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21 gennaio 2023 6 21 /01 /gennaio /2023 08:39
Victoria Mas, Il Ballo delle Pazze, Edizioni e/o

Il ballo delle pazze (Le bal des folles, nella traduzione di Alberto Bracci Testasecca) e pubblicato da Edizioni e/o (Dal mondo) nel 2021, opera prima della francese Victoria Mas, é un bel romanzo che tratta in maniera delicata e appassionante il grande internamento manicomiale del XIX secolo, quando mentre prendevano piede le teorie scientiste e lo studio ancora ai primi passi della neurologia e del funzionamento della mente, Anche nelle strutture manicomiali, agli albori d'una più moderna concezione della Psichiatria, vigevano ancora immutati i principi del “sorvegliare e punire” illustrati da Michel Foucault.
L’ambientazione del romanzo è la famosa Salpêtrière di Parigi che aveva presso a funzionare a pieno regime con l’impulso dell’esimio professor Jean-Martin Charcot, neurologo (allora la Psichiatria non era ancora una disciplina a sé stante) il cui approccio all’isteria aveva destato interesse in tutta Europa, tanto che persino un giovane Freud si era recato, avido di conoscenza, a seguire le sue lezioni e a osservare le sue dimostrazioni.
Il punto rilevante è che i casi di isteria e le manifestazioni della follia in genere sembravano riguardare soltanto soggetti di sesso femminile. E ciò perché l’etichettattura di malate di mente, destinate spesso ad un crudele internamento a vita, era il destino di donne che cercavano semplicemente di esprimere se stesse e di trovare la loro via autonoma in un mondo minuziosamente dominato dagli uomini che volevano la loro controparte unicamente destinata a certe mansioni.
I personaggi femminili delineati dall’autrice sono in questo senso esemplari a partire da Eugénie, figlia di un notaio benestante sino a Geneviève, infermiera alla Salpetrière e figlia di un medico di provincia, ammiratrice del grande Charcot ma anche capace di vedere l’intrinseca giustizia del sistema dell’internamento e di manifestare alla fine un suo pensiero autonomo, anche se al prezzo di perdere la sua posizione di privilegio.
Molto da quel tempo ormai lontano é apparentemente cambiato, ma quanto poi veramente?
In questo senso la narrazione è emblematica e universale.
É stato trasposto in film dal titolo omonimo, nel 2021, visionabile su Amazon Prime.

A questo ottimo romanzo-documento fa indubbiamente da complemento "L'isola delle anime", già recensito s questo blog (
L'isola delle anime. La storia dei dolenti internamenti femminili in una piccola isola del Baltico, attraverso decenni).



(Soglie del testo) Una storia avventurosa e appassionata, un inno alla libertà delle donne in un mondo che ancora nell'Ottocento era dominato dagli uomini.
Fine Ottocento. Nel famoso ospedale psichiatrico della Salpêtrière (che, ricordiamo qui, era riservato ai malati ritenuti incurabili) diretto dall'illustre dottor Charcot (uno dei maestri di Freud), prende piede uno strano esperimento: un ballo in maschera dove la Parigi-bene può "incontrare" e vedere le pazienti del manicomio al suono dei valzer e delle polka. Parigi, 1885. A fine Ottocento l'ospedale della Salpêtrière è né più né meno che un manicomio femminile. Certo, le internate non sono più tenute in catene come nel Seicento, vengono chiamate "isteriche" e curate con l'ipnosi dall'illustre dottor Charcot, ma sono comunque strettamente sorvegliate, tagliate fuori da ogni contatto con l'esterno e sottoposte a esperimenti azzardati e impietosi. Alla Salpêtrière si entra e non si esce. In realtà buona parte delle cosiddette alienate sono donne scomode, rifiutate, che le loro famiglie abbandonano in ospedale per sbarazzarsene. Alla Salpêtrière si incontrano: Louise, adolescente figlia del popolo, finita lì in seguito a terribili vicissitudini che hanno sconvolto la sua giovane vita; Eugénie, signorina di buona famiglia allontanata dai suoi perché troppo bizzarra e anticonformista; Geneviève, la capoinfermiera rigida e severa, convinta della superiorità della scienza su tutto. E poi c'è Thérèse, la decana delle internate, molto più saggia che pazza, una specie di madre per le più giovani. Benché molto diverse, tutte hanno chiara una cosa: la loro sorte è stata decisa dagli uomini, dallo strapotere che gli uomini hanno sulle donne. A sconvolgere e trasformare la loro vita sarà il "ballo delle pazze", ossia il ballo mascherato che si tiene ogni anno alla Salpêtrière e a cui viene invitata la crème di Parigi. In quell'occasione, mascherarsi farà cadere le maschere.
Il romanzo di Victoria Mas è stato un grande successo letterario in Francia nel 2019

 

Hanno detto
«Con questo ballo in cui le "pazze" sembrano le uniche in grado di sentire davvero Victoria Mas consegna al lettore un romanzo intenso e fiero, che obbliga a spostare i limiti tra normalità e follia e insieme a riconsiderare quanto caro, nel corso della storia, è stato il prezzo pagato dalle donne per essere legittimate a esistere» - Andrea Marcolongo, Tuttolibri
«La casa editrice E/O pubblica quello che è stato il caso letterario del 2019 in Francia, Il ballo delle pazze di Victoria Mas, giovane autrice dalla bellezza molto francese al suo esordio nel romanzo, dopo aver lavorato nella scrittura per il cinema» - Eleonora Barbieri, il Giornale
«Ciascuna delle protagoniste per sopravvivere, nel manicomio, si aggrappa alle proprie convinzioni, anche se sono verità dolorose e difficili da condividere. Ma nella serata surreale del ballo in maschera, quando follia e razionalità sembrano non avere più confini, tutto può diventare finalmente possibile» - Patrizia Violi, Corriere della Sera

 

L’autrice. Victoria Mas ha lavorato nel mondo del cinema, prima di esordire con questo romanzo

La cernita delle ospiti era cominciata dopo la posa dell'ultima pietra. Da principio vi avevano rinchiuso le poveracce, mendicanti, vagabonde e barbone selezionate su ordine del re. Poi era toccato alle dissolute, alle prostitute, alle donne di malaffare, tutte 'colpevoli' che venivano portate là in gruppi, su carri scoperti, costrette a esporre la propria faccia all'occhio severo del popolino, già condannate dall'opinione pubblica, Poi erano arrivate le inevitabili pazze, le donne senili o violente, deliranti, idiote, bugiarde, cospiratrici, sia vecchie che giovanissime. Presto i luoghi si erano riempiti di grida e sporcizia, di catene e chiavistelli. A metà strada tra il manicomio e la prigione alla Salpêtrière finivano le persone che Parigi non sapeva gestire, cioè i malati e le donne.

Il ballo delle pazze (p. 76)

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romanzo che tratta in maniera delicata e appassionante
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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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