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31 gennaio 2024 3 31 /01 /gennaio /2024 07:10
Rumaan Alam, Il Mondo dietro di te, La Nave di Teseo, 2021

Ho letto Il mondo dietro di te (Leave the World Behind, nella traduzione di Tiziana Lo Porto) scritto da Rumaan Alam e pubblicato in traduzione da La Nave di Teseo (Oceani), nel 2021 dopo aver visto il film omonimo che è comparso su Netflix a dicembre circa
Devo dire subito che il film è stato un po’ deludente, soprattutto perché i diversi personaggi che interagivano in un assetto così minimalista erano poco scavati e assai poco convincenti: e, in mancanza di ciò, al netto di tutto, rimaneva la staticità dell’impianto narrativo, a cui si aggiungevano dei fatti eclatanti “da fine del mondo”, come un grosso mercantile che s’incagliava sulla spiaggia, essendo del tutto fuori controllo il sistema di pilotaggio autonomo o aerei che cadevano, elementi introdotti gratuitamente.: eventi accompagnati da asseverazioni che annullano l'atmosfera di sospensione e inquieta attesa in cui essi vivono sin quasi dall'inizio della loro vacanza.
Nel romanzo non c’è tutto questo e non ci sono fatti eclatanti: lo stile narrativo è più da tragicommedia di persone che interagiscono in uno spazio-tempo delimitato e circoscritto.
Quello che segue è un po' il racconto degli eventi principali che si dipanano nel romanzo.
Non c'è un'anticipazione molesta (che faccia da spoiler) in ciò che scrivo qui, in quanto che ci sia qualcosa che non va si intende subito, tra le righe: ma la natura vera degli eventi rimane sospesa per tutta la durata del romanzo, a differenza di quanto non faccia il film.
Ciò che conta veramente è il modo in cui l'autore sviluppa la trama e dà vita ai diversi personaggi che interagiscono all'interno d’una situazione paradossale (limite, si potrebbe dire, anche se il limite che si configura é puramente metafisico).
In ogni caso, coloro che ritengono di potere essere danneggiati nella loro possibilità di scoperta autonoma del testo, non vadano oltre questo punto.
C’è un nucleo familiare che si reca in vacanza per una settimana in una lussuosa villa con piscina nel New Hampshire, composta dai genitori Clay e Amanda e dai due figli Archie e la più piccola Rose: in seconda battuta, compaiono improvvisamente - e del tutto inattesi - i proprietari della villa stessa, durante la prima o la seconda notte della loro permanenza in circostanze quantomeno strane: bussano alla porta e si presentano; solo dopo vari malintesi si dichiarano per quello che sono e chiedono ospitalità, perché là fuori sta succedendo qualcosa.
Già le prime avvisaglie di questo qualcosa il nucleo familiare le ha percepite, perché da quando sono giunti a destinazione non hanno più la connessione Internet, e gli Smart Phone non funzionano, così come la televisione che non riceve nessun segnale se non dei brevi messaggi che dicono qualcosa a proposito appunto della cessazione delle trasmissioni, ma nessuna vera notizia, effimeri e poco comprensibili che compaiono in sovrimpressione su di uno schermo ostinatamente azzurro; e, quindi, già prima dell’arrivo dei padroni di casa i quattro, pur nella parentesi della vacanza che iniziava a sfumare, a dir poco, in un brutto sogno, avevano preso a discutere e a interrogarsi su ciò che debbano fare, se debbano andare fuori per cercare notizie oppure per vedere di incontrare altri con cui scambiare idee ed impressioni. Fondamentalmente non succede granché, nemmeno dopo l’arrivo dei ladroni di casa
Clay, dunque, decide di fare una perlustrazione fuori, alla ricerca di notizie e si perde anche senza il supporto di Google Maps. Non incontra nessuno, all'infuori d'una donna che, apparentemente disperata, farfuglia parole e frasi in spagnolo perché di origini latine: Clay non capisce lo spagnolo e, quindi, il messaggio che la donna avrebbe da comunicare cade nel vuoto.
Chiede aiuto, questo Clay lo comprende, ma se ne va subito dopo senza prenderla a bordo e torna a casa, quando già tutti si stanno preoccupando del protrarsi della sua assenza.
Di nuovo escono a distanza di qualche ora, sollecitati dal fatto che Archie si è ammalato d’una febbre misteriosa e ha perso - senza alcuna avvisaglia - un buon numero di denti.
Lui e G.H., il padrone di casa, vanno a casa di Danny, un vicino che, a suo tempo li aveva aiutati nella costruzione della casa.
Danny, non del tutto insensibile alle loro richieste di aiuto, tiene tuttavia le distanze e fa delle considerazioni sul fatto che là fuori qualcosa è già successo, lasciando intendere che lui è già preparato a vivere blindato a casa sua con il pieno di provviste e li sollecita ad andare fuori a fare altrettanto: "Cercate di trovare quanto più potete, non sapete cosa vi aspetta...".
Quindi, è in corso una catastrofe ma non è dato capire di che tipo di catastrofe si tratti, perché la corrente elettrica continua ad essere erogata, mentre non ci sono più le connessioni Internet e, di conseguenza, tutto ciò che funziona grazie al web è andato allo sfascio e c’è tutto un mondo che sta per cadere in pezzi.
A differenza di quanto accade nei romanzi post-apocalittici, noi lettori qui non vediamo direttamente in sequenze narrative gli effetti della “catastrofe”, se non nel pallido riflesso che ne colgono gli abitanti della villa (ospiti e padroni di casa) e nelle illazioni su ciò che è accaduto che essi fanno in conversazioni che si protraggono sino a notte fonda.
L’autore ci lascia in sospeso anche con con le ultime meditazioni di Rose che, apparentemente, s’é persa (e la madre, disperata, la sta cercando, ma senza trovarla), ma é in realtà andata in esplorazione nei paraggi, penetrando in una casa simile alla loro, abbandonata dai proprietari e con una grande scorta di provviste e altre risorse.
L’ultimo capitolo sembra preannunciare un adattamento alla catastrofe, quale che sia.
In fondo - dice l’autore - che cosa sarà mai il giorno della tanto paventata catastrofe? Niente più che un giorno come tanti altri della nostra vita - risponde attraverso uno dei suoi personaggi - e, quindi, da un certo punto di vista, c’è la banalizzazione della catastrofe: qualunque cosa essa sia dovremmo adattarci e far fronte al cambiamento, sopravvivendo se ci riusciamo.
Anche nel romanzo, peraltro, ci sono anche eventi misteriosi e ominosi, inspiegabili, come ad esempio le adunanze dei cervi di cui i nostri protagonisti sono i perturbati testimoni con centinaia di cervi che si fermano nei dintorni della casa e li guardano fissamente, senza muoversi e poi, improvvisamente, vedono atterrare una trentina di fenicotteri rosa nella piscina abbinata alla casa e lì soffermarsi
Quindi sono cambiate anche le leggi naturali (forse per colpa di ciò che abbiamo fatto al pianeta) - questo è il messaggio implicito - anche se noi lettori (non ricevendo alcun input dallo scrittore onnisciente) non sapremo mai niente - nessuna spiegazione razionale su ciò che sta effettivamente accadendo - e potremo soltanto immaginare.
É questo il bello del film (meno) e del libro (in misura ben ben più grande)
In più, nel romanzo - come ho già detto - vi è uno scavo dei personaggi che è molto più approfondito di quanto non accade nel film in cui tutti i personaggi sono trattati in modo sbrigativo e superficiale e appaiono tutti poco convincenti. 

La macchina narrativa si sviluppa con stilemi quasi teatrali, nel senso che, in ogni singolo capitolo, cambia frequentemente il punto di vista, con l’autore che pone il focus della sua attenzione su di un personaggio piuttosto che un altro, cambiando frequentemente punto di vista e introspezioni e reminiscenze.
Questa continua movimentazione narrativa il problema rimbalza da uno all’altro, in una circolarità di pensiero che si muove tra identificazioni e opposizioni, mi ha fatto apprezzare il romanzo, risollevandomi il morale dopo la visione di un film che tutto sommato mi era risultato deludente e che si ravvivava soltanto per l’inserto di eventi catastrofici che invece nel romanzo non sono assolutamente contenuti.


(Soglie del testo e risguardo di copertina) Un romanzo magnetico su due famiglie che non potrebbero essere più diverse, costrette ad affrontare insieme un mondo in cui non esistono più certezze.


«Rumaan Alam ci regala un thriller avvincente su una catastrofe annunciata. Svelando, in un gioco di specchi, le nostre paure attuali» - Francesco Pacifico, Robinson


Amanda e Clay hanno scelto un angolo remoto di Long Island per trascorrere qualche giorno di vacanza con i due figli adolescenti. Una pausa dalla vita frenetica di New York, una settimana tutta per loro in un'elegante casa di villeggiatura. I giorni passano felici, ma l'incantesimo si spezza quando un'anziana coppia bussa alla porta in piena notte: George e Ruth, molto spaventati, sostengono di essere i proprietari della villa. Un improvviso blackout a New York li ha costretti a tornare nella casa che avevano messo in affitto. In quest'area isolata, dove i cellulari non prendono, senza tv e internet, è impossibile controllare la loro versione. Amanda e Clay possono fidarsi dei due estranei? Quella casa è davvero un luogo sicuro per la loro famiglia? Mentre intorno ai protagonisti la natura sembra ribellarsi, un male misterioso li perseguita e mina la fiducia che hanno l'uno verso l'altro: ora sono prede che devono lottare per mettersi in salvo. Un romanzo su due famiglie che non potrebbero essere più diverse, costrette ad affrontare insieme un mondo in cui non esistono più certezze.

Rumaan Alam


L’autore. Rumaan Alam, nato negli Stati Uniti nel 1977 da genitore emigrati dal Bangla Desh, é scrittore di diversi romanzi. I suoi scritti sono apparsi su “The New York Times”, “The New Republic”, “New York Magazine”, “The Wall Street Journal”, “Bookforum”, “The New Yorker”.
Il mondo dietro di te (La Nave di Teseo, 2021) è stato finalista al National Book Award ed è stato selezionato come libro dell’anno dalle più importanti testate americane, tra cui “Time”, “The Washington Post”, “The Boston Globe”.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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