(Maurizio Crispi) E' un fatto indubbio che la letteratura fiction, mentre intrattiene ammaestra, conduce il lettore a porsi degli interrogativi e a desiderare degli approfondimenti. Attraverso la lettura dei romanzi, si ha la possibilità di viaggiare in lungo e in largo nel Tempo e nello Spazio: e ciò spiega perché alcuni siano degli impenitenti lettori "multipli", inebriati dalla possibilità di essere la mattina nella Los Angeles del XXI secolo e, poche ore dopo altrove, per esempio nella New York del XIX secolo.
A differenza di saggi tematici che hanno l'esplicito compito di ammaestrare, le opere fiction fanno ciò in modo ellittico, attraverso la creazione di un racconto con una trama complessa e articolata. E attraverso di esso, che è collocato in un "dove" e in un "quando", si impara (e si viaggia).
Il Segreto di Gotham (titolo originale: Seven for a Secret, nella traduzione di Norman Gobetti; Einaudi Stile Libero 2016), secondo romanzo di Lyndsay Faye (dopo "Il Dio di Gotham", 2012) si colloca nella caotica New York del 1847, già metropolitana nel suo sviluppo, e alla prese con l'intensa emigrazione degli Irlandesi. Già si è delineata la scissione tra gli Stati del Nord e quelli del Sud sulle tematiche abolizioniste, lungo quel discrimine virtuale (e geografico) tra Pensilvanya e Maryland controverso battezzato come "Linea Mason-Dixon", dal nomi dell'astronomo e dell'agrimensore che la tracciarono. Ancora siamo lontani dalla Guerra Civile, ma questa divergenza di vedute in merito all'abolizionismo sta già creando dei problemi: poiché se è vero che con apposite leggi è stato posto un freno alla Tratta degli Schiavi, mettendola fuori legge, è anche vero che il bisogno vorace di mano d'opera fresca da parte dei possidenti terrieri del Sud aveva cominciato ad alimentare una tratta interna, con la ricattura di Neri affrancati nel Nord e ricondotti in schiavitù al Sud (al prezzo di sofferenze atroci degli indivisdui ricatturati e delle loro famiglie spezzate), come nel caso raccontato da Solomon Northup nelle sue memorie (pubblicate in Italia con il titolo "Dodici anni da schiavo", in concomitanza con l'uscita del bel film che da questa vicenda è stato tratto). Thimothy Wilde, investigatore nella nascente polizia metropolitana di NY, ubicata nel lugubre edificio di recente costruzione, detto "Le Tombe", è alle prese con un caso di questo tipo: cioè la scomparsa della famiglia di una donna nera libera, Lucy Adams.
Wilde - affiancato dal fratello Valentine che occupa una posizione superiore nei quadri del neonato corpo di Polizia, ma che è anche intricato nella politica - prende ad indagare per scontrarsi con un intreccio di eventi in cui è - come sempre - la politica a dettare legge e a tingere dei suoi colori la verità.
Di lettura appassionante (sino all'ultimo rigo dell'ultimo capitolo), in cui ai fatti, incalzanti, si alternano sprazzi sull'interiorità di Timothy Wilde e degli altri personaggi trattati - specie quelli femminili - con una rara sensibilità, nllo stesso tempo lascia emergere una potente riflessione sulle tematiche dell'abolizionismo che, a lungo, anche dopo la promulgazione del XIII emendamento, voluto da Lincoln, e la fine della Guerra Civile, rimarrà più come idea (ed empito idealistico) che come realtà fattuale universalmente condivisa (vedi, ad esempio, al riguardo il recentissimo film "Free State of Jones").
Dietro alle pagine sapientemente costruite da Lindsay Faye si intravede un poderoso sforzo di documentazione, come rivelano la breve - ma succosa - postfazione che correda il volume e le epigrafi che precedono ogni capitolo tratti da testi da lei consultati o da documenti d'archivio che trattano di questo tema.
(Le soglie del testo) Una città feroce e in fermento, un corpo di polizia che sta muovendo i primi passi e un detective alle prese con un caso che lo trascinerà in uno dei vicoli piú bui della storia americana. Questa è New York, nel 1846.
«Il giorno in cui le accadde il peggio - e con "peggio" intendo quella tragedia, quell'atrocità oltre ogni limite di sopportazione che per impedirla moriresti, per impedirla uccideresti - Lucy Adams stava lavorando in un negozio di fiori, e sistemava rose di serra scarlatte e arancioni i cui colori avrebbero fatto sfigurare un tramonto di mezza estate. Quanto poco venni a sapere di lei, quando la conobbi. Drammaticamente poco. I dettagli sarebbero venuti in seguito. Molto dopo la volta che le dissi che io, Timothy Wilde, stella di rame numero 107 e difensore di chiunque diavolo mi paresse, avrei rimesso tutto a posto.»
Quando Lucy Adams piomba nelle "Tombe", la centrale della polizia newyorkese, per denunciare la sparizione della sorella e del figlio, il detective Timothy Wilde non può lontanamente immaginare che cosa con quel caso andrà a scoperchiare. Setacciando i bassifondi della città, invasi in quegli anni da torme di immigrati irlandesi ridotti alla fame, e infilandosi nei salotti degli affari e della grande politica, Timothy e il fratello Valentine scopriranno un'orribile tratta di persone, e un inestricabile intreccio di corruzione, violenza e razzismo.
Hanno detto:
«Un romanzo spettacolare» (Gillian Flynn)
L'Autrice. Lyndsay Faye vive a New York con il marito e due gatti. Il segreto di Gotham (2016) è il secondo romanzo della serie dedicata alle indagini di Timothy Wilde, già protagonista de "Il dio di Gotham", pubblicato da Einaudi Stile Libero nel 2012.
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