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13 ottobre 2015 2 13 /10 /ottobre /2015 06:21
L'uomo che odiava Sherlock Holmes. Un romanzo tra passato e presente che intriga, diverte e istruisce. Una chicca per gli appassionati di Sherlock Holmes

(Maurizio Crispi) L'uomo che odiava Sherlock Holmes di Graham Moore (Rizzoli, 2012), pubblicato con il titolo originale "The Sherlockian") è - per chi è appassionato di Sherlock Holmes, pur non essendo un vero e proprio apocrifo, ma un romanzo su Sherlock Holmes, sul suo creatore sir Arthur Conan Doyle e sugli appassionati seguaci di Sherlock Holmes (e in particolare quelli appartenenti alla congrega de "The Irregulars of Baker Street", fondata da Christopher Morley nel 1931 e con la sua convention annuale a New York City) è molto interessante, con una struttura narrativa speculare che si muove tra il 1900-1901, nei mesi in cui Arthur Conan Doyle impose al suo pubblico di lettori un totale blackout di Sherlock Holmes, dato per morto nel vortice delle cascate di Reichenbach sino alla sua "riesumazione" con il magistrale "Mastino dei Baskerville", e l'anno 2010 in cui Harold White, un "neo-irregolare", fiancheggiato da Sarah, una sedicente giornalista che tenta di dare impulso alla sua carriera con uno scoop, avvia un'indagine sulle tracce dell'omicidio di Alex Cale, uno studioso sherlockiano che aveva indagato per tutta la sua vita alla ricerca del diario scomparo di Conan Doyle, diario che copriva il periodo del blackout di Sherlock Holmes: solo dalla lettura del diario di quei mesi sarebbe stato possibile chiarire molti interrogativi rimasti senza risposta, tra i quali il notevole cambiamento di carattere e nel modus operandi dello Sherlock Holmes redivivo.
Graham Moore è uno dei più eminenti studiosi sherlockiani, ma appartiene alla corrente di coloro che sono convinti del fatto che Sherlock Holmes sia esclusivamente un personaggio letterario, a differenza degli "Irregulars", i quali sostengono viceversa che sir Arthur Conan Doyle fosse stato soltanto una sorta di editor delle imprese dei due celebri investigatori.
L'uomo che odiava Sherlock Holmes è lo stesso Conan Doyle che, secondo la ricostruzione di Graham Moore ad un certo punto della sua carriera puntava ad ottenere ben altri riconoscimenti letterari che fossero svincolati dal personaggio da lui creato. E lo odiò a tal punto da volerlo morto per mettere fine alle sue avventure. E perché dunque lo riportò in vita?
Il romanzo tenta di dare una risposta a questo quesito, con una struttura narrativa avvincente che, in entrambi piani temporali mette in scena una coppia di investigatori: Arthur Conan Doyle, affiancato dall'amico e confidente Bram Stoker (il creatore di Dracula), nel 1900-1901 e il duo costituito del neo-irregolare Harold e dalla giornalista Sarah ben 110 anni dopo. Il presente e il passato si ricongiugeranno in quel famoso diario scomparso: ma è meglio non andare a stanare alcuni fantasmi nell'armadio e certe verità non possono essere divulgate.

Segue una postfazione dello stesso autore "Nota dell'Autore") il cui incipit "Insomma, che cos'è successo realmente?" fornisce delle chiavi per dipanare la componente più propriamente fiction di ciò che ha scritto dagli elementi storici e di verità che la sua storia contiene.
Dice Moore "Benché L'uomo che odiava Sherlock Holmes sia un romanzo storico, occorre mettere l'accento sulla parola 'romanzo'". Ammette tuttavia che la storia del diario scomparso si fonda su fatti realmente accaduti: alla morte di Conan Doyle nel 1930 emerse che dai suoi effetti personali mancavano alcuni documenti. Questi ultimi - lettere, scritti incompiuti e un volume del suo diario - furono ritrovati fortunosamente dopo oltre settant'anni e, a lungo, rimasero come il "Santo Graal" degli studi sherlockiani.
Attorno a questo storia dei documenti scomparsi e successivamente ritrovati si addenso anche la storia di un omicidio rimasto irrisolto: quello di Sir Richard Lancelyn Green, al tempo il più autorevole degli studiosi di Sherlock Holmes e di Arthur Conan Doyle che, appunto, aveva annunciato al mondo il ritrovamento dei preziosi documenti (27 marzo 2004).
Lo stesso Moore suggerisce per un approfondimento sul singolare episodio il rimando al racconto di David Grann, Circostanze misteriose. La strana morte di un fanatico di Sherlock Holmes (Mysterious Circumstances), contenuto nella raccolta di racconti dal titolo "Il Demone di Sherlock Holmes. Storie di ossessioni e di omicidi (The Devil and Sherlock Holmes.Tales of Murder, Madness and Obsession), Corbaccio, 2011,
Fatte salve alcune licenze letterarie l'autore ha cercato di tratteggiare i personaggi (soprattutto quelli ispirati alla realtà) nel modo più fedele possibile: così è stato, in particolar modo, per le figure di Sir Arthur Conan Doyle e di Bram Stoker.
L'autore, per concludere, mostra possedere una conoscenza approfondita del testo doyliano (il "canone") e ogni capitolo è corredato di puntuali citazioni (o di Holmes o di Doyle, a seconda) che fungono da epigrafi e, ovviamente, complete del riferimento alla fonte.
Un romanzo che intriga, diverte e che nello stesso tempo istruisce.
Graham Moore è uno sceneggiatore americano molto noto. The Sherlockian è stato la sua opera prima nell'ambito della narrativa.
Ma la notiretà per lui é arrivata con il Premio Oscar ricevuto per la migliore sceneggiatura ottenuto dal film "The Imitation Game", basato sulla storia di Alan Turing, uno degli idoli della sua adolescenza.

(Dal risguardo di copertina) Quando la polizia trova il cadavere di Alex Cale strangolato nella sua camera all'Algonquin Hotel di New York, sulla parete campeggia una sola parola, scritta con il sangue: "Elementare". Non ci vuol molto a capire che l'omicidio è un puzzle che solo un raffinato conoscitore di Sherlock Holmes può sperare di ricostruire. Il giovane Harold White non è un detective professionista, però ha fiuto da vendere ed è un vero cultore dei libri di Sir Conan Doyle. Come gli altri membri della sua associazione, era all'Algonquin per la conferenza nella quale Cale si preparava ad annunciare il ritrovamento dei diari del grande scrittore. Solo i diari possono fornire risposta all'interrogativo che assilla i fan da oltre un secolo: cosa è accaduto nella vita di Doyle tra il 1893 e il 1901, tra il momento in cui decise di "uccidere" Sherlock Holmes e quello in cui, a sorpresa, lo restituì ai suoi lettori nel "Mastino dei Baskervillel"? Possibile che qualcuno sia disposto a tutto, anche a uccidere, pur di scoprirlo? Ingaggiato dal pronipote del celebre autore per svelare la verità e ritrovare i diari, Harold White si addentra nel dedalo di un'indagine che si snoda tra la New York di oggi e la Londra di fine Ottocento. Per scoprire che anche Doyle, all'epoca, si era trasformato in detective, e insieme all'amico Bram Stoker, autore di Dracula, aveva tentato di fare luce su una serie di efferati omicidi.

L'uomo che odiava Sherlock Holmes. Un romanzo tra passato e presente che intriga, diverte e istruisce. Una chicca per gli appassionati di Sherlock Holmes
L'uomo che odiava Sherlock Holmes. Un romanzo tra passato e presente che intriga, diverte e istruisce. Una chicca per gli appassionati di Sherlock Holmes
L'uomo che odiava Sherlock Holmes. Un romanzo tra passato e presente che intriga, diverte e istruisce. Una chicca per gli appassionati di Sherlock Holmes

Nota biografica su Graham Moore. Graham Moore (born 1981) is an American screenwriter and author widely known for his 2010 novel The Sherlockian, as well as his screenplay for the historical film The Imitation Game, which topped the 2011 Black List for screenplays and won the 2014 Academy Award for Best Adapted Screenplay (awarded February 2015).
Moore was born in Chicago, Illinois and raised on the city's north side — "the son of two lawyers who divorced and then married two other lawyers".
Raised Jewish, Moore graduated from the University of Chicago Laboratory Schools[5][6] in 1999 and received a bachelor of arts degree in religious history in 2003 from Columbia University. Moore developed a strong love of mystery stories when he was learning to read, later believing he'd have a career in music. Alan Turing had been Moore's childhood hero since he was 14.
At Columbia, unsure about a writing career, Moore took the advice of a professor to dedicate five years to any profession he pursued, "because it takes that long to get halfway decent at anything".
Moore stayed in New York, playing in a number of rock bands, creating a music studio in the basement of a heavy metal art gallery on Rivington Street, working as a sound engineer (including work on several Garnier shampoo commercials), collecting sound equipment and beginning his writing career. For several years, he wrote scripts every day from 10-6 with a friend he'd known since he was 6, Ben Epstein — followed by evening studio work.
Early on, Moore would wake up in his small New York apartment and dress in a coat and tie before sitting down to write, "telling myself writing was my job and I was getting dressed for work—which was like telling myself, dress for the job you want".
His first book, The Sherlockian, was on the New York Times bestseller list for three weeks.
During his Academy Award acceptance speech in February 2015, Moore acknowledged he had attempted suicide when he was 16.
Moore lives in Los Angeles, California.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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