(Maurizio Crispi) Mi sono imbattuto per la prima volta in un romanzo di James Oswald alcuni mesi fa. Si tratta di uno dei "casi" dell'investigatore Anthony (Tony) McLean della Polizia metropolitana di Edimburgo (James Oswald, Prayer for the Dead. A Detective Inspector McLean , Michael Joseph, 2015).
Quando ho scovato questo volume far mostra di sé in uno scaffale del supermarket londinese, sono rimasto un po' sorpreso, poiché di quest'autore non avevo mai sentito parlare e nemmeno avevo mai visto delle traduzioni in Italiano d'una serie che, oltre a questo, ha già visto pubblicati ben altri cinque capitoli in lingua originale.
Si è trattato dunque di un primo - fortuito - approccio.
In realtà, come ho scoperto in seguito, proprio di recente la casa editrice Giunti ha lanciato due delle indagini di Mclean, rispettivamente Nel nome del Male (2014) e Il LIbro del Male (2014), primo e secondo episodio della serie.
E scartabellando tra i miei libri, già acquisiti, ma non ancora letti, ho trovato il primo dei due: quindi, lo avevo già acquistato, non mi era affatto sfuggito, solo che me ne ero dimenticato.
Ovviamente, sia quello che avevo già "acquisito agli atti", sia quello che ho nel frattempo ordinato, positivamente stimolato dalla scoperta di "Prayer for the Dead", lì leggerò entrambi quanto prima...
Le storie "mistery" che hanno come protagonista il DI (Detective Inspector) Tony McLean sono ambientate ad Edimburgo e sono in UK molto popolari: Oswald pubblicò il primo romanzo della serie di McLean autonomanete in formato digitale (acquistabile come kindle) che, attraverso Amazon ebbe subito uno strepitoso successo, tanto che la Penguin Book mise sotto contratto l'autore, acquistando in blocco tutti i successivi romanzi.
Tony McLean è un poliziotto un po' fuori dalle righe: di ottima famiglia, ha scelto di fare il poliziotto non per bisogno ma per passione, visto che, per eredità, potrebbe vivere di rendita: per questo motivo è anche visto un po' male dai suoi colleghi di lavoro e soprattutto dai suoi superiori che lo considerano non un vero poliziotto che fa questo lavoro per guadagnarsi la pagnotta, ma uno snob che esercita la sua attività quasi fosse un hobby.
D'altra parte, la sua posizione e il suo statuto mentale lo rendono insofferente della disciplina e sempre pronto ad attivare delle indagini che non gli competono, quando si sente spinto ad approfondire dei dettagli che i suoi colleghi hanno lasciato in ombra e a muoversi in direzioni che, apparentemente, sembrano delle futili divagazioni e che sembrano non portare da nessuna parte.
McLean è poco tollerante delle gerarchie e delle catene di comando: spesso e volentieri per questa sua tendenza a muoversi come un "cane sciolto" attira su di sé le reprimende dei suoi superiori che, tuttavia, devono sempre cedere le armi davanti a intuizioni che spesso e volentieri si rivelano corrette.
Le indagini dell'Ispettore McLean sono indubbiamente "seriali" e le pagine di Prayer for the Dead sono infarcite di riferimenti ad episodi precedenti che si possono comprendere soltanto avendo una buona conoscenza del "canone", sia quello letterario sia quello consacrato dalla serie televisiva.
Nella lettura ho evidenziato una sproporzione tra la parte dell'indagine in cuisi sviluppano le indagine (sono molteplici i casi che vengono attenzionati con caratteristiche convergenti, e l'epicrisi finali: mi sembra che, da parte dell'autore, vi sia un'attenzione prioritaria sul cesello e sull'articolarsi della storia e sulla "presentazione" dei personaggi (nonché sulla loro veridicità): come a fire che ciò che più conta non è la meta finale, bensì il viaggio: parrebbe che l'aspetto vera mente importante sia quello affabulatorio, con una certa inclinazione a vedere in McLean un cultore della "serendipity", in cui la risoluzione di un caso arriva in modo del tutto casuale, mentre si sta indagando su altre vicende che sono apparentemente del tutto non correlate.
(Dal risguardo di copertina dell'edizione originale). The search for a missing journalist is called off as a body is found at the scene of a carefully staged murder.
In a sealed chamber, deep in the heart of Gilmerton Cove, a mysterious network of caves and passages sprawling beneath Edinburgh, the victim has undergone a macabre ritual of purification.
Inspector Tony McLean knew the dead man, and can't shake off the suspicion that there is far more to this case than meets the eye. The baffling lack of forensics at the crime scene seems impossible. But it is not the only thing about this case that McLean will find beyond belief.
Teamed with the most unlikely and unwelcome of allies, he must track down a killer driven by the darkest compulsions, who will answer only to a higher power.
Nota sull'autore. James Oswald vive in una fattoria in Scozia, dove nel tempo libero si dedica all'allevamento. Per vent'anni ha scritto solo per passione, finchè un giorno ha deciso di autopubblicare su Amazon il primo thriller della serie dell'ispettore McLean, Nel nome del male: nel giro di pochi mesi l'eBook è stato scaricato da oltre 350.000 lettori. Questo incredibile successo ha attirato l'attenzione di Penguin, che con un'offerta altissima ha acquistato i diritti di tutta la serie, poi venduta in 12 Paesi. Un
successo mondiale, confermato da questo secondo episodio, Il libro del male, che ha suscitato grande entusiasmo di critica e pubblico.