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16 agosto 2014 6 16 /08 /agosto /2014 08:23

Tutta d'acqua é la città

Le strade della città sono trasformate

in vie d'acqua, canali e bacini


Un'intera città

è parzialmente sott'acqua

come dopo un alluvione

o un'esondazione


E' comunque uno scenario post-apocalittico,

ma non ci sono detriti

né auto semisommerse e trascinate dalla corrente


Tutto molto tranquillo, invero,

come se fosse così da sempre,

ed io procedo in modo rilassato

sulla mia canoa,

pagaiando con vigore

e sentendo il gioco dei muscoli sotto la pelle


Vorrei fermarmi,

ma una voce interiore

- il mio coach introiettato -

mi dice di proseguire ancora


All'angolo di un incrocio,

ora punto d'intersezione di due canali,

una folla assiepata assiste

alle manovre goffe e senza costrutto

d'una squadra del servizio comunale ville e giardini


Dovrebbero mettere a dimora una pianta ad alto fusto,

ma la stagione è totalmente sbagliata


Siamo in piena estate:

è vero che il terreno è intriso dell'acqua dei canali,

ma non per questo non bisogna sovvertire

del tutto le regole


In ogni caso, i quattro lavoratori

si muovono senza perizia

e nel manovrare con un muletto

abbattono un platano che era stato piantato poco prima.


Il mio allenamento sta dando i suoi frutti

sono già tutto sudato

e vorrei indossare una maglia asciutta


Qualcuno mi chiede se, nel corso del mio giro,

passerò anche dal Circolo di Canottaggio,

che deve essere presidiato per alcune ore


E, senza avere da me alcun assenso,

comincia a snocciolare

un elenco minuzioso di compiti ed incombenze

da sbrigare una volta giunto sul posto


Vado via frettolosamente,

lieto di non dover più sentire

quella voce noiosa

che mi martella la testa


E continuo a pagaiare

con vigore lungo i canali

Tutto e grigio e smorto:

manca del tutto la luce vibrante del sole

come se stessi vivendo in un mondo declino

condannato ad un lungo crepuscolo

senza il sole e senza la luna

e senza astri nel cielo

 

Tutta d'acqua é la città

 

La prima cosa che, mi è venuta da pensare, mentre ricordavo questo sogno, è stato il romanzo di J. G. Ballard, Deserto d'acqua (The Drowned World), uno dei primi titoli ad essere pubblicati nella rinnovata collana periodica "Urania" di Mondadori che sdoganò in Italia la letteratura SF britannica e d'Oltreoceano, nella forma "pulp" che inizialmente fu l'unica accettabile da parte delle case editrici italiane, vista la scarsa considerazione che riceveva un tipo di narrativa considerato di "genere" e, dunque, di scarso valore.

Fu mio padre ad introdurmi alla lettura dei volumi di Urania, quando mi portò - a sorpresa, come faceva sovente - "Il risveglio dell'abisso" dell'inglese John Windham (anche questo un "classico").
Lo lessi e mi piacque e mio padre continuò a portarmi altri volumi, fino a che io stesso con il mio piccolo budget settimanale non comincia ad acquistare personalmente le nuove uscite - prima quindicinali e poi settimanali.

Di Deserto d'acqua ho un ricordo indelebile. Come nel caso de "Il Risveglio dell'abisso" (citato sopra) apparteneva al filone della SF post-catastrofica: nel leggerlo mi sentii schiacciato da un profondo senso di malinconia.

Questa la trama per grandi linee. Un cataclisma naturale è il tema anche di questo nuovo romanzo di J. G. Ballard. Ma mentre ne "Il vento dal nulla" (Urania n. 288) la catastrofe veniva descritta nella sua paurosa progressione, giorno per giorno, qui, la narrazione comincia a cose fatte: la terra è sommersa, i superstiti si aggirano in una sterminata laguna, dove i monumenti della civiltà, le più orgogliose costruzioni dell'uomo, che ancora affiorano, sono diventati elementi di un mondo spettrale, ignoto e pericoloso come una giungla.

Mi sono ricordato, naturalmente, delle lunghe ore trascorse in solitudine a leggere i volumetti di Urania, cercando di essere rapido il più possibile, in modo tale da non essere sopravanzato dalle novità.
A casa della mamma c'è ancora uno scomparto di una libreria chiuso dalle antine, pieno dei volumi di Urania: ogni tanto torno a guardarli e a sfogliarli, ammirando sempre i disegni di copertina realizzati da Karel Thole.
Questo è il motivo per cui ho voluto scegliere come immagine di apertura di questo sogno proprio la copertina di "Deserto d'acqua", esattamente nell'edizione che ebbi tra le mani e che lessi (n°311 della collana Urania, pubblicato il 30 giugno 1963).
Eravamo da poco nella nuova casa di Via Lombardia ed io non avevo ancora compiuto i miei 14 anni.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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