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28 gennaio 2023 6 28 /01 /gennaio /2023 07:41
Davide Longo, La vita paga il sabato, Einaudi

La vita paga il sabato di Davide Longo, pubblicato nel 2022 (Einaudi Stile Libero Big) è il quarto romanzo della serie che vede protagonisti il commissario Arcadipane, Corso Bramard e Isa Mancini.
I precedenti non li ho ancora letti, ma lo farò presto.
Dopo avere apprezzato molto “L’uomo verticale” avevo voglia di leggere un altro romanzo di Davide Longo e la mia scelta molto casualmente tra quelli a disposizione presso il mio libraio di fiducia è caduta su questo volume senza accorgermi che si trattava di un avventura di Arcadipane e Bramard.
Avrei voluto approcciarmi alla serie dal suo inizio.
Vorrà dire che ora la esplorerò a ritroso.
Devo dire che qui non ci sono pesanti riferimenti agli episodi precedenti e, dunque, il non conoscerli non si traduce in un appesantimento o in un handicap per il lettore che, per la prima volta, incontra il trio di investigatori.

Di fatto il romanzo è a se stante - così mi è sembrato.

Quindi non ci sono lacune, vuoti o rimandi in questa nuova indagine in cui Arcadipane, ufficialmente coinvolto e inviato da Torino assieme al suo vice (e che, in seguito, chiamerà in aiuto Corso Bramard e Isa Mancini a supportarlo) deve confrontarsi con un doppio crimine apparentemente indecifrabile, che sono l’assassinio di Terenzio Fuci, noto produttore cinematografico romano e fratello di un potente personaggio della vita politica, e la scomparsa della moglie Vera Ladich, attrice di successo in una serie di film negli anni Settanta prodotti dallo stesso Fuci. 
Omicidio e scomparsa non hanno lasciato alcuna traccia (come nel famoso schema del delitto che è avvenuto in una camera chiusa): un'enigma che, all'esordio delle indagini, appare davvero insormontabile
La scena del delitto è a Clot una piccola comunità alpina piemontese (un luogo finzionale, ovviamente, non reperibile su Google Map.
A poco a poco grazie all’azione congiunta dei tre emerge un retroscena del crimine che si estende verso un passato lontano e che include un inconfessabile segreto della comunità.
La narrazione il cui registro oscilla tra il serio e il faceto, con un umorismo che deriva dal modo di descrivere le situazioni secondo l’occhio ironico e auto-ironico di Arcadipane o secondo quello più grave è pensoso di Bramard, si dispiega come un grande arazzo sino a mostrare al lettore un intrigo sontuoso, davvero impensabile e geniale.
Mi sento di consigliarne la lettura.

 

(Risguardo di copertina) Un produttore cinematografico, fratello di un potente ex ministro democristiano, viene trovato morto dentro la sua Jaguar, abbandonata in una sperduta valle alpina. Sua moglie, un'ex attrice che ha fatto innamorare un'intera generazione, è scomparsa. Incaricato delle indagini, il commissario Arcadipane deve lasciare la sua Torino e trasferirsi temporaneamente a Clot, un grumo di case sorvegliate da una diga che serra la valle come un cappio. Ad attenderlo, gente diffidente e spigolosa e un rebus da far scoppiare la testa. Troppo complicato per non chiamare in aiuto il vecchio amico e mentore Corso Bramard e l'indisciplinata quanto indispensabile agente Isa Mancini, entrambi alle prese con un momento difficile della propria vita. Per arrivare alla verità sarà necessario scavare tra antichi segreti e nuovi egoismi, districando una trama tessuta a piú mani. Fino alla scoperta che per tutti, o quasi, la vita paga il sabato.
Libro finalista del Premio letterario Asti d'Appello 2023
Tra i silenzi di un paese incastonato nelle montagne del Piemonte e la chiassosa Roma del cinema e della politica, il mistero di una donna che per molti è stata una musa, un sogno, un rimorso. Un nuovo caso per Vincenzo Arcadipane e Corso Bramard.

 

Hanno detto
«La cosa che mi secca, delle storie di Bramard e Arcadipane, è che non le ho scritte io. Forse non sono mai stato abbastanza felice per farlo. O disperato, non so» – Alessandro Baricco
«Quanto è mentale Bramard, tanto è corporeo Arcadipane che in saccoccia tiene un mucchio di sucai da estrarre compulsivamente e ingoiare insieme ai pelucchi che stanno sul fondo delle tasche. Due cosí non li dimentichi» – Maurizio Crosetti, la Repubblica
«Davide Longo è uno dei grandi» – Carlo Lucarelli, Corriere della Sera

 

(Incipit) La testa sul cuscino, il corpo rannicchiato in una sepoltura primitiva, Arcadipane fissa il telefono illuminare per la terza volta negli ultimi cinque minuti la base dell'abat-jour, la fondina dell'arma, quattro sucai, le chiavi e un cerchio scuro marchiato sul comodino da una tazza o un bicchiere molto molto caldi.
Gli basterebbe allungare una mano per spegnere o rispondere, ma sa chi lo chiama a quest'ora e perché, quindi fa l'unica cosa che un uomo della sua età, con il suo lavoro e la sua attuale posizione orizzontale può fare: prendere tempo. Trent'anni di polizia gli hanno insegnato che i secondi di notte sono come monete antiche, il numero scritto sopra non dice niente del loro effettivo valore.
La debole fluorescenza del telefono cessa lasciando intatti il buio e il silenzio. È un quartiere bene quello dove sta dormendo, niente marmitte forate, gente che grida uscendo da brutti locali, tossici, ubriachi o papponi. Solo qualche travestito di vecchia scuola: orari di lavoro dalle ventitre alle due, settimana corta alla tedesca, angoli assegnati per decreto regio e ammezzato di proprietà. Professioniste che fanno la vita da quando gli è spuntata la prima barba, subito estirpata, e sanno tenere a bada maniaci, spiritosi e sorci in cerca di spicci. Un paio di forbici, una chiave inglese e una bomboletta di peperoncino del resto costano meno di un protettore e, quando ne hai bisogno, arrivano prima.
Il telefono ricomincia
. (Ib. pp. 5-6)

 

L’autore. Davide Longo è uno scrittore italiano nato a Carmagnola, che vive a Torino dove insegna scrittura presso la Scuola Holden. Tiene corsi di formazione per gli insegnanti su come utilizzare le tecniche narrative nelle scuole di ogni grado. Tra i suoi romanzi ricordiamo, Un mattino a Irgalem (Marcos y Marcos, 2001), Il mangiatore di pietre (Marcos y Marcos 2004), L’uomo verticale (Fandango, 2010), Maestro Utrecht (NN 2016), Ballata di un amore italiano (Feltrinelli 2011). Nel 2014 ha scritto il primo romanzo della serie che ha come protagonisti Arcadipane-Bramard Il caso Bramard (Feltrinelli 2014, Einaudi 2021), cui è seguito il secondo Le bestie giovani (Feltrinelli 2018, Einaudi 2021), il terzo episodio della serie Una rabbia semplice (Einaudi 2021), il quarto La vita paga il sabato (Einaudi 2022). 
Nel 2017 ha scritto la sceneggiatura per il film Il Mangiatore di Pietre interpretato da Luigi Lo Cas
cio.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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