Palermo, Foro Italico Umberto I - I contrappesi-bilancieri del Nautoscopio. In fondo, Capo Zafferano che, nella distanza, appare come un'isola
(Agosto 2010) Quand'ero piccolo pensavo che Monte Catalfano fosse un enorme capodoglio che riposava in emersione, al largo (come ero convinto, incrollabilmente, che Monte Cuccio, fosse un antico vulcano estinto)
E, del resto, gli antichi naviganti narravano storie di isole galleggianti, gigantesche, vicino alle quali si mettevano alla fonda, per poi scoprire che si trattava di pesci di immani proporzioni, al momento dormienti I guai avrebbero potuto arrivare, quando si fossero svegliati e avessero deciso di immergersi nel blu, in acque profonde, trascinando con sé nave e marinai…
Uno dei viaggi meravigliosi di Sindbad il marinaio che mio padre mi leggeva quando, piccino, a letto aspettavo che giungesse il sonno, narrava proprio di questa leggenda. In particolare la prima delle esotiche ed affascinanti avventure di Sindbad.
Dopo aver dissipate le ricchezze lasciategli dal padre, Sindbad inizia ad andar per mare per recuperare la propria fortuna. Scende a terra su quella che egli ritiene essere un’isola, ma questa si rivela un pesce gigante (o balena-isola) su cui degli alberi hanno addirittura messo radici. Il pesce si immerge negli abissi e la nave riparte senza Sinbad, che si salva la vita solo grazie ad un barile che passa per caso nelle sue vicinanze, inviato per grazia di Allah. Sospinto a terra su un’isola, il re di questa lo prende sotto la sua protezione e lo nomina capitano del porto. Un bel giorno la nave di Sinbad arriva proprio in quel porto ed egli reclama i suoi beni, ancora nella stiva della nave.
Il re dell’isola gli conferisce preziosi regali e Sinbad fa ritorno a Baghdad, dove riprende una vita di lussi e piaceri.
Ed ecco che mi sovviene una frase di Hugo Pratt, grande cultura dell'avventura e dello scorribande in terre meravigliose e lontane con le sue tavole disegnate:
"...all'orizzonte di quell'oceano ci sarebbe stata sempre un'altra isola per ripararsi durante un tifone, o per riposarsi e amare. Quell'orizzonte aperto sarebbe stato sempre lì, un invito ad andare." (Hugo Pratt)
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