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20 novembre 2012 2 20 /11 /novembre /2012 07:47

tempest_01.jpgCosa si può dire, quando esce un nuovo lavoro di Bob Dylan?
Chi non è stato appassionato prima della sua musica ed ancora non lo conosce, può scoprire in lui un ottimo musicante ed imparare a lasciarsi travolgere dalle emozioni.
Chi è già appassionato della sua musica per una più o meno lunga frequentazione rimane semplicemente travolto dall'emozione, perché in ogni canzone ritroverà il musicante, il menestrello, il folksinger, il cantore di protesta, l'autore di malinconiche ballate, l'uomo travolto da una visione religioso/estatica che ha sempre amato, in quel suo originale percorso di evoluzione musicale e stilistica lungo e sfaccettato.
Bob Dylan non finisce mai di sorprenderci e di emozionarci: cambia e si trasforma, ma la cifra dell'uomo rimane sempre eguale o, forse, si fa sempre più ricca.
La sua voce si fa sempre più roca e più gracchiante: in certi brani di questo nuovo album sembra avvicinarsi "pericolosamente" alla voce arrochita ed aspra di Tom Waits, eppure è sempre lui, inconfondibile.
Il primo ascolto di Tempest, l'ultimo suo album uscito nel corso del 2012,  l'ho fatto in auto in stereofonia, durante un viaggio.
Bob DylanMai musica per è stata più adatta e più dolce di questa.

C'era tutta la malinconia nelle note che si ascoltano del menestrello che viaggia lungo le strade dell'America e del mondo con la sua chitarra, l'armonica a bocca e il bagaglio delle sue esperienze "on the road".
Grazie a Robert Zimmermann (questo il nome "secolare" del grande Bob), che ormai settantenne possiede ancora l'entusiasmo musicale di un ragazzino e ascoltando il quale siamo riportati a rivivere i nostri personali percorsi di vita, considerando che le sue canzoni - per me, come per molti altri - hanno avuto un valore profondamente formativo.


 

Questo uno dei brani dell'album "Tempest" (Scarlet Town), nel genere ballata malinconica...

 

 


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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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