5 maggio 1972 - 5 maggio 2024
E sono oggi 50 anni più due dal disastro aereo di Punta Raisi
Noi, i figli e i nipoti delle vittime, fratelli e/sorelle sopravvissuti continueremo a ricordare questo evento, con dolore, con nostalgia e forse anche con rabbia, perché tutto venne liquidato dalle autorità competenti in fretta, senza porsi troppi perché.
È stato un evento che ha segnato i modi indelebili tutti quanti noi
Che i nostri morti continuino a riposare in pace e che vengano sempre ricordati anche quando noi, custodi della loro memoria, non ci saremo più.
Anche noi rimasti siamo a termine: ci chiediamo chi negli anni futuri si prenderà carico di custodire il ricordo doloroso.
Vorremmo potere trasmettere a qualcuno questo testimone che è stato anche per tutti noi un fardello pesante da portare
La Città, poiché quell’evento fu un lutto cittadino di immani proporzioni, dovrebbe farsi carico, in modi più decisi, del ricordo e della rievocazione.
Qualcosa è stato fatto, ma non è ancora abbastanza.
La cresta del monte è ventosa
Appena i viaggiatori sono scesi
dai fuoristrada che, in lungo corteo,
si erano inerpicati su per lo sterrato
che a radi tornanti taglia
come con una lunga ferita,
il ripido pendio,
le raffiche si sono risvegliate
quasi volessero scacciare via
i visitatori timorosi e affranti,
pellegrini d'un dolore mai cancellato
che, ad ogni giro di giostra, si rinnova
E ora camminano, ingobbiti,
con la testa china, traballando incerti
e lottando contro l’impeto delle raffiche,
accecati dalle polvere,
mentre copricapi e berretti volano via
verso la grande croce di ferro
che si erge al centro di un rettangolo di terreno piantumato a cipressi,
alcuni appena giovani virgulti,
anche loro piegati dalla potenza delle raffiche
Sì, davanti a loro si erge
quella grande croce
con tutti quei nomi
incisi su lamine d’ottone
Solitamente sulle targhe commemorative,
dei defunti, si scrive l’anno di nascita
e quello di morte
Qui no! Per ciascuno dei 115,
solo le date di nascita, ovviamente
Nessuna menzione della data di morte
perché morirono qui tutti assieme,
nello stesso momento
E il giorno della loro morte é noto
Non c’è alcun bisogno di menzionarlo
Si sa bene che é quel fatidico giorno
che segnò il destino di molti, troppi,
il 5 maggio del 1972
L’anno, il mese e il giorno della dipartita
sono stati lasciati
alle sepolture individuali
Qui non c’è bisogno,
non ce ne sarà mai bisogno
Sotto la grande croce
ci si sente troppo piccoli,
quasi annichiliti
Mi chiedo quale fatica debba sostenere
la croce portando su di sé
giorno dopo giorno
il peso di tutte quelle vite recise
L’assenza dell’anno della morte
porterebbe a pensare che tutte quelle persone siano ancora vive
da qualche parte, in qualche luogo
E in effetti,
stando sotto quell’enorme croce
e guardandola dal basso
si ha l’impressione di essere
sotto ad un grande aereo,
come lo potrebbe concepire
la fantasia di un bambino,
pronto a spiccare il volo
in verticale,
portando con sé il suo carico
di vite e di speranze
Poi, c’è la camminata
verso il luogo dello schianto
E quel lato della cresta
é ora illuminato dal sole
che presto volgerà al tramonto
Alcuni vagano sperduti
camminando su un tappeto di erbe selvatiche
cresciute cos' fitte fitte da celare gli affioramenti calcarei,
bianchi ma tutti chiazzati di licheni
E il passo, di conseguenza, è incerto ed esitante
Tutti camminano isolati, alla ricerca di qualcosa
che forse mai potranno trovare
Per questo ritornano ogni anno
e continueranno a tornare,
augurandosi che un giorno lo faranno
anche i figli e, poi, i figli dei figli
Discosta dagli altri
una intona un canto,
di cui si sente solo la melodia,
mentre parole argentine
sono trascinate via dal vento
Altri, invece, timorosi di avventurarsi
attraverso quel mare d’erba,
infestato dalle processionarie,
sono rimasti assiepati
su di una piattaforma di pietra,
quasi a sostenersi reciprocamente
e guardano tutti ad ovest
interrogandosi sul mistero insondabile
Poi, quando arriva il momento
del congedo da quella coorte di vite troncate
per scendere di nuovo a valle,
ciascuno se ne va con i propri ricordi,
e con le proprie nostalgie
ma anche tutti quanti sono rigenerati
per essersi abbeverati
alla sorgiva d0una memoria collettiva
in un empito di silenziosa condivisione
(5 maggio 2022)
Foto di Maurizio Crispi
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