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4 gennaio 2011 2 04 /01 /gennaio /2011 16:13
Il mare di fronte a Custonaci - Foto di Maurizio Crispi

Il 3 gennaio 2011 si decide di andare a visitare il Presepe vivente di Custonaci (in Provincia di Trapani).
La giornata è splendida, la temperatura mite.
Il sole splende glorioso. 
In cielo qualche sparuta nuvoletta bianca.
Il viaggio procede gagliardo sino a Castellamare del Golfo: sosta di rito al Belvedere.
E' un piacere guardare di lì il panorama della costa curvilinea che segna il golfo di Castellamare, sino all'estremità opposta chiusa da Punta Raisi e da Montagna Longa.
Si riprende ad andare.
Ma il cielo all'improvviso si rannuvola e della giornata splendida di prima rimane ben poco.
Arrivano da Ovest nubi sempre più nere e gonfie di pioggia.
Il Nano osserva il cielo preoccupato da tanto grigiore, così incombente e minaccioso.
Arriviamo, infine a Cornino.
Subito alla ricerca della biglietteria per acquistare i biglietti d'ingresso senza dover fare la coda dopo: ma è strano non c'è nessuno.
Solo un anziano del paese, con una coppola storta sul capo: forse uno dei figuranti del presepe, messo lì a far la guardia.
Gli chiediamo notizie.
No, oggi, il Presepe è chiuso. Riprendiamo il 6 gennaio.
Ma noi avevamo letto che oggi c'era (La delusione vibra nelle nostre voci)
No assolutamente, no, non è possibile - e, così dicendo, entra sotto il grande tendone bianco dove ha allestito un modesto banchetto, davanti ad un grande televisore, per consumarvi un frugale pasto di pane e cacio, allietato da una bottiglia di robusto vinello paesano, e, dopo aver rovistato in un mucchio di carte, prende su un pieghevole.
Vedete?, dice mostrandoci le date scritte in bella evidenza.
Non possiamo che fare buon viso a cattivo gioco
Però, potreste andare a visitare, la Matrice di Custonaci  - e ci allunga un altro pieghevole ("Il Natale a Custonaci", in cui si parla della mostra “Ante Christum natum").
Uh! Lo faremo di sicuro! Ma per certo torneremo a visitare il Presepe in uno dei prossimi giorni di apertura!
Visto che siamo proprio là, ci avviamo verso Monte Cofano (che è una Riserva Naturale Orientata) per fare una passeggiata canonica
Vale davvero la pena. 
Seguendo il sentiero accuratamente tracciato e in ottimo stato d'uso, si può anche circumnavigare il monte sino alla Tonnara di Castelluzzo, ma noi ci limitiamo a procedere sino alla Torre San Giovanni, una delle torri di avvistamento della cinta difensiva della Sicilia, di quelle edificate da Camillo Camilliani nel corso del XVI secolo.
Il paesaggio è splendido e corrucciato. 
I marosi si frangono con violenza sulla scogliera. Un gabbiano volteggia alto in cielo e due marangoni si riposano all'asciutto su un grosso masso.
Un piccolo cutter in lontananza si perde tra le brume di un piovasco: molto stevensoniano
Nella torre non si può entrare: in passato era possibile, ma forse hanno deciso di chiuderne l'ingresso con un'impenetrabile cancellata per proteggere l'interno restaurato alcuni anni fa.
Siamo raggiunti dal piovasco: non possiamo fare altro che ripararci sotto l'architrave della stretta porta d'accesso
Spioverà.
Ma quando mai! Pie illusioni! 
Passa il tempo e la pioggia aumenta d'intensità.
Decidiamo di avventurarci allo scoperto e di fare ritorno all'auto.
Lì, poggiato sul sedile posteriore, c’era un bell'ombrello, ma - confidando nella clemenza degli elementi - l'avevamo lasciato lì dov'era.
La legge di Murphy impera...
Via, dunque, a passo svelto, cercando di minimizzare il danno
Ma... ci conforta pensare a "Singing in the rain" ed anche "Raindrops keep falling on my head" e così procediamo con letizia, malgrado la mala parata.
Sembra che non piova, perché il vento sospinge le gocce d'acqua da dietro: quindi, sembrerebbe che davanti a noi non stia piovendo e, invece, ci stiamo inzuppando le terga... (bella parola, neh?).
Frida, da brava cacciatrice qual è, incurante della pioggia sferzante, si rotola nella merda della vacca e poi dove è passata qualche bestia selvatica e va avanti, instancabile, procedendo a zigzag e seguendo l'usta, per noi impercettibile, ma davanti al suo tartufo palpitante si apre un intero universo di odori ed effluvi, una mappa dettagliata e tridimensionale probabilmente.
Alla macchina giusto in tempo per scansare l'infittirsi del temporale.
Ci ripariamo in una trattoria per mangiare un boccone. Siamo gli unici avventori all'interno d’un salone moderno e spazioso. Televisore maxischermo acceso: che due palle!  Ma ce lo facciamo spegnere, visto che siamo gli unici due avventori. Il gestore ci asseconda, anche se non comprende…
Il proprietario dopo aver preso la comanda ed averci servito, si scusa: Devo allontanarmi. C'è una partita dell'Inter giovanile a poca distanza da qui - ci dice, rivelando la sua natura di Interista convinto, pur senza l'ostentazione di nessuno degli orpelli prediletti dalle tifoserie.
Ci muoviamo di nuovo dopo il lauto pasto: andiamo a visitare la Chiesa di Custonaci...
In effetti, ci addentriamo su per le strette viuzze della cittadina antica: arriviamo a vedere una chiesa antica, ma la pioggia cade più fitta che mai e, quindi, dobbiamo limitarci a guardare attraverso il parabrezza uno scenario liquido di case che sembra dipinto dal pennello di un impressionista. E, in ogni caso, come scoprirò in seguito la chiesa da visitare non era quella davanti alla quale ci siamo fermati, ma il Santuario  Maria Santissima di Custonaci: e ancora non so dove si trovi, forse un po' discosto dal paese.
Il nano comunque è ben contento di stare a guardare dal riparo dell'auto: che è gongolante è dir poco. Se la spassa un mondo
Girovaghiamo in auto nello scenario surreale e tellurico delle cave di marmo di Custonaci
Il fianco della montagna è squarciato da innumerevoli ferite che mostrano le carni bianco-candide della terra, sovrastato da fosche fucine e da inquietanti tralicci - quasi neri - di acciaio e da gru a braccio mobile per spostare gli immensi blocchi di marmo.
La montagna sembra profanata, senza il conforto di alcun rituale propiziatorio
La pioggia non ci dà requie
Prossima tappa: visto che non abbiamo potuto vedere il Presepe Vivente di Custonaci, andiamo a visitare quello di Balata di Baita di cui avevamo intravisto al passaggio affissioni pubblicitarie.
Occhè! Andiamoci.
E via, sotto l'acqua battente.
Condizioni atmosferiche strane: lontano ad Ovest, dove oltre Monte San Giuliano si intravedono le sagome di Levanzo e Marettimo, il cielo all'improvviso si apre, lasciandoe irrompere una luce bassa radente, del sole ormai basso sull'orizzonte, di un intenso giallo.
Intanto dove siamo noi continua a piovere e, all'improvviso, si forma un doppio arcobaleno completo. Mai vista una cosa così!
Nel punto in cui il fascio iridescente sembra sorgere da terra, c'è una luce abbacinante, surreale, con una tonalità dominante gialla.
Fantastico.
Verrebbe voglia di cercare di arrivare sino al punto in cui l’arcobaleno sembra spuntare da terra come un tronco colorato, ma sarebbe pura illusione…
Finalmente s’arriva a Balata di Baita: con molta fatica identifichiamo il punto in cui è localizzato il Presepe, ma poiché è presto decidiamo di procedere sino al Castello di Baida, tre chilometri più in alto, per vedere se c'è quella famosa vecchina che prepara cassatelle e buccellatini che si possono acquistare, se uno arriva al momento giusto ancora con la fragranza del forno.
La pioggia continua a battere furiosa.
Arriviamo: l'atmosfera è fosca ed inquieta.
Entriamo all'interno dell'antico baglio, risalente - sembra - al XIII secolo, ma l'alloggio della vecchina (c'è una scopa antimalocchio appesa fuori dalla porta) è chiuso e sbarrato. Non un'anima viva...
Basta, ritorniamo a Balata di Baida a visitare il presepe. Presto che è tardi s'è fatta l'ora!
Arriviamo, faticosamente posteggiamo: vediamo che hanno già acceso le luci che illuminano la corte e gli edifici dell'antico casale che fa da scenario alla rappresentazione
Al botteghino ci dicono che, a causa della pioggia, l'apertura è dilazionata…
Perché?
Il 26 dicembre pioveva e abbiamo tenuto aperto con tutti i figuranti. Ma molti di loro si sono ammalati. Oggi vogliamo evitare che ciò accada di nuovo. Se potete aspettate per un poco, le previsioni meteo per questa zona dicono che dalle 18.00 la pioggia dovrebbe cessare. Dentro sono tutti pronti: si aspetta soltanto che smetta...
No, non possiamo aspettare, sarà per un altra volta. Grazie!
Decidiamo, per compensare, di andare a visitare il Castello di Inici, un altro baglio fortificato: seguiamo le indicazioni, ma poco dopo dobbiamo fermarci, perché la strada è sbarrata a causa di una frana
Un vecchio del posto ci fornisce delle informazioni, ma poco consolatorie: Sì c'è una strada che ci arriva, ma è lunga ed è difficile da trovare. Poi con il buio
Vabbé, vabbé - faccio io - E' tempo di tornare 
E si ritorna a casa: un bel the caldo ci attende e la stufetta a gas per toglierci il freddo dalle ossa
Ma prima bisognerà lottare contro la sonnolenza incoercibile lungo la via del ritorno
Una gita zen
Il presepe vivente di Custonaci era chiuso
Ci ha colto la pioggia
L’ombrello era rimasto in auto
Non abbiamo potuto visitare la Chiesa di Custonaci
La vecchina delle cassatelle non c'era
Il presepe vivente di Balata di Baida non ha aperto a causa della pioggia
La strada per il Castello di Inici era franata
Eppure abbiamo fatto un sacco di cose… e raccolto tante impressioni
Le cose migliori sono quelle che si raccolgono al di fuori di ciò che era stato pianificato
Forse questo è lo spirito zen: visione periferica, contro visione centrale, sguardo panoramico contro sguardo focale, caso rispetto a necessità, fluidità rispetto al programma rigido e monolitico
Come tramutare il rovescio in mossa vincente, insomma
"La mappa non è il territorio"
Per quest'anno non torneremo a Custonaci
Bisogna anche saper rispettare i segni del Destino e tirarsi indietro laddove occorra

La visita zen al presepe vivente di Custonaci
La visita zen al presepe vivente di Custonaci
La visita zen al presepe vivente di Custonaci
La visita zen al presepe vivente di Custonaci
La visita zen al presepe vivente di Custonaci
La visita zen al presepe vivente di Custonaci
La visita zen al presepe vivente di Custonaci
La visita zen al presepe vivente di Custonaci
La visita zen al presepe vivente di Custonaci
La visita zen al presepe vivente di Custonaci
La visita zen al presepe vivente di Custonaci
La visita zen al presepe vivente di Custonaci
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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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