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30 aprile 2013 2 30 /04 /aprile /2013 13:54

Le capanne di Mondello e la famiglia dei Quando ero piccolo - e poi per molti anni ancora - d'estate avevamo la capanna a Mondello, la ben nota spiaggia di Palermo.

Ogni anno, con il dovuto anticipo, occorreva andare alla sede della Società italo-Belga per vergare il contratto stagionale e per versare la caparra.

Le capanne delle spiaggia di Mondello erano divise per "censo", da quelle extralusso posizionate nel tratto tra il Circolo Canottieri Roggero di Lauria e il Baretto che erano disposte in fila unica, frontale rispetto al mare, e dotate del famoso "terrazzino", a quelle "medie" che erano disposte in cortili molto ampi, pure dotate di terrazzino, per arrivare a quelle disposte in "cortili" piuttosto stretti e senza terrazzino.

La Società Italo-Belga con questa disposizione topografica, e variando opportunamente la morfologia" delle capanne aveva trovato la formula perfetta per mantenere una divisione per classi anche nel contesto balneare. 

Non dobbiamo dimenticarci, peraltro, che a Mondello, un tempo, per quanto concerne la tipologia dei suoi frequentatori abituali non si scendeva sino al livello veramente "popolare", dal momento che sino agli anni Sessanta, la destinazione dei "ceti" veramente popolari era il litorale di Romagnolo. E, in più, possiamo anche dire che le vacanze al mare sono state inventate in tutta Europa solo all'inizio del Novecento e che, proprio per questo motivo, per lungo tempo, andare al mare é rimasta una cosa d'élite e propria delle persone culturalmente più evolute.

Poi, naturalmente con la motorizzazione si è verificato il livellamento di massa e Mondello - come tanti altri posti balneari - nel clou dei mesi estivi è diventata veramente di tutti.

Ma - per quanto negli ultimi anni la Società Italo-Belga abbia cercato di ammodernarsi, differenziando l'offerta con parti della spiaggia destinate a locatari giornalieri che si limitano ad affittare ombrellone e sdraio - quell'uso delle capanne come luogo di bivacco dalla mattina alla sera è rimasto immutato, con gli immancabili pantagruelici banchetti sulla spiaggia a base di pasta l forno, di arancine e di altri intingoli, sino a tarda ora o a volte financo dopo il tramonto.

Le capanne di Mondello e la famiglia dei In ogni caso, le capanne anche allora erano costose: e noi avevamo una capanna nella zona intermedia, pressappoco all'altezza dell'attuale Commissariato di Polizia.

Prima che arrivassero i miei cugini dalla Sardegna (e da allora avemmo la capanna assieme a loro) era consuetudine cercare dei co-locatari, per dividere la spesa.

Fu così che la mamma, un anno, fece ritorno dagli uffici della Società (era sua l'incombenza di occuparsi di queste faccende), annunciando che nella prossima stagione avremmo diviso la capanna con la famiglia Gattoni.

Quando sentii questa notizia, fui eccitatissimo della novità, ma non dissi nulla a nessuno, pur iniziando a fantasticare attorno a questi misteriosi "gattoni".

Poi, nel corso del tempo, ci furono sicuramente durante le conversazioni tra gli adulti numerosi accenni alla misteriosa famiglia dei "gattoni". E, di quando in quando, la mamma e mio padre si interrogavano su come sarebbero stati questi "gattoni" come compagni di capanna. Io orecchiavo le loro conversazioni e questi accenni facevano vieppiù galoppare la mia fantasia.

Sia come sia, arrivò il tempo dell'inaugurazione della stagione balneare e, con armi e bagagli, andammo al mare per la prima volta.

Io a quel tempo dovevo avere quattro o cinque anni.
La mamma mi raccontava spesso che appena arrivato, anzichè cominciare a fare i miei giochi preferiti, io cominciai a cercare e a guardare in giro, instancabilmente. Entravo ed usciva dalla capanna, guardavo nei piccoli spazi dietro la cabina, sbirciavo da ogni parte, spostavo l esdraio addossate alle pareti e rimestavo in giro, mostrando una delusione via via crescente.

Ad un certo la mamma mi chiese: "Ma cosa stai cercando, Maurizietto?"

Ed io le risposi: "Ma mamma mi avevi detto che quest'anno ci sarebbero stati i gattoni. Ed io non vedo nessun gattone!"

E, naturalmente, a questa mia risposta fece segue l'immancabile coro di risate da parte degli adulti presenti.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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