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Un sogno elaborato
Lo scenario è un grande posto di natura,
un parco pieno di biodiversità,
fitto di grandi alberi secolari
ed anche di spazi aperti, larghi prati,
radure,
movimentati da formazioni rocciose emergenti
Sono in corso le prove
per uno spettacolo in costumi thailandesi
(Proprio così!
Non laotiani o cambogiani, thailandesi!)
Ci sono varie prove
C’è anche un cavallo, il mio
Un bianco destriero,
elegante nelle movenze e superbo
Lo osservo da lontano,
mentre si muove pigramente in giro,
intento al pascolo
L’erba succulenta e rigogliosa
non gli manca
Intanto che mangia,
viene seguito da una troupe di fotografi
alla ricerca dello scatto più bello
ed io osservo compiaciuto la scena
Poi si allontana
e, mentre va,
si rimpicciolisce sempre più
nel gioco prospettico
Alla fine, dall’alto della mia postazione,
lo vedo farsi sempre più minuscolo
in fondo ad un vasto pendio
disseminato di roccia
Vorrei attirar la sua attenzione
per fargli risalire la china
e riavvicinarsi a me
Provo a fischiare
senza riuscirci
Provo a gridare
ma i suoni che emetto
cadono a terra mosci
e li rimangono
a contorcersi
come piccoli vermi bianchi e mollicci
Penso poi, Tornerà!
Saprà trovare la via di casa!
Ritorno ad interessarmi dello prove
per lo spettacolo
chiedendomi perché
siano stati scelti abiti, oggetti
e arredi di scena orientali,
quando non siamo in un paese dell’Oriente
Ci sono vari momenti intersecati,
ma più non ricordo
[stacco]
Andavo in una RSA per iniziare un'attività di lavoro
Arrivavo e venivo accolto
Avrei dovuto fare un colloquio di valutazione prima di essere assunto
Sembrava di essere in un appartamento adibito ad abitazione privata
Molto piccolo, molto pulito
C’erano numerosi letti
Quasi non ci poteva muovere agevolmente
C’era tuttavia solo un degente anziano sdraiato su di un lettuccio lindo
E poi due vecchine che s'aggiravano silenziosamente, indaffarate e arzille
Forse erano le proprietarie e le conduttrici di quell'ospizio
Nessuno mi rivolgeva la parola
Guardavo, osservavo, non fiatavo
Poi, compariva una giovane donna,
forse una volontaria,
forse anche lei in visita per essere assunta,
eventualmente
Scambiavamo due chiacchiere
e poi decidevamo di andare via
Raccoglievo da un espositore
appeso al muro
dei segnalibri colorati,
molto belli e suggestivi,
ed anche delle cartoline
raffiguranti paesaggi autunnali
con letti di foglie ingiallite
Li offrivo alla giovane donna,
altri li tenevo per me
Alcuni avevano anche delle parti scritte,
che erano citazioni da un libro di lettere,
un epistolario,
la corrispondenza di due, uomo e donna,
che durante la guerriglia in un posto remoto dell’Asia, pur nelle difficoltà, s'erano amati, mente compivano il loro dovere e si sacrificavano
Leggevo ad alta voce i brani delle lettere che i due si erano scambiati e che raccontavano di una storia d’amore segreta di cui nessuno aveva mai saputo nulla, sino alla loro morte drammatica e al rinvenimento di quelle stesse lettere (preziose!), a distanza di anni
Pensavo che volevo assolutamente comprare quel libro per poterlo leggere nella sua interezza
Dopo ci ritrovavamo seduti in un auto tipo mehari parcheggiata fuori dalla struttura
Eravamo comodi, e parlavamo di questo libro
C’era anche un cagnolo, un botolo minuscolo, beatamente addormentato
Arrivava un extracomunitario, forse un mauriziano, a cui forse avevo promesso un passaggio verso la città
Non accadeva null’altro che fosse degno di interesse
Forse c’era un altro cagnolo senza collare che cercava di salire sull’auto
Rimanevamo fermi nell’auto,
in un tempo sospeso,
senza partire
Dissolvenza
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