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Un sabato mattina, un uomo anziano se ne sta immobile seduto su di un grosso tronco abbattuto e scortecciato che funge da rustica panchina: immediatamente, ho sentito l’esigenza di fotografarlo
Dei runner gli sfilano davanti, alla loro andatura, baldanzosi, chi più chi meno, ma con quella baldanza di chi ha la certezza di avere ancora davanti molto tempo da vivere
L’uno è vestito di abiti scuri, gli altri - i corridori - indossano indumenti tecnici vivacemente colorati
L’anziano è solo, isolato, chiuso in sé stesso, avvolto nel suo giaccone con le mani insaccate dentro le tasche.
I podisti amatoriali fanno parte di una comunità itinerante e, in ogni caso, sono lì riuniti per partecipare ad un evento. Anche se non si conoscono, invisibili legami di solidarietà (o antagonismo) li connettono gli uni agli altri in una rete
Sembra che l’anziano se ne stia lì, seduto, solo per far passare del tempo che altrimenti sarebbe per lui troppo dilatato ed insostenibile, tale da dargli la mattina ad ogni suo risveglio una sensazione di schiacciante oppressione
I runner frequentatori del quel parco o giunti per partecipare alla piccola gara/allenamento hanno sicuramente molti altri impegni, a seguire: la loro giornata è piena di cose, di incontri, di discorsi, di aspettative e di azioni da compiere. Sicuramente a loro il tempo non basta mai, mentre invece l’anziano ne ha a iosa
Gli anziani e i vecchi, specie in una città come la nostra, possono sentire il tempo come un peso inesorabile: da sopportare, gravoso, soffocante, dal risveglio della mattina alla sera quando giunge il momento di andare a dormire, come una liberazione: e, nell’intervallo, c’è l’impegno di farlo passare questo tempo a loro disposizione o di lasciarsi trascinare dalle sue derive
E non è più un tempo lineare, in cui ci sono mete da raggiungere e obiettivi verso cui tendere, ma soltanto un tempo circolare ripetitivo, in cui ricorrono e si rincorrono soltanto piccole azioni quotidiane che servono soltanto a far passare il tempo, agognando al momento in cui la giornata sarà conclusa. Un tempo in cui ogni giornata è spaventosamente eguale all’altra che l’ha preceduta e che la seguirà, un tempo in cui non esistono più sabati e domeniche, fine settimana, vacanze, festività, ma in cui ogni giorno è eguale e piatto
Quando si arriva a questo punto, in fondo, si è già pronti all’eterno riposo, poiché ogni giorno è in sé una fine dolorosa a cui si è condannati ripetutamente, la totale vacuità, la mancanza di scopo, il vuoto di relazioni e di affetti, e tanti piccoli riempitivi
L’immagine dell’uomo seduto sulla panchina (in verità - e molto simbolicamente – si tratta solo di un vecchio tronco abbattuto, una carcassa dunque) mi ha dato molto da pensare e mi ha profondamente intristito
Mi ha fatto ricordare uno zio - che mi è caro nel ricordo - il quale spesso - per ingannare i suoi lunghi pomeriggi vuoti - andava a sedersi sulla panchina davanti alla statua di Padre Pio nella piazza vicino a casa sua oppure sul basso muretto che contorna il giardino pubblico dirimpetto.
Portava con sé una vecchia copia spiegazzata di un Giallo Mondadori e ne leggeva alcune pagine, ma il più delle volte guardava il mondo che girava attorno a lui
Quando lo avvistavo, qualche volta mi avvicinavo a lui, lo salutavo e scambiavamo qualche parola
Ma qualche volta - lo confesso - mi corrucciavo e, con il cuore gonfio di dispiacere, mi allontanavo senza farmi vedere, forse sbagliando, ma quella sua solitudine così palese mi metteva addosso un’angoscia troppo profonda
(Palermo, 22 febbraio 2016)
Mi rendo conto di essere stato troppo deciso nel propendere verso una lettura: e convengo che ce ne potrebbero essere molte altre possibili.
Il bello delle immagini é che ciascuno può costruirvi una propria storia personalizzata che dipende da fattori diversi, come la propria visione del mondo, la propria storia personale, le proprie idee ed esperienze, e, non ultimo fattore, il proprio stato d'animo.
E' noto che lo stesso libro letto in epoche diverse della vita può suscitare emozioni diverse, perfino nello stesso lettore.
Quanto ho cercato questo scritto! Avrei voluto inserirlo nel mio libro sulle panchine. Ed invece, niente.
Ora, all’improvviso, grazie alla funzione “Ricordi” di Facebook è all’improvviso balzato fuori.
E, quindi, ho pensato di inserirlo qui
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