E' uscito in questi giorni il nuovo romanzo di Maria Attanasio, La Ragazza di Marsiglia (Sellerio, 2018), in cui si racconta della vita di Rose (meglio conosciuta come Rosalia) Montmasson, compagna e moglie di Francesco Crispi, al tempo dell'impresa dei Mille e sua ispiratrice.
(dal risguardo di copertina) Unica donna a partecipare alla spedizione dei Mille, protagonista del Risorgimento, per vent’anni moglie di Francesco Crispi (si erano sposati a Malta nel 1849) Rosalia Montmasson è stata cancellata dalla storia, rimossa dai libri e dalle memorie dell’epoca.
Maria Attanasio che ha una speciale vocazione per tratteggiare la vita di donne che hanno lasciato il segno nel loro Tempo (vedi ad esempio, "Di Concetta e altre donne", sempre per i tipi di Sellerio), ne ha seguito le tracce, ripercorso i luoghi, scavato tra cronache e documenti, appassionandosi alla vita di questa donna dal temperamento straordinario, ribelle a ogni condizionamento e sudditanza.
E ce la racconta in un romanzo sulla libertà di pensiero che è quasi una storia al femminile sul Risorgimento.
Chi sfogliasse l’album dei Mille, galleria fotografica degli eroi dell’impresa garibaldina, al n. 338 troverebbe la foto di Rosalia Montmasson Crispi, l’unica donna che si imbarcò alla volta della Sicilia. Di lei poi non si seppe più nulla, svanita nelle carte pubbliche e private, rimossa dalla memoria nazionale e oggi restituita alla sua grandezza grazie a una scrittrice da sempre attratta da figure ribelli e anticonformiste. Eppure Rosalia non era una donna qualunque, per vent’anni fu la moglie di Francesco Crispi, di cui aveva condiviso ideali e azioni. Si erano conosciuti a Marsiglia e poi Torino nel 1849, negli anni della cospirazione risorgimentale, Rosalia l’aveva seguito nell’esilio a Malta dove si erano sposati e dove si mantenevano con il lavoro di lei, lavandaia e ricamatrice. E poi a Londra, a Parigi, al servizio della causa mazziniana senza paura e senza riserve si era fatta cospiratrice e patriota, sempre al fianco del suo Fransuà, così chiamava Crispi. Alla vigilia della spedizione di Garibaldi in Sicilia lei si presentò. Il Generale era stato chiaro, né mogli, né madri, né volontarie, sulle navi non voleva donne, ma di fronte alla determinazione della ragazza cedette e non se ne pentì: fu protagonista di quella sollevazione di popolo che fu la spedizione dei Mille, ricevette la medaglia dalle mani dell’eroe dei due mondi, il riconoscimento del ruolo svolto, la pensione.
Poi, dopo l’Unità, le divergenze e i contrasti tra Rosalia e Fransuà si accentuarono, politicamente e personalmente: Crispi, ormai uomo di governo, tradì gli ideali mazziniani che li avevano uniti, sopraggiunsero per lui altre passioni. Sposò un’altra donna e accusato di bigamia negò la validità del precedente matrimonio con Rosalia, facendo sparire le carte. Una autentica impostura; eppure Rosalia era stata per vent’anni Madame Crispi, accolta a casa del Maestro Mazzini, come a corte dalla regina Margherita che per lei nutriva una istintiva simpatia. Annullato il matrimonio sparì anche Rosalia, dalla vita di Crispi, dai libri e dalla memoria, una totale rimozione della storia risorgimentale che si è protratta fino ad oggi.
Aggiungo che alcuni anni fa (nel 2011), in occasione del Cinquantenario dell'Unità d'Italia, a Ribera, venne inaugurato un gruppo scultoreo, in memoria di Francesco Crispi, suo cittadino illustre, realizzato dietro commissione della Giunta comunale di Ribera, allora presieduta dal sindaco Carmelo Pace, dal maestro Salvatore Rizzuti.
Lo scultore che ebbe commissionata l'opera volle includere nel gruppo statuario, in forma trasfigurata, anche Rosalia Montmasson, riconoscendo in ciò l'importanza di questa figura nella figura del Francesco Crispi patriota e facitore dell'Unità d'Italia.
Per approfondimenti vedi nel sito web dello scultore siciliano, il suo personale commento all'opera monumentale.
Ecco quanto scrissi a suo tempo, a commento della galleria fotografica, varata sul mio profilo Facebook.
"Il 27 dicembre 2011 ha avuto luogo. a Ribera, l'inaugurazione del gruppo statuario dedicato allo statista Francesco Crispi (1818-1901).
Un atto quasi "dovuto", grazie alla determinazione del sindaco di Ribera Carmelo Pace, visto che la cittadina dell'Agrigentino ha avuto l'onore di dare i natali ad una figura complessa e poliedrica che, indubbiamente, a pieno titolo si può considerare uno dei padri fondatori dell'Unità italiana e uno di quelli che, da statista, fece grande l'Italia che faceva i suoi primi passi nel consesso delle grandi nazioni.
La realizzazione di un gruppo scultoreo, di una statua o di un semplice busto, dedicati a Francesco Crispi, qui a Ribera, ha avuto delle vicisitudini tormentate, come ha bene illustrato Mimmo Macaluso, e nel corso degli anni non ha mai avuto un esito felice: sono sopravvenuti ogni volta fatti contrari, inaspettati eventi, non volontà politica, sino alla a felice congiuntura delle celebrazioni del Centocinquantenario dell'Unità e grazie al supporto dato a questa causa dall'Onorevole Giuseppe Ruvolo, parlamentate di origini riberesi.
Il gruppo scultoreo di innovativa conzezione rispetto alla retorica della statuaria pubblica che immortalò più volte Crispi, all'inizio del Novecento, è opera del Maestro Salvatore Rizzuti: si tratta di un'opera in bronzo e marmo, significativa per il suo stile, volutamente anti-retorico, ma nello stesso tempo carica di simbolismo e che accoglie, altrettanto significativamente, un personaggio femminile, carico anch'esso di simbolismo, ispirato a Rosalie Montmasson, al tempo compagno (e poi sposa) del Crispi ed unica donna presente nella Spedizione dei Mille; si tratto anche di una realizzazione significatica in un'epoca in cui le amministrazioni pubbliche sono sempre più restie ad investire in statue di grandi proporzioni che servano al radicamento e al rafforzamento della memoria della collettività.
La cerimonia d'inaugurazione (avvenuta in grande stile, con la partecipazione di tutti i sindaci della Provincia d'Agrigento) è stata preceduta da tavola rotonda, in cui si sono succeduti il Presidente del Consiglio Comunale di Ribera, il medico Mimmo Macaluso (animatore della manifestazione e appasionato raccoglitore di documenti relativi all'epoca del Crispi), lo storico Ignazio Parrino che ha parlato delle relazioni che legano la figura di Crispi a Ribera e a Palazzo Adriano, Maurizio Crispi (che ha parlato brevemente dell'importanza dello statista all'interno della sua famiglia), e Raimondo Lentini di Ribera, storico locale che ha illustrato i complessi legami tra la famiglia Crispi, con tutte le sue ramiicazioni, e Ribera.
Contestualmente, è stata inaugurata una piccola mostre di documenti, illustrazioni e altri importanti reperti (molti originali) messa a disposizione dallo stesso Mimmo Macaluso".
Mi piace citare quest'evento, in quanto Salvatore Rizzuti, ponendo accanto a Francesco Crispi, una presenza femminile che, spogliata di incrostazioni simboliche (ad esempio, la spada che tiene in mano), si ispira per diretta ammissione dell'Artista a Rosalie Montmasson, è stato un pioniere di questa rivistazione storiografica di questa figura risorgimentale, di cui in forma romanzata narra Maria Attanasio.
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Le foto della galleria fotografica: "Ribera. L'inaugurazione del Monumento a Francesco Crispi"
Ribera. Una statua a Francesco Crispi: un atto dovuto (Mimmo Macaluso) - Frammenti e pensieri sparsi
( Mimmo Macaluso, per "Momenti" ) Il forte impegno manifestato sin dall'inizio del suo mandato, dal sindaco Carmelo Pace, di riscoprire, di rilanciare la figura di Francesco Crispi, la decisa ...