(Maurizio Crispi) Si aggiunge alla bibliografia sullo statista Francesco Crispi, già ben rappresentata nella libreria di casa, l'importante studio biografico di Giorgio Scichilone, Francesco Crispi, edito da Flaccovio Editore, 2012 (Palermo), nella collana "Siciliani".
E' un lavoro coraggioso che esprime bene una recente tendenza storiografica che tende a rivalutare la figura di Francesco Crispi, pur con tutte le sue luci ed ombre, rispetto al giudizio totalmente negativo espresso da gramsci e da tutti gli eredi della critica storiografica di stampo gramsciano.
Come annota l'autore, nell'incipit del suo studio biografico, vale per uno studio su Crispi ciò ce egli stesso - in un aneddoto che si racconta su di lui - ebbe a dire orgogliosamente allo storico Petruccelli Della Gattina che, a Palazzo Carignano, lo avvicinò per chiedergli se fosse Mazziniano o Garibaldino: "Io sono Crispi!" - disse, senza aggiungere altro.
Il lavoro di Scichilone offre una revisione della figura dello statista Francesco Crispi e del percorso complesso della sua vita ed è un notevole contributo in controtendenza alla critica gramsciana, che vide in lui un proto-dittatore, un autentico precursore - e personaggio ispiratore - di Mussolini, e pertanto da esecrare, con la conseguenza di un giudizio pesantemente negativo sulla sua traiettoria umana e politica.
Il giudizio storico pesantemente negativo fece sì che egli venisse "espunto" dai "grandi" del Risorgimento, mentre - legittimamente - accanto a Garibaldi, Mazzini, Vittorio Emanuele II e Cavour, dovrebbe collocarsi proprio lui, sia perché - dietro le quinte - fu dell'impresa dei Mille un artefice altrettanto importante di Garibaldi che ebbe il ruolo di condottiero (la cui azione fu supportata dall'azione diplomatica e politica proprio di Crispi), sia successivamente, nell'iniziale e travagliata storia politica e parlamentare dell'Italia Unita.
Certo, sempre da questoorientamentostoriografico gli venne ascritta la colpa di essersi comportato alla fine della sua vita, nel momento in cui assunse la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri (con il portafoglio di due dicasteri: quello dell'Interno e quello degli Esteri) nel periodo intercorso tra la bruciante sconfitta di Massaua e la disfatta di Adua, come uomo di destra - lui che era stato sempre considerato di sinistra e che, di fatto, sedette sempre alla sinistra dell'Aula parlamentare.
Gli vennero rimproverati aspramente alcuni errori e altre azioni "repressive" (come fu nel caso del pesante e sanguinoso intervento di repressione dei Fasci siciliani).
Ma fu un uomo pieno di sfaccettature e dalla personalità complessa, forgiato dalle sue origini albanesi (o, per meglio dire, arberesh) ed impregnato per questo di ideali di solidarietà.
Propositore, senza peraltro riuscirci, di una riforma agraria per far sì che una parte delle terre del latifondo venissero distribuite ai contadini, ma anche autore di un'importante riforma della previdenza sociale (di fatto l'INPS) nacque proprio con una Legge crispina.
Giustamente osserva l'Autore, in chiusura della sua opera che, se non ci fossero stati questi aspetti estremi e contraddittori, semplicemente non ci sarebbe stato Crispi, uno dei grande artefici dell'Unità d'Italia e dell'inizio della vita parlamentare italiana.
Fu, secondo Scichilone, uno di quegli uomini "rari e maravigliosi" (la definizione è tratta da Machiavelli) che solo di tanto in tanto un'epoca è in grado di esprimere.
"Non gli sarebbero mancate infatti le virtù necessarie: passione patriottica e prospettiva politica, unite a una non comune ambizione, stinazione e cinismo. Perciò tralasciando la retorica,alla fine questo di Crispi si può dire: il suo apporto all'edificazione dello Stato italiano fu decisivo, e ciò é quanto gli deve essere riconosciuto al netto dell'esaltazione o degli ostracismi contemporanei e storiografici." (ib., pp. 6-7).
Secondo me, il saggio biografico di Scichilone è assolutamente da leggere, proprio per uscire da questa insanabile opposizione tra esaltazione retorica e ostracismi diffusi che hanno gravato sulla figura di Crispi, ma anche perché - attraverso - il dipanarsi del racconto biografico viene magistralmente racconto un periodo fondante della nostra storia.
Giorgio Scichilone, è ricercatore in Storia delle Dottrine Politiche nell?Università di Palermo. Studioso del pensiero politico di Machiavelli (sul quale ha scritto il saggio Terre incognite. Retorica e Religione in Machiavelli, Franco Angeli, 2013), si occupa di repubblicanesimo e costituzionalismo fino alle problematiche politiche legate all'era della globalizzazione.