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22 settembre 2023 5 22 /09 /settembre /2023 07:03

...il film vuole essere soprattutto didascalico di un ipotesi che secondo alcuni è remota ed improbabile, secondo altri, invece, sempre più incombente, anche perché l'odierna tecnologia medica ha di fatto abbassato la guardia nei confronti delle malattie infettive che, nel nostro non lontano passato, rappresentavano uno degli spettri più temibili.

Maurizio Crispi (2011)

Contagion (2011, USA)

Contagion è un film del 2011 diretto da Steven Soderbergh, e vede come protagonisti Marion Cotillard, Matt Damon, Laurence Fishburne, Jude Law, Gwyneth Paltrow, Kate Winslet e Bryan Cranston.
Visto nei giorni passati su Amazon Prime, convinto di non averlo mai visto prima.
Se ne era parlato ai tempi dell'esorfio della pandemia e avevo cercato di vederlo, ma niente. Poi, nel 2022 è comparso su Prime.
Se consideriamo che il film di Sonderbergh venne realizzato nel 2011, lo possiamo sicuramente prendere come una realistica (e pessimistica) messa in scena di quanto è avvenuto un decennio dopo e sta tuttora accadendo, con una precisa rappresentazione delle diverse fasi di una pandemia e degli scenari che si vanno via via aprendo.
Vengono vagliate tutte le ipotesi possibili sull’origine del virus letale.

Per alcuni versi il film sembra avere delle doti quasi visionarie per quanto concerne ciò che ci è capitato successivamente a partire dalla fine del 2019 con la pandemia di COVID.

La realtà è che già molti epidemiologi, da tempo, sostenevano che qualcosa del genere sarebbe accaduto, grazie al fenomeno dello spillover.
Il film è narrato in modo spettacolare e coinvolgente e si avvale di un cast di attori davvero eccezionale.
Il film affronta il tema della diffusione di una malattia nuova e letale, causata da un virus trasmesso da goccioline respiratorie e fomiti, del tentativo inutile da parte di ricercatori medici e ufficiali di salute pubblica di identificare e contenere il virus, della conseguente perdita di ordine sociale in una pandemia e dell'introduzione di un vaccino per fermarne la diffusione.
Per seguire diverse trame il film fa uso dello stile multi-narrativo "hyperlink", utilizzato in diversi film di Soderbergh.

A vederlo adesso ci sembra robetta passato. Ma nel 2011 non eravamo ancora pronti a recepire il suo messaggio.



E quella che segue è la recensione che ne scrissi, dopo averlo visto al cinema il 19 settembre 2011.

Contagion (2011)

Contagion è un film del 2011, diretto da Steven Soderbergh, con protagonisti Marion Cotillard, Matt Damon, Laurence Fishburne, Jude Law, Gwyneth Paltrow e Kate Winslet.

«Non parlare con nessuno. Non toccare nessuno» (tagline del film)

Il film è incentrato sulla minaccia rappresentata da un contagio mortale simile all'influenza suina e su un team internazionale di medici assunti dal CDC per affrontare l'epidemia.
Dopo essere stata ad Hong Kong in viaggio d'affari, Beth Emhoff crolla a terra apparentemente per una banale influenza. Portata velocemente in ospedale, muore poco dopo il suo ricovero a causa di una malattia sconosciuta. La donna viene quindi indicata come la prima persona conosciuta ad aver contratto questa malattia.
Nella ricerca di una possibile cura il dottor. Ellis Cheever, capo del CDC, incarica la dottoressa Erin Mears di indagare sui primi casi di morti negli Stati Uniti. Contemporaneamente la dottoressa Leonora Orantes viene inviata in un villaggio cinese alla ricerca del paziente zero.
Negli anni più recenti l'epidemia virale "aviaria" o quella detta "suina" hanno intimorito l'opinione pubblica, hanno seminato nel mondo intero panico e timori relativi all'allargarsi a macchia d'olio del contagio.
E' stato tutto gonfiato dai mass media, a loro volta "imbeccati" nel modo giusto da fonti accreditate che però erano interessate affinché l'opinione pubblica e le relative decisioni politico-strategico si muovessero in un certo modo piuttosto che in un altro. E ci sono riuscite egregiamente: in Italia, il Servizio Sanitario ha acquistato decine di migliaia di dosi vaccinali che poi sono rimaste inutilizzate, tanto per fare un esempio.
In simili casi, alla luce degli eventi recenti, c'è da diffidare degli allarmismi che sono in parte pilotati. Tuttavia nel mondo della globalizzazione in cui tutti si muovono con una velocità pazzesca da un punto all'altro del mondo, la possibilità di una diffusione epidemica che esce fuori dal controllo è pur sempre una realtà da tenere nel debito conto.
Per non parlare poi delle scorte (sicuramente non distrutte) di pericolosi agenti patogeni prodotti per uso militare e che, da qualche parte, come segnalano fonti accreditate continuano ad essere conservati.
Per non parlare di agenti infettivi noti, nei cui confronti si è abbassato il livello di guardia: sempre fonti accreditate sostengono che se, per ipotesi, si dovesse riaccendere il vaiolo (come?

Anche qui si fa ancora riferimento alle armi biologiche accantonate e secretate) il mondo sarebbe impreparato ad affrontarlo adeguatamente, perché le scorte di vaccino sono in pratica del tutto esigue. 
Nel 1918 ci fu un'impressionante epidemia influenzale prodotta da un ceppo virale particolarmente aggressivo che impazzò nel mondo, provocando ben 18.000.000 di morti.
Ecco, il film Contagion, fa riferimento a tutto questo, mettendo in evidenza come la causalità dei contatti, a partire dal punto 0 (quello della prima comparsa dell'infezione nella popolazione) e la velocità degli spostamenti possano provocare una rapida diffusione del morbo, con l'accendersi di focolai sparsi in tutti i punti del globo e, soprattutto nelle realtà, ad elevata densità abitativa, le grandi metropoli in particolar modo.
Tutto il resto è una corsa contro il tempo: l'identificazione dell'agente virale, il tentativo di dar vita con un ceppo attenuato un vaccino efficace, la sperimentazione di esso.
Il ritmo del film è abbastanza incalzante, l'esito è scontato, ma con un conto finale di oltre 33.000.000 morti.
Bravi gli attori: un accorato Matt Damon, misteriosamente immune, che tenta di salvare la figlia dall'esposizione, una Gwineth Paltrow scelta per impersonare il caso n°1 e una serie di altri attori, bravi interpreti di parti da routine che vengono sviluppate prescindendo dalla situazione specifica (l'infezione virale): il punto centrale è quello di studiare come si sviluppano le reazione dei diversi personaggi in una situazione "estrema", di sconvolgimento del proprio assetto esistenziale e di incombente pericolo di vita.

 

Del resto, il film vuole essere soprattutto didascalico di un ipotesi che secondo alcuni è remota ed improbabile, secondo altri, invece, sempre più incombente, anche perché l'odierna tecnologia medica ha di fatto abbassato la guardia nei confronti delle malattie infettive che, nel nostro non lontano passato, rappresentavano uno degli spettri più temibili.
 

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

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