Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog
15 settembre 2023 5 15 /09 /settembre /2023 19:05

nevièra s. f. [der. di neve]. – Grotta o cantina destinata in passato a deposito della neve che si raccoglieva nell’inverno e si adoperava nella stagione calda per raffreddare cibi e bevande.

treccani.it

Una neviera etnea (una scoperta casuale)

Nella foto che ho scattato nel 2017, mentre mi accingevo a lasciare la postazione fotografica al posto di ristoro della 100 km del Vulcano, sito a Piano dei Grilli (Bronte), si vede quel che resta di una neviera etnea.
Ed è stato un avvistamento davvero singolare ed emozionante.
Una di quelle cose che si scoprono per caso, da turisti non canonici, per via di un'improvvisa e non pianificata serendipity.
Ho notato questa formazione, ho parcheggiato l'auto e mi sono avvicinato (la curiosità è fattore determinante di qualsiasi cosa su cui il Caso porta ad imbatterci) e nei pressi della staccianata parzialmente danneggiata che metteva in sicurezza l'intera area, ho letto una nota esplicativa piazzata su di un cartello e parzialmente scolorita dal sole.
Ho così appreso che ciò che vedevo (ed ammiravo) era quel che restava di un'antica neviera che era riuscita ad attraversare il tempo sino a me.


Da questo tipo di dispositivo i nostri antenati ricavavano il ghiaccio per fare deliziosi sorbetti oppure per tenere in freddo i cibi d'estate.
Naturalmente questo ghiaccio ottenuto dalla neve era un lusso solo per pochi...
In sostanza, si depositava la neve nella cavità ombreggiata da una volta (che in questo sito è crollata in tempi recenti) e, quindi, dopo aver creato uno strato di neve di un certo spessore, vi si stendeva sopra uno strato di paglia e quindi di nuovo neve; poi ancora paglia. E così via.
La paglia serviva alla coibentazione termica, sicché il freddo della neve non si disperdeva.
La pressione degli strati soprastanti, invece, consentiva la trasformazione della neve in ghiaccio: insomma, un metodo derivante dall’attenta osservazione osservazione di quanto accade in natura ed affinata dall’esperienza tramandata da una generazione all’altra attraverso il fare.

Questa grotta della neve è ubicata a Piano dei Grilli, sull'Etna, sopra Bronte, a circa 1100 metri di altitudine e, aggiungo qui, dalle fonti che ho consultato, riulta essere la neviera più grande dell'intero territorio etneo. 
Mentre ammiravo la conformazione della neviera sono stato colpito da un intenso brulichio sul terreno rossastro ed ecco che ai miei piedi ho visto l'imboccatura d'un formicaio dal quale sciamavano enormi formiche, alacri ed indaffarate ad accumulare riserve per i mesi di grama.

La foto sopra é di Maurizio Crispi (2017)

(da wikipedia) La ghiacciaia o neviera è un locale o manufatto in cui si immagazzinava in un luogo freddo la neve pressata o il ghiaccio durante l'inverno, per poterne disporre durante le altre stagioni. Il ghiaccio poteva essere ricavato e tagliato quando le acque (ad esempio di un fiume) venivano deviate e trasformate in ghiaccio durante l'inverno, attraverso l'azione della temperatura ambientale sotto 0°C, per poi essere immagazzinato e prelevato successivamente al momento del bisogno. Un'altra tecnica (neviera) consisteva nel raccogliere e immagazzinare neve pressata durante l'inverno, che - nel processo - si trasformava in ghiaccio. Questo sistema è stato usato con diverse tipologie in varie parti del mondo.

La ghiacciaia è sia l'ambiente in cui veniva prodotto e/o immagazzinato il ghiaccio, sia quell'armadio con intercapedine isolante rifornito di ghiaccio, che - in ambito prevalentemente domestico - assolveva alla funzione che in seguito avrebbe assunto il frigorifero.

Con l'invenzione dei sistemi refrigeranti che portarono al diffondersi delle fabbriche del ghiaccio la ghiacciaie così come il commercio del ghiaccio naturale persero la loro economicità.

Il termine viene talora utilizzato impropriamente come sinonimo di congelatore o freezer.

Storia. La prima traccia storica dell'utilizzo di una ghiacciaia si ha dai tempi degli antichi Sumeri, descritta nella Tavoletta di Zimri-Lim, re di Mari, concernente la costruzione di una ghiacciaia a Terqa nel 1780 a.C. circa. Nell'antichità fino all'era moderna l'uso del ghiaccio era comunque un uso di lusso, per lo più per raffreddare le bevande dei signori. Nelle terme romane più facoltose veniva usato nel frigidarium.

Nathaniel Jarvis Wyeth brevettò nel 1825 un aratro da ghiaccio (ice plough) trainato da cavalli che rese più facile ed economico l'estrazione nei laghi degli Stati Uniti e diede un ulteriore impulso all'industria di esportazione mondiale del ghiaccio che declinò dopo il 1930, con l'avvento del frigorifero domestico meccanico. I primi frigoriferi domestici del 1800, infatti, erano in realtà armadi con intercapedine isolante che venivano riempiti regolarmente con un blocco di ghiaccio proveniente da ghiacciaie. Grazie alla meccanizzazione e la concorrenza del mercato, il costo del ghiaccio commerciale scese e divenne accessibile anche alle fasce meno abbienti della società. In un certo senso, la diffusione e il successo di massa del primo frigorifero a ghiaccio (ghiacciaia) dette impulso all'invenzione del frigorifero meccanico.

Le neviere in Sicilia.  L'uso della neve in Sicilia è certamente abbastanza antico. Gli arcivescovi di Monreale, Palermo e Catania, godevano del privilegio sicuramente medievale di conservare e vendere la neve conservata sui monti delle rispettive diocesi. A partire dal XVI secolo, quando il ghiaccio non venne più utilizzato per esclusivo uso medico, si incrementa la richiesta di ghiaccio naturale e il suo commercio. L'uso di scavare fosse sulle montagne (i nivieri) nelle quali la neve era accumulata e conservata, può benissimo collegarsi alle pratiche e metodologie del mondo antico greco-romano. Le neviere più grandi si trovavano sulle Madonie e sul monte Etna, dove era più facile mantenere bassa la temperatura. 
Sono documentate neviere sui Peloritani e sui Nebrodi con articolate strutture per l'immagazzinamento e il rifornimento delle località sulle coste. Ma anche sui monti Iblei nei dintorni di Buccheri, Buscemi e Palazzolo Acreide.

Se fino al XV secolo la neve veniva utilizzata quasi esclusivamente per uso medico, successivamente venne richiesta per raffreddare il vino e per confezionare sorbetti o gelati.

Le neviere siciliane avevano varie forme:

a grotta
a cupola
a dammuso
in genere l'ingresso per l'estrazione della neve era rivolto a nord e la neve veniva caricata dall'alto.
Vi era un commercio della neve che interessava i vari comuni della Sicilia e che poteva giungere persino a Malta.
Il trasporto avveniva di notte a dorso di muli.

 

La neviera di di Piano Grilli (Bronte). Foto tratta dal web

La neviera di di Piano Grilli (Bronte). Foto tratta dal web

Vi sono diversi cartelli (anche se sbiaditi) che ci indicano la strada per raggiungere la Grotta della Neve. Nelle vicinanze della grotta bisogna lasciare il sentiero principale per qualche centinaio di metri. Arrivati alla grotta (recintata) possiamo vedere la profondità e immaginare come una volta si conservava la neve in questi luoghi. Oggi, dalla volta costruita in pietra lavica resta solo un arco, ed è questo che dà alla grotta quel tocco di fiabesco.

siciliadagiocare

Condividi post
Repost0

commenti

Mi Presento

  • : Frammenti e pensieri sparsi
  • : Una raccolta di recensioni cinematografiche, di approfondimenti sulle letture fatte, note diaristiche e sogni, reportage e viaggi
  • Contatti

Profilo

  • Frammenti e Pensieri Sparsi

Testo Libero

Ricerca

Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


frammenti-e-pensieri-sparsi.over-blog.it-Google pagerank and Worth