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É strano guardare vecchie foto
Oggi mi sono ritrovare a passare in rassegna una collezione di esse, relative agli anni Novanta del secolo scorso
Ho avuto una sensazione di straniamento, osservandole
Come se queste immagini in BN o a colori mi raccontassero momenti di vita di un’altra persona o di molte altre persone, momenti antichi o caduti in disuso e messi in soffitta, all’interno di buste che indicano i quando e i dove
Ma mi chiedo: chi ero io allora? Dove ero io?
Ero io o ero qualcun altro?
Impersonavo una parte? Recitavo a soggetto?
Molti infiniti cambiamenti si sono succeduti
Tutto cambia
Nulla cambia
Ed eccoci qua
Eppure nelle vecchie immagini, come nei ricordi del passato c’è il significato e c’è anche la chiave per comprendere ciò che siamo oggi.
Cosa scrive un letterario psicoanalista, certo Stratham Younger, in un romanzo che ho appena cominciato a leggere:
“C’è una cosa che il presente non è mai in grado di offrire: il significato. Le strade della felicità e del significato non coincidono. Per trovare la felicità un uomo deve vivere nel momento, ‘per’ il momento. Se invece anela al significato (il significato dei suoi sogni, dei suoi segreti, della sua stessa esistenza) deve ripercorrere il passato, per quanto oscuro, e vivere per il futuro, per quanto incerto. La natura pone dunque di fronte a noi la felicità e il significato, costringendoci a scegliere l’uno o l’altra.“ (Jed Rubenfeld, L’interpretazione della morte, Rizzoli, 2007, p. 11)
Ed ecco che, dopo questa riflessione, mi sono assopito e ho sognato
Ero intento a compiere un percorso accidentato lungo una scogliera verticale, in un luogo oscuro
Era come fare un’arrampicata, ma senza essere assicurato in alcun modo, privo di un’imbracatura
Dovevo procedere, appigliandomi dove potevo e utilizzando le asperità della roccia e le piccole incavature dove poggiare i piedi
Portava un fagottino con alcune mie cose, avvolte alla meno peggio in un asciugamano
Vi era poi un passaggio a gomito, particolarmente periglioso e qui avevo bisogno di entrambe le mani libere per poter passare da un appoggio all’altro
Lasciavo le mie cose dentro una cassettina metallica che era posta lì forse proprio per favorire i passanti in pericolo
Riuscivo quasi a superare il gomito e, rinfrancato, allungavo la mano per riprendere le mie poche cose
A questo punto, perdevo la presa, vacillavo, cercando un ultimo appiglio a cui sostenermi e mi ci afferravo, ma la roccia si sbriciolava e me ne rimaneva in mano un frammento che guardavo sorpreso, quasi rimirandolo
Quindi, precipitavo verso il basso dove si stendeva una superficie d’acqua immota, ma scura, quasi nera, un mare di nero oblio
Pensavo di dover affrontare un balzo di pochi metri soltanto, ma guardando in giù mi rendevo conto con un’improvvisa - dolorosa - consapevolezza che stavo sprofondando in un abisso senza fondo
Mi chiedevo se sarei sopravvissuto alla caduta
Poi, dopo, miracolosamente integro, ero in un negozio pieno di ninnoli e altri oggetti scintillanti
C’ero solo io ed ero sorpreso che il proprietario (uomo o donna che fosse) del posto lasciasse incustodite simili meraviglie alla mercé di tutti
C’erano molti Swarovski scintillanti di squisita fattura, raffiguranti degli animali e in particolare ne ricordo uno a foggia di pinguino
Era attraversato da un raggio di sole che lo rendeva iridescente e scomponeva al suo passaggio la luce nello spettro dei colori fondamentali, come fosse un prisma
Altri oggetti in forma di animali del sogno contenuti dentro un’altra vetrina da esposizione si animavano e si muovevano inseguendo le oscillazioni del raggio di sole scomposto nei suoi colori
Ero affascinato dalle cose portentose che mi accadevano intorno
Dissolvenza
Osservare vecchie foto - Frammenti e pensieri sparsi
Osservare le vecchie foto o frammenti di video mi dà una sensazione di estraniamento. Sono io, eppure non sono io, sono quello di un tempo antico. Quelle immagini, statiche o in movimento, sono ...
https://www.frammentipensierisparsi.net/2021/03/osservare-vecchie-foto.html
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