Nell'Abisso profondo di Tom Piccirilli, prolifico autore statunitense del quale in Italia sono state tradotte soltanto due opere, é stato pubblicato da Gargoyle bel 2012 (titolo originale: A Lower Deep, 2001).
E' un libro di lettura difficile e non agevole: e non è un romanzo nel senso usuale del termine.
Un premio indubbiamente si merita chi riesce a portare la lettura sino in fondo.
E' tutto un pout-pourry di eventi simbolici che descrivono un'interminabile e faticosa lotta tra il Bene e il Male.
Ho cominciato a leggere "Nell'Abisso Profondo" una prima volta, poco dopo la sua pubblicazione in traduzione italiana, e non sono riuscito ad andare oltre le prime 30 pagine (che tra l'altro sono quelle che hanno un ritmo narrativo più fluido). A distanza di tempo, l'ho ripreso tra le mani, tentando di dare il via ad una lettura più concentrata e sperando così in una migliore sorte.
Ma la mia mente vaga, senza riuscire a soffermarsi, né ad intendere esattamente ciò che accade.
Sono andato avanti per pura forza di volontà, avendo la sensazione di stare a perdere del tempo prezioso che avrei potuto dedicare ad altre letture più amene o più interessanti.
L'altro titolo, tradotto in italiano "Padre delle tenebre" ha presentato qualche difficoltà analoga, ma mi sembrato nel complesso "leggibile" come romanzo.
Qua, a sentire il commento di una certa Stefania, prolifica commentatrice (che ho avuto modo di leggere su IBS), bisognerebbe procedere nella lettura, tenendo costantemente conto dei simbolismi, della Kabbalah e quant'altro.
Forse è così - non mi sento di contraddirla, perchè mi mancano approfondite conoscenze in questi ambiti - ma mi pare che l'autore raggiunga eccessi di barocchismo esoterico ed ermetico fini a se stessi con un'accozzaglia di eventi "visionari" che sono giustapposti uno di seguito all'altro sin quasi a sconfinare nell'insalata di parole di stampo schizofrenico, senza che vi sia mai la possibilità di comprendere cosa è reale, cosa è onirico, cosa è sovrannaturale e così via.
Non mi sentirei di consigliarne la lettura ad altri, naturalmente.
Si salvano a mio avviso i primi tre capitoli e gli ultimi ambientati in un'allucinata e delirante Gerusalemme Mentre i primi tre capitoli rappresentano una partenza eccellente ed accattivante, gli ultimi non valgono a riscattare la noia mortale ingenerata dalla lettura delle parti centrali.
La fluidità dell'incipit rende tuttavia ancora più cocente la delusione ingenerata dalle pagine successive.
(Dal risguardo di copertina) Un misterioso narratore noto solo come "Il Negromante", accompagnato da uno spirito demoniaco, è impegnato nella lotta contro il leader della sua vecchia congrega, Jebediah DeLancre, che ha riunito un gruppo di streghe per costringere Cristo a tornare sulla Terra e provocare così l'Armageddon prima del tempo. Quando però DeLancre si offre di far tornare in vita Danielle, l'unico amore del Negromante, in cambio della sua collaborazione, questi si troverà di fronte alla più dura delle scelte, dando vita a una guerra tra le forze della Cristianità e quelle del Satanismo in una contrapposizione di arcangeli, spiriti, demoni e diavoli.
(Il commento di Stefania, IBS) Se dovessi trovare immediatamente un unico aggettivo con cui descriverlo potrei usare il termine "complicato". Penso infatti che queste pagine richiedano al lettore un grosso sforzo di concentrazione per non perdere l'attenzione durante i numerosi passi in cui l'autore ricorre all'uso di termini tratti dal pensiero ebraico, dall'esoterismo e da concetti islamici ai più sconosciuti. Se quello che i più possono interpretare, a seguito di una lettura superficiale del romanzo, come caos della narrazione o, se la prima impressione a caldo che i più ricaveranno è quella di confusione, solo i più attenti riusciranno a vedere nello scritto di Piccirilli una strategia non banale. Non vi nascondo che il mio primo istinto è stato quello di abbandonare la lettura di questo libro, purtroppo, ma per fortuna ho saputo resistere per trovarmi oggi, a distanza di qualche giorno dall'ultimazione della stessa, in grado si apprezzarlo. Certo, resta il fatto che non sia una lettura facile e leggera, perché la strategia dell'autore è proprio quella di ricreare un senso di dualismo mistico che si riscontra anche nella doppia personalità del protagonista: il Negromante, con il suo Me, nei panni di un demone dall'umorismo sardonico. Discutibili scelte narrative dunque per un romanzo dedicato ad un pubblico attento; una lettura che va meditata a fondo, considerato il fatto che tocca anche un argomento delicato quale quello religioso. Una lettura che consiglio? Sì, solo però se siete pronti all'horror apocalittico visionario e cercate qualcosa di nuovo ed originale.