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29 aprile 2015 3 29 /04 /aprile /2015 06:57
Il contrapasso del Subdolo Artigliere
Il contrapasso del Subdolo Artigliere
Il contrapasso del Subdolo Artigliere
Il contrapasso del Subdolo Artigliere
Il contrapasso del Subdolo Artigliere

(Maurizio Crispi) I "subdoli artiglieri" sono tra noi... (e se qualcuno ricorda, ne ho già scritto in passato).

In qualsiasi situazione "pubblica" essi non esitano a sganciare il proprio carico di flatulenze, ammorbando l'aria...

Nella loro etica c'è quasi la compulsione a liberarsi dei propri gas mortiferi, miasmi fetidi e quant'altro soprattutto in presenza di una moltitudine.

In queste circostanze, c'è da parte di essi il piacere aggiunto di osservare i comportamenti di coloro da cui sono attorniati e che ricevono l'impatto dell'invisibile nuvola olfattiva.

C'è in quei volti e in quei corpi tutta una semiologia che essi si sono abituati cogliere nelle più sottili sfumature, come narici che si dilatano all'improvviso, occhi che ruotano, espressioni di disgusto che passano come nuvole, espressioni di sospetto che inquinano una conversazione distesa, improvvisi irrigidimenti del corpo e tentativi di distanziarsi da un invisibile nemico che sembra aver sferrato il suo attacco da ogni lato.

Il subdolo artigliere è un fine semiologo del comportamento altrui di fronte alle sue silenziose bombe olfattive e gode del disagio che egli stesso ha indotto negli altri. Nello stesso tempo si mimetizza abilmente, utilizzando a tal fine lo stesso repertorio di segni e gesti, sottolineando così di essere anche lui una delle "vittime" dell'attacco volatile, ma assolutamente letale: anzi si mette nei panni del primo a denunciare pubblicamente il misfatto, del castigatore del malcostume, dell'inquisitore.

Ma, in alcuni casi, succede che il subdolo artigliere è vittima di se stesso: e ciò accade, quando - per alchimie strane - i sentori delle sue loffie rimangono attaccate ai suoi abiti. E allora succederà che, mentre egli si allontana trionfante dalla scena del crimine (tanto più gloriosamente, quanto più affollato era il luogo), il puzzo lo accompagni con un persistente alone olfattivo, letteralmente "appiccicato" ai suoi abiti (non è ancora stato fatto uno studio valido e scinetificamente attendibile che dia spiegazioni sufficientemente esaurienti relativamente all'atttivarsi di tale fenomeno): e ciò decreta la fine della strategia mimetica del subdolo artigliere, almeno per una volta, esponendolo al disprezzo altrui e all'ostracismo.

Ad ognuno il suo contrapasso, insomma...

Che, in questo caso, tuttavia, è ben poca cosa e non possiede una funzione autenticamente pedagogica, né é tale da portare alla redenzione. Il subdolo artigliere, infatti, in altri contesti e con altre persone nei cui confronti egli sia ancora illibato (olfattivamente parlando), tornerà ad esprimersi con grande goduria...

Il subdolo artigliere ritorna sempre sulla scena del delitto e ripetutamente mette alla prova le sue vittime designate.

In questo senso, si può senz'altro dire che il subdolo artigliere sia prigioniero di una coazione a ripetere.

L'articolo linkato qui di seguito, rappresenta di questo post il necessario ed imperdibile antefatto (con tutte le definizioni e i riferimenti bibliografici di prammatica).

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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