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24 marzo 2024 7 24 /03 /marzo /2024 12:09
acacie in fiore (foto di Maurizio Crispi)

I piccioni tubano
il giorno evolve

 

La domenica delle palme é trascorsa
con un conto di molti, troppi morti
che ingombrano le città in rovina,
i teatri e i luoghi di adunanza
Sono troppi e sono tutti eguali

 

La morte è una grande livellatrice
e per ogni singolo morto,
ci si deve dolere,
non importa di quale parte
o colore siano
I morti delle guerre e degli odi
sono il più delle volte innocenti,
mentre gli scellerati purtroppo
restano in vita, 
poiché hanno stretto un patto
col il diavolo
Loro sogghignano
e poi, fingendo dolore
e con lacrime ipocrite 
giù lungo le gote,
accendono ceri per i defunti 
Per la morte d’uno solo
di questi uomini perfidi
forse gioirei senza ritegno,
ma anche ciò sarebbe forse irrilevante 
Sono certo che in un’altra vita
questi dispensatori di morte e dolore
troveranno la loro pena,
mentre qui le loro ossa
e le loro ceneri
saranno disperse
e saranno per sempre dimenticati

 

Il vento soffia 
e porta con sé
le grida di dolore e il pianto 
di coloro che sono morti
senza una giusta causa
e che anelano ad essere ricordati

Lacrime di Crocus-dillus

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23 marzo 2024 6 23 /03 /marzo /2024 10:23

Noi che ancora ricordiamo siamo dei dinosauri in via di estinzione.
Incalzano orde di più giovani che si sono disabituati a ricordare, che - anzi - detestano dover ricordare e che considerano tutti i supporti materiali connessi al ricordo e al ricordare qualcosa di inutile e di ingombrante.
Queste orde di più giovani vanno inesorabilmente incontro ad un futuro senza memoria che sarà, inevitabilmente, più vuoto e più sterile, che non avrà più voci dialoganti con un passato che hanno reso muto ed insignificante..
Quelli che ci seguono avranno ciò che vorranno, su questo non si può sindacare.
Ma per noi che ci siamo abituati a vivere nel ricordo è cosa ben triste pensarlo.
Parlo per me, dunque: finché potrò, io continuerò a ricordare.

Maurizio Crispi (8 marzo 2023)

La mamma nel giorno del suo 90mo compleanno. Persino nostra cugina Giorgia è venuta a trovarla da Roma e lei è felice (Foto di Maurizio Crispi)

Oggi 8 marzo 2024 ricorre il compleanno di mia mamma Irene.
La mamma nacque l’8 marzo del 1918 e ci ha lasciati il 4 gennaio del 2010, quando mancava ormai poco al suo 92° compleanno.
È una data che non dimentico, quella del suo compleanno, come anche quella della sua dipartita.
La mamma continua a vivere nei miei ricordi e in quelli delle persone che l’hanno conosciuta e amata.
Mamma, ovunque tu sia, buon compleanno!
E voglio ricordare qui la mia cara cugina Maria Patrizia, figlia dello zio Aldo, il fratello più piccolo di mamma, la quale pure celebrava il suo compleanno l’8 marzo, essendo nata quasi esattamente sei mesi dopo di me.
Con Maria Patrizia nel corso degli anni abbiamo condiviso alcune scelte di studio e professionali, ma soprattutto negli anni cruciali dell’infanzia e dell’adolescenza siamo stati cresciuti come fossimo fratelli, più che semplici cugini.
Voglio anche ricordare qui che Maria Patrizia ci ha lasciato l’anno scorso, proprio poco dopo il ricorrere del suo compleanno.

 

La mamma nel giorno del suo 90mo compleanno. Persino nostra cugina Giorgia è venuta a trovarla da Roma e lei ne fu davvero felice (Foto di Maurizio Crispi)

La mamma nel giorno del suo 90mo compleanno. Persino nostra cugina Giorgia è venuta a trovarla da Roma e lei ne fu davvero felice (Foto di Maurizio Crispi)

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23 marzo 2024 6 23 /03 /marzo /2024 10:16
Veduta marina da Piano Aci (Altavilla Milicia) - foto di Maurizio Crispi

Sognavo che ero un delfino

Nuotavo nel mare profondo 
facendo evoluzioni e giravolte
tuffandomi e scendendo in profondità abissali 
risalendo poi a velocità inaudita
e saltando fuori con voluttà

Inanellavo giochi 
con una Delfina che mi piaceva
Nuotavamo a lungo
senza mai fermarci
Giocavamo a rincorrerci
Pur separati 
ci facevamo uno

Eravamo nei pressi di un’isola 
Il mare d’un profondo blu
cingeva in intimo abbraccio
pendii di nere rocce laviche,
screziate di rosso,
Poi, stanchi d’esser delfini,
scendevamo a terra
in sembianze umane,
avendo lasciato le pelli di delfino
nascoste nell'anfratto d'uno scoglio,
e camminavamo lungo aspri sentieri

C’era, innegabile, una forte emozione
che correva dall’uno all’altro,
come una corrente elettrica,
sfrigolante lungo invisibili fili,
perché capivamo
che eravamo inseparabili

Cercavamo un posto
dove immaginarci insieme
e dove rifocillarci anche,
pregustando il piacere
d’una buona e robusta rustica cucina

Mangiare ci avrebbe reso forti
e, dopo, saremmo ritornati con gioia  
alla nostra natura di creature marine
per riprendere i nostri giochi più spensierati

 

(Dissolvenza)

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14 marzo 2024 4 14 /03 /marzo /2024 12:26
Riflesso atriale (foto di Maurizio Crispi)

Sono in un grande resort vacanziero
Sono arrivato con altri 
per una breve vacanza 
C’è una grande confusione, 
un sacco di gente vociante,
sovraeccitata
sudaticcia
(ma, del resto, siamo in piena estate)
L’aria attorno è vibrante 
di cicalecci vari e continui
con l’interpunzione di tonfi e grida
Sono tutti impegnati 
in una grande corsa quotidiana
per partecipare alle diverse attrattive
e agli intrattenimenti in programma
Ci sono, ovviamente, gli animatori 
che tengono in pugno la situazione
e che propongono un fitto programma 
a cui tutti si fanno obbligo di partecipare
Io mi aggiro tra la folla,
un po’ stralunato a dire il vero,
passando da un luogo all’altro
e cercando di evitare il più possibile
d’essere attratto dal gorgo
di questi divertimenti artificiali e posticci
Cammino e cammino 
solcando la folla variopinta
e, all’improvviso, una voce gioviale 
mi chiama per nome, 
dicendomi
Tu sei Maurizio Crispi! 
Wow! Faccio io senza girare le spalle
e proseguendo nel mio cammino, 
facendo finta di niente, insomma
Poi, con istantanea autocritica,
mi sembra che il mio comportamento
possa essere indice 
di eccesso di sgarbataggine
e musoneria
Quindi, anche se di malavoglia,
mi giro con un vago sorriso sulle labbra
verso colui che mi ha chiamato per nome
E gli dico: 
Oooooh! 
Come stai?
Chi sei?
Lui, allampanato, mi dice un nome
che non evoca niente,
non mi dice niente
Ma lui aggiunge:
Ci conosciamo attraverso il social
Ah!, faccio io
E lui dice ancora: 
Ma tu solitamente nei social 
sembri molto più simpatico
Qui invece dai l’impressione 
di essere soltanto 
uno schivo e scorbutico, 
un musone!

Wow!, faccio io, 
mantenendo il profilo 
di quello che è parco di parole,
ma poi mi lancio in un discorso
Forse è così, non so
Forse nei social 
quando non si appare in presenza fisica
si è più disponibili ad interloquire,
a dire la propria
La mancanza di contatto fisico
e della vicinanza
- o se vogliamo - della prossimità 
facilita questo tipo di comunicazione
ed anche l’esposizione allo sguardo altrui,
ma in presenza sento 
di essere ben poco disponibile
Forse perché ho paura 
d’essere vulnerabile
Non ci posso fare nulla, è così

Mah, dice l’altro
Io adesso sto andando ad incontrare
Beppe Fazio
Sai, qui nel resort c’è Beppe Fazio
accompagnato da un suo assistente
Ogni giorno si incontrano 
con noi del pubblico
Si mescolano con tutti
Giocano e si divertono
Adesso, per esempio,
c’è in programma 
un grande girotondo collettivo
E poi si darà vita 
ad un serpentone lungo lungo
con il quale, a suon di musica,
attraverseremo l’intero resort
Si prevede che al serpentone umano longo longo
parteciperanno centinaia di persone
Su, vieni! 
Vieni con me a partecipare

Io faccio, Noooo!
Non è per me!
Non mi piace Beppe Fazio! 

Voglio andarmene per i fatti miei 
Vabbè, fa l’altro, scelta tua!
Però, poi non lamentarti
che ti senti solo!

E così dicendo se n’è andato,
lasciandomi solo, per l'appunto
Ed io ho continuato per la mia strada,
un volto anonimo perso nella folla

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7 marzo 2024 4 07 /03 /marzo /2024 06:37
Cielo di Palermo (foto di Maurizio Crispi)

Difficile dire
Difficile fare
Penso
Non penso
Dormo
Son desto
Sogno
O forse no
Travolto dalle notizie
che arrivano a valanga
Notizie brutte
Notizie sconfortanti
Guerre
Missili
Bombe
Gente che muore e che soffre
Sono stanco
Proprio stanco
Come si può vivere così 
Quale è il senso
Non c’è possibile conforto
al senso di atroce futilità 
che pervade
ogni singolo istante
del vivere quotidiano
Poi ci sono
quei cieli akashici
di bianco e di blu
che incombono sopra di me

 

Tuffandomi in essi
con lo sguardo
viaggio a vertiginosa velocità 
nel tempo e nello spazio 
e dimentico,
dimentico,
immergendomi nel Bardo,
morendo e rinascendo

 

E allora,
come disse il Poeta,
naufragare m’é dolce
in questo mare

Immergersi nel Bardo
Immergersi nel Bardo
Immergersi nel Bardo
Immergersi nel Bardo
Immergersi nel Bardo
Immergersi nel Bardo
Immergersi nel Bardo
Immergersi nel Bardo

 

Il bardo

Bardo. In alcune scuole del buddismo con il termine bardo (tibetano བར་ དོ་ Wylie: bar do) o antarabhva (sanscrito) si intende uno stato intermedio, di transizione o liminale tra la morte e la rinascita, presente nella dottrina del Buddhismo Mahayana e Vajrayana.

È un concetto nato poco dopo la morte del Buddha, con diversi gruppi buddisti delle origini che accettavano l'esistenza di un tale stato intermedio, mentre altre scuole lo respingevano. Nel Buddhismo tibetano, il bardo è il tema centrale del Bardo Thodol, il Libro tibetano dei morti, in cui viene descritto dettagliatamente nelle sue fasi.

Il lama Ole Nydahl descrive così le varie fasi dello stato intermedio:
«Un evento condiziona il successivo e così, quando il corpo muore, le capacità sensoriali e l’oggetto di identificazione di questo flusso di esperienze viene perso. (...) In primo luogo, la coscienza si ritrae dalla pelle e dagli altri organi sensoriali nel canale centrale di energia, l’asse magnetico che attraversa il nostro corpo. Mentre la consapevolezza diminuisce, si perde il controllo delle parti solide e liquide del corpo, il suo calore e il respiro. Quindi gradualmente le energie — dalla sommità e dall’estremo inferiore del canale di energia — si spostano contemporaneamente verso il livello del cuore, mentre la mente vive forti esperienze di chiarezza e gioia. Dopo venti, trenta minuti che si è esalato l’ultimo respiro, si sperimenta una totale oscurità e successivamente una luce molto chiara appare al livello del cuore. A questo punto si presenta un’occasione unica: se si è meditato a lungo, se si sono mantenuti i legami con la pratica, se si è stati completamente onesti con se stessi, c’è la possibilità di riconoscere e mantenere questa luce raggiungendo di fatto l’illuminazione. (...) Se tuttavia si diventa incoscienti a causa della troppa intensità della luce – come accade nella maggior parte dei casi – questo stato di incoscienza dura circa tre giorni e al risveglio non si sa di essere morti e non lo si vuole riconoscere. Per circa una settimana la mente rimane nella continuazione della vita appena conclusa. Si ritorna nei posti e dalle persone conosciute, le quali, logicamente, non possono vederci. Questa condizione è molto confusa anche perché, a causa della perdita del corpo, si appare immediatamente in qualsiasi posto pensiamo. Dieci giorni dopo la morte, dopo una settimana in questa condizione, si riconosce infine di essere morti. Questa consapevolezza è un tale shock che si sviene nuovamente e quando la mente si riprende da questo secondo stato di incoscienza, il mondo abituale è scomparso e il proprio subconscio si attiva. Le profonde impressioni immagazzinate appaiono e, entro non più di cinque settimane e mezza, esse maturano in rigide strutture psicologiche che esprimono le più forti tendenze mentali sviluppate durante l’ultima vita. Sia orgoglio o gelosia, attaccamento o rabbia, avidità o confusione, la tendenza predominante colora la mente e al tempo stesso la attrae verso luoghi e esseri che corrispondono al suo contenuto. Così azioni positive conducono a rinascite favorevoli in paesi piacevoli, mentre le azioni nocive generano rinascite in condizioni di sofferenza che rendono la vita difficile nella maggior parte del mondo al giorno d’oggi.»

Dopo circa sei settimane avviene la rinascita. Il bodhisattva, cioè l'illuminato che rinuncia al Nirvana per beneficio degli esseri senzienti, può scegliere, sempre dopo questo tempo, ma restando in stato di consapevolezza dopo aver riconosciuto la "chiara luce", la sua prossima rinascita, di solito come un tulku lama un maestro o un praticante che in questo caso si è reincarnato volontariamente.

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29 febbraio 2024 4 29 /02 /febbraio /2024 12:58
Nel Blu

Luna navigante nel blu

Nuvolette bianco-candide
in campo azzurro

Torri di cumuli
che coronano le montagne lontane
creando quinte torreggianti

E sempre quella casetta a due piani,
tetto spiovente di coppi
e quell’esile ciminiera
da cui non esce mai
un filo di fumo

Maurizio Crispi

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28 febbraio 2024 3 28 /02 /febbraio /2024 13:15
Cielo di mattino (foto di Maurizio Crispi)

Giornata uggiosa
Freddo-ino e pioggia
Fulmini e schianti di tuono
Ma è durato poco
Poi il meteo s’e assestato
in un’atmosfera grigiastra e piatta

Ho fatto i compiti del giorno
Passaggio dal gommista
Pagamento di tributi in scadenza
(Allegria!)
Casa silente
Letture
Un pizzico di Netflix
Una spruzzata di Spotify
Una sniffata di Abilify
(e questo ce l’ho messo per la rima)
Black freme e scalpita,
in accordo con la sua natura di cavadduni,
ma aspetta paziente il mio comodo
per la sua seconda passeggiata
Ogni viene a ricordarmi
a colpi di muso tartufato
che è giunto il momento d’uscire
Ma ho freddo
e me ne sto spaparanzato
sul divano, imbacuccato
come un vecchio bacucco

Via, alziamoci,
é tempo di uscire dal guscio
ed andare ad affrontare il mondo

 

A sera,
il cielo si è aperto
e sono riapparse le stelle

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27 febbraio 2024 2 27 /02 /febbraio /2024 10:12
Magnolia (foto di Maurizio Crispi)

Cammino a notte tarda
lungo il Viale delle Magnolie

Tutt’attorno a me,
sopra la mia testa,
sotto i miei piedi 
stanno a schiera i giganti buoni,
con barbe lunghe e pendenti
che scendono a toccare il suolo
I loro corpi sono enormi e contorti
provati dalle intemperie
e resi saggi dal tempo
che scopre nelle loro vene

Sono silenziosi,
eppure, pur senza parola, mi parlano
Avverto un effetto rasserenante
dentro di me,
ascoltando le loro voci solenni

Sono solo io,
con il cagnone Black
Ambedue procediamo con cauti passi
per non spezzare l’equilibrio del momento
e per non dare fastidio ai giganti
forse dormienti
forse anche sognanti il sogno del mondo
non individui isolati, ma connessi
l’un l’altro da una rete di collegamenti
sotterranei
Nel mio incedere,
c’è la stessa reverenza 
lo stesso timore 
che si provano
procedendo a passi sommessi
lunga la navata centrale
d’una chiesa gotica millenaria

Il mio pensiero 
va con nostalgia e rimpianto
al gigante scomparso 
poco più d'un anno fa
Al suo posto 
è rimasto un marciapiedi squallido,
incatramato

Vuoto incolmabile 
che i giganti barbuti 
piangono di continuo
ancora adesso,
inconsolabili

Viale dei Giganti
Viale dei Giganti
Viale dei Giganti
Viale dei Giganti
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25 febbraio 2024 7 25 /02 /febbraio /2024 10:34
Autoscatto (foto si Maurizio Crispi)

Ho sognato che arrivavano a casa,
come ospiti, la regina Elisabetta
e il principe consorte Filippo 
Si trattava di una visita non formale
C’era anche la mamma 
Io ero ero coinvolto in prima persona 
e mi davo da fare
per rendere confortevole 
la permanenza della regina 
intrattenendola in conversazione 
offrendole qualcosa da mangiare 
e da bere
Insomma, facevo tutto ciò 
che s’ha da fare 
quando ci sono ospiti di riguardo 
Ricordo, in particolare,
che dovevo selezionare una tovaglietta elegante
da collocare sul desco 
davanti al quale la regina 
s’era accomodata 
Cercavo e scartabellavo nei cassetti 
alla ricerca di quella più bella
E qui chiedevo il parere della mamma 
alla quale però non piacevano 
le soluzioni da me trovate 
Provavo anche a fare conversazione 
in inglese con la regina
e con il principe consorte 
Quest’ultimo lo blandivo
dicendogli che appariva molto giovanile 
e in ottima forma 
E provavo a spiegargli un posto 
non distante da casa 
dove avrebbe potuto montare a cavallo,
sapendo - o supponendo -
che lui fosse appassionato di equitazione 

 

Ero lusingato di avere a casa 
ospiti così importanti 
C’erano anche altre persone presenti
- non dignitari, bensì gente comune -
che sembravano essere un po’ inibite 
dal rango delle Loro Maestà 

 

Io invece non provavo soggezione alcuna,
come se fosse del tutto normale 
trovarsi per casa una coppia di regnanti

 

(Dissolvenza)

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24 febbraio 2024 6 24 /02 /febbraio /2024 11:05

Un sogno complesso
Non avendolo trascritto subito 
ne ricordo solo pochi dettagli 

Riflesso di albero spoglio in pozza d'acqua piovana (foto di Maurizio Crispi)

Sono da qualche parte 
(nei sogni si è sempre da qualche parte!) 
Forse devo partecipare ad un evento sportivo di corsa 
Vado in giro, 
cercando altri compagni della mia squadra
Ma sul momento non ne trovo nessuno 
e mi sento piuttosto isolato
Per poter correre mi manca tutto,
inclusa la maglia di società 
e financo il pettorale
Mi aggiro, a lungo, senza nulla trovare
Poi vedo un chiosco 
simile ad un’edicola del giornalaio
e capisco che quella è la sede 
della mia società sportiva
Non so come, 
riesco ad introdurmi al suo interno 
E comincio a rovistare,
aprendo cassetti e stipetti 
che rivelano spazi vuoti 
Non c’è niente che possa servirmi 
Mentre m’accingo ad uscire, 
ecco che arriva qualcuno 
È uno della società sportiva,
Il suo tesoriere, per la precisione 
È un po’ risentito che io mi sia introdotto 
all’interno del piccolo chiosco 
Quando cerco di giustificarmi 
le mie scuse vengono accolte,
ma vale il principio secondo cui
Excusatio non petita, 
accusatio manifesta

Poi da una capiente borsona
quel tesorier che già mi sta sui maroni
tira fuori la maglia che mi spetta,
e lo fa con il gesto teatrale e consumato
d’un abile prestidigitatore
Fa anche comparire,
come d’incanto,
il numero di pettorale, 
oltre a tutto ciò che mi occorre 
per partecipare alla corsa 
Ma lo fa di mala grazia
Ok! Okay! Okey! Okinawa!

Di poi, in robusta e vociante compagnia
mi ritrovo in un altro posto
(nella grammatica del sogno
dovrebbe esserci sempre 
un riparo,
un luogo
o un non luogo
oppure un metaluogo)
forse é un piccolo ristorante,
una trattorietta alla buona
di quelle con aspetto rustico
e le tovaglie a quadri
e qui ci accingiamo 
a consumare un piccolo fiero pasto 
Io spiego agli altri  
che da tanti anni ormai 
non ho partecipato a gare di corsa 
Aggiungo che oggi 
voglio tornare a cimentarmi
Certo, la mia è adesso una corsa lenta,
(anche in passato lo era, lenta,
ma di meno),
da tapascione, come suol dirsi
ma i miei cinque chilometri di seguito
riesco a farli
Poi, l’importante è partecipare 
come disse Seneca 
No, ho sbagliato, 
non fu quel pazzo di Seneca a dirlo
Lo disse Bert
No, no! Che dici?
No, no, no! Fu Hubert!
Vabbè! Mi manca la parola
Cupertino?
Ma noooooo!
De Cubertino? 
Fuochino, fuochino, fuocherello
Grandicello, piccolo monello!

Nel sogno succedevano 
anche tante altre cose 
ma di queste 
non ricordo più una mazza

(Dissolvenza d’un sogno abortito)
 
(Abortion)

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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