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30 giugno 2023 5 30 /06 /giugno /2023 10:14
I registri dell'Ufficio comunali delle nascite

Qualche giorno fa sono stato in un ufficio comunale per ritirare un documento richiesto da un mio amico che sta fuori Palermo.
Sono stato introdotto all'interno e ho atteso che la dipendente, al momento impegnata altrove (E? nell'ufficio del Dirigente!", mi avevano detto), si liberasse, per consegnarmi il documento in questione.

L'attesa si è protratta per circa mezz'ora.

Il luogo pareva un mortorio.
I banconi che un tempo servivano a separare gli impiegati dal pubblico (che posso immaginare scalmanato, variegato e vociante) erano adesso collocati contro le pareti, essendo decaduta la loro funzione primaria (di separatori e distanziatori) e essendo stati lasciati soltanto per svolgere una mera funzione di ripiano di appoggio (o forse in attesa di qualche cambiamento con un ritorno dell'apertura al pubblico nelle modalità del tempo andato pre-Covid)
I pochi arredi moderni apparivano già fatiscenti e già in evidente stato di deterioramento.
Dal mio punto di osservazione potevo vedere un attaccapanni a piantana di foggia moderna (nello stile anonimo della mobilia per ufficio) rotto e appoggiato tutto storto (e ad altezza dimezzata) contro un muro.

I pochi computer di tecnologia già obsoleta non aggiungevano all'insieme un tocco di modernità (come a dire siamo nel XXI secolo), ma gli conferivano un tocco assieme grottesco e ridicolo (una sorta di archeologia della modernità).

Per non parlare poi dei cumuli di enormi registri che sempre venivano trascritti a mano nei quali venivano registrate nascite e morti. 
Osservando un po' sonnolento questi registri, in parte impilati su diversi piani d'appoggio, in parte in piedi come soldatini su capienti scaffalature, mi pareva di scivolare indietro nel Medioevo.
Certo ci sono anche gli "archivi storici" che custodiscono registri di varia natura, trascrizioni di atti e transazioni e, nell'insieme, documenti preziosi per gli storici (e loro vivaddio! hanno una loro inestimabile importanza.
Ma vedere un ufficio pubblico con questa accozzaglia di antico e moderno e con il moderno ancora più fatiscente e maltenuto dell'antico dà l'idea di essere stati catapultanti all'interno di un mondo decadente e prossimo allo sfacelo, soprattutto quando vedi che coloro che ci lavorano fanno parte di un personale ridotto all'osso, le cui vite si sono consumate là dentro divenendo esse stesse stantie e polverose: personaggi tristi che si aggirano in quegli spazi come ombre o fantasmi sperduti all'interno di un universo kafkiano in cui non c'è riscatto possibile. Come se fossero già morti, per alcuni versi.
Forse questa sensazione deriva anche dal fatto che con il Covid gli uffici pubblici di Palermo (almeno, per quanto riguarda la mia personale esperienza) si sono radicalmente blindati, e tali sono rimasti anche dopo il cessare dell'emergenza (senza un motivo apparentemente, se non quello di consolidare la protervia e l'inaccessibilità della burocrazia).
Forse, proprio per questo danno l'impressione di essere del tutto devitalizzati, spenti, catacombali.
In fondo la vitalità era loro conferita, pur sempre all'interno di un universo kafkiano, dal quotidiano accesso di un pubblico vociante, a volte irato, a volte ruvidamente ironico e dalle molte storie di vita che vi venivano narrate durante le infinite ore di attesa.

I registi polverosi e consunti di un ufficio pubblico
I registi polverosi e consunti di un ufficio pubblico
I registi polverosi e consunti di un ufficio pubblico
I registi polverosi e consunti di un ufficio pubblico
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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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