(Maurizio Crispi) Ho letto Condominio R39, opera prima di Fabio Deotto (Einaudi Stile Libero Big, 2014) in un fiato: l'ho trovato scritto con un montaggio incalzante in cui si alternano flashback sul prima dell'evento inspiegabile accaduto all'interno di quella che la cronaca subito definisce la "palazzina degli orrori" e sul dopo (le indagini e le situazioni che mano mano si chiariscono).
Tutto si svolge all'interno della palazzina milanese denominata "Condominio R39": quattro appartamenti, alcune vite di solitudini, di sofferenze e di speranze, fatte sostanzialmente di incomunicabilità: qui, al suo interno, si verifica un fatto drammatico ed inspiegabile, quando scoppia un incendio e tutti gli abitanti, più altri non residenti vengono trovati in coma, in gravi condizioni. A mancare all'appello è solo un bambino - Nicolò -, mentre la sua mamma manca momentaneamente all'appello.
Si attende che gli scampati all'orrore (o a qualsiasi cosa sia accaduta) escano fuori del coma per poter fornire qualche elemento che consenta di dipanare il bandolo della matassa in un mistero che sembra essere sin dall'inizio apparentemente insolubile.
Indaga un commissario di Polizia dal nome buffo, Enrico Pallino, cinico e e indurito per il fatto di dover custodire nel suo passato una brutta storia (che gli ha procurato il disprezzo perenne della moglie Bea il cui amore e la cui stima egli vorrebbe poter recuperare), cerca di risolvere pezzo dopo il puzzle e, per uno strano caso della sorte, anche il suo destino si interseca con quello degli abitanti della palazzina.
La storia di Deotto è - a mio modo di vedere - un mistery "esistenziale" in cui si intersecano elementi diversi, dalla riflessione alla corruzione di coloro che dovrebbero avere come compito precipuo quello di di indagare e proteggere, agli effetti nefasti del bullismo e della prevaricazione in ambito scolastico, al progressivo degrado dei valori della società, alla perdita del senso etico e dei valori morali, e all'inversione di tendenza delle leggi dell'evoluzionismo, sino ad alcuni aspetti dei movimenti giovanili dark e neo-gotici.
La trama avvincente si espande in molte storie e poi confluisce non in una, ma in molte soluzioni diverse legate a storie di vita che, momentaneamente, per una serie di fortuite circostanze, si sono intrecciate.
Non c'è una spoegazione univoca ed onnicompresiva: è l'assurdita della vita ad essere la prima protagonista e responsabile di tutto.
Una più che convincente opera prima.
(Nota editoriale, dal sito web Einaudi) Prendiamo quello che abbiamo: una palazzina nella periferia di Milano, quattro appartamenti, cinque inquilini in tutto. E dico cinque in teoria, eh. In teoria. Una madre e il suo bambino, un vecchio infermo, un’attrice nevrotica dal passato politico chiacchierato, una ragazza che lavora in un night club. La mattina di venerdí inizia come una qualsiasi mattina di marzo, passano nemmeno ventiquattro ore e abbiamo per le mani la tragedia. Alle 22.47 i volontari estraggono dalla palazzina cinque persone in coma e un ragazzo di ventisei anni in chiaro stato confusionale.I cinque comatosi vengono spediti al Niguarda, il ragazzo viene fatto rinvenire a suon di ceffoni davanti al tavolo degli interrogatori. Fine. Questo è quanto. Fatevelo bastare. Perché ora dobbiamo farci un’idea chiara.
«La mattina di venerdí 22 marzo è una mattina qualsiasi, alle 22.47 da una palazzina della semiperiferia milanese vengono estratte cinque persone in coma e un ragazzo di ventisei anni in stato confusionale».
Domanda: cosa è successo venerdì 22 marzo nel condominio R39 alla periferia di Milano? Ma anche: gli uomini riescono a comportarsi diversamente da un gruppo di cincillà a cui tolgono il cibo?
Il romanzo d’esordio di Fabio Deotto cerca di dare una risposta alla prima domanda in un congegno letterario a orologeria di 440 pagine che non dà scampo: l’indagine del commissario Pallino (Deotto, anche sotto tortura, si rifiuta di raccontare in pubblico da dove ha tirato fuori un nome del genere) si alterna con il racconto in diretta di un narratore (non si sa quanto affidabile) che lascia sapientemente sgocciolare a poco a poco le tessere color sangue del suo mosaico incollando il lettore alla storia, neanche le pagine fossero di carta moschicida.
Non saremo certo a noi a rovinarvi la lettura fornendo ulteriori particolari su cosa è effettivamente successo nel condominio R39 ma alla fine del libro – che da fuori sembra omaggiare Ballard ma in realtà ha come nume tutelare Henry Chinaski [una delle creature letterarie di Charles Bukowsky]- vi sarete fatti un’idea di cosa distingue un uomo da un cincillà, almeno nell’interpretazione di uno degli abitanti del condominio R39.
Al mattino era mattino ed ero ancora vivo. Forse scriverò un romanzo, pensai. E poi l’ho fatto. (Charles Bukowski, Post Office)
Sull'autore. Fabio Deotto è nato a Vimercate (MB) nel 1982. Laureato in Biotecnologie, scrive articoli, interviste e approfondimenti a sfondo scientifico e musicale per numerose riviste nazionali. Condominio R39, pubblicato da Einaudi Stile Libero nel 2014, è il suo primo romanzo.
Seguendo questo link si può leggere un estratto del volume.
(Marco Missiroli, Corriere della Sera) Deotto muove i fili della storia come un esperto burattinaio, facendo confluire gli scopi di ogni personaggio in un unico zenit esistenziale: possiede l'istinto ammanitiano de L'ultimo capodanno dell'umanità e di Ti prendo e ti porto via, quello dei funambolismi e della pietas, in cui il lettore si trova in mano un nugulo di destini che diventano uno. È un gioco di prestigio che mostra la vita com'è, variegata e a tratti miserabile. [...] Se Condominio R39 ha avuto una formazione lenta, la pubblicazione è stata fulminea. Einaudi ha deciso alla prima lettura. Il ritmo dinamitardo, il montaggio diabolico e la delicatezza sui personaggi è un colpo narrativo che scardina ogni dubbio. Merito anche della formazione scientifica dell'autore, che si riflette sulla geometria a matrioska del libro e nel pensiero che lo attraversa
Per leggere il resto della recensione, segui questo link:http://archiviostorico.corriere.it/2014/febbraio/13/solitudine_abita_nel_condominio_co_0_20140213_1d78cf86-947c-11e3-85a3-d2f57b3a29a0.shtml