(Mimmo Macaluso, per "Momenti") Il forte impegno manifestato sin dall’inizio del suo mandato, dal sindaco Carmelo Pace, di riscoprire, di rilanciare la figura di Francesco Crispi, la decisa volontà dell’on. Giuseppe Ruvolo di rievocare con una iniziativa forte, lo statista riberese in occasione dei 150 anni dall’Unità d’Italia e la mia idea di realizzare una statua a Crispi, si sono concretizzati lo scorso 22 luglio, con la presentazione del bozzetto della scultura, realizzato dal maestro Salvatore Rizzuti.
Ma perché una statua a Francesco Crispi, ad un personaggio storico di grande rilievo, enorme, come lo hanno definito alcuni biografi, ma molto controverso, odiato, amato, osannato o denigrato al tempo stesso, come Mussolini, che non esitava a definirlo suo ispiratore politico, mentre Gramsci ne disprezzava l’operato?
Perché una statua ad uno statista di destra, che giovane politico, accarezzava ideali vicini alla sinistra?
Perché ad un ateo, che in realtà era un fervente credente, anche se accanito anticlericale?
Ad un giovane rivoluzionario siciliano, che in età matura si trovò a soffocare con mano ferma e risoluta, i moti rivoluzionari siciliani dei fasci?
Perché un monumento ad un dichiarato repubblicano, che dopo avere contribuito in modo determinante a scacciare dalle Due Sicilie la dinastia borbonica, le consegnò al re Sabaudo, professandosi monarchico?
Sicuramente perché dietro queste forti contraddizioni, c’era un uomo che aveva un solo scopo, un obiettivo che grazie ad una personalità fortissima, è riuscito a concretizzare: l’unità dell’Italia. E Ribera, che ha dato i natali a Crispi, non può esimersi dall’onorarlo, se non si vuol mettere in discussione, la ricorrenza dei 150 anni, che tutta la Nazione sta festeggiando.
Che Crispi sia stato il maggiore artefice dell’epopea dei Mille, non è la partigiana asserzione campanilistica del sottoscritto, in quanto lo dicono i suoi numerosi biografi, lo asseriscono molti storici, ma soprattutto la afferma chi non può essere smentito: Giuseppe Garibaldi!
“…incontaminato amico mio – gli scrive - primo per senno nella gloriosa nostra spedizione e vero organizzatore e reggitore del forse invidiato governo del ’60 …”
Instancabile tessitore di una sottilissima trama, Francesco Crispi ha cercato finanzieri e finanziamenti necessari all’impresa; con due viaggi pericolosissimi, condotti sotto mentite spoglie, ha preparato l’Isola all’insurrezione, trasportando con se, persino il calco in creta di una bomba, da costruire su larga scala e nel momento in cui tutti sconsigliavano Garibaldi, di lanciarsi in un'avventura, considerata se non suicida, folle, sicuro del suo operato riusciva a convincere il Generale ad avventurarsi nell’impresa, fino a falsificare, per convincerlo a partire, i dispacci cifrati che provenivano dalla Sicilia, dove si comunicava il fallimento dei moti insurrezionali.
Ed in tutto questo, una donna accanto a lui, instancabile come lui, a tessere trame, a trasportare per mezza Europa, messaggi ai rivoltosi, ad imbarcarsi, unica donna fra mille uomini, nella epica crociera da Quarto a Marsala e ad assistere amorevolmente i feriti di Calatafimi: la moglie di Crispi, Rosalie di Montmasson. Ecco perché si realizza una statua a Crispi ed ecco perché lo scultore Salvatore Rizzuti, ha voluto rappresentare accanto allo statista, Rosalie.
Anche questo, un atto dovuto.
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