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20 agosto 2014 3 20 /08 /agosto /2014 19:47

Ne Il Volto Koontz ci sorprende e ci delude nello stesso tempo(Maurizio Crispi) Il Volto (The Face) di Dean Koontz  (Sperling&Kupfer, 2007, nella traduzione di A. Caminiti) è decisamente un bel romanzo: insolito espressione tra le tematiche di Koontz.
All'inizio, i temi e i filoni narrativi sono molteplici e non si sa dove si andrà a parare. Quel che certo è che Ethan Truman, ex-poliziotto e capo della sicurezza di una star del cinema hollywoodiano (Channing Manheim) che vive (quando c'è e non è via per impegni di lavoro) in una mastodontica e lussuosa villa a Bel Air (Los Angeles), è alle prese con una serie di misteriosi ed inquietanti pacchetti che un anonimo mittente riesce a recapitare alla superprotetta mansion, rimanendo ogni volta in incognito.
Mettendo assieme i cinque pacchetti recapitati, egli arguisce che sono veicolo di un'oscura minaccia nei confronti del suo datore di lavoro e, quindi, comincia ad indagare, coinvolgendo l'ex-collega Hazard Yancy il detective con il quale faceva coppia.
Nello stesso tempo viene messo in campo, un'eccentrico e malefico personaggio, tale Corky Laputa, seminatore di "caos" ed un personaggio della malavita, legato tuttavia ad Ethan da un vecchio rapporto di amicizia, Dunny (Duncan) Wisthler e la sua controparte (nonché mentore) il misterioso Typhoon.
Poi, c'è Fric (ovvero Aelfric) il figlio decenne (ma ben più maturo della sua età cronologica, precocemente adultizzato) del grande attore che è in pratica un padre "fantasma" poiché, sempre preso dai suoi molteplici impegni, lascia costantemente da solo il suo piccolo, accudito di tutto punto (dal punto di vista Fric, una ben magra consolazione, questa) dalla numerosa servitù.
Quindi, a partire da questi fondamentali personaggi si sviluppano in parallelo delle trame diverse, che vengono montate in successione diacronica, anche se - a volte - si tratta di azioni ed eventi che avvengono simultaneamente su diversi scenari.
Proprio per questo montaggio il romanzo è bello, interessante - per i suoi risvolti quasi nietzchiani - con questa figura di "seminatore di caos", personaggio apparentemente anarchista, ma in realtà semplicemente sadico e violento. In più, vengono introdotti temi basilari come quello della vita dopo la morte, elementi di angelologia e, in particolare, il tema dell'Angelo protettore, o relativi ad altri fenomenoi paranormali che alludono all'esistenza di un Aldilà o a di un Limbo, una sorta di terra di Nessuno tra il mondo dei vivi e quello dei morti, con relativi "fantasmi" che si manifestano nell'interfaccia, e così via: quindi, in questo romanzo, l'insolito sta anche in questa dimensione paranormale che si tinge di interpretazioni religiose proprie dell'ambito cristiano-cattolico, senza però giungere mai ad essere autenticamente perturbante.
Alla fine, tutto si chiude, rapidamente: una lunghissima preparazione per una conclusione in cui tutto (o quasi) deve poter tornare al suo posto in una maniera edificante.
Sì, i romanzi di Dean Koontz, a volte, vogliono essere pedagogici e vogliono proporre un lieto fine, in cui il disordine del Male viene addomesticato ed ingabbiato. Il bene trionfa, il Male ha la peggio. Dite la vostra che ho detto la mia.
Come in una favola per bambini, insomma.
E per potere arrivare a questo la narrazione dopo essersi distesa maestosamente in molte articolazioni possibili, si chiude a collo di bottiglia (o a coda di topo, direbbero altri).
E il Pathos della narrazione va a farsi benedire.
Ciò nonostante, devo dire che - anche senza l'orgasmo finale (della cui assenza si lamenta una commentatrice, riportata sotto) il romanzo me lo sono goduto (tra l'altro leggendolo in lingua originale) e mi sentirei di consigliarlo a chiunque volesse farsi un'idea completa dell'opera di Koontz.
 

 

(Dal risguardo di copertina) I pacchetti arrivano alla villa di Bel Air con una cadenza precisa, come le gocce d'acqua di una tortura cinese che non dà tregua. Tanto è misterioso il loro contenuto, tanto è certo il fatto che puntualmente ne arriverà un altro. Ed esattamente come in un film, le minacce che contengono aumentano la loro bizzarria a ogni consegna. Ma a capo del servizio di sicurezza della villa della star più famosa di Hollywood c'è Ethan Truman, un uomo abituato a guardare ben oltre la superficie..
 

 

(Il giudizio di una lettrice) I really want to like Dean Koontz. His writing is exciting and I'm turning pages with my heart pounding. I've only read a couple of his books and the endings all feel like he just stopped giving a shit right before. It's like having amazing sex and right before the end, he gets up to watch tv and eat potato chips.

 

Ne Il Volto Koontz ci sorprende e ci delude nello stesso tempoSu Dean Koontz. Acknowledged as "America's most popular suspense novelist" (Rolling Stone) and as one of today's most celebrated and successful writers, Dean Ray Koontz has earned the devotion of millions of readers around the world and the praise of critics everywhere for tales of character, mystery, and adventure that strike to the core of what it means to be human.

Dean R. Koontz has also published under the names Leigh Nichols, Brian Coffey, David Axton, Owen West, Deanna Dwyer and Aaron Wolfe.

Dean lives in Southern California with his wife, Gerda, their golden retriever, Anna, and the enduring spirit of their golden, Trixie.

Facebook: Facebook.com/DeanKoontzOfficial
Twitter: @DeanKoontz
Website: DeanKoontz.com

 

 

 

 

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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