del sorgere del sole,
quando già le luci delle case lontane
si spengono, 
l'aria è fredda, pungente
e sa di pulito

Giù in basso l’autostrada
é percorsa da fredde lame di luce
e da scie rosseggianti,
accompagnate da un lontano mugghio
Mi metto per strada,
alla guida della mia auto,
solcando il mistero di quella zona di transizione
che non è più notte, 
perché - mentre la luna tramonta ad ovest -
il cielo già trascolora ad est

Galleggio nel buio

Guido in silenzio
(anzi no, con una colonna sonora
di musiche classiche trasmesse in radio)
e nel silenzio di pensieri e voci interiori,
un silenzio che è quiete e appagamento,
ma anche sospensione di desiderio
e procedo verso la città caotica
e annebbiata di fumi di scarico
dov’è il traffico s’infittisce

Mettersi in strada un po’ prima dell’alba
evoca avventure di viaggio
lontane nel tempo e nello spazio,
ma è un atto che, in sé,
contiene del Viaggio l’essenza

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16 dicembre 2024 1 16 /12 /dicembre /2024 07:57
Fuoco che arde nel camino (foto di Maurizio Crispi)

Sognavo che nel sogno facevo lo psichiatra di una Comunità terapeutica e che mi ritrovavo in una situazione molto difficile con un paziente riottoso ed ingestibile il quale rompeva porte e suppellettili, rendendo la vita impossibile a tutti gli altri degenti, ma anche agli operatori che, spossati dalle continue intemperanze, già davano segni di burnout
L’ultima bravata di costuiera stata di spostare armadi e mobili nei corridoi, creando una serie di barricate mobili, levando al contempo le porte di alcune stanze della struttura e scagliandole fuori dalla finestra
E sì che la madre del paziente con una telefonata - il giorno prima - ci aveva messo sull’avviso, annunciando ulteriori tempeste
Pensavo allora di risolvere il problema, portando quest’ospite ormai scomodo a casa di mia madre dove c’erano molte stanze disponibili [i sogni sono prodighi di soluzioni apparentemente incongrue]
Pensavo di avvertire la mamma in un secondo tempo e, intanto, di portarlo comunque nella sua nuova sistemazione-alloggio
Quando arrivavo mi rendevo conto che l’appartamento era ben diverso da come ricordavo: era in forma di un lungo corridoio su cui si affacciavano in sequenza le stanze, che erano poi servite anche da una porta finestra la quale si apriva su di un balcone-ballatoio
Le stanze dunque usufruivano di due aperture con funzione di porta, una sul corridoio interno e l’altra sul ballatoio
Sistemavo il paziente nel suo nuovo alloggio e andavo a cercare la mamma per avvertirla della presenza del nuovo ospite, senza tuttavia trovarla
Era piuttosto imbarazzante che non potessi metterla sull’avviso per tempo di avere a che fare adesso con un ospite scomodo, violento, prevaricatore, bullizzatore, bugiardo, un sociopatico della più bell’acqua, insomma
Tornavo indietro per cercare di porre rimedio, chiudendo a chiave le porte di tutte le altre stanze per cercare di limitare in qualche modo la libera e anarchica mobilità del paziente
Mi accorgevo però, dopo un sopralluogo nella sua stanza - allocata all’estremità più distante del lungo corridoio -  che il paziente se ne era andato arbitrariamente oppure era semplicemente scomparso, volatilizzato o, ancora, si era nascosto per architettare altre malefatte

In parte ero contento di ciò (meglio perderlo che trovarlo uno così), ma nello stesso tempo timoroso al pensiero che potesse tornare all’improvviso, mettendo a repentaglio la tranquillità e la sicurezza della mamma

Dissolvenza

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13 dicembre 2024 5 13 /12 /dicembre /2024 06:47

Ho sognato con fatica
questa notte
Accadevano molte cose,
facevo,
dicevo,
conversavo,
operavo (non nel senso chirurgico)
Una lunga ripetizione di opere e giorni,
inane e vacua
Non concludevo mai nulla
Ero messo male
Non sapevo dove andare
Mi ero perso
Persino avevo perso
la via di casa

Lost

Most of the time lost

Un sogno non sogno

Maurizio Crispi (10 dicembre 2024)

Manichini in vetrina (Palermo, via Sciuti) - foto di Maurizio Crispi

Manichini in vetrina (Palermo, via Sciuti) - foto di Maurizio Crispi

Il Capitano Nemo osserva il polpo gigante attraverso la finestra panoramica del Nautilus (illustrazione dell'edizione originale)

Ci sono giorni
Ci sono notti
Nulla succede
Tutto succede
Il giorno con le sue necessità 
ti lascia prostrato
La notte è avara
e non dà sollievo
con sogni policromi e variegati
La stanchezza è profonda
e un sonno di piombo
arriva veloce ad acciuffarmi 
dentro una cappa 
rigida e soffocante
Così, i residui diurni intossicanti
non possono essere smaltiti
e la mente rimane prigioniera 
di pensieri e crucci
Il corpo, d’altronde,
è afflitto, vulnerabile, fragile e intossicato
e non trova ristoro
Quindi seguono risvegli inquieti
e ricadute in sonni 
altrettanto inquieti
Io sognatore rimango
a navigare in superficie
su una imbarcazione 
che è solo debole guscio
in balia di flutti tempestosi
e di mostri marini
che emergono all’improvviso
per ghermirmi
Non riesco quasi mai
in tali circostanze
ad essere il Nautilus
del capitano Nemo
che scivola nel profondo
trasportando viaggiatori prigionieri riottosi
che sono anche suoi ospiti benvoluti
a visitare i più profondi abissi
e le creature che vi si nascondono
Ma quando si viaggia sul Nautilus
sì è protetti
e si sperimenta solo la meraviglia
dove persino miserie e affanni
sono trasfigurati
é il mitico capitano Nemo
a guidarci nell’esplorazione
poiché lui già conosce 
gli abissi marini
per averli esplorati a fondo
ed averne fatto ritorno
Lui sa,
Lui sa rassicurare con le sue spiegazioni
ma è anche capace di instillare
nei suoi ospiti
il senso della maraviglia

Quando ero piccolo
ed ero pronto ad immergermi nel sogno
dicevo alla mamma
Questa notte sognerò 
d’essere sul Nautilus,
In compagnia del capitano Nemo 
e, assieme a lui, vivrò bellissime avventure!


E quelle, nate piene di attesa,
erano notti orribili e tormento
dove il Capitano Nemo agognato,
mai arrivava

Sogni non sogni e il Capitano Nemo
Sogni non sogni e il Capitano Nemo
Sogni non sogni e il Capitano Nemo
Sogni non sogni e il Capitano Nemo
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8 dicembre 2024 7 08 /12 /dicembre /2024 11:07
Selfie modiificato (Maurizio Crispi)

Ecco che sogno, dopo molti giorni senza affioramenti onirici

Sono in un posto a svolgere un lavoro
Sono seduto ad un tavolo, riparato da una tettoia, al centro d’un ampio cortile
Ho l’occorrente per scrivere
Deve prendere appunti su ciò che mi accade intorno
Sono uno scrittore di cronache, come gli antichi storici o gli scoliasti
Sento freddo, all’improvviso
Sono in ciabatte che, scalcagnate come sono, lasciano i piedi scoperti
Decido di andare a cambiarmi per indossare qualcosa di più appropriato 
Mi alzo e m’incammino verso i miei quartieri, lasciando tutte le mie cose e l’attrezzatura da scrivano sul tavolo
La via per raggiungere il mio alloggio è lunga e tortuosa
Bisogna percorrere dei corridoi 
che assomigliano piuttosto a stretti cunicoli claustrofobici e poi salire per lunghe rampe di scale
Su di un pianerottolo (o in un androne) c’è parcheggiato un passeggino
Poggiata sul sedile ci sta una borsa con le mie cose e i miei indumenti di ricambio
Tiro un sospiro di sollievo per il ritrovamento fortunoso
Decido comunque di ascendere lungo l’ultima rampa di scale per arrivare alla mia stanzetta, con il mio borsone a tracolla
Qui trovo tutto in disordine, come se l’ambiente fosse stato occupato da un estraneo
Sul letto ci sono sparsi in disordine degli indumenti, non miei
Provo a rimuoverli, ma non si staccano dalla coperta di pile che ricopre il giaciglio
Finisco con lo scoprire che sono stati dotati di strisce di velcro perché possano rimanere aderenti gli uni agli altri e alla coperta: insomma, sono alla presenza di un rozzo dispositivo antifurto (questo quello che penso nel sogno)
Sono infastidito da questa invasione di campo
Indosso qualcosa di più pesante per contrastare il senso di freddo che mi ha preso e vado per uscire di nuovo e andare a fare il mio lavoro
Quando scendo lungo la prima rampa di scale, mi affaccio su di un cortile e vedo un auto lì parcheggiata
Capisco che é lì per me e che devo salirci sopra per mettermici alla guida e per andare dove sono diretto
Mi sento espropriato dalla mia capacità di decisione autonoma
È l’auto che decide, non io
Sono dunque alla guida dell’auto, su di un’autostrada che sembra quella di un videogioco
L’auto schizza subito ad una velocità supersonica e mi sembra di non poterne controllare rotta e stabilità 
La velocità é tale che mi perdo tutti i segnali di direzione, le diramazioni e gli svincoli
La velocità mi da la vertigine: mi sembra di essere in un tunnel poiché tutti i dettagli del paesaggio attorno a me sfilano così rapidamente da trasformarsi in una poltiglia di colori e di forme indistinte o in una nebbia confusa
Penso di poter perder il controllo, ma temo anche che la vettura possa ribaltarsi
Stacco allora il piede dall’acceleratore e la velocità dell’auto aumenta ancor di più, oltre il concepibile

Provo un senso di panico, piantato lì, al centro dello stomaco, e forse mi si torcono anche le budella

Penso di esser prossimo alla mia fine
É così che finirá?

Dissolvenza

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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