All'ormai sterminata bibliografia sul tema della Diaspora ebraica e della Shoah, si aggiunge un nuovo volume scritto con un linguaggio semplice e accattivante e pensato come testo da utilizzare come complemento didattico per gli studenti delle scuole secondarie: si tratta dell'opera di Francesco D'Agostino e di Loredana Fiorello, dal titolo "Gli Ebrei dalla Diaspora alla Shoah tra relazioni e pregiudizi, scambi e persecuzioni", edito da Pietro Vittorietti, (Palermo, 2013).
Il volume è il risultato del lavoro appassionato di un anno, un tempo necessario da un lato per assicurare il rigore storico attraverso la consultazione delle fonti, in alcuni casi utilizzate e descritte per lo studente-lettore, e, dall'altro, per poter indulgere al compito non sempre facile di realizzare una sintesi efficace - intesa come una "complessità risolta" - che potesse rendere il testo fruibile attraverso poche pagine, ma chiare, dense e succose.
Il volume è stato presentato a Palermo, in anteprima, il 24 gennaio 2014, quasi in concomitanza - significativamente - con il ricorrere del "Giorno della Memoria".
(Sintesi del volume) Gli autori hanno deciso di scrivere questo libro per gli studenti nel momento in cui le voci dei testimoni diretti vengono progressivamente a mancare ed è, quindi, ineludibile un’attenta analisi storica degli eventi che hanno condotto alla tragedia della Shoah.
Cercare di mettere in luce questi eventi è stata la sfida raccolta, cercando di mettere in luce tutte le componenti con un’operazione di sintesi che è forse una delle più complesse da compiere.
Nell’indagare le molteplici ragioni del genocidio ebraico si intraprende una riflessione di lungo periodo in modo da fornire al giovane lettore gli strumenti per una conoscenza ed una valutazione degli eventi. La storia della minoranza Ebraica e dei Cristiani è una storia di persecuzione, di espulsioni, di segregazione, ma è stata anche una storia in positivo, una storia di scambi, di relazioni, di quotidianità e di convivenza.
Con un ricco apparato di immagini e documenti si ricostruiscono le vicende degli Ebrei dalla distruzione del tempio d’Israele per opera dei Romani (70 DC), all’esperienza dell’esilio, alla reclusione nel ghetto, all’emancipazione, alla partecipazione degli Ebrei Italiani al Risorgimento, al Sionismo, per proporre, poi, uno studio più puntuale del periodo nazi-fascista.
L’attenzione posta ai mutamenti di rapporto tra gli Ebrei e le popolazioni europee ospitanti nel corso dei secoli, inseriscono la Shoah in un contesto storico più ampio.
Per farsi una idea abbastanza precisa di quali siano stati i motivi e le idee che già prima della Shoah circolavano, efficace è il graffito, scoperto sulle pareti di una delle sale di detenzione del Palazzo Steri di Palermo, utilizzate dall’inizio del ‘600 alla fine del ‘700 dall’Inquisizione spagnola per imprigionare, torturare ed uccidere tutti gli “irregolari”, dagli eretici (Ebrei, Luterani, Calvinisti), alle streghe, agli intellettuali.
Il graffito, eseguito da un prigioniero, mostra gli Ebrei, in ginocchio, che si dirigono verso Gesù uscendo dalle fauci del Leviatano, mitico animale simbolo del caos primigenio e di coloro che sono considerati nemici di Dio. Da qui la soglia al testo che, facendo da "occhiello" al titolo recita: "Il Leviatano e la Minoranza ebraica".