Si è svolto il 14 febbraio 2013 a Caltanissetta, presso il CEFPAS, un convegno di studi sulle disabilità, promosso dalla Federazione Italiana per il Superamento dell'Hanfdicap (FISH).
Salvatore Crispi, Responsabile del Coordinamento H per i diritti delle persone con persone con disabilità nella Regione Siciliana - Onlus, fa il punto della situazione e riferisce in sintesi dell'andamento dei lavori.
(Salvatore Crispi) Nel Convegno svoltosi il 14 febbraio c.a., promosso dalla Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH) e dal Coordinamento H fra le Associazioni che tutelano i diritti delle persone con disabilità nella Regione Siciliana - Onlus, nell’ambito del Progetto “A difesa dei diritti - interventi di sostegno della capacità di tutela dei diritti delle Associazioni delle persone con disabilità” (L. 328/2000 - annualità 2011 - Lettera D) è emersa la necessità che per attuare concretamente, nello spirito e nella lettera, l’ampia, puntuale e precisa legislazione sull’area della disabilità e del sociale in genere, ci deve essere l’impegno da parte di tutti per una crescita culturale della società.
Non si comprende, infatti, perché le vigenti normative che, se attuate, potrebbero consentire di offrire alle persone e, in particolar modo, ai cittadini con disabilità e fragilità delle condizioni di vita migliori e con servizi di qualità non vengono applicate introducendo il sistema da esse voluto che avvierebbe un processo affinché le modalità sul territorio possano essere sempre più rispondenti alle esigenze delle persone.
La razionalizzazione degli interventi e delle risorse umane ed economiche è un principio base su cui si deve fondare il principio che le erogazione dei conseguenti servizi devono avere caratteristiche di efficacia ed efficienza, trasparenza, qualità ed economicità.
In questo quadro forse bisogna sottolineare che la mancata crescita culturale può essere a volte, o spesso, un alibi per non attuare a pieno le normative e per continuare a non avere quella visione organica e globale dei problemi per permettere ancora l’emanazione e l’attuazione di provvedimenti settoriali che favoriscono il permanere di incrostazioni che si sono formate nel tempo sul territorio e nei vari ambiti, ma che configgono con interessi collettivi e, soprattutto, entrano in competizione con la filosofia, la lettera e lo spirito, delle stesse normative.
In sostanza è indispensabile che dalla legislazione attuale nasca un programmazione coerente che consenta di avviare dei processi virtuosi che abbiano come capisaldi, come per esempio l’integrazione socio-sanitaria, o l’integrazione scolastica, ecc.
Esiste, tuttavia, una complessiva scarsa crescita culturale, sia nella terminologia sia nell’organizzazione della Pubblica , che preferisce una superficiale “contabilità” rispetto ad un efficace ed efficiente modalità di interventi che, anziché a reali risparmi, si porta dietro come conseguenza un notevole esborso di denaro ed una minore efficienza nei servizi da erogare alla cittadinanza che non rispecchiano le stesse normative.
Il primo esempio riguarda proprio i docenti specializzati a sostegno dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità.
Il TAR, infatti, ha emesso numerose sentenze con cui la Pubblica Amministrazione viene condannata al risarcimento di 1.000,00 (mille/00) per ogni mese in cui il docente specializzato è stato assente più, ovviamente, le spese di giudizio.
Queste cifre inducono alla riflessione, poiché le stesse somme che lo Stato deve erogare in maniera forzosa potevano essere impiegate a monte per offrire, per altro secondo le normative, docenti specializzati fin dall’inizio dell’anno scolastico e a parità di spesa, anzi, forse, con qualche risparmio senza, per altro, essere costretti a rimborsare o a resistere in un’azione giudiziaria che è sempre, comunque, un contro senso in una società civile, che deve sempre tutelare e rispettare i diritti.
Altro esempio per cui ci si adagia sulla ridotta e/o mancata crescita culturale è la vicenda di Oscar Pistorius, poiché tutti gli organi di informazione parlano (o scrivono) di lui, indicandolo con un'ossessiva stereotipia linguistica come “campione paralimpico” in modo tale che questo termine viene confuso con la parola “paralitico” (termine anacronistico e desueto, nonchè improprio, che ci riporta indietro di decenni), se non addirittura designandolo tout court come "atleta paralitico".
Sarebbe, invece, più corretto “parlare” di Pistorius come campione dello sport che per la sua disabilità affronta le diverse specialità dell’atletica leggera in cui si cimenta nell’ambito delle manifestazioni dedicate agli sport paralimpici.
Su questo filone un giornale locale “Il Giornale di Sicilia” dando notizia di spazi che l’Amministrazione Comunale di Palermo vuole mettere a disposizione dei ragazzi con disabilità per praticare dello sport ha scritto di “sport paralitici”!.
Il substrato di crescita culturale, insomma, si deve creare in due direzioni: la prima riguarda, sicuramente, la possibilità di avere una visione organica e globale della collettività che si porta dietrol’attuazione e la piena comprensione dell’attuale legislazione per una coerente ed omogenea programmazione sul territorio dei servizi e dei sostegni da offrire ai cittadini, soprattutto a quelli con maggior fragilità.
La seconda riguarda una maggiore attenzione, ricerca e comprensione nella terminologia usata e negli accertamenti quotidiani che devono anch’essi crescere, adeguandosi ai tempi ed alle esperienze già vissute
Salvatore Crispi,
Responsabile del Coordinamento H per i diritti delle persone con persone con disabilità