Cosa si può dire, quando esce un nuovo lavoro di Bob Dylan?
Chi non è stato appassionato prima della sua musica ed ancora non lo conosce, può scoprire in lui un ottimo musicante ed imparare a lasciarsi travolgere dalle emozioni.
Chi è già appassionato della sua musica per una più o meno lunga frequentazione rimane semplicemente travolto dall'emozione, perché in ogni canzone ritroverà il musicante, il menestrello, il folksinger, il cantore di protesta, l'autore di malinconiche ballate, l'uomo travolto da una visione religioso/estatica che ha sempre amato, in quel suo originale percorso di evoluzione musicale e stilistica lungo e sfaccettato.
Bob Dylan non finisce mai di sorprenderci e di emozionarci: cambia e si trasforma, ma la cifra dell'uomo rimane sempre eguale o, forse, si fa sempre più ricca.
La sua voce si fa sempre più roca e più gracchiante: in certi brani di questo nuovo album sembra avvicinarsi "pericolosamente" alla voce arrochita ed aspra di Tom Waits, eppure è sempre lui, inconfondibile.
Il primo ascolto di Tempest, l'ultimo suo album uscito nel corso del 2012, l'ho fatto in auto in stereofonia, durante un viaggio.
Mai musica per è stata più adatta e più dolce di questa.
C'era tutta la malinconia nelle note che si ascoltano del menestrello che viaggia lungo le strade dell'America e del mondo con la sua chitarra, l'armonica a bocca e il bagaglio delle sue esperienze "on the road".
Grazie a Robert Zimmermann (questo il nome "secolare" del grande Bob), che ormai settantenne possiede ancora l'entusiasmo musicale di un ragazzino e ascoltando il quale siamo riportati a rivivere i nostri personali percorsi di vita, considerando che le sue canzoni - per me, come per molti altri - hanno avuto un valore profondamente formativo.
Questo uno dei brani dell'album "Tempest" (Scarlet Town), nel genere ballata malinconica...