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23 novembre 2023 4 23 /11 /novembre /2023 07:15
Nuvole )foto di Maurizio Crispi)

Oggi le nuvole in cielo,
di fogge e sfumature diverse,
sparse qua e là come bisonti al pascolo,
oppure adunate in grandi placche
o in cumuli torreggianti,
formavano un affresco aereo di ciclopiche proporzioni

 

Costruivano le quinte di un’immensa scenografia
aggiungendo bellezza alla consueta, selvaggia, bellezza dei Monti
il cui profilo ormai conosco fin troppo bene,
arricchendoli in profondità
e creando giochi di ombre e luci e di effetti chiaroscurali

 

Con queste centurie di nubi
che erano anche come possenti astronavi aliene
il paesaggio che osservavo
e che mi sfilava accanto attraverso i finestrini dell'auto
è diventato per me una cosa viva e vibrante

 

Non ho potuto scattare alcuna foto
poiché guidavo, proteso verso casa

 

Ho fatto delle foto mentali,
per quel che ho potuto
Click, click e poi ancora click

 

Forse mi è sembrato persino di vedere
il profilo di un’isola lontana
Ed ho visto anche
(questo per certo) 
la sagoma scura di un aereo
che si levava in volo,
quasi fermo,
nello sforzo immane di vincere le catene della gravità,
come volesse arrampicarsi
sino alle nubi in alto
e poi sparire alla vista

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21 novembre 2023 2 21 /11 /novembre /2023 06:16

 

 

 

Il sole è violento, fastidioso

 

Lo sento inopportuno
I suoi raggi fendono le mie retine, 
le scavano,
le corrodono
Ma non si placa mai
‘sto cazzo di sole?
Lo vorrei più gentile,
più misurato
questo fratello Sole
ed invece lo sento nemico,
assillante 
atturrante

 

A volte penso che ci avviamo 
verso la fine del mondo
e che, senza preavviso alcuno,
il sole divenuto ostile
ci ghermirà nella sua fiamma più pura

 

Tutto arderà,
si scioglierà 
nella infinitesima frazione d'un battito di ciglia
e di questo atomo di Male
che è la Terra
non rimarranno
nemmeno le ceneri,
nemmeno le polveri sottili,
poiché tutto di Noi,
sino alla più infima molecola 
sino alle particelle subatomiche
deve essere cancellato
in accordo con una sentenza
da tempo emessa

 

Non c’è più tempo 
per correre ai ripari
o per redimersi

 

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20 novembre 2023 1 20 /11 /novembre /2023 06:33
selfie incimurrato

Spossato
La testa piena di cotone
al fulmicotone
Temperatura quanto basta 
Spossatezza che non mi compete
Sono ben cucuato 
come il cucù 
dell’orologio a cucù 
Aspetto tempi migliori
chiamando a raccolta 
le forze residue
Sciroppo di letto e divano:
scegliete voi 
quale sia meglio

 

Ma almeno non è Covid
e ciò mi rende cuorcontento

 

E' tutto qui?
Sono io da solo,
derelitto,
buttato in un fondo di letto,
in vigile attesa di eventi ominosi
o di guarigione?

 

Ma noooooooo!
 

Sarei stato un vero tapino se non fosse stato
per il mio angelo del focolare
che, in questo caso, è diventato mio angelo del capezzale,
accudendomi,
nutrendomi,
misurandomi la temperatura,
dandomi i farmaci più idonei
(si sa che i medici sono pessimi medici di se stessi)

 

E questo accudimento alessandrino,
inusitato nelle mie variegate esperienze di vita,
mi ha reso davvero felice

 

Una di quelle esperienze indimenticabili

 

Si potrebbe dire - è un paradosso quasi -
che accupunamento e intabarramento
e rialzo termico e astenia
siano stati per me un male che fa bene

 

Ma non esageriamo con i tenerumi,
anche se la verdura poi ti cura,
con gran premura

 

Aspettando Godot

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17 novembre 2023 5 17 /11 /novembre /2023 10:57
Sogno incimurrato _ Libreria a parete del soggiornino (foto di Maurizio Crispi)

Notte agitata
inquieta
esagitata

 

Incimurrato
(come soleva dire mio padre)
me ne sto tutto intabarrato e accupunato 
per curare a modo mio
l’incipiemte malessere
(come soleva fare mio padre,
che passava la notte sotto sette strati di coperte)

 

Sonno poco profondo
interrotto da frequenti risvegli
con colpi di tosse e naso che cola,
occhi lacrimosi

 

Mi sono spostato altrove
(la pratica del disambientamento)
Non sopportavo più di stare a letto
Ho provato a leggere
Chiudevo gli occhi
mentre ero nel vivo della pagina
e senza propriamente dormire
Vagabondavo nell’altrove, tra le stelle

 

In uno di questi momenti
ho sognato che guidavo la mia auto
lungo una strada di montagna 
con frequenti serpentine,
sì da poter mantenere
- pur andando in salita -
un’andatura allegra e frizzante
con cambi di direzione e rettifiche
assicurati da leggeri tocchi al volante 
Poi all’improvviso 
lo sterzo si irrigidiva,
non rispondeva 
più al comando
Il piede rimaneva incollato all’acceleratore
e io uscivo di strada

 

Mi sono riscosso
Mi sono alzato
e sono tornato a sdraiarmi a letto,
tra le coltri,
intabarrato e accupunato 
come prima


E finalmente sono riuscito a dormire

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9 novembre 2023 4 09 /11 /novembre /2023 07:06

Questo scrissi il 9 novembre del 2017.
Ritrovato questo frammento vagante all'interno delle "memorie" di Facebook, riemerso come il frammento di un naufragio

Maurizio Crispi

Gabbiano predatore

 

Sapore di ferro in bocca

 

Macchie nere che danzano sulla retina
e sudorazione fredda in fronte

 

L'umido del mattino mi penetra nelle ossa

 

Barcollo, preso da subitanea vertigine

 

E' il presagio d’una fine?

 

Intanto, un gabbiano mangia un topo 
- o forse si tratta di una pantegana -
becchettando con decisione
il piccolo cadavere
trattenuto dai suoi artigli fieri
e, dopo aver lacerato il corpicino,
ne ingolla pezzi interi

 

Una declinazione della wilderness metropolitana
prima dell’invasione dei cinghiali e degli orsi

 

Un cane di passaggio si attizza,
avvertendo di questo fiero pasto 
una densa traccia olfattiva,
e vorrebbe prendervi parte,
ma il gabbiano con abile mossa
vola via tenendo la sua preda, 
già cadavere, per la coda

 

Anche i gabbiani nelle città 
sono adesso nostri commensali

 

Confortato da ciò che ho visto,
sono andato via, 
di nuovo con gambe salde

È un nuovo giorno,
nato sotto una buona stella

 

(Palermo, 9 novembre 2017)
 
 

Diciamo pure che i gabbiani nelle città alzano sempre più il tiro, assumendo sempre di più l’habitus di super-predatori.
È recente la notizia di cronaca di un cane di piccola taglia che sarebbe stato catturato al volo da un gabbiano, a Napoli.
I tetti sommitali dei nostri palazzoni sono diventate le scogliere dove i gabbiani prendono dimora semi-abituale.

Maurizio Crispi

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8 novembre 2023 3 08 /11 /novembre /2023 08:28

Questo scrissi nell'aprile del 2011, pubblicando poi questa nota diaristica in uno dei miei due blog di allora (il link che porta a questo post è visibile in fondo alla pagina).
Noto nei miei scritti personali di quel periodo una certa vena malinconica e pensosa che, in parte, non mi appartiene più oggi.
Ma sarà poi vero?
Solo coloro che leggono ciò che scrivo oggi, penso, possono dirlo.

Maurizio Crispi

La spiaggia è semideserta 

 

Arrivano poche persone, sporadicamente, 
ma è una processione continua, in qualche modo 
Via uno, avanti un altro 
Le onde si frangono con forza e con un rombo costante, 
ma non c'è più il forte vento di ieri 
La dove c'è la secca e le onde si rompono, 
una ventina di bagnati se ne stanno in acqua: 
tutti con la muta, forse surfisti in erba, 
- ma di tavole non se ne vedono molte -
e stanno imparando i primi rudimenti per cavalcare le onde,
quando si rompono 
I loro corpi fasciati nelle mute nere 
conferiscono alla scena un che di lugubre e cupo 

 

Più in là, oltre la punta del molo, 
ci sono due canoisti che si dirigono verso il mare aperto, 
intrepidi 
Salgono sulle onde

molto alte prima di rompersi e ben distanziate l'una dall'altra
e poi scendono nell'avvallamento
L'incavo che si forma tra un'onda e la successiva è una valle profonda: 
quando uno dei canoisti vi scivola dentro, scompare del tutto alla mia vista 
e ne vedo a tratti solo la testa

oppure l'estremità della pagaia: 
il resto è invisibile,
sepolto nella minacciosa concavità liquida 
Tornerà a riemergere? - mi chiedo 
Oppure quell'incavo in cui l'acqua sembra farsi torbida e cupa 
si trasformerà per lui in un maelstrom infido? 

 

 

Il sole picchia forte e duro, pur volgendo al tramonto 
Come ieri sentivo il soffio del vento, incessante, 
così oggi le mie orecchie traboccano del rombo della risacca, 
altrettanto incessante 
I raggi del sole che mi inondano, 
mentre me ne sto seduto con le spalle poggiate 
ad un muro intonacato di bianco;
sono intensi e mi fanno calore 
e, forse proprio a causa di questo riscaldamento, 
le mie fantasie e la mia mente galoppano lontano 
Vorrei cose che non ho, sicuramente, 
e si accendono ogni tanto fantasie lussuriose,
talvolta a luci rosse 

 

Poco fa, è entrata sulla terrazza, 
lastricata con una pavimentazione di pietra pregiata,
forse granito, 
una coppia giovane 
Lei con tacchi molto alti, in tiro 
Lui così, vestito alla buona, ma un bel ragazzo 
Lei, sicuramente bella (uno di quei casi in cui la bellezza non è un'opinione), 
ha con sé una macchina fotografica reflex e gli dice: 
Fotografami! Sono bella e potrei essere una modella 
Il ragazzo l'accontenta e le scatta tante foto 
Click click click 

 

Poi, parlottando, incedono sulla terrazza, 
e, al suo limitare, si fermano a contemplare il mare 
A sua volta, la ragazza, evidentemente proprietaria della macchina, 
scatta alcune foto al fidanzato, 
ma lui non si mette in posa a differenza di lei prima
Poi, si incamminano e vanno via 
Le persone vengono, poche, e poi vanno 
Altre arrivano, fanno pochi passi verso il mare, 
guardano, poi gli volgono le spalle e vanno, 
senza indugiare mai per più di pochi secondi 
Si fermano a scrutare il mare, 
intenti, ad ascoltare il rumore della risacca, 
intenti
E poi se ne vanno 

 

Perché lo fanno? 
Forse perchè guardare il mare, 
sentire il rumore delle onde e del vento è rigenerante… 
Forse c'è qualche cosa di primigenio in ciò, 
visto che si tratta di una delle visioni 
che ci ha accompagnato sin dalla più lontana alba dell'umanità 
Forse perché la vita - e quindi anche noi - 
è strisciata fuori dal mare 
e thalassa è il nostro luogo delle origini, 
il nostro elemento primoridale,
la culla della vita
Forse è per questo che la vulva 
odora di mare e di salsedine

 

Non saprei 
Ci sarà un motivo, mi dico, 
se vengono, continuamente a guardare il mare 
per stare pochi secondi soltanto 
senza ristare mai abbastanza a lungo 
per poi andarsene 
Forse perchè è troppo
Qualche volta vorrei chiederglielo 
Penso che nessuno saprà rispondermi come vorrei 
Sono certo che balbetteranno qualche risposta
Poi si fermeranno, sentendosi aggrediti nell'intimo, 
si chiuderanno nel silenzio, 
mi volteranno le spalle e andranno via, 
lasciandomi solo con i miei interrogati insoluti, 
davanti al mare, solo

 

Nei giorni scorsi, per la prima volta dopo molti mesi, sono andato al mare in bici. Mi sono sdraiato al sole, in un punto adatto, del tutto riparato dal vento. Un po' ho dormicchiato e un po' ho fatto ginnastica E intanto mi guardavo attorno, godendo di un momento sospeso, in cui ancora non è incominciata la ressa estiva che rende questi luoghi inavvicinabili e fa perder loro tutto il fascino che possiedono. Il giorno prima soffiava un forte vento

Oggi, invece, il vento si era placato e, invece, come sempre succede, arrivavano a gruppi le onde che si frangevano sulla secca.

Ho giocato con la mia ombra, complice il muro intonacato di bianco…

Palermo, il 6 aprile 2011
 

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7 novembre 2023 2 07 /11 /novembre /2023 07:39
Foto di Maurizio Crispi

C’é qualcosa in ciò che si osserva
 

Qualcosa sempre ineffabile e carico di mistero
 

Ci sono piccole cose 
che sembrano mettersi assieme
come le tessere di un puzzle
e questo loro combinarsi e ricombinarsi
sembra generare un racconto 
per immagini legate tra loro 
da un filo conduttore
 
 

Un filo conduttore che è forse nelle cose stesse
per il modo in cui si giustappongono
o che risiede piuttosto nell'occhio dell'osservatore
O è addirittura quest'occhio osservante
che le mette in forma in un modo, piuttosto che in un altro?

 

Oppure l’alternativa é che tutto,
ogni dettaglio percepito,
sia una mera accozzaglia di elementi,
un caos primigenio
creato da un Dio cieco e demente

 

Eppure, dal brodo primordiale
é nata la vita
con gradi crescenti di complessità 

 

Ecco, queste sono considerazioni 
che mi portano lontano
In questa di oggi,
come in altre mie passeggiate,
ho visto delle cose e, fotografandole,
le ho messe insieme
ed ora quelle cose esistono
in un mondo possibile,
che - tra infiniti altri mondi -
le vuole assieme
in questo modo
e non in un altro
Credo che l’attività del fotografare
possieda un enorme potere demiurgico
ed é anche per questo
che io non smetto mai di scattare foto

 

Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi

Foto di Maurizio Crispi

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6 novembre 2023 1 06 /11 /novembre /2023 07:11

Questo scrissi il 6 novembre 2009 come nota su Facebook. Poi trascurai di lanciare il raccontino su uno dei miei due blog di quel periodo e nemmeno su quello attuale.
Lo rilancio adesso: in un fondo è una storiella carina.

Maurizio Crispi

La dea bendata

La fortuna è cieca, si dice, o anche viene detto che sia una "dea bendata".

Dunque, ecco un piccolo raccontino paradigmatico di questo assunto, a proposito di una cosuccia che mi è capitata di recente.

Ieri mattina scendendo le scale di casa mia, cosa vedo su di un gradino? Una banconota da venti euro, più volte ripiegata, assieme ad un foglietto bianco che, ad occhio e croce, sembrava uno scontrino fiscale!

Con concitazione, mi sono piegato a raccogliere il prezioso reperto, non senza provare quel lieve senso di colpa quando capitano queste inaspettate fortune. 

Con disinvoltura, ho ficcato la banconota nella tasca dei pantaloni e ho proseguito per la mia strada.

Dopo un po' di tempo (ma nel corso della stessa giornata), frugando nella tasca, mi sono ricordato del ritrovamento e ho estratto la banconota e il pezzettino di carta bianca per esaminare meglio il tutto.

Lì per lì ho pensato che soldi e bigliettino fossero caduti a qualche fornitore che veniva per un consegna a domicilio.

Poi, guardando meglio, mi sono accorto di avere davanti agli occhi uno scontrino fiscale rilasciato da una bottega di ceramica, proprio la stessa dove il giorno prima io avevo fatto degli acquisti.

Che coincidenza!, ho pensato.

Esaminando lo scontrino nel dettaglio, vi scopro che l'importo è esattamente di trenta euro che era la somma che in quella circostanza avevo pagato, dando una banconota da cinquanta e prendendo il resto di venti.

Ergo, tirando le conclusioni, si trattava della mia stessa banconota che io nella fretta avevo infilato in tasca tutta stropicciata e che, evidentemente doveva esserne sgusciata fuori, mentre salivo le scale di casa.

E' ovvio che io sia rimasto un po' deluso: pensavo di avere ricevuto in dono un piccolo obolo e, invece, non avevo fatto altro che ritrovare ciò che avevo perduto.

La cosa notevole è che io non sapevo di aver perduto quei venti euro.

La cosa ancora più notevole è che dalla sera prima, quando mi era scivolata fuori dalla tasca, al mattino dopo (quindi, dopo un intervallo di poco più di 12 ore), la banconota era rimasta lì, sul gradino delle scale di casa, bella tranquilla, senza che nessuno se ne accorgesse.

Si potrebbe quasi dire che se fosse rimasta lì, acquattata, ad aspettarmi.

In conclusione, anche se il bilancio della vicenda è stato un pari, posso ritenermi assolutamente fortunato.

La sfortuna mi ha levato qualcosa e la fortuna, in modo cieco e casuale, me l'ha restituito.

In ogni caso, il giorno dopo (cioè, oggi) sempre la fortuna mi ha dato un contentino, facendomi trovare una banconota da cinque euro.

Nel raccoglierla, mi sono chiesto se per caso anche questa non fosse mia, dimenticata in qualche tasca degli indumenti che indossavo e casualmente scivolata fuori.

In ogni caso, aggiungo qui, i soldi ritrovati nelle tasche (perché vi sono stati abbandonati da molto tempo) è come se fossero trovati ex-novo.
Un'improvviso ed inaspettato dono.

Ciò che viene trovato

ritrovato) - anche se di infimo valore - è prezioso  sempre e vale il detto: "Ogni cacatedda di mosca, fa sostanza..."

 

Fortuna è cieca

Fortuna caeca est è una locuzione latina che si traduce con «La fortuna è cieca».

È una espressione tratta da un passo di Cicerone che, nel Laelius de amicitia (15,54), scrive precisamente: Non enim solum ipsa Fortuna caeca est, sed eos etiam plerumque efficit caecos quos complexa est (Non solo, infatti, la fortuna è cieca essa stessa, ma per lo più rende ciechi anche coloro che abbraccia).

Il motivo è ripreso dalla commedia greca, in particolare dal Pluto di Aristofane, dove a essere cieca e a rendere ciechi è però la ricchezza. Tuttavia, il parallelismo non ne soffre in quanto la dea Fortuna dei Romani ricopre funzioni simili a quelle del dio greco Plutos.
La fortuna è cieca anche per altri autori latini quali Marziale, Ovidio, Plinio il Vecchio, e Seneca. Si dissocia dal ritenere cieca la fortuna Dionisio Catone, secondo cui è l'individuo che deve imparare ad agire con raziocinio e con le dovute cautele, e quindi a essere cieco è più l'uomo che la fortuna.

In epoca moderna, il motivo torna, tra gli altri, in Shakespeare che, nell'Enrico V fa dire a Fluellen: La fortuna è dipinta cieca, con una benda sugli occhi; e in Gente in Aspromonte di Corrado Alvaro, con l'interessante variante: L'invidia ha gli occhi e la fortuna è cieca.

 

la Dea Bendata, Si dice che la fortuna sia una dea bendata, che "colpisce" qualsiasi uomo, senza distinzione, capace così talvolta di cambiare il corso delle cose, della vita stessa. Per Dante la fortuna rappresenta l' intelligenza celeste, la provvidenza, che dirige il disegno divinoin maniera incomprensibile alla nostra ragione. Quindi la fortuna non è ne capricciosa, né crudele, ma al di sopra dell'umana comprensione. La nostra possibilità di "intervento" è farsi trovare pronti quando il momento imprevisto arriva, così da cogliere le opportunità che la dea bendata ci offre oppure opporre ogni nostra risorsa agli elementi avversi

la Dea Bendata, Si dice che la fortuna sia una dea bendata, che "colpisce" qualsiasi uomo, senza distinzione, capace così talvolta di cambiare il corso delle cose, della vita stessa. Per Dante la fortuna rappresenta l' intelligenza celeste, la provvidenza, che dirige il disegno divinoin maniera incomprensibile alla nostra ragione. Quindi la fortuna non è ne capricciosa, né crudele, ma al di sopra dell'umana comprensione. La nostra possibilità di "intervento" è farsi trovare pronti quando il momento imprevisto arriva, così da cogliere le opportunità che la dea bendata ci offre oppure opporre ogni nostra risorsa agli elementi avversi

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5 novembre 2023 7 05 /11 /novembre /2023 08:21
Monte San Calogero visto dalla mia campagna all'alba (foto di Maurizio Crispi)

Il vento soffia
con raffiche poderose
separate da pause di quiete
Correnti d’aria in casa 
attraverso la bocca del camino
sensazioni di risucchio
e di vuoto improvviso
scricchiolii di infissi
porte che cigolano

 

Ogni tanto del vento s’avverte 
l’urlo sommesso, per quanto possente,
e il fruscio delle fronde mosse e agitate

 

Il cane nero,
invisibile nella notte nera,
è inquieto 
e si muove di continuo,
avanti e indietro
Fa la ronda 
Forse ha paura

 

Tutto è fuzzy,
sfocato e indefinito
ma anche frizzante, 
carico di energia,
elettrico
Siamo in attesa,
in un tempo sospeso

 

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3 novembre 2023 5 03 /11 /novembre /2023 07:07

Questa piccola composizione risale al 3 novembre del 2021 e la pubblicai su Facebook; ho trascurato di pubblicarla anche qui sul blog.
Mi piace tuttora (almeno, a me piace)

Nuvole e isole lontane (foto di Maurizio Crispi)

Nuvole e isole lontane (foto di Maurizio Crispi)

Notte profonda 
senza luna

 

Stelle occhieggiano
eoni-luce distanti

 

Attraverso il tempo e lo spazio
ci giunge il barbaglio di astri estinti

 

De-sidéri 
del pari in via d’estinzione,
o già spenti,
ma altri si formano
nel giro inarrestabile 
della ruota karmica

 

Lontano
dove di norma si vede il mare,
ora corrucciato e grigio 
ora increspato 
ora scintillante di pagliuzze d’oro fuso,
c’è una distesa 
scura e impenetrabile allo sguardo

 

Là, lontano,
incastonate nel nero,
brillano le luci delle lampare
Il vento del sud ha ripreso a soffiare
con vigore
e racconta le sue storie,
tenendomi compagnia
con una moltitudine di voci

 

(Piano Aci, 3 novembre 2021)
 

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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