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18 maggio 2023 4 18 /05 /maggio /2023 11:01
Stephen King, Fairy Tale, Sperling&Kupfer, 2022

Qualche tempo fa, quando ho cominciato la lettura dell'ultimo romanzo di Stephen King, Fairy Tale (nella traduzione di Luca Briasco), pubblicato nel 1922 da Sperlinga&Kupfer (Pandora), ho scritto nel mio profilo social: “Con enorme piacere ho cominciato la lettura dell’ultimo romanzo di Stephen King, pubblicato in traduzione. Mi sta piacendo moltissimo e lo sto centellinando per non arrivare subito alla fine. Richiede una fine degustazione”.

E adesso che sono arrivato alla frase fatidica “The End”, mi sono dovuto commiatare dai suoi personaggi e soprattutto dall’avventuroso protagonista Charles Reade, che - per un concorso di circostanze - trova l’accesso ad un mondo fantastico, il Reame di Enpis - un tempo bellissimo, ma ora preda di una maledizione e corrotto, di cui Charlie in persona diverrà il salvatore e della sua fedele cagna di pastore tedesco Radar (Rades), ricevuta in eredità da un Howard Bodwitch, suo vicino di casa (che vive in una dimora dall'aspetto misterioso in cima ad una collina, un po' tetra e spaventosa, tanto che viene indicata dai ragazzi del quartiere come "la casa di Psycho"), primo scopritore di questo mondo, uomo dai molti misteri, e che proprio a Charlie Reade trasferisce la conoscenza del mistero e della meraviglia di quest'altro mondo.


A tutti gli effetti, Fairy Tale potremmo definirlo un romanzo "dark-fantasy".

Le ultime cento pagine le ho letteralmente centellinate, proprio perché non sarei mai voluto arrivare alla parola fine di questa avventura che tanto mi ha fatto immergere nella magia di una narrazione assolutamente all’altezza de Il Talismano (scritto a quattro mani con Peter Staub) e di altri romanzi del migliore King (come ad esempio, con una tematica affine, è stata la narrazione di "22/11/1963", in cui il protagonista, essendogli data la possibilità di spostarsi indietro nel tempo, tenterà di evitare l'assassinio di J. F. Kennedy).
Eppure ogni storia finisce, anche la più bella.
Ma potrà essere ri-narrata e, nel caso, ri-letta più volte.
Il volume è corredato dalle splendide splendide illustrazioni di due diversi disegnatori: i capitoli pari con quelle di Gabriel Rodriguez che ha già collaborato con Joe Hill nel suo NOS4A2 e per la realizzazione di molte graphic novel e i dispari con quelle di Nicolas Delort.
I disegni accrescono l’atmosfera horror-fiabesca, secondo la migliore tradizione delle narrazioni fantastiche.
Ci sono qui molteplici suggestioni e citazioni: tra queste anche un indubbio omaggio alle storie dei Fratelli Grimm (la fiaba di Tremotino, viene citata più volte) a H.P. Lovecraft (con alcuni cupi riferimenti alle tematiche dei "Grandi antichi", a proposito dal mostro che minaccia di uscire dalle profondità corrotte del regno di Enpis, quando le due lune in cielo si congiungeranno) e ad altre apocalissi. 
Per esempio, uno dei nomi che non deve essere mai pronunciato ad alta voce - e nemmeno bisbigliato, se è per questo -  nel Reame di Enpis è Gogmagog, una parola proibitissima che suscita negli astanti un terrore profondo e senza nome: facendo un minimo di ricerche si scoprirà che il termine si ispira direttamente al Libro dell’Apocalisse secondo San Giovanni.
Ho trovato queste indicazioni al riguardo: con l’espressione ‘goga e magoga’ si indica un luogo leggendario e favoloso, in qualche angolo remoto della Terra.
I nomi Gog e Magog appaiono nell’Apocalisse di San Giovanni, dove rappresentano una terribile minaccia, ma anche nel libro di Ezechiele, in cui Gog, signore di Magog, è un principe di cui si profetizza che si schiererà contro Israele.
Ma su Wikipedia si trova anche il riferimento ad un gigante possente che avrebbe fondato Albione: 

Gogmagog (anche Goemagot, Goemagog, Goëmagot e Gogmagoc) era un gigante leggendario, presente nella mitologia gallese e successivamente in quella britannica. Secondo la Historia Regum Britanniae di Goffredo di Monmouth (XII secolo), Gogmagog era un gigantesco abitante di Albione, gettato da una scogliera durante un incontro di lotta da Corineo, un compagno di Bruto di Troia. Gogmagog fu l'ultimo dei giganti che abitavano la terra di Albione, prima dell'arrivo di Bruto e dei suoi uomini. Secondo l'etimologia prevalente, Il nome "Gogmagog" deriva dai personaggi biblici Gog e Magog

La locuzione ha oggi perso il suo significato apocalittico, ma ha dato origine anche a un’altra espressione: «andare in goga e magoga», usata per descrivere il cadere dalle nuvole, perdere l'orientamento. 

 

Fairy Tale by Stephen King

(Soglie del testo) Un ragazzo, il suo cane, la discesa in un mondo magico e oscuro. Un'eccezionale favola dark. Benvenuti nel lato oscuro del «C'era una volta»
Charlie Reade è un diciassettenne come tanti, discreto a scuola, ottimo nel baseball e nel football. Ma si porta dentro un peso troppo grande per la sua età. Sua madre è morta in un incidente stradale quando lui aveva sette anni e suo padre, per il dolore, ha ceduto all'alcol. Da allora, Charlie ha dovuto imparare a badare a entrambi. Un giorno, si imbatte in un vecchio – Howard Bowditch – che vive recluso con il suo cane Radar in una grande casa in cima a una collina, nota nel vicinato come «la Casa di Psycho». C'è un capanno nel cortile sul retro, sempre chiuso a chiave, da cui provengono strani rumori. Charlie soccorre Howard dopo un infortunio, conquistandosi la sua fiducia, e si prende cura di Radar, che diventa il suo migliore amico. Finché, in punto di morte, il signor Bowditch lascia a Charlie una cassetta dove ha registrato una storia incredibile, un segreto che ha tenuto nascosto tutta la vita: dentro il capanno sul retro si cela la porta d'accesso a un altro mondo. Una realtà parallela dove Bene e Male combattono una battaglia da cui dipendono le sorti del nostro stesso mondo. Una lotta epica che finirà per vedere coinvolti Charlie e Radar, loro malgrado, nel ruolo di eroi. Dal genio di Stephen King, una nuova avventura straordinaria e agghiacciante, una corsa a perdifiato nel territorio sconfinato della sua immaginazione.

 

Hanno detto
«Per King non c'è mai confine tra i mostri che abitano la nostra vita quotidiana e quelli che potrebbero esistere in mondi paralleli, o persino nel nostro. Ma il punto è che sempre King riesce a creare qualcosa di nuovo. A raccontare da un altro punto di vista. A illuminare un altro pezzetto di realtà.» - Antonella Lattanzi, la Lettura
«Fairy Tale sa parlare bene della sofferenza, di una disperazione che fa stringere un patto con Dio: “Se lo fai per me, chiunque tu sia, farò qualcosa per te”.» - Thea Pellegrini per Maremosso

 

Stephen King

L'autore. Stephen King, nato nel 1947 a Portland nel Maine (USA), è autore di romanzi e racconti best seller che attingono ai filoni dell’orrore, del fantastico e della fantascienza, ed è considerato un maestro nel trasformare le normali situazioni conflittuali della vita – rivalità fra coetanei, tensioni e infedeltà coniugali – in momenti di terrore. Quando è ancora piccolo, sua madre deve far fronte a grandi difficoltà, perché il padre uscito di casa per fare una passeggiata non fa più ritorno. Nel 1962 inizia a frequentare la Lisbon High School e comincia a spedire i suoi racconti a vari editori di riviste, senza però alcun successo concreto. Conclusi gli studi superiori entra all'Università del Maine ad Orono, dove gestisce per un paio d'anni una rubrica all'interno del giornale universitario. Nel 1967 termina un primo racconto breve a cui fa seguito, qualche mese dopo, il romanzo La lunga marcia che riceve giudizi lusinghieri. Sottopone Carrie alla casa editrice Doubleday e ottiene un assegno di 2500 dollari come anticipo per la pubblicazione del romanzo.
A maggio arriva la notizia che la Doubleday ha venduto i diritti dell'opera alla New American Library per 400.000 dollari, metà dei quali spettano di diritto all'autore. Così, a ventisei anni, Stephen King lascia l'insegnamento per dedicarsi alla professione di scrittore. Da quel momento la sua carriera non avrà più interruzioni. Nel 1971 si sposerà con Tabitha, conosciuta due anni prima lavorando nella biblioteca dell'Università. Con un'operazione innovativa, il 14 marzo 2000 diffonderà esclusivamente su Internet il racconto Riding the Bullet. Nell'autunno dello stesso anno pubblicherà On writing: autobiografia di un mestiere, un'autobiografia e una serie di riflessioni su come nasca la scrittura. Tra i suoi libri più noti si ricordano Shining (1976; il film, del 1980, venne diretto da Stanley Kubrick); La zona morta (1979; versione cinematografica del 1983, per la regia di David Cronenberg); Christine la macchina infernale (1983; il film, dello stesso anno, è di John Carpenter); It (1986, il film è del 1990); Misery (1987; noto in Italia con il titolo Misery non deve morire, la pellicola è stata realizzata da Rob Reiner nel 1990), Mr Mercedes (2014). Tra gli altri ricordiamo: Cuori in Atlantide (2000), La casa del buio (2002), Notte buia, niente stelle (2010), Chi perde paga (2015), Fine turno (2016), The Outsider (2018), Elevation (2019), L'istituto (2019), Later (2021) e Fairy Tale (2022). È del 2016 la nuova edizione aggiornata di Danse macabre, pubblicato da Frassinelli con l'introduzione e cura di Giovanni Arduino. A Stephen King è stata assegnata nel 2003 la National Book Foundation Medal per il contributo alal letteratura americana, e nel 2007 l'Associazione Mystery Writers of America gli ha conferito il Grand Master Award.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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