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1 gennaio 2017 7 01 /01 /gennaio /2017 15:46

Stephen King, Fine Turno (End of Watch), Sperling & Kupfe, 2016(Maurizio Crispi) Vado forse controcorrente se affermo che "Fine Turno" (End of Watch) di Stephen King (Sperling&Kupfer, 2016) mi è piaciuto, come mi sono piaciuti i due volumi precedenti della trilogia che ha come protagonista il detective in pensione Billy Hodges (e i suoi due comprimari) nel confronto/duello con il malvagio Brady Hartfield che, dalla sua stanza d'ospedale, riesce ad architettare un piano diabolico per portare a termine ciò che era rimasto incompiuto.
Stephen King "non" è uno scrittore di genere, per quanto alcuni lo vogliano inchiodare a questa etichetta. Nel corso del tempo "il re" si è cimentato in varie direzioni, esplorandone le potenzialità con risultati diversi, ovviamente, e non sempre condivisibili. Ma, come per tutti gli scrittori che abbiano il coraggio di non rimanere legati ad un unico stereotipo narrativo il giudizio d'un lettore attento deve tenere d'occhio l'opera narrativa nel suo complesso, con tutte le divagazioni, le sperimentazioni, i percorsi (compresi i vicoli ciechi) che l'Autore ha voluto seguire.
La trilogia di Hodges e dell'agenzia investigativa "Finders Keepers" va appunto collocata in questa luce. E, di volta in volta, le opere di Stephen King vanno lette facendo attenzione alle soglie del testo e alle epigrafi. Come Revival era dedicato ad alcuni dei maestri dell'Horror e sopra a tutti a H. P. Lovecraft, indiscusso pilastro del Gotico, la trilogia di Mr Mercedes trova i suoi ispiratori in alcuni scrittori del genere poliziesco e, in particolare, è dedicata nel suo incipit a Ed McBaine al poliziesco metropolitano.
Detto questo, ciò che più affascina nell'opera narrativa di King è la capacità affabulatoria che si distende in lunghi percorsi in cui i personaggi vengono magistralmente costruiti e fatti vivere.
Non a caso Stephen King si paragona sovente a Charles Dickens, gigante della letteratura del Novecento e non certo di genere.
Fine Turno, come i due romanzi che lo hanno preceduto si legge bene e appassiona, anche se non c'è suspense, dal momento che il montaggio degli eventi è predisposto dallo sguardo onnisciente del narratore.
Ma ciò che piace è il dispiegarsi della narrazione, appunto: ed è questa la qualità che fa di Stephen King un grande scrittore.

Stephen King, End of Watch, (Edizione UK)(dal risguardo di copertina) Dopo Mr. Mercedes e Chi perde paga, King ha scritto l'atteso capitolo conclusivo della sua trilogia poliziesca, nella quale l'autore, come ci ha ormai abituato, combina il suo impareggiabile senso della suspense con uno sguardo lucidissimo sulla fragilità umana.
In un gelido lunedì di gennaio, Bill Hodges si è alzato presto per andare dal medico. Il dolore lo assilla da un po' e ha deciso di sapere da dove viene. Ma evidentemente non è ancora arrivato il momento: mentre aspetta pazientemente il suo turno, infatti, Bill riceve la telefonata di un vecchio collega che chiede il suo aiuto, e quello della socia Holly Gibney. Ha pensato a loro perché l'apparente caso di omicidio-suicidio che si è trovato per le mani ha qualcosa di sconvolgente: le due vittime sono Martine Stover e sua madre. Martine era rimasta completamente paralizzata nel massacro della Mercedes del 2009. Il killer, Brady Hartsfield, sembra voler finire il lavoro iniziato sette anni prima dalla camera 217 dell'ospedale dove tutti pensavano che sopravvivesse in stato vegetativo. Mentre invece la diabolica mente dell'Assassino della Mercedes non solo è vigile, ma ha acquisito poteri inimmaginabili, tanto distruttivi da mettere in pericolo l'intera città. Ancora una volta, Bill Hodges e Holly Gibney devono trovare un modo per fermare il mostro dotato di forza sovrannaturale. E a Hodges non basteranno l'intelligenza e il cuore. In gioco, c'è la sua anima. Dopo "Mr. Mercedes" e "Chi perde paga", King ha scritto il capitolo conclusivo della sua trilogia poliziesca, nella quale l'autore, come ci ha ormai abituato, combina il suo senso della suspense con uno sguardo lucidissimo sulla fragilità umana.
Stephen KingDalla trilogia di Bill Hodges sarà tratta una miniserie TV diretta da Jack Bender.

Di Fine turno è stato detto:
«Per le legioni dei suoi fan, Fine turno, combinazione tutta kinghiana di horror e mystery, è il finale perfetto della trilogia di Bill Hodges» - Publishers Weekly
«Il re non delude» – Andrea Vitali, Il Venerdì di Repubblica
«Di uno scrittore come King, che è sulla cresta dell'onda da molti decenni, si potrebbe pensare che è a corto di idee. E invece eccolo servirci uno dei thriller più originali degli ultimi tempi: un libro spettacolare, emozionante, avvincente» - Library Journal
«King riesce ancora splendidamente a fare la sua magia.» - The Associated Press
«King è abilissimo nell'imbastire il suo nuovo romanzo horror, che tocca argomenti sensibili come quello della depressione e del suicidio» - Luca Crovi, il Giornale.it

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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