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12 aprile 2025 6 12 /04 /aprile /2025 09:35
trana formazione con una mezza mela infilzata (foto di MauHo sognato un sogno persistente Avevo a che fare con un cane pecora Era un essere degno del bestiario fantastico di Borges Aveva una testa di cane, un corpo da pecora con il vello spesso e riccioluto e un ruggito da leone (nel pacchetto erano incluse zanne possenti) Aveva una sua bellezza ed eleganza: la testa era tutta bianca, mentre il resto del corpo era di colore marrone testa di moro Era portato al guinzaglio da una tipa che appariva fiera del suo cane pecora ed anche della sua irruenza abbaiosa e anche dei suoi slanci ferini a stento rattenuti dal guinzaglio tenuto con fermezza Il cane pecora compariva di continuo nel mio sognare ed era come se io mi arrotolassi di continuo nel sogno alla sua ricerca nel tentativo di incontrarlo per risolvere l’enigma della sua essenza più profonda Poi ero presente al finale di una gara podistica in cui i partecipanti correvano avendo ai piedi degli sci da fondo per asfalto e superfici dure (sapete, quelli con le rotelline) Sarebbe andato tutto bene, se non fosse stato che tutto il percorso di gara era fortemente accidentato e roccioso E quindi si proponeva ai concorrenti una grande sfida di resilienza, considerando che la regola base e numero 1 era quella di non sganciare mai dai piedi gli sci da fondo Assistevo agli ultimi drammatici metri di gara della prima donna prossima a tagliare il traguardo: si fermava più volte stremata e piangeva disperata, poi si rimetteva in marcia per fare anche un solo metro alla volta e poi di nuovo piangere e dolersi, mentre la sua più diretta avversaria alle sue spalle - pur con le sue difficoltà - si andava avvicinando insensibilmente, erodendo il proprio svantaggio C’era anche Jacques Anquetil, che un tempo è stato uno dei maggiori campioni campione del ciclismo mondiale e, soprattutto, c’era il cane pecora, mascotte della gara Ed io ero contento che fosse lì  Ma questo cane pecora non c’entra niente con il Bedlington Terrier, ma come ho detto viene direttamente dalle creature che popolano la zoologia fantastica di tutti i tempizio Crispi)

Un sogno elaborato

Lo scenario è un grande posto di natura,
un parco pieno di biodiversità,
fitto di grandi alberi secolari
ed anche di spazi aperti, larghi prati,
radure,
movimentati da formazioni rocciose emergenti
Sono in corso le prove
per uno spettacolo in costumi thailandesi
(Proprio così! 
Non laotiani o cambogiani, thailandesi!)
Ci sono varie prove

C’è anche un cavallo, il mio
Un bianco destriero,
elegante nelle movenze e superbo
Lo osservo da lontano, 
mentre si muove pigramente in giro,
intento al pascolo
L’erba succulenta e rigogliosa
non gli manca
Intanto che mangia,
viene seguito da una troupe di fotografi
alla ricerca dello scatto più bello
ed io osservo compiaciuto la scena
Poi si allontana
e, mentre va, 
si rimpicciolisce sempre più 
nel gioco prospettico
Alla fine, dall’alto della mia postazione,
lo vedo farsi sempre più minuscolo
in fondo ad un vasto pendio
disseminato di roccia
Vorrei attirar la sua attenzione
per fargli risalire la china
e riavvicinarsi a me
Provo a fischiare
senza riuscirci
Provo a gridare
ma i suoni che emetto
cadono a terra mosci
e li rimangono 
a contorcersi
come piccoli vermi bianchi e mollicci
Penso poi, Tornerà!
Saprà trovare la via di casa!
Ritorno ad interessarmi dello prove
per lo spettacolo
chiedendomi perché 
siano stati scelti abiti, oggetti
e arredi di scena orientali,
quando non siamo in un paese dell’Oriente

Ci sono vari momenti intersecati, 
ma più non ricordo

[stacco]

Andavo in una RSA per iniziare un'attività di lavoro
Arrivavo e venivo accolto
Avrei dovuto fare un colloquio di valutazione prima di essere assunto
Sembrava di essere in un appartamento adibito ad abitazione privata
Molto piccolo, molto pulito
C’erano numerosi letti
Quasi non ci poteva muovere agevolmente
C’era tuttavia solo un degente anziano sdraiato su di un lettuccio lindo
E poi due vecchine che s'aggiravano silenziosamente, indaffarate e arzille
Forse erano le proprietarie e le conduttrici di quell'ospizio
Nessuno mi rivolgeva la parola
Guardavo, osservavo, non fiatavo
Poi, compariva una giovane donna,
forse una volontaria, 
forse anche lei in visita per essere assunta,
eventualmente
Scambiavamo due chiacchiere
e poi decidevamo di andare via
Raccoglievo da un espositore 
appeso al muro
dei segnalibri colorati, 
molto belli e suggestivi,
ed anche delle cartoline
raffiguranti paesaggi autunnali
con letti di foglie ingiallite
Li offrivo alla giovane donna,
altri li tenevo per me
Alcuni avevano anche delle parti scritte,
che erano citazioni da un libro di lettere,
un epistolario,
la corrispondenza di due, uomo e donna,
che durante la guerriglia in un posto remoto dell’Asia, pur nelle difficoltà, s'erano amati, mente compivano il loro dovere e si sacrificavano
Leggevo ad alta voce i brani delle lettere che i due si erano scambiati e che raccontavano di una storia d’amore segreta di cui nessuno aveva mai saputo nulla, sino alla loro morte drammatica e al rinvenimento di quelle stesse lettere (preziose!), a distanza di anni
Pensavo che volevo assolutamente comprare quel libro per poterlo leggere nella sua interezza

Dopo ci ritrovavamo seduti in un auto tipo mehari parcheggiata fuori dalla struttura 
Eravamo comodi, e parlavamo di questo libro
C’era anche un cagnolo, un botolo minuscolo, beatamente addormentato
Arrivava un extracomunitario, forse un mauriziano, a cui forse avevo promesso un passaggio verso la città 
Non accadeva null’altro che fosse degno di interesse
Forse c’era un altro cagnolo senza collare che cercava di salire sull’auto
Rimanevamo fermi nell’auto,
in un tempo sospeso,
senza partire

Dissolvenza

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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