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27 maggio 2024 1 27 /05 /maggio /2024 12:13

Sogni iterativi e di lotta
questa notte

Non ricordo nessun dettaglio,
ma che fatica
Ho dormito arrotolandomi
nelle coltri
Lanciando in alto i guanciali
con destrezza
Cambiando posizione,
di continuo
Lato destro,
lato sinistro
Coperto,
scoperto
A testa in giù
Piedi sotto,
piedi sopra

E sognavo sempre la stessa roba
Faticavo
Ripetevo
Qualche volta respiravo
Talaltra me ne stavo
bravamente in apnea
Ma non ricordo nulla
Notte breve
Notte di travaglio
La notte é una severa maestra

E adesso sono qui
a raccontarmela
e a cantarmela

Hanno riparato i lampioni
fuori nella strada
che non è più un pozzo di tenebra

I gabbiani abitatori dei tetti
intraprendono i primi voli

La loro memoria atavica
dice loro che i palazzi di città
alti e svettanti
sono le loro scogliere di cova

Maurizio Crispi

Selfie bizzarro (foto di Maurizio Crispi)

Va bene, e poi nella mattinata ci fu un sogno
Ero al lavoro nella mia stanza 
Entravano utenti, degenti, pazienti, uno via l’altro, 
ognuno aveva un problema da esporre,
una domanda da fare, 
un problema da risolvere
e così via 
Uno mi diceva che voleva andare al mare
ed era vestito come un gran fighetto con una giacca di fresco di lino
che pareva appena uscita dal negozio o dalla stireria
Mi diceva che era andato al mare assieme a un antico marinaro
e che si erano attardati a lungo a prendere il sole e a fare splash splash 
Mi chiedeva il permesso di poter tornare nuovamente al mare,
quest’oggi,
per fare ancora una volta splash splash 
Per parlare mi si avvicinava a due millimetri dalla faccia e io lo scostavo
Ed era una specie di danza: lo scostavo e mi allontanavo
Lui si avvicinava implacabile e di nuovo lo spostavo 
Era assillante come un segugio 
Non ne potevo più 
Poi gli spiegavo con pazienza
che ognuno ha una sua distanza ottimale per interagire con il prossimo 
Gli dicevo che ognuno ha dunque un suo spazio privato che deve rimanere intangibile
e i cui confini non devono mai essere superati
perché possa sentirsi a proprio agio
Sembrava che capisse, ma poi si avvicinava di nuovo implacabile
Era proprio impagabile 
Nel corso di questa danza cadevo per terra, inciampando nei miei stessi piedi 
Non tentavo di ostacolare la caduta, anzi la facilitavo 
Poi mi alzavo e spiegavo al tizio con la giacca di lino intonsa che non bisogna mai contrastare una caduta, facilitarla, al contrario
E questo è il modo per evitare di farsi del male, gli dicevo 
Anche in questo caso il tizio in giacca di lino che pareva un magnaccia faceva mostra di avere capito, ma avevo dei forti dubbi a riguardo
Continuava la conversazione, sempre nello stesso tenore
Poi mi facevo sulla soglia della stanza e lì c’era un altro degente
altissimo, spilungone e allampanato,
accanto a lui mi sentivo un nano
Mi rivolgeva la parola ed ero costretto a guardarlo dal basso verso l’alto 
Cercavo una scaletta o dei gradini pieghevoli  sui quali arrampicarmi
per poter ritornare ad essere - quanto ad altitudine - pari suo 
Questo degente pareva sofferente, ma non diceva niente 
Era pallido 
Era smunto ed emaciato 
Stavo un poco ad ascoltarlo (anche se non era discorso fatto di parole) e poi me ne andavo 
C'era un'incombenza da sbrigare
Andavo alla porta e uscivo
Cominciavo a camminare 
Ero esitante 
Tornavo indietro 
Mi affacciavo ad una finestra corrispondente ad una sala utilizzata per le riunioni 
Mentre facevo ciò, mi rendevo conto - con sommo imbarazzo -
di essere tutto nudo, ma nudo-nudo,
nudo come mamma mi ha fatto
o, se vogliamo dirla in altri termini, in costume adamitico,
anche se, per le pari opportunità, dovrebbe anche potersi dire "evitico"
A questo punto ero sommerso dall’imbarazzo 
Non sapevo cosa fare 
Non potevo rientrare perché, rientrando,
avrei denunciato la mia condizione di Re nudo davanti a tutto il mondo 
Non avevo il telefono con me e non potevo chiamare nessuno in aiuto 
Come unica soluzione disponibile,
mi incamminavo per strada,
tutto nudo ma sì, chi se ne frega 

Il Re è Nudo

Il Re é Nudo

Dissolvenza

Dissolvenza

Così l'imperatore marciò alla testa del corteo, sotto il grande baldacchino, e la gente per la strada e alle
finestre non faceva che dire: "Dio mio, quanto sono belli gli abiti nuovi dell'imperatore! Gli stanno proprio
bene!" Nessuno voleva confessare di non vedere niente, per paura di passare per uno stupido, o un
incompetente. Tra i tanti abiti dell'imperatore, nessuno aveva riscosso tanto successo.
"Ma l'imperatore non ha nulla addosso!", disse a un certo punto un bambino. "Santo cielo", disse il padre,
"Questa è la voce dell'innocenza!". Così tutti si misero a sussurrare quello che aveva detto il bambino.
"Non ha nulla indosso! C'è un bambino che dice che non ha nulla indosso!"
"Non ha proprio nulla indosso!", si misero tutti a urlare alla fine.

I vestiti nuovi dell'imperatore di Hans Christian Andersen

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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