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Mi organizzavo per uscire in canoa, dopo molto tempo
Veniva a trovarmi anche un amico, portando due canoe, una per sé e una più piccola per la figlia
Facevamo la nostra uscita di voga gagliarda ed esplorativa e poi tornavamo
Veniva il momento di riporre le canoe ed io aiutavo il mio amico a tirarle fuori dall’acqua e a trasportarle
Le sue canoe, in verità, erano leggere come piume ed erano piccolissime: si potevano maneggiare con un dito
Gli dicevo che le avremmo messe nel mio studio, in modo da evitare a lui la fatica di caricarsele sulla macchina e di portarle via, per poi riportarle sin da me la prossima volta
Le posavamo ben allineate sul pavimento della mia stanza, attenti a non bagnare nulla, poiché erano ancora stillanti acqua
Raccomandavo tuttavia il mio amico che questa non doveva essere una soluzione permanente e che al più presto avrebbe dovuto trovare una soluzione alternativa
Non volevo avere il mio studio, ingombro delle sue canoe per l’eternità
Lui mi ringraziava e andava via con sua figlia
La cosa curiosa di questo sogno (che non ho detto prima) era il fatto che l’allenamento con le canoe si svolgeva dentro l’appartamento e che, quindi, dentro casa mia vi era anche il mare, cosa che - a ben pensare - sarebbe in sé meravigliosa
Immaginatevi come potrebbe essere avere il mare dentro!
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