(Maurizio Crispi) Ho avuto modo di incontrare letterariamente Peter May solo recentemente, grazie ad un giallo d'investigazione (con elementi thriller) di ambientazione scozzese, pubblicato da Einaudi (L'Isola dei Cacciatori di Uccelli, 2012, collana Stile Libero con il titolo originale di "The Blackhouse), primo volume della cosiddetta "Trilogia di Lewis". E quel romanzo mi era piaciuto parecchio.
Per me, May era un autore nuovo, portato meritevolmente in Italia da Einaudi,
In realtà ci aveva pensato qualche anno prima Piemme, nella sua collana di polizieschi, con la pubblicazione de "Il Maestro di cadaveri" (2005), pubblicato in lingua originale con il titolo "The Killing Room" e parte di una serie ambientata in Cina e di alcuni altri romanzi ad ambientazione cinese.
Ho anche scoperto che Peter May ha vissuto per lunghi anni in Cina e che ha scritto - prima di ritornare alle sue origini scozzesi - ben sette polizieschi tutti ambientati in Cina. Oggi, purtroppo introvabili nel circuito delle librerie: e soltanto qualcuno nei remainder.
Ed è stato così che, dopo aver letto "L'Isola dei cacciatori di Uccelli", mi sono ricordato di averne acquistato una copia de "Il Maestro dei Cadaveri" da un catalogo dell'usato qualche tempo fa.
L'ho ripescato e l'ho letto con grande piacere.
Non solo per la vicenda in sé (un poliziesco ben congegnato con disvelamento a sorpresa nel finale, come ogni buon poliziesco che si rispetti), ma anche perchè - essendo ambientato tra la Shangai e la Pechino post-maoiste ed essendo stato scritto da uno che in questi luoghi c'è vissuto effettivamente e li conosce bene, è un ottimo strumento di immersione e di esplorazione di un'ambientazione di detective story "esotica" in un paese in transizione dalla tradizione ad una forma (deteriore) di modernizzazione occidentale (anche, se rispetto all'epoca in cui il romanzo fu scritto, moltissimo è ancora cambiato e le trasformazioni si sono accumulate).
In questo senso, il romanzo offre una visione del tutto diversa dai famosi intrecci di Robert Van Gulik (anche fine conoscitore della Cina, però di inizio Novecento) e autore di una serie di gialli che hanno come figura di investigatore il Giudice Dee , alcuni dei quali sono stati abbastanza di recente riediti in Italia.
(Dal risguardo di copertina) Shanghai. I cadaveri smembrati di diciotto donne vengono ritrovati in una fossa comune nel cantiere di un palazzo in costruzione. Il killer ha asportato i loro organi interni, le ha mutilate e sotterrate. Niente sembra accomunare le vittime, tranne il fatto che erano bellissime e tutte avevano avuto un aborto. La polizia non ha dubbi: le donne sono morte durante esperimenti medici illegali. Ma il detective Li Yan e la patologa americana Margaret Campbell non credono all'ipotesi delle forze dell'ordine. Troppe sono le similitudini con il caso irrisolto di una giovane ragazza trovata morta a Pechino: come le donne di Shanghai, anche lei è stata smembrata e sepolta nel fango; e anche lei aveva avuto un aborto.
Nota sull'autore. Peter May è nato a Glasgow nel 1951 e vive in Francia. Giornalista e autore di innumerevoli serie televisive, ha scritto una quindicina di romanzi. L'isola dei cacciatori di uccelli (Einaudi Stile Libero 2012) è il primo volume di una trilogia ambientata sull'isola di Lewis, e ha ottenuto uno straordinario successo di critica e pubblico in Gran Bretagna e in Francia, dove è stato insignito del prestigioso Prix Les Ancres Noir. Nel 2013 Einaudi Stile Libero ha pubblicato il secondo volume della trilogia, L'uomo di Lewis.