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6 settembre 2019 5 06 /09 /settembre /2019 09:20
Sebastiano Vassalli, Il Cigno, Einaudi (Supercoralli), 1993

Ho letto per la prima volta Il Cigno  di Sebastiano Vassalli  (Einaudi) nel 1993, alla sua prima uscita nella collana Supercoralli.
Di recente ho ripreso il volume dagli scaffali scritto da una rinnovata curiosità. E l'ho riletto con molto piacere.
Il volume di Vassalli offre uno spaccato dell'Italia unificata a cavallo tra la fine del secolo XIX e e i primi del Novecento.
E racconta di un delitto eccellente, che fu quello di Emanuele Notarbartolo, rimasto formalmente irrisolto, dopo ben tre processi celebrati tra Milano, Bologna e Firenze.
La vicenda giudiziaria durante quasi un decennio si risolse con il proscioglimento da tutte le accuse dell'allora onoverole Raffaele Palizzolo, deputato del Regno (in qualità di presunto mandante) e di Piddu Fontana,presunto esecutore dell'omicidio.
Lo sfondo dell'omicidio fu quello dello scandalo della Banca Romana e del Banco di Napoli, oltre che del Banco di Sicilia, di cui Notarbartolo era funzionario.
Questi istituti di credito erano autorizzati, al tempo, a emettere moneta carta, in assenza di una Banca Centrale, con la conseguenza che venivano portate avanti ogni sorta di malversazioni, in cui Francesco Crispi, per due volte Primo Ministro, fu implicato.
L'importanza della vicenda giudiziaria fu grande e rilevante, dal momento che per la prima volta si parlò di Mafia e della collusione tra questa organizzazione criminale e il potere politico.
Il Cigno (era questo il modo in cui confidenzialmente veniva chiamato il vanaglorioso Palizzolo) racconta di una vicenda ancora attuale, in cui l'ieri sembra oggi e dalla quale appare che, indubitabilente, nulla è è cambiato dai primi anni dell'Italia unificata: è una parabola efficace che mostra come le radici dei malaffare di oggi si ritrovano nella storia passata. E quindi questa storia di Vassalli, a metà tra il romanzo e il saggio di ricostruzione micro-storica e di affresco di un'epoca, non ha perso il suo smalto.
Rimane pienamente valida la riflessione contenuta ne "Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi".
Purtroppo Il Cigno, sia nell'edizione nei Supercoralli sia in quella successiva nella collana dei tascabili non è più disponibile in catalogo, Ma è possibile ancora trovarlo nel mercato online dei libri di seconda mano e vintage.

Sebastiano Vassalli

L'autore. Sebastiano Vassalli, nato a Genova, sin dalla prima infanzia vive in provincia di Novara.
Laureato in Lettere a Milano, ha discusso con Cesare Musatti una tesi su "La psicanalisi e l'arte contemporanea".
Dagli anni sessanta si è dedicato all'insegnamento e alla ricerca artistica della Neoavanguardia, partecipando anche al Gruppo 63.
Solo in seguito si è dedicato anche alla scrittura, incontrando successo soprattutto grazie al suo romanzo storico La chimera, ambientato a Novara negli anni a cavallo fra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo.
Fra i suoi titoli ricordiamo - oltre alla già citata Chimera - La notte della cometa, Sangue e suolo, L'alcova elettrica, L'oro del mondo, Marco e Mattio, Il Cigno, 3012, Cuore di pietra, Un infinito numero, Archeologia del presente, Dux, Stella avvelenata, Amore lontano, La morte di Marx e altri racconti, L'Italiano e Dio il Diavolo e la Mosca nel grande caldo dei prossimi mille anni.

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29 agosto 2019 4 29 /08 /agosto /2019 06:51

Nei racconti che seguono, incontrerete di tutto: da un mostriciattolo appollaiato sull'ala di un Boeing 727 a esseri trasparenti che vivono al di sopra delle nubi. Vi imbatterete in viaggi nel tempo e in aerei fantasma. Soprattutto sperimenterete quei dodici secondi di pericolo estremo nei quali tutte le cose che possono andare storte durante un volo vanno 'effettivamente' storte. Incontrerete claustrofobie, viltà e atti di coraggio. Se avete in programma un viaggio con la Delta, l'American, la Southwest o un'altra linea aerea, vi consiglio di portarvi dietro un libro di John Grisham o di Nora Roberts. Ma anche se siete a terra e al sicuro, vi conviene allacciarvi comunque le cinture di sicurezza e stringerle bene.

Stephen KIng, Introduzione a Flight or Fright, p. 7

Stephen King, Bev Vincent (a cura di), Odio volare. 17 storie turbolente, Sperling&Kupfer (Collana Pandora), 2019

Dopo circa un anno dalla pubblicazione in lingua originale ha visto la luce in traduzione italiana una raccolta di racconti "aerei" (di autori vari) che sono un vero e proprio inno alla fobia del volo.
Il titolo dell'edizione italiana è Odio Volare. 17 storie turbolente (Sperling&Kupfer, 2019, con il contributo di diversi traduttori), ma il titolo originale è fondato sull'alternativa tra il volare e la paura per il volo (Flight or Fright. 17 Turbulence Tales)
Come è noto il volare in aereo è statisticamente sicuro, per quanto succedano di tanto in tanto dei disastri aerei, ma ciò nonostante vi possono essere dei motivi i più disparati per aver paura del volare in alta quota, specie se, alle considerazioni più comuni, si aggiungono dei terrori senza nome e la timorosa attesa di terrificanti eventi sovrannaturali come, ad esempio, quello rappresentato nel magistrale racconto di Matheson  (Nightmare at 20.000 feet), ovviamente incluso nell'antologia.
Due sono stati i curatori della raccolta, Stephen King, primo ideatore di essa, e Bev Vincent che, avendo raccolto entusiasticamente il primo input di Stephen King in un occasionale e fortuito incontro - ovviamente in un aeroporto nordamaericano - è stato il principale "spigolatore" dei 17 racconti presentati nel volume.
E, naturalmente, non mancano un ottimo e inedito racconto dello stesso King (The Turbulence Expert) e uno di Bev Vincent (Zombies on a Plane).
Il pregio della raccolta è stato  quello di andare a scovare alcuni racconti (perfino uno in forma di frammento, a firma di Ambrose Bierce) che
altrimenti, volendo seguire personalmente un simile filone tematico, il lettore comune avrebbe fatto fatica a reperire.

L'operazione è perfettamente riuscita: Stephen King mettendo su questa preziosa antologia è riuscito a dare corpo alla sua paura di volare (di cui non ha mai fatto un mistero): paura e inquietudine che a suo tempo avevano generato il magistrale romanzo breve "I Langolieri".
Ovviamente per chi ha paura di volare sono possibili due alternative, rispetto a questo libro: non portarlo con sè durante un volo aereo, oppure - al contrario - acquisirlo e portarselo in viaggio come un potente talismano. A questo riguardo ci sarebbe da fare una dissertazione ermeneutica sul fatto che esattamente 17 siano le storie raccolte nell'antologia stessa (manca negli aerei solitamente la fila di poltrone contrassegnata con il 13).

Flight or Fright, 17 Turbulent Tales (edited by Stephen King and Bev Vincent)

Flight or Fright: 17 Turbulent Tales Edited by Stephen King and Bev Vincent

Fasten your seatbelts for an anthology of turbulent tales curated by Stephen King and Bev Vincent. This exciting new collection, perfect for airport or aeroplane reading, includes an original introduction and story notes for each story by Stephen King, and brand new stories from Stephen King and Joe Hill. Stephen King hates to fly. Now he and co-editor Bev Vincent would like to share this fear of flying with you.
Welcome to Flight or Fright, an anthology about all the things that can go horribly wrong when you're suspended six miles in the air, hurtling through space at more than 500 mph and sealed up in a metal tube (like - gulp! - a coffin) with hundreds of strangers. All the ways your trip into the friendly skies can turn into a nightmare, including some we'll bet you've never thought of before... but now you will the next time you walk down the jetway and place your fate in the hands of a total stranger.
Featuring brand new stories by Joe Hill and Stephen King, as well as fourteen classic tales and one poem from the likes of Richard Matheson, Ray Bradbury, Roald Dahl, Dan Simmons, and many others, Flight or Fright is, as King says, "ideal airplane reading, especially on stormy descents... Even if you are safe on the ground, you might want to buckle up nice and tight."
Book a flight for this terrifying new anthology that will have you thinking twice about how you want to reach your final destination.

Table of Contents:
Introduction by Stephen King
Cargo by E. Michael Lewis
The Horror of the Heights by Sir Arthur Conan Doyle
Nightmare at 20,000 Feet by Richard Matheson
The Flying Machine by Ambrose Bierce
Lucifer! by E.C. Tubb
The Fifth Category by Tom Bissell
Two Minutes Forty-Five Seconds by Dan Simmons
Diablitos by Cody Goodfellow
Air Raid by John Varley
You Are Released by Joe Hill
Warbirds by David J. Schow
The Flying Machine by Ray Bradbury
Zombies on a Plane by Bev Vincent
They Shall Not Grow Old by Roald Dahl
Murder in the Air by Peter Tremayne
The Turbulence Expert by Stephen King
Falling by James L. Dickey
Afterword by Bev Vincent

La copertina riprodotta è quella dell'edizione inglese, pubblicata da Hodder&Stoughton.

 

Odio volare. 17 storie turbolente

Stephen King e Bev Vincent (a cura), Odio volare. 17 storie turbolente, Sperling&Kupfer (collana Pandora), 2019

(Risguardo di copertina) Curata da Stephen King insieme a Bev Vincent, suo amico e collaboratore da sempre, Odio volare è una raccolta di racconti horror che hanno un particolare filo conduttore: sono tutti ambientati ad alta quota, a bordo di un aereo.

Ed essendo horror, naturalmente raccontano tutto quello che di orribile può succedere quando sei sospeso in aria a diecimila metri di altezza, chiuso in una scatola di metallo (e il riferimento non è per niente casuale) che sfreccia a più di 800 chilometri l'ora, insieme a decine di sconosciuti che potrebbero fare qualunque cosa. King, che sicuramente non ama viaggiare in aereo, ha fornito il suo personale contributo al volume aggiungendovi un'introduzione, le note a ogni storia e soprattutto un racconto originale L'esperto di turbolenze. Inoltre ha reclutato Joe Hill che ha scritto Siete liberi, altra storia ad hoc completamente inedita. Il resto del libro contiene un mix di storie nuove e già pubblicate di autori famosi e meno noti, tra cui Sir Arthur Conan Doyle, Richard Matheson, Ambrose Bierce, Dan Simmons, Ray Bradbury, e altri ancora. King ha raccontato così le origini del libro: Allora, eravamo seduti a cena prima della proiezione de La Torre Nera a Bangor, e sapevamo che molte persone sarebbero arrivate in aereo per partecipare all'evento. Io ho confessato che odio volare e la conversazione si è concentrata su storie di aerei, alcune spaventose, altre divertenti. Ho notato che non era mai stata pubblicata una raccolta di racconti horror sul volo, anche se me ne erano venuti in mente diversi sul tema. Qualcuno avrebbe dovuto farla. Bev Vincent, che è un incredibile pozzo di scienza, ha accettato di curarla con me e ora eccola qui. Bev e io pensiamo che sia una lettura ideale da aereo, specialmente durante gli atterraggi turbolenti.

 

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13 ottobre 2018 6 13 /10 /ottobre /2018 08:09
The Alienist. Immagine dalla serie televisiva

La New York del 1896, con i suoi abissi di povertà e di degradazione morale e caratterizzata, nello stesso tempo, dall'emergere delle grandi ricchezze, concentrate in poche mani,è squassata da una serie di omicidi cruenti e atroci che hanno come vittime ragazzini che, travestiti e truccati da giovani donne, sono costretti a frequentare le case di tolleranza come prostituti.
La polizia metropolitana è guidata da Theodore Roosevelt che diverrà in seguito Presidente USA ed è ambizioso, ma anche avveduto e aperto alle istanze più moderne.
Ed è così che egli per far luce su questi orrendi delitti ed individare la strada che porterà al loro responsabile chiede la collaborazione di Lazslo Kreisler, medico e "alienista" (termine con il quale venivano indicati quelli dei medici che si occupavano delle malattie mentali viste come entità che alienavano gli uomini da se stessi e dalla loro natura).
A tutti gli effetti, il dottor Kreizler che si pone agli albori della Psichiatria come scienza a se stante si può considerare un precursore dei moderni criminal profiler.
Si costituisce così una squadra di investigatori che conduce - non senza difficoltà - un'indagine parallela a quella dei poliziotti "tradizionali" che - sotto la spinta di gruppi di opinione influenti e danarosi - vorrebbero insabbiare piuttosto che ricercare la verità.
Il romanzo di Caleb Carr, "L'Alienista" fu pubblicato nel 1994 da Mondadori (e di recente riedito da Newton Compton nel 2017) ed ebbe un grande successo, quando l'interesse letterario e cinematografico (ma anche della scienza) per i serial killer era appena agli albori.
L'Alienista è un romanzo storicamente collocato, con precisione ed esattezza e di grande respiro: non si deve dimenticare che Caleb Carr è uno storico, prima ancora che scrittore, e dello storico possiede la metodologia espositiva.
Al romanzo, di sicuro molto impegnato e dall'architettura impeccabile, si può attribuire una certa pesantezza e un lento incedere: ma, in questa opulenza, c'è tutta l'indagine nel  suo farsi e il lettore segue con ansia i progressi degli investigatori a partire da indizi labili e deboli nella costruzione di una teoria sul modus operandi del killer e sui suoi tratti di personalità man mano che il caso si va facendo più solido e le ipotesi convergono verso un punto focale.
Non mancano i colpi di scena e i momenti di pathos.
Recentemente, nel 2018, si è conclusa la parabola di quest'opera che, a quanto sembra, era nata sin dall'inizio per essere trasformata in film, quando Netflix ne acquistato i diritti internazionali trasformando The Alienist in una serie che è stata realizzata con cura e con ottima aderenza al testo originale.
Un successivo romanzo di Caleb Carr, L'Angelo delle Tenebre (pure pubblicato da Mondadori), ambientato sempre a New York nel 1898 (appena due anni dopo le vicende de L'Alienista) racconta di una nuova indagine di Lazslo Kreisler e dei suoi collaboratori.

 

Caleb Carr, L'Aliensta, Newton Compton Editore, 2017

(Dal risguardo di copertina della recente riedizione Newton Compton) New York 1896. Il reporter John Schuyler Moore riceve la chiamata inaspettata di Laszlo Kreizler – psicologo e “alienista” –, un suo amico di vecchio corso. Il dottore lo prega di raggiungerlo al più presto per assistere al ritrovamento di un cadavere. Il corpo è stato orrendamente mutilato e poi abbandonato nelle vicinanze di un ponte ancora in costruzione. La vista di quel macabro spettacolo fa nascere nei due amici un proposito ambizioso: è possibile creare il profilo psicologico di un assassino basandosi sui dettagli dei suoi delitti? In un’epoca in cui la società considera i criminali geneticamente predisposti, il giornalista e il dottore dovranno fare i conti con poliziotti corrotti, gangster senza scrupoli e varia umanità. Scopriranno, a loro spese, che cercare di infilarsi nella mente contorta di un assassino può significare trovarsi di fronte all’orrore di un passato mai cancellato. Un passato pronto a tornare a galla di nuovo, per uccidere ancora.

L'autore. Caleb Carr (New York, 2 agosto 1955) è un romanziere ed esperto di storia militare statunitense. Figlio di Lucien Carr, è nato a New York City, ed ha ottenuto un Bachelor of Arts in storia presso la New York University. Autore di molti romanzi tra cui L'alienista, L'angelo delle tenebre, Casing the Promised Land, Killing Time, The Italian Secretary ed il saggio Terrorismo. Perché ha sempre fallito e fallirà ancora. The Italian Secretary, romanzo ancora inedito in Italia, è un romanzo giallo con protagonista il noto investigatore Sherlock Holmes.
 

Caleb Carr

Carr ha partecipato anche al programma PBS "American Experience" in qualità di ospite commentatore, ad esempio all'episodio riguardante il sistema metropolitano newyorkese, "New York Underground".
Attualmente vive a nord di New York in una fattoria chiamata "Misery Mountain" nella città di Berlin nella Rensselaer County. Ha insegnato per tre semestri storia militare al Bard College in qualità di visiting professor. È stato intimo amico dello storico James Chace, con cui collaborò a America Invulnerable: The Quest for Absolute Security from 1812 to Star Wars.
Ha contribuito alla sceneggiatura di Dominion: Prequel to the Exorcist e di Exorcist: The Beginning ed ha interpretato il "Proprietario Del Bar Cinico" in "200 Cigarettes".

Caleb Carr, L'Angelo delle Tenebre, Mondadori

Caleb Carr ha scritto un secondo romanzo che contiene una nuova indagine condotta dall'informale ed eterogeneo gruppo di investigatori e si tratta de "L’angelo delle tenebre" (The Angel of Darkness, nella traduzione di Piero Spinelli), che è stato pubblicato da Mondadori (nella collana Omnibus), nel 1997.
Queste vicende sono state raccontate nella seconda stagione de L'Alienista".

Nell’accostarsi alla lettura di questo secondo romanzo di Caleb Carr, così come al precedente, L’Alienista, non bisogna dimenticare che l’autore nasce come storico e dunque le sue ricostruzioni di New York di fine Ottocento sono perfette, scaturendo da una perfetta conoscenza dei fatti e delle ambientazioni, oltre che dalla consultazione di fonti bibliografiche che vengono citate ampiamente in una nota conclusiva. 
A differenza che nel precedente romanzo l’occhio dell’autore, qui, spazia anche su cittadine periferiche dello Stato di New York dove la squadra investigativa costituita dagli stessi personaggi che abbiamo già imparato conoscere bene si reca nel prosieguo delle sue indagini tese a scavare nel passato oscuro di una temibile donna, Libby Hatch, che - sulla base delle evidenze raccolte - uccide i bambini dopo averli rapiti, ma anche tutti coloro che si mettono di traverso sulla sua strada. 
Si tratta di una donna pericolosa, abile manipolatrice, che avendo cambiato più volte il proprio nome e cognome (e identità),

viene da un passato oscuro.
Qui, la narrazione viene sviluppata a distanza di anni dal più giovane componente della squadra informale di investigatori: e si tratta di Stevie Taggart, fedelissimo del dottor Kreizler il quale lo ha salvato dai bassifondi newyorkesi per dargli una nuova vita, una nuova casa e, soprattutto, la speranza di una vita migliore. 
Non bisogna dimenticare che il dottor Kreizler, oltre che medico alienista è un filantropo che - per quanto possa - cerca di salvare i bambini derelitti e metterli al sicuro nel suo istituto per nutrirli, curarli e dar loro un’educazione.
In questo romanzo, a differenza che nel precedente, una ampia parte centrale dedicata ad un procedimento giudiziario contro la donna autrice di diversi delitti, riuscendo sempre a farla franca grazie alle sue capacità manipolate e al suo opportunismo seduttivo. Vi compare anche Theodore Roosevelt, futuro presidente degli Stati Uniti e, precedentemente a capo della polizia di New York (nell’Alienista) e grande sostenitore in quella vicenda di metodologie d'indagine più scientificamente fondate, di cui sono espressione i due fratelli Isaacson, poliziotti. 
Lo sfondo storico della vicenda è l’imminente guerra degli Stati Uniti contro la Spagna.
Si tratta di una lettura densa e appassionante, in cui momenti di azione sono intervallati da conversazioni, riflessioni, messa a punto di strategie.

Scrive l’autore in una nota finale che voglio qui riportare:
Mentre facevo le ricerche per il libro precedente, di cui questo è la continuazione, mi divenne chiaro che, contrariamente all’opinione comune, le donne sono inclini quanto gli uomini al crimine violento. Ma le loro vittime sono spesso i bambini, non di rado il loro stessi figli, e sembra che questo fatto inquietante scoraggi il giornalismo di tipo sensazionalistico, generalmente interessato ai casi che hanno come protagonisti uomini violenti, soprattutto serial killer (…)
Chiunque abbia familiarità con il fenomeno della violenza femminile troverà nel caso di Libby Hatch elementi del crimine propri non solo dal secolo scorso, ma anche del nostro. Questa somiglianza è decisamente voluta, e non sarebbe stata realizzabile senza l’importante contributo di analisti che hanno notato le vicende di alcune tra le più famose assassine dei loro tempi” (ib., p. 657)

 

(Risguardo di copertina) New York, estate 1897. All’uscita del Metropolitan Museum la figlia di un diplomatico spagnolo viene strappata dalle braccia della madre e portata via in circostanze.
Chi si cela dietro questo gesto? Quali segreti ragioni si nascondono dietro al rapimento?
L’angelo delle tenebre è una donna, una madre che agisce contro natura e perpetra orrori.
E Lazlo Kreizler, il leggendario alienista, pioniere della psichiatria, questa volta dovrà occuparsi di lei con l’aiuto della sua ormai con collaudata squadra investigativa. L’indagine è delicata e rischiosa perché la Spagna e gli Stati Uniti sono sull’orlo del conflitto e grossi interessi sono in gioco da entrambe le parti Punto il dottor Kreizler rimarrà folgorato dalla bizzarria di un incredibile caso scientifico, ma nel cuore della gente c’è solo la paura di fronte alla follia, all’insensatezza, al mistero.
Maestro indiscutibile del thriller psicologico, Caleb Carr nell’Angelo delle Tenebre dipinge un altro straordinario affresco della New York di fine Ottocento, in cui accanto a eroi della finzione si muovono personaggi storici, fosche figure dalla doppia personalità e lucidi indagatori dei molteplici aspetti della natura umana. Un mondo in cui luci e ombre si intrecciano, in modo definitivo. 

Il dottor Kreizler, il giornalista John Moore, la detective Sara Howard e i fratelli Isaacson, già protagonisti di un precedente intreccio, a distanza di circa un anno dall’indagine precedente, devono rispondere alla disperata richiesta d'aiuto della moglie di un diplomatico spagnolo alla quale è stato rapito la figlioletta, in un luogo pubblico. 
Il conflitto ispano-americano è alle porte e l'indagine deve essere condotta ufficiosamente, ma lo straordinario intelletto e il fine intuito psicologico del Dott Kreizler, l'alienista della storia precedente, avrà ragione di ogni inganno, riuscendo a svelare il mistero di una donna da tutti ritenuta una madre teneramente affettuosa ma che in realtà può essere una feroce e spietata assassina di bambini innocenti, e non solo

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17 novembre 2017 5 17 /11 /novembre /2017 07:15
Jean-Marc Ligny, Guerra santa (titolo originale francese: Jihad, nella traduzione di Andrea Grechi), Fanucci, 2002

Ho letto molto tardivamente questo romanzo distopico di Jean-Marc Ligny, Guerra santa (titolo originale francese: Jihad, nella traduzione di Andrea Grechi), pubblicato da Fanucci, 2002.
All'inizio ho fatto fatica, poiché il testo e i dialoghi erano infarciti di parole arabe e la ricerca del rispettivo significato nel piccolo dizionario in fondo al volume mi risultava estenuante. Inoltre, cercavo corrispondenze nello scenario reale e non mi ritrovavo.
Alla fine ho capito che il romanzo scritto nel 1998 (questa la data di pubblicazione in lingua originale) - ben prima dell'attentato alle torri gemelle dell'11 settembre 2001-  proponeva una vicenda impiantata in uno scenario fantapolitico in un ipotetico futuro nel XXI secolo  in cui la Francia, assediata dal terrorismo islamico, aveva visto una svolta fortemente conservativa e repressiva con la messa in campo di feroci milizie anti-terrorismo con regole di ingaggio estreme.
Da questo momento in avanti la lettura  è andata avanti in modo scorrevole.
Decisamente attuale se si considerano  gli eventi contemporanei e l'avanzata delle azioni terroristiche più recenti in territorio francese, ma anche in altri stati europei, come conseguenza di un'estrema radicalizzazione.
Forse proprio per questo, il volume è stato rilanciato in una nuova edizione per i tipi di Timecrime nel 2015

(dal risguardo di copertina) Algeria, regione della Cabilia, inizio del XXI secolo. La guerra civile infiamma il paese. I ribelli sono presi tra i due fuochi dell'Esercito nazionale islamico e delle fazioni integraliste che soffocano ogni libertà. Il villaggio di Aitldja viene attaccato, la giovane Fatima, sorella del ribelle Djamal, subisce le violenze di un mercenario francese, Max Tannart. Francia, un anno dopo. Il Partito nazionale è al potere, e impone con le sue milizie l'ordine "ultraliberale", facendo la guerra agli immigrati che sbarcano clandestinamente sul territorio. Infiltrato in questa Francia protetta da una frontiera elettronica, Djamal è venuto per vendicare la sorella e uccidere l'uomo che l'ha violata. Fantascienza e noir mescolati per ottenere la costruzione di una realtà che, oggi più che mai, possiamo definire possibile.

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21 gennaio 2017 6 21 /01 /gennaio /2017 08:12

Notturno palermitani (AA. VV., Il Palindromo, 2016)Nel piccolo volume Notturni palermitani (Il Palindromo, collana Kalispera, 2016) Palermo e la sua notte vengono raccontate da cinque scrittori palermitani.
Mi sono piaciuti particolarmente il contributo in stile amarcord di Gianmauro Costa - "Compleanno" - e, per la sua visionarietà, quello di Giacomo Cacciatore, con il titolo "Poe è stato a Ballarò", per non parlare di quello fortemente autobiogafrico di Piergiorgio Di Cara "E' bella la città di notte (sembra normale) ..." e quello di Massimo Provenza il quale esprime fortemente il concetto di "odiare" fortemente la notte. In una posizione leggermente diversa e non allineata con gli altri testi si pone il racconto pure visionario e di atmosfera fortemente onirica di Vanessa Ambrosecchio, forse meno fruibile e di lettura alquanto ostica.

I cinque scrittori invitati a dare il loro contributo a questo piccolo progetto letterario, confrontandosi con il compito richiesto dalla casa editrice, si sono cimentati con le proprie memorie personali, con le proprie idiosincrasie e con le loro preferenze e, così facendo, hanno raccontato la Palermo notturna vista da cinque diversi vertici di osservazione.

Ciascun racconto è impreziosito dalle illustrazioni di un singolo artista.

Ne è venuto fuori un piccolo, interessante, "concept book", arricchito alla fine da brevi schede biobibliografiche sugli scrittori rappresentati e da brevi schede biografiche e di curriculum artistico dei disegnatori.

(dal risguardo di copertina) Palermo di notte. Lontana dagli stereotipi sole-luce-scirocco, offerti come benvenuto al visitatore occasionale, mostra un lato oscuro; nelle sue vene nascoste – le arterie della notte – scorre un’energia intermittente, una pulsione di vita e di morte.

Una città popolata da ectoplasmi e lavoratori onesti, da sbandati, reietti visionari e cuori infranti. Per dirla con Antonio Tabucchi, «la notte è calda, la notte è lunga, la notte è magnifica per ascoltare storie».

Vanessa Ambrosecchio, Giacomo Cacciatore, Gian Mauro Costa, Piergiorgio Di Cara e Massimo Provenza, da notturni o da narratori notturni, raccontano le loro visioni del buio a Palermo, una città in cui la notte è anche condizione dell’anima, talmente nera da avvolgere tutto.

Palermo e la notte sono state raccontate a parole da Vanessa Ambrosecchio, Giacomo Cacciatore, Gian Mauro Costa, Piergiorgio Di Cara e Massimo Provenza.

Palermo e la notte sono state raccontate per immagini da Romina Bassu, Simone Geraci, Giacomo Pilato, Riccardo Stasi e Simone Stuto.

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10 gennaio 2017 2 10 /01 /gennaio /2017 20:05

(Maurizio Crispi) Cobra di Deon Meyer (Edizioni E/O, 2016) è un thriller assolutamente godibile, con lucidi sprazzi sulla realtà sudafricana contemporanea, ma anche l'occasione per fare un viaggio a Capetown (Città del Capo), utilizzando la lente del thriller che getta inquietanti sprazzi di luce su di un intrigo internazionale, tra alta finanza, riciclo di denari sporchi e collusioni governative (con una formula del tipo: nessuno si salva, sono tutti collusi, se non fosse per qualche paladino che si erge contro il sistema).

Protagonista - assieme all'intera squadra degli Hawks (il nucleo di pronto intervento per i delitti gravi di Capetown), a partire dalla scomparsa di un cittadino britannico, Paul Morris, e dall'uccisione delle guardie del corpo che gli erano state assegnate, è Bennie Griessel, già protagonista di altre avventure, qui in una nuova fase esistenziale, ora ex-alcoolista.

Un vero peccato che nell'edizione italiana sia stata omessa a cartina che mostra Capetown, pur presente nell'edizione inglese, e i suoi sobborghi e che consente al lettore che non conosce i luoghi di seguire gli spostamenti dei diversi personaggi sulla mappa (e di farsi così un'idea di Città del Capo).

I thriller sono sempre un'ottima occasione per viaggiare con la mente e la fantasia, rimanendo nei confini della propria dimora.

Deon Meyer scrive in Afrikaans che è la lingua di ceppo germanico originariamente parlata dai coloni di Città del Capo e dai Boeri: poiché l'edizione inglese che è quella che è stata usata per la traduzione in Italiano contiene numerose frasi ed esclamazioni in Afrikaans, l'editore italiano ha ritenuto opportuno inserire in appendice un piccolo dizioniario che aiuti al lettore di orientarsi facilmente di fronte alle diverse (e frequenti) espressioni idiomatiche nella lingua dei Boeri.

(dalla quarta di copertina) "Cobra" si apre in una lussuosa residenza nella regione dei vigneti vicino a Città del Capo. Un cittadino britannico, Paul Morris, è sparito e i cadaveri delle due guardie del corpo sono a terra ih un bagno di sangue. Bennie Griessel, l'ispettore protagonista di molte altre storie scritte da Deon Meyer, inizia ad indaga a partire da un unico labile indizio: i bossoli ritrovati portano incisa la testa di un cobra. Intanto, a Città del Capo, Tyrone Kleinboy, un giovane borseggiatore nero che usa il suo "talento" per pagare gli studi alla sorella, viene arrestato subito dopo aver derubato una turista. Mentre i vigilantes del centro commerciale lo interrogano, un killer entra nella stanza dove lo trattengono e li uccide. Il pickpocket approfitta della confusione per fuggire, perdendo nella fuga lo zainetto con il suo cellulare dentro, zainetto che viene agguantato dallo spietato killer. Sulla scena del delitto multiplo vengono ritrovati dalla polizia altri bossoli con il cobra inciso.

Inizia una tripla corsa mortale: quella del Cobra-killer e dei suoi complici per portare a termine la misteriosa missione, quella del ragazzo nero per sfuggire ai killer che inspiegabilmente lo braccano (ma poi si comprenderà che è perchè com il suo ultimo borseggio egli si è trovato in possesso di qualcosa di molto importante che i killer vogliono a tutti i costi), quella di Bennie Griessel e la sua squadra di Falchi (the Hawks, il nucleo di pronto intervento nei casi delittuosi gravi della polizia sudafricana) per arrivare in tempo al ragazzo e per scoprire cosa c'è dietro la sparizione del cittadino britannico, che si rivela sempre più come un grosso complotto internazionale con in ballo segreti finanziari e politici.

Un thriller con un ritmo che toglie il fiato, sullo sfondo il Sudafrica del post-apartheid e al centro dei bellissimi personaggi. Autore di grandissimi successi internazionali con vendite totali di oltre due milioni di copie, tradotto in trenta lingue, il sudafricano Deon Meyer è uno dei massimi scrittori contemporanei di thriller.

Sull'Autore. Deon Meyer è nato a Paarl, in Sudafrica, nel 1958 e vive a Durbanville con la moglie e i quat­tro figli. Le sue più grandi passioni sono la motocicletta, la musica, la lettura, la cucina e il rugby. Nel gennaio del 2008 ha lasciato il suo lavoro di consulente delle strategie del marchio della BMW Motorrad per dedicarsi completamente alla scrittura.

Di Deon Meyer le Edizioni E/O hanno pubblicato Safari di sangue, Tredici ore, Sette giorni, Cobra e Icaro.

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27 dicembre 2016 2 27 /12 /dicembre /2016 05:34
Angels Flight (Il Ragno): uno dei più magistrali romanzi di Michael Connelly

(Maurizio Crispi) Essendo in viaggio e trovandomi a corto di libri, nella casa in cui ero ospite ho adocchiato una copia in lingua originale di un romanzo di Michael Connelly in edizione economica, dal titolo "Angels Flight".
Non orientandomi sul titolo, ho subito cominciato a leggerlo, incantato dal ritmo serrato dei dialoghi sin dalle prime battute, per scoprire poche pagine dopo di conoscerlo già in traduzione italiana (ovviamente, perché di Connelly non me ne sono mai perso uno). Ho appreso dopo, da una ricerca in internet che Angels Flight era stato lanciato in Italia con il titolo alquanto difforme di "Il Ragno" (pubblicatocome tutti gli altri da Piemme).
Malgrado l'improvvisa agnizione, ho tuttavia continuato ad andare avanti nella lettura, calamitato dalla vicenda che si dipana ad un ritmo serrato nell'arco di tempo di poco più di 72 ore.
Angels Flight é un grande romanzo, decisamente uno dei migliori scaturiti dalla fertile penna di Connelly che vede Harry Bosch impegnato in una delicata indagine  sull'omicidio di Howard Elias, avvocato nero che ha costruito la sua fama perseguendo poliziotti corrotti e abusanti nei confronti di cittadini inermi.
L'omicidio crea nella metropoli una marea di malcontento e di proteste che sembrano essere sul punto di sfociare in sommovimenti e rivolte come quelle che, nel 1992, fecero seguito al pestaggio del tassista afro-americano Rodney King da parte di poliziotti del LAPD.
Dietro all'indagine frenetica, in lotta contro il tempo, si muovono i giochi di potere, per cui la verità ufficiale non deve mai essere la verità dei fatti accaduti, per ragioni di opportunità politica e di governo della città.
Come sempre Bosch, che - se uno dovesse figurarselo o disegnarlo - lo rappresenterebbe con una mescolanza di tratti (sia interiori, sia nellafisicità) di Philip Marlowe, il detective creato da Raymond Chandler (ammirato da Connelly) e del Clint Eastwood nei panni dell'Ispettore Harry Callaghan (per quanto quest'ultimo operi nei ranghi della Polizia di San Francisco), lotta alla ricerca della Verità e della giustizia, cercando strenuamente di evitare compromessi in nome del quieto vivere, mentre nello stesso tempo è alle prese con una crisi esistenziale.In questalotta cerca sempre di tenere alto i valori della Giustizia e del Dirittto, anche se in alcuni casi,pur di raggiungere il suo scopo e di attenersi a quello che sente un dovere morale è pronto a prendere vie brevi e scorciatoie, ma sempre ergendosi a paladino nei confronti delle storture del sistema di cui egli stesso fa parte.
Dalla data della sua nascita letteraria, lo abbiamo seguito seguiamo da quasi trent'anni, mentre invecchiamo e lui invecchia con noi, affrontando assieme alle indagini tutti i casi della vita con cui ciascuno di noi deve cimentarsi, facendo lecose giuste e, a volte, sbagliando.
Anche nella velocissima eppure intricata indagineconcernenti le indagini sulla morte di Howard Elias, Bosch andrà avanti testardo, ma coerente con se stesso, regalandoal lettore una seire di indimenticabili colpi di scena, sino ad una conclusione che nella sua crudezza corale è di una potenza tragica quasi shakespeariana.

Michael Connelly (Filadelfia, 21 luglio 1956) è uno scrittore statunitense di thriller: i suoi libri sono stati tradotti in 35 lingue diverse. È stato presidente del Mystery Writers of America dal 2003 al 2004.(Dal risguardo di copertina) Nella cabina della funicolare di Los Angeles un uomo in un elegante abito grigio scuro giace faccia a terra, freddato da un colpo di pistola. E Howard Elias, importante avvocato di colore specializzato in diritti civili. I suoi clienti non si distinguono di certo per onestà e rettitudine, trattandosi perlopiù di farabutti o autentici criminali, ma Elias ha sposato una causa ben precisa: intentare azioni legali contro il Dipartimento di Polizia, facendo leva sul nervo scoperto del razzismo diffuso in città e sui metodi non sempre ortodossi usati dalle forze dell'ordine. Le sue invettive gli hanno procurato grande fama e, inevitabilmente, l'odio feroce di quasi tutti gli agenti. Sullo sfondo di una Los Angeles sconvolta dalla difficile convivenza tra bianchi e neri, le indagini di un caso dì cui nessuno vorrebbe occuparsi sono affidate al detective Harry Bosch, uomo duro e tormentato, solitario per dovere e per necessità. Alle prese con un'umanità cinica ed egoista, è lui che deve scandagliare la vita privata di Elias, addentrarsi nei recessi più sordidi di Internet, alla ricerca di una giustizia "che vede soltanto il colore del sangue".

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24 luglio 2015 5 24 /07 /luglio /2015 07:41
Sarban, Il Richiamo del Corno, Adelphi

Sarban, Il Richiamo del Corno, Adelphi

(Maurizio Crispi) John William Wall, diplomatico britannico, scrisse nel corso della sua vita alcuni racconti e due brevi romanzi, tutti pubblicati con lo pseudonimo di Sarban: per una breve stagione godetta di uno straordinario successo, soprattutto negli Stati Uniti dove le sue opere vennero riprese e pubblicate dalla prestigione casa editrice Ballantine Books e prefatte da altrettanto celebri personaggi del mondo della letteratura statunitense.

Una produzione lettaria, la sua, non particolarmente corposa e destinata tuttavia a diventare rapidamente "cult".

Il richiamo del corno (titolo originale: The Sound of His Horn) pubblicato dalla Casa Editrice Adelphi (2015) nella traduzione di Roberto Colajanni. è arricchito da una nota critica finale, scritta da Matteo Cofdignola, con il titolo "I risvolti di Sarban", in cui l'autore esplora le vicissitudini editoriali de "Il Richiamo del Corno" e di altre opere di Sarban, interrogandosi anche su alcuni piccoli misteri che avvolgono la sua e sui perchè della sua riservatezza, considerando che egli non incontrò mai personalmente i suoi editore, ma con essi intrattenne soltanto dei rapporti epistolari oppure per il tramite della moglie Eleanor.
Di questa edizione italiana, è molto bella l'immagine di copertina, che riproduce il dettaglio di un dipinto di Franz von Stuck (La caccia selvaggia, Musée D’Orsay, Parigi) e che fa da eccellente soglia al testo..
Amore a prima vista (ovviamente complice l'immagine di copertina), comprato, letto e affondato in un batter d'occhio...
In un futuro distopico, in cui i Nazisti hanno vinto la II Guerra Mondiale, il protagonista (e voce narrante), Alan Querdilion, in fuga da un campo di concentramento si ritrova - avendo compiuto in circostanze misteriose e rimaste inspiegate uno scarto temporale - in un inimmaginabile futuro, in cui un signore post-nazista, il temibile e crudele Conte Hans von Hackelnberg, con assoluto potere di vita e di morte su tutti coloro che si ritrovano nel territorio di sua pertinenza, pratica una crudele caccia, in cui i "pezzi" più ragguardevoli sono costituiti da selvaggina umana.
Il suo arrivo nel cuore della foresta, preceduto dallo stuolo dei suoi servitori e da torme di cani latranti, è annunciato dal suono di un Corno...
E eccellente è il contrasto tra la bellezza della Natura, ad un tempo selvaggia, incontaminanta e, paradossalmente, addomesticata e la crudeltà degli scenari di caccia, di una crudeltà arcaica e medievale.
Questo romanzo oggi pressoché misconosciuto e coraggiosamente rilanciato in traduzione italiana da Adelphi si può considerare, tra le molte cose che se ne possono dire, il prototipo delle man hunting stories.

Non mi sentirei tuttavia di rubricarlo tra i romanzi horror tout court: mi sempra che la sua matrice sia ben altra ed è sicuramente composita.

Nello stesso tempo, contiene numerose suggestioni wellsiane, rimandando anche per le sue suggestioni iconografiche (le descrizioni paesaggistiche e d'ambienti di Sarban sono particolarmente vivide e realistiche)agli scenari esotici delle storie di Flash Gordon egregiamente disegnate dal cartoonist americano Alex Raymond.

E, indubbiamente, date le premesse, il volume meritava ogni attenzione.

 

Sarban  (al secolo, John William Wall)(Dal risvolto di copertina) Quando Alan Querdilion, un ufficiale della Marina britannica, si risveglia nel letto di uno strano ospedale sono passati centodue anni, il mondo non è più lo stesso e lui si ritrova imprigionato in un incubo. I nazisti hanno vinto la seconda guerra mondiale e regnano incontrastati. I prigionieri-schiavi vengono allevati e trasformati nella selvaggina di un feroce sovrano. Un terrore remoto e indicibile si impossessa lentamente di Alan: è «il terrore che si prova ad essere cacciati». Qualcosa di notte si muove nella foresta e brama sangue. Lo sente avvicinarsi da lontano, preceduto dal suono di un corno. Sono note isolate, appena avvertibili, separate da lunghi intervalli, «ognuna così solitaria nel buio e nel silenzio assoluto, come un'unica vela su un vasto oceano». Poco dopo la fine della guerra, e ben prima che il genere distopico infuriasse fra i lettori di tutto il mondo, un diplomatico inglese estremamente discreto, che passava da una sede all'altra del Medio Oriente, scriveva questo piccolo romanzo, che fa pensare a un racconto di Wells, e dove all'immagine di un futuro alternativo governato dai nazisti si sovrappone ben presto la terrificante visione di un mondo capovolto e arcaico, regolato dalla caccia fine a se stessa. Ossessione ricorrente da varie migliaia di anni fino a oggi, e forse oggi più che mai.

 

L'autoreJohn William Wall, conosciuto anche sotto lo pseudonimo di Sarban, è stato uno scrittore e un diplomatico inglese. Oltre a The sound of his horn, apparso per la prima volta nel 1952, e poi diventato una sorta di libro segreto per i cultori dell'orrore puro (tant'è che il maggior successo il libro lo raggiunse con l'edizione americana nella Ballantine Chamber of Horrors), ha pubblicato in vita solo due brevi raccolte di racconti: Ringstones and Other Curious Tales (1951) e The Doll Maker and Other Tales of the Uncanny (1953).

Sarban, Una storia di Natale

Di Sarban è disponibile anche questo piccolo volume, edito da Adelphi: Zubrówka. Una storia di Natale (A Christmas Story, nella traduzione di Roberto Colaianni), nella collana Microgrammi (2020),

Sinossi. In Arabia la notte di Natale può fare parecchio caldo. E se da una credenza, in una casetta dei sobborghi di Jedda, viene fuori una bottiglia di Zubrówka - la vodka del bisonte - può capitare di ascoltare strane storie. Storie che portano molto lontano, nel gelo della taiga siberiana e anche oltre, là dove le carte geografiche non arrivano, e che soltanto Sarban sa raccontare.
L’autore. John William Wall, conosciuto anche sotto lo pseudonimo di Sarban, è stato uno scrittore e un diplomatico inglese. Oltre a The sound of his horn, apparso per la prima volta nel 1952, e poi diventato una sorta di libro segreto per i cultori dell'orrore puro (tant'è che il maggior successo il libro lo raggiunse con l'edizione americana nella Ballantine Chamber of Horrors), ha pubblicato in vita solo due brevi raccolte di racconti: Ringstones and Other Curious Tales (1951) e The Doll Maker and Other Tales of the Uncanny (1953).

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14 settembre 2014 7 14 /09 /settembre /2014 08:02

Falsa Memoria di Koontz. Un romanzo che pone quesiti sulla falsa memoria e sulla possibilità di controllare il comportamento altrui attraverso la creazioni di falsi ricordi(Maurizio Crispi) Falsa Memoria di Dean Koontz (Sperling&Kupfer, 2003) é sicuramente un bel romanzo che merita un buon punteggio trele opere koontziane per il suo contenuto, ma che presenta qualche pecca formale.
Il tema del romanzo è la "falsa memoria" o anche la possibilità di "falsificare ", la memoria di un individuo, introducendo nella sua mente falsi ricordi che, con un meccanismo ad orologeria, possono attivare in determinate circostanze dei comportamenti specifici (sintomatici o anche criminosi).
Cos'è l'autofobia? Cos'è la sindrome della falsa memoria? E' possibile attuare delle condizioni di controllo della mente altrui ed ottenere che un individuo venga "attivato" per compiere azioni del tutto aliene a lui e senza alcun freno inibitorio di tipo morale? Questi sono alcuni degli interrogativi a cui l'autore risponde nel corso della sua narrazione, con un'esemplificazione romanzesca e attraverso la costruzione della figura centrale della vicenda, nella persona del dottor Arihman psicoterapeuta "carismatico", ma nel fondo del suo animo profondamente psicopatico e tendenzialmente un serial killer per interposta persona, con la mania del controllo della mente degli altri, con lo scopo di indurli a fare ciò che egli vuole come un demiurgo onnipotente.
La narrazione che procede serrata e con ritmo incalzante in un crescendo, sino ad una conclusione che - come al solito - nei romanzi di Koontz un po' delude, perchè è nel registro secondo cui "tutto è bene quel che fnisce bene", "I buoni si salvano", "La verità finisce con il trionfare".
Koontz, a differenza di Stephen King non "sfuma" mai, di rado lascia delle zone intermedie di grigi perturbanti e delle questioni aperte sulla transitorietà della vittoria del Bene sul Male e sull'Oscurità.
Le conclusioni a lieto fine di Koontz lasciano in qualche modo interdetti anche se, per ovvi motivi, hanno un ptere fortemente consolatorio.
Koontz è uno scrittore cattivo capace di proporre delle situazioni "cattivissime" le cui conseguenze, tuttavia, non spinge mai sino alle più estreme conseguenze: inoltre, dopo aver lungamente costruito i suoi personaggi "malvagi", finisce con il liquidarli bruscamente, come se lui stesso ne avesse paura; quasi che egli stesso da "fattore" delle sue creature finisse con l'esserne così terrorizzato da doverle cancellare prima che possano assumere una vita propria.
Falsa Memoria - come si diceva - solleva alcune interessanti questioni sul "lavaggio del cervello" e sulle tecniche di condizionamento e di controllo della mente (e, di conseguenza, dei comportamenti) con un omaggio non indifferente ad un romanzo precedente (e al film che, in tempi più recenti ne fu tratto) che, ponendosi  come capostipite del genere,  é "Il Candidato della Manciuria" di Richard Condon, basato su di una tendenza espressa al tempo della Guerra Fredda che fu quella di mettere allo studio delle tecniche di condizionamento profondo della personalità di alcuni individui, per ottenere da loro a distanza di tempo - ed eventualmente anche a distanza - dei comportamenti post-ipnotici portati avanti in uno stato di coscienza secondo e finalizzati ad ottenere determinati risultati strategici.
Parrebbe incredibile: ma tutto ciò è stato successivamente confermato da una bizzarra (e coraggiosa) inchiesta giornalistica esitata nel libro di Jon Ronson, L'uomo che fissa le capre (Einaudi, 2009), a sua volta trasposto in film, poiché dopo l'11 settembre quelle tecniche - con dei loro risvolti esoterici ed approfondimenti verso inattese incursioni nel campo del paranormale - ricevettero nuovo impulso.
La lettura di Falsa Memoria di Koontz riconduce con forza proprio a Il Candidato della Manciuria (Editrice Nord 2002) che, a questo punto, dovrebbe essere letto (e ne vale la pena!).
Peccato che in Italia il volume di Condon non sia più facilmente trovabile (ad eccezione, forse, che in qualche catalogo remainder o direttamente presso la Casa Editrice).


(Dal risguardo di copertina) Martie Rhodes è una giovane donna felicemente sposata e molto affermata come designer di video giochi. Ma un problema l'assilla da tempo: la terribile agorafobia dell'amica Susan, che finalmente ha convinto a sottoporsi a terapia psichiatrica. Tale è il terrore di Susan per gli spazi aperti, che Martie deve accompagnarla a ogni seduta, incontrando direttamente lo psichiatra che l'ha in cura. Dopo qualche tempo Martie inizia ad avere improvvisi e inspiegabili attacchi di euforia, per poi cadere in un angosciante stato di autofobia, la repulsione per se stessa... Intanto, il marito Dusty non sa più di chi fidarsi: il fratello, la moglie e una tra le sue più care amiche cominciano a dare inspiegabili segni di squilibrio mentale. Lui stesso, da qualche tempo, soffre di strani vuoti di memoria che gli cancellano preziose schegge di vita.
Quando però il sangue comincia a scorrere si trova costretto ad affrontare le chimere della psiche e una mente malata, anzi, un'entità del male che va fermata al più presto. Ma prima bisogna individuarla.

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11 febbraio 2014 2 11 /02 /febbraio /2014 07:30

La Casa degli Scambi: un Giallo erotico-criminale, intriso di elementi borgesiani(Maurizio Crispi) La casa degli scambi (titolo originale: El senhor do lado ezquerdo) dello scrittore Alberto Mussa, brasiliano di adozione ma di origini libabesi (pubblicato da Edizioni e/o, 2013), possiede caratteristiche inedite che ne rendono difficile la collocazione nella personale biblioteca che un lettore voglia portare nella propria mente, come si trova costretto a fare il Sinologo emerito, protagonista di Auto da fé di Canetti. 

Il titolo, di primo acchitto, lascerebbe pensare che si tratti di una vicenda erotico-libertina, ma sin dall'incipit appare chiaro che la trama si dipanerà, seguendo il filone dell'indagine poliziesca, svolta applicando alcune metodologie moderne: la "clinica" del dottor Mirsolav Zmuda, dove si è consumato un delitto (un alto dignitario ucciso e una donna, apparentemente la sua assassina, scomparsa nel nulla) ne rappresenta certamente l'epicentro.

Tuttavia - man mano che si procede nella lettura - il racconto si fa poliedrico e rutilante, poiché cominciano ad intersecarsi elementi di sessuologia applicata che discendono dalle ricerche del medico polacco Zmuda (in realtà, personaggio fittizio, ma ciò nondimeno costruito con rigore storiografico) - per alcuni versi emulo di Freud, per altri originale pensatore - che ha dato vita alla rinomata e singolare "casa degli scambi" (a metà tra Centro di Sessuologia clinica, bordello e luogo di incontro per coppie licenziose) per poter condurre liberamente le sue osservazioni in merito ai variegati comportamenti sessuali umani e poter così corroborare le sue più originali teorie sui modi e le direzioni in cui si esercitano la ricerca e il conseguimento del piacere erotico; ma è anche trattato di storia di fondazione d'una città (Rio de Janeiro) e minuziosa discussione su alcuni dei suoi toponimi e relativi miti, più o meno fantasiosi; infine, contiene incursioni ardite nel complesso mondo di credenze e pratiche magiche tipiche della cultura meticcia brasiliana, dovuta all'impianto d'un bagaglio di superstizioni di origine africana sull'animismo preesistente nei nativi brasiliani con contaminazioni provenienti dalla successiva cristianizzazione e in ciò si fa trattato antropologico-etnografico e fonte di infinite storie rispondenti a questo specifico registro.

Le incursioni di Mussa provocano nel lettore un senso di vertigine e non tutto si riesce a seguire e a comprendere. Per poterlo fare, occorrerebbe essere in possesso d'una cultura antropologica ed etnografica veramente sterminata oppure sarebbe necessario, man mano che si procede, poter consultare dei testi appropriati: per quanto possa essere un po' d'aiuto il dizionarietto dei termini più inusuali che ricorrono nel testo (di gergo brasileiro, ma profondamente intrisi di riferimenti e richiami antropologici), inserito in calce al volume. 

Pur disorientati (poichè si ha la sensazione di addentrarsi in una sterminata ed infinita Biblioteca di Babele, poichè ogni pagine apre nuovi scenari e fa intravedere inedite prospettive), si va avanti nella lettura, spinti da un senso di borgesiana meraviglia.

Ciò che maggiormente attrae è la pulsione epistemofilica verso la ricerca e la scoperta di orizzonti nuovi.

Sì, alla fine, si giunge ad una soluzione del Poliziesco. 

Il colpevole viene alla fine identificato (anche se non è consegnato alla Giustizia), e la chiave di risoluzione non è certamente quella razionale e logica che qualche lettore si sarebbe potuto aspettare.
Nella stessa soluzione del poliziesco risiede un elemento fantastico e di meraviglia. Anzi, la conclusione propone un'inconcialibile divaricazione tra l'assetto mentale logico e razionale dell'investigatore positivista e scientista e la necessità di dover accettare cose che appartengono ad altri domini della mete.

Non a caso Mussa, autore di difficile catalogazione, è stato paragonato a Jorge Luis Borges, proprio per la singolare architettura che riesce ad imprimere alle sue costruzioni narrative. 

 

 

La Casa degli Scambi: un Giallo erotico-criminale, intriso di elementi borgesianiNota biografica sull'autore. Nato a Rio nel 1961, ma di origini libanesi, Alberto Mussac ha studiato matematica e musica prima di dedicarsi alla letteratura. Filologo e linguista specializzato in lingue africane del Brasile, insegna all’università della sua città natale.
Sin dal suo esordio letterario, nel 1997, ha proseguito lungo il filone della ricerca storica e antropologica. Le sue opere sono state tradotte e pubblicate in numerosi paesi. La casa degli scambi è il suo romanzo più recente e ha vinto il Premio Machado de Assis 2011, prestigioso riconoscimento letterario promosso dall’Academia brasileira de letras, istituita su modello dell’Académie française.

 

(Sinossi, dal risguardo di copertina) Rio de Janeiro, 1913. In una storica dimora della città - la "casa degli scambi" - accade un fatto di cronaca sanguinoso e apparentemente inspiegabile: il segretario alla presidenza della Repubblica viene trovato strangolato, legato a un letto e bendato.

La storica palazzina era stata acquistata da un medico polacco, Miroslav Zmuda, che vi aveva stabilito una sorta di casa di appuntamenti clandestina in cui le prostitute venivano chiamate "infermiere", mentre la clientela era costituita dalle personalità più in vista della città.

Ciò che ne faceva un luogo veramente unico, però, era il fatto di essere frequentata non solo da uomini, ma anche da donne e, a date fisse, da coppie. Insomma, un vero e proprio tempio della trasgressione, in cui tutto era possibile, all'insaputa di tutti, ma sempre sotto lo sguardo vigile del dottor Zmuda, sessuologo ante litteram, che conduceva dettagliate indagini scientifiche sui frequentatori della casa. I sospetti si concentrano su un'"infermiera" di nome Fortunata e scattano immediatamente le ricerche. Pochi giorni dopo viene fermato un vecchio sorpreso ad aggirarsi nel cuore della notte dentro un cimitero: si chiama Rufino, è ultracentenario ed è uno stregone dagli straordinari poteri, rinomato in tutta Rio.

Addosso gli trovano un paio di orecchini d'oro a forma di cavalluccio marino, identici a quelli che indossava Fortunata la sera della scomparsa... Parte un'indagine che ci ci conduce attraverso i misteri di Rio...

 

 


 

Disponibile in traduzione italiana, tra le opere di Alberto Mussa, vi è L'Enigma di Qaf (Fabula, 2006), nel quale si intravede ancor di più l'impronta borgesiana cui si accennava.

(Sinossi de "L'Enigma di Qaf) Storie incastonate in altre storie e tutte ruotano intorno a quella del poeta al-Ghatash che, in un'Arabia preislamica, inseguendo attraverso il deserto il volto di una donna sconosciuta deve risolvere un enigma, l'enigma di Qaf. Compongono il libro, che potrebbe essere definito un giallo letterario, ventotto capitoli, intitolati con i nomi delle 28 lettere dell'alfabeto arabo, più 28 capitoli intermedi, senza numerazione. Due livelli differenti di lettura. Volendo aiutare il lettore a collocare Alberto Mussa in un contesto letterario sudamericano, si potrebbe fare riferimento a Borges, cui l'apparentano oltre all'andamento labirintico della narrazione il gusto di trame costruite su complessi riferimenti libreschi ed eruditi.

Ma lo stile narrativo di Mussa, di una assoluta originalità, ha la forza dell'invenzione romanzesca e la sapienza della filologia. L'enigma di Qaf, racconto di raffinatissima fattura, ha i numeri per diventare anche in Italia un caso letterario. Prefazione di Luciano Marrocu.

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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